Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

martedì 20 gennaio 2015

Io non sono Charlie Je ne suis pas Charlie I’m not Charlie No estoy Charlie 我不是查理 أنا لست تشارلي



 Fermarsi e riflettere i confini di questa di questa nostra libertà. 
Mi hanno insegnato.
Ripetendolo migliaia di volte che la mia libertà finisce lì dove inizia quella dell'altro.
Violare il sacro dell'altro è forse un valore di libertà. 
La satira religiosa non ha forse i confini della libertà?

Se la satira, sta dentro i confini stessi delle libertà, essa non può in nessun caso valicare certi confini, i confini del sacro.
Con il tempo ho imparato che la libertà non è poter fare tutto e di tutto, ma avere la forza di dire no... io non ci sto, io non vado oltre, io non farò questo.
Questo dramma francese, questa violenza esecrabile, servirà a fare un passo in avanti...

Una certa sinistra intellettuale, atea e anticlericale priva di una propria area sacra, inviolabile e intoccabile è convinta che in nome della libertà di pensiero e della satira, tutto può essere:

irriso,
 canzonato,
schernito,
dileggiato,
e dissacrato.

Per loro tutto può essere soggetto della satira dissacratoria
anche quelle aree sacre e inviolabili.

Ma libertà, la vera libertà nasce dal riconoscimento dell'inviolabilità del sacro, che è vivo in alcuni uomini, se non in tutti.
Il rispetto nasce dal rispetto, non è mia volontà giustificare l'uso della violenza, delle armi o come unica risoluzione la morte di chi offende.
Ma denigrare in nome della satira una divinità, una religione non ci fa migliori di loro.
Fermare la violenza, fermare l’odio, fermare la prepotenza si può fare solo entrando in dialogo con il nostro avversario.
Fermarsi vuol riconoscere che si è andati oltre certi limiti, accettare il limite è riconoscere il loro valori, i loro ideali, il loro essere diversi.

Leggendo casualmente dei versetti della Bibbia mi sono imbattuto nel capitolo 13 del libro di Giuditta.
In questo capitolo, Giuditta, che si era infiltrata nell'accampamento babilonese affermando di aver  rinnegato il suo popolo, approfittando, che durante la cena, tutti gli uomini compreso Oloferne  avevano bevuto abbondantemente e dormivano profondamente in preda ai fumi dell'alcool, taglio la testa al generale. Poi in fretta e furia con la sua ancella, in piena notte, tornarono nella città di Betullia che era  assediata dall' esercito babilonese, portando con se la testa decapitata di Oloferne.
Giuditta fu accolta come un eroina, per aver ucciso il generale nemico...
Di cosa era accusato il generale di Nabucodonosor? Di essere orgoglioso e di aver snobbato Israele e il suo Dio.  In un certo modo aveva denigrava il Dio d’Israele e il suo popolo.

Decine, migliaia, ma forse centinaia di milioni di mussulmani piangono i loro eroi. Tre uomini che si sono immolati, in una missione senza speranza, una missione suicida, per andare a vendicare il nome di Allah.
La sharia è stata lanciata. I disegnatori di “Charlie Hebdo” sono considerati dei blasfemi nel mondo islamico, rei di aver denigrato Allah e il suo profeta Maometto.
La sharia è la condanna a morte per alcuni particolari peccati, non reati,  in quanti non sono previsti da nessun codice civile, ma dal Corano.
Qui non siamo di fronte ad un atto di terrorismo, ma ad un atto di giustizia islamica.
Una parte del mondo considerata questi tre uomini degli assassini, dei delinquenti, dei folli.. dall’altra parte del mondo sono considerati degli eroi, dei martiri dell’Islam.
Ma come possiamo conciliare questi due aspetti?

Il dramma vero
di questo scontro culturale, sociologico, religioso, interrazziale
è
 che da una parte c’è ormai una società laica,
dove il sacro  è relegato alla sfera individuale
e dall’altra una società fortemente religiosa
dove il sacro è presente nella sfera collettiva

La separazione stato-chiesa è ormai netta in tutti gli stati occidentali, mentre in molti stati islamici non c’è la separazione stato-chiesa, o meglio stato-religione.
In molti stati islamici la legge coranica e la legge civile sono strettamente legate tra loro, ciò che è vietato dal Corano è vietato anche dalle leggi statali, con le stesse pene.
Così noi rimaniamo stupiti davanti a gesti da noi considerati violenti e illegali  per loro sono l’applicazione della legge.
Lungi da noi il pensiero di punire con la morte l’adulterio, l’omosessualità, l’apostasia o la stessa blasfemia.


Adesso c’è lo scontro da una parte non credenti, dall’altra credenti che sono convinti di combattere contro credenti blasfemi.
Non è concepibile per il mussulmano un non credente, un ateo, uno che non abbia una dimensione spirituale, per loro, gli autori delle vignette, sono cristiani che hanno offeso il loro dio, ossia Allah e il suo profeta Maometto.
Per i mussulmani c’è il divieto assoluto, di raffigurare in qualunque modo, sia Allah che il suo profeta Maometto. Infatti in molte raffigurazioni che illustrano la vita del profeta, questi viene disegnato senza volto, perché non si può raffigurare il Profeta. Figuriamoci se possono accettare che venga raffigurato dagli infedeli e per di più mortificato con la satira.
L’immensa manifestazione dei francesi e altri ospiti occidentali, in difesa della libertà di pensiero e di parola, per il mondo islamico, per il popolo minuto delle varie nazioni islamiche, è stata vista come una manifestazione del  mondo occidentale cristiano un diritto di offendere il loro Dio…
Per loro affermare “Je suis Charlie”… voleva dire “Io sono l’autore delle vignette contro di voi”.

Siamo allo scontro totale.
Tutti i nostri fratelli in Cristo
Tutti i nostri fratelli cristiani sono in pericolo di vita
150.000.000
150.000.000
Centocinquantamilioni
Sono i cristiani perseguitati in tutto il mondo.

Muoiono 5 cristiani al minuto
5 miei fratelli ogni 60 secondi
1 ogni dodici secondi

Proprio adesso un nostro fratello ha perso la vita

Nessun’ altra religione nel mondo ha un numero così elevato di perseguitati.
Dopo i cristiani vengono gli ebrei.
80 per cento delle persecuzioni per motivi religiosi riguarda i cristiani
80 per cento delle persecuzioni per motivi religiosi riguarda i cristiani
80 per cento delle persecuzioni per motivi religiosi riguarda i cristiani
80 per cento delle persecuzioni per motivi religiosi riguarda i cristiani

I cristiani sono perseguitati apertamente in

Algeria
Pakistan
Siria
Iran
Egitto
Libia
Nigeria
Somalia
Sudan
Arabia Saudita
Bhutan
Corea del Nord
Cina
India
Indonesia


Davanti alla strage di Parigi.
Davanti all’assassinio di 17 persone, alcune delle quali totalmente estranee ai fatti.
Rimango sconcertato, senza parole.

Ma!!!!

Se sento la rabbia dentro di me crescere in modo smisurato,
se sento l’odio prendere il sopravvento
se sento la voglia di vendetta prendere possesso dei miei pensieri
devo armarmi adesso con le armi della fede
devo rifugiarmi nella preghiera
lasciare che i sentimenti di misericordia e perdono di Gesù prendano possesso del mio cuore
prendere coscienza che è il momento di amare i miei nemici, i nostri nemici.

Per amore dei miei fratelli perseguitati nel mondo mi sento di gridare:

Io non sono Charlie
Je ne suis pas  Charlie
I’m  not Charlie
No estoy Charlie
我不是
أنا لست تشارلي





sabato 10 gennaio 2015

Siamo in guerra

Come disse il Papa Francesco nel agosto del 2014.. siamo in guerra.

In qualche parte del mondo pseudo eserciti si scontrano solo per dimostrare che c’è una guerra.

La potenza di fuoco degli Usa è talmente forte e grande che potrebbero radere al suolo in poche ore uno intero stato, se volessero, ma gli americani sono masochisti.
A loro gli piace dare vita a queste guerre estenuanti,
                                               dalla Corea al Iraq,
                                                                       passando per il Vietnam.
                        60 anni di guerre in tutto il mondo
Guerre senza conclusioni, senza fine e senza mai essere vincitori, solo per mantenere attivo il loro esercito.

La vera guerra è da un'altra parte.
     E' una guerra combattuta non dagli eserciti, ma dagli economisti, dai privati capitalisti e dagli strateghi nascosti in chissà quale tana, in qualche parte del mondo, forse sono nella porta accanto alla nostra.
Una guerra i cui
            soldati
            combattenti
               guerrieri
                  guerriglieri  
                        eroi
                          martiri 
                            partigiani
insomma chiamateli come vi apre è  gente comune che vive, respira, cammina a fianco a noi.
Persone che crede in certi ideali e covano odio e risentimento nel loro cuore,
Covano tanto di quell'odio verso altri nazioni,altri popoli da arrivare a gesti eclatanti e feroci, odiano cosi tanto da arrivare a fare delle stragi senza tenere in conto della loro vita.

Gente che sale su un aereo con l’obiettivo di abbatterlo contro un grattacielo,
 o salire su treno e farlo deragliare con bombe,
 prendere una metro farla saltare 80 metri sotto terra,
salire su un pullman con delle bombe sotto le camicie,
armarsi di un kalasnikov  per andare ad uccidere dentro una redazione di un giornale.

Dove sarà il prossimo colpo ? Non lo sappiamo. 

In questa guerra globale, dove finanzieri senza scrupoli, