Non sono molti a conoscere Marco Publio Catone detto il Censore.
Un romano, come si direbbe oggi, tutto di un pezzo.
Un romano, come si direbbe oggi, tutto di un pezzo.
Fu un generale romano, uno scrittore (scrisse la storia di Roma), fu
un buon senatore è sono memorabili le sue oratorie, ma principalmente fu un censore, per
cui divenne famoso e vi passò alla storia.
I censori erano dei personaggi pubblici, eletti da popolo, che avevano
il compito di censire sia gli abitanti che le proprietà e i capitali. Insomma
facevano sia il censimento della popolazione che la dichiarazione dei redditi.
Ogni numero di anni, non precisi, i censori, invitavano gli uomini a presentarsi a Campo
Marzio, dove venivano censiti. Non erano contati solo gli uomini che abitavano la
città, (erano esclusi dal conto le donne, i bambini e gli schiavi), ma anche le
proprietà terriere coltivabili e le proprietà di animali.

Cioè si calcolava la ricchezza della città, e la situazione patrimoniale
di tutti.
Il censore, non aveva il compito solo di fare il censimento della popolazione e dei beni, ma aveva anche il compito sociale di ricordare l’ordine morale ai cittadini e al senato.
Famose sono di Catone il Censore, le oratorie tenute nel senato di Roma contro i costumi e le abitudine (come i baccanali, riti misteriosi forse orgiastici), importate a Roma dai filosofi greci, contro i costumi ellenistici che secondo lui, minavano la società romana nei suoi principi morali, contro il lusso sfrenato (che lui tassava spietatamente), contro la lussuria (specialmente contro quelli che compravano gli schiavi utilizzandoli solo a scopo sessuale), contro Cartagine.
Si narra che dopo una sua visita a Cartagine, si convinse che rappresentava un pericolo per Roma e che quindi andava distrutta, così passo tutta la vita cercando di convincere il senato a dichiarare guerra a Cartagine. Fu come una goccia sulla pietra, terminava ogni sua oratoria al senato con la famosa frase: Per il resto ritengo che Cartagine debba essere distrutta.
Il censore, non aveva il compito solo di fare il censimento della popolazione e dei beni, ma aveva anche il compito sociale di ricordare l’ordine morale ai cittadini e al senato.
Famose sono di Catone il Censore, le oratorie tenute nel senato di Roma contro i costumi e le abitudine (come i baccanali, riti misteriosi forse orgiastici), importate a Roma dai filosofi greci, contro i costumi ellenistici che secondo lui, minavano la società romana nei suoi principi morali, contro il lusso sfrenato (che lui tassava spietatamente), contro la lussuria (specialmente contro quelli che compravano gli schiavi utilizzandoli solo a scopo sessuale), contro Cartagine.
Si narra che dopo una sua visita a Cartagine, si convinse che rappresentava un pericolo per Roma e che quindi andava distrutta, così passo tutta la vita cercando di convincere il senato a dichiarare guerra a Cartagine. Fu come una goccia sulla pietra, terminava ogni sua oratoria al senato con la famosa frase: Per il resto ritengo che Cartagine debba essere distrutta.
Cosa che accadde dopo la sua morte, Roma infine dichiarò guerra a Cartagine e
la sconfisse definitivamente.
Catone il Censore, svolse il ruolo del rompipalle, quello di ricordare continuamente ai romani la loro morale, di non abbandonarsi ai facili costumi e di rimanere integri nella loro moralità.
E lo poteva fare perché era famoso per la sua integrità, per la sua alta moralità, una sua famosa frase era: Perdona spesso gli altri, ma a te mai. Segno di come non si concedeva nulla che poteva essere occasione di perdono.
Oggi in una società allo sbando servirebbe un Catone il Censore, uno che dedicasse la sua vita a ricordare i valori che non sono trattabili, i valori che sono pietre miliari della nostra società.
La nostra è stata per secoli una società i cui valori fondamentali sono stati i valori cristiani.
Catone il Censore, svolse il ruolo del rompipalle, quello di ricordare continuamente ai romani la loro morale, di non abbandonarsi ai facili costumi e di rimanere integri nella loro moralità.
E lo poteva fare perché era famoso per la sua integrità, per la sua alta moralità, una sua famosa frase era: Perdona spesso gli altri, ma a te mai. Segno di come non si concedeva nulla che poteva essere occasione di perdono.
Oggi in una società allo sbando servirebbe un Catone il Censore, uno che dedicasse la sua vita a ricordare i valori che non sono trattabili, i valori che sono pietre miliari della nostra società.
La nostra è stata per secoli una società i cui valori fondamentali sono stati i valori cristiani.
Tutto ciò che
si faceva, viveva, si amava era riconducibile alla volontà di Dio.
Dio dava e prendeva. Innalzava e abbassava. Amava e detestava. Dava la malattia e dava la salute. Dava la ricchezza e la povertà. Dio era la di sopra di tutto. Quando le cose andavano bene Dio ci benediceva con la grazia, quando le cose andavano male bisognava accettare la sua croce, perché tutti abbiamo una croce da portare. La grazia è facile da portare, non pesa, poi basta essere un po’ generosi ogni tanto, fare quell’elemosina che mette pace ai nostri sensi di colpa dell’essere ricchi e tutto va bene. Ma è quando le cose vanno male, e ti senti dire che è volontà di Dio, che quella croce l’ ha data Dio e che dobbiamo portarla con gioia, e quando quella croce pesa, assai pesa, e non c’è nessuno a darci una mano .. diventa difficile accettare la volontà.. e personalmente allora mi incazzoooooooooooooooooo. (scusate il francesismo).
