Si respirava l’aria tipica di un convegno di portata nazionale, voci con accenti e dialetti di tutta Italia, baci e abbracci, strette di mani, accordi e baci, disaccordi e freddi saluti.
Il luogo scelto
è veramente affascinante: L’isola Tiberina, uno dei luoghi più suggestivo di
Roma.
Mi colpisce
il tema scelto: Sfida alle stelle.
È chiaro il riferimento,
sfidare i 5 stelle ma su che livello?
Una sfida improbabile.
È chiaro che
l’antagonista politico individuato non è più la sinistra italiana, ma il
poliedrico centro dei 5 stelle, il movimento multiforme, variegato, internamente
composito, versatile e camaleontico.
Dove sfidarlo
sulle idee.. esso le contiene tutte e le rigetta nello stesso momento.
Il movimento
è l’essenza pura del società liquida… come acqua si adatta alla forma solida
che lo contiene, senza avere una forma sua… oggi il movimento porta avanti le
sue idee, per poi sconfessarle alle prime luci del giorno dopo.
È difficile
confrontarsi con un movimento che ti scippa le idee nello stesso momento che
che tu cerchi di proporle per un dibattito politico.
Le sue idee
o programmo sono una ratatouille di idee di destra e sinistra, condite da
intuizioni di personaggi più o meno accreditati o credibili.
Sfidarli sul
piano delle idee si rischia di rimanere con un pugno di mosche tra le mani.
Sfidare i
leader del Movimento?
Ma chi?
Il Grillo?
Sarebbe
interessante capire prima qual è il suo ruolo, si dice garante…ma di cosa? Alla
fine sembra essere una specie di Re Salamone chiamato in causa a dare sentenze nei
contenziosi interni, al fine di dire chi ha ragione e chi ha torto.
Ogni tanto
sentenzia su fatti o misfatti della politica italiana, tacendo colpevolmente
sui danni dei 5 stelle.. ma di fatto non
è l’uomo con il quale si può intavolare un dialogo di confronto… in fatto sono
anni che rifiuta ogni confronto, e suoi
interventi sono solo monologhi bacchettoni,
Casaleggio?
Si dovrebbe
capire il ruolo di questo imprenditore privato, che sembra non avere nessuno
ruolo, ma poi di fatto e decisivo su molti aspetti del movimento… questo
cardinale Mazarino, che muove i fili dietro le quinte ma che non ha un ruolo
politico pubblico.
Di Maio?
Il camaleonte, colui che sta modellando il movimento a sua immagine a suo piacimento. L’uomo modellabile dalla bella immagine da figlio di papà, che trasforma le idee del movimento adattandole alla necessità politica, colui che fa delle idee popolari il suo punto fermo nella speranza che abbia un forte ritorno elettorale, ossia crocette nell’urna.
Il camaleonte, colui che sta modellando il movimento a sua immagine a suo piacimento. L’uomo modellabile dalla bella immagine da figlio di papà, che trasforma le idee del movimento adattandole alla necessità politica, colui che fa delle idee popolari il suo punto fermo nella speranza che abbia un forte ritorno elettorale, ossia crocette nell’urna.
Anche qui è
da capire chi è? Cosa fa? Cosa vuole dalla vita? Cosa pensa? E chi gli ha messo
il bavaglio.
Fico?
L’anima
sinistra del Movimento, sembra un riserva di una squadra in attesa di entrare
in campo, un attesa che rischia di bruciarlo di lasciarlo tutta la vita su un
panchina…
Mentre in
tutte le realtà politiche hai sempre un leader di riferimento, nel movimento
no, lo stesso Di Maio che afferma di essere il Capo Politico del movimento, in
realtà il suo ruolo è più realizzatore di idee altrui.
Quindi lo scontro
con i 5 stelle rischia di essere una Caporetto per Fratelli d’Italia.
Concludendo
Quello che è il vero problema e che dovrebbe essere il vero programma di questo partito nato da una giovane coraggiosa e di rimanere un piccolo partito e non un partito adulto.
Quello che è il vero problema e che dovrebbe essere il vero programma di questo partito nato da una giovane coraggiosa e di rimanere un piccolo partito e non un partito adulto.
La vera
sfida è quella di saper
·
Avviare una politica d’inclusione ossia includere
altre realtà del centro destra,
·
Avere il coraggio di dare al partito una chiara
linea ideologica e politica, prendendo le distanze da altri leader senza
rincorrerli in battaglie ideologiche
·
organizzare il partito dandogli una anima
democratica attraverso una struttura che dia spazio al dibattito interno alla
scelta meritocratica dei quadri dirigenti
·
incatenarsi o incardinarsi al territorio,
creando delle sezioni territoriali forti che dovranno diventare
il nocciolo duro del partito.
Bisogna
crescere oltre il 3-4% nazionale se si vuole avere voce in Italia e in Europa..
La sfida
alle stelle… potrebbe diventare una caduta nelle stalle