Tornando a Marco Porzio Catone, andiano a vedere alcune sue azioni di governo, quando fu censore addetto ai
censimenti e alle tasse è curioso vedere come sono così attuali:
· Proibi di utilizzare
l'acqua pubblica negli edifici e nei terreni privati. Catone fece tagliare i
tubi collegati abusivamente all'acquedotto.
· Ordino la demolizione
entro 30 giorni degli edifici privati costruiti su suolo pubblico.
· Avvio i lavori per la
pavimentazione delle fontane pubbliche, la pulizia delle fogne e la
costruzione di altre fognature.
·
Catone acquistò un terreno nel
Foro, tra il Campidoglio e la Curia, e vi costruì la basilica Porcia, un
edificio rettangolare con colonnati e gallerie, utilizzabile per il passeggio
ed il commercio. Il primo centro commerciale di Roma.
· Gli appalti per la riscossione
delle imposte nelle province furono concessi a prezzi altissimi.
· Gli acquisti per forniture
statali furono effettuati a prezzi bassissimi.
Incredibile certe assonanze tra la
Roma repubblicana e la nostra, da poco abbiamo fatto un referendum sull’acqua,
la lotta continua tra gli ambientalisti e gli amministratori locali contro gli
abusi edilizi, il problema delle discariche abusive, poi sembra che Equitalia
già esistesse all’epoca, il taglio delle spese pubbliche…
Questa nostra
società con i suoi millenari valori cristiani è stata minata profondamente
nelle sue radici, nelle sue fondamenta. In nuovo ellenismo si è infilato
subdolamente nei costumi, nelle abitudini, e nella cultura italiana.Il nuovo moderno ellenismo ha posto domande continue alla coscienze, senza dare soluzioni o risposte definitive, lasciando la coscienza collettiva in balia delle individuali interpretazioni delle problematiche morali. Se da una parte il fumo dell’ellenismo si espandeva in ogni crepa del sistema sociale, le grandi catastrofi ampliate dalla comunicazione di massa hanno fatto il resto. In questo ultimo secolo, noi italiani abbiamo conosciuto sulla nostra pelle le cose più drammatiche che un popolo possa conoscere. Due guerre mondiali. Una dittatura. Leggi razziali. Guerra civile. Pulizia etnica ed espulsione coatta. Fame. Malattie sociali. Senza parlare dei continui disastri naturali come terremoti e maremoti, ma anche innaturali quale la diga del Vajont. E adesso viviamo la piaga dell’immoralità collettiva, la piaga della corruzione politica, delle mafie, tre cancri sociali che distruggono la fiducia e la speranza. C’è ormai una società decadente la nostra, tutto l’occidente è destinato alla morte sociale.
Quale può
essere il nostro futuro?
Mi riesce difficile pensare quale società potrebbe esserci domani. Una società multirazziale, multietnica, multireligiosa, e multilinguistica. Torneremo indietro ai tempi dell’Imperatore Ottaviano, dove in una Roma capitale dell’Impero, popolata da oltre 4.000.000 di abitanti, si poteva trovare di tutto. Da ogni parte dell’impero erano arrivati a Roma o come liberi cittadini o come schiavi. Tutti le lingue vasto impero erano parlate, dopo l’ufficiale latino, tutti i culti religiosi erano ollerati, tutti i costumi era liberalizzati. Tutto ormai era lecito. Tutto era libero. In una società ricca, opulenta, lussuriosa tutto gli era concesso. Non c’erano limiti, non c’erano barriere, non c’erano ostacoli. Qualunque fosse la tua indole, le tue fantasie, i tuoi desideri a Roma c’era. Ma non era più la Roma austera e severa, la Roma della castità e dell’obbligo morale. Ma non è questo il nostro futuro, la Roma repubblicana o imperiale è ormai finita nell’oblio. Siamo dentro un impero che ha quasi gli stessi confini dell’antica Roma, la cui capitale è quasi al centro di questo nuovo impero, l’Europa. Il futuro dell’Italia, passa inesorabilmente per Straburgo e da quelle parti hanno un idea di società sul modello anglosassone. Dove il concetto di società e obblighi e doveri e diverso dal nostro latino.
Ormai il
processo di unificazione è avviato, e inesorabilmente si realizzerà
snaturando meta dei popoli che formano l’impero. Il modello è quello
anglosassone-teutonico e con le buone
o con le cattive ci dovremmo un giorno conformare.
I nostri usi, costumi e abitudini dovranno lentamente adeguarsi al modo teutonico dei paesi baltici. L’ espediente per forzare il cambiamento è una pressione finanziaria – economica. Modificate il vostro assetto sociale, i vostri pensieri, i vostri culti usi e costumi, se volete condividere la nostra ricchezza, oppure tagliati fuori per finire in miseria.
Avremmo
bisogno di Catone il Censore.
Di qualcuno
di accertata integrità morale, si alzi
e dica: abbiamo bisogno di tornare sui nostri passi.
Ma c’è qualcuno che si può alzare e dire: io.
Come disse
Gesù: chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Troveremo, chi scaglierà la prima pietra? Troveremo qualcuno in mezzo a noi dalla moralità salda? |
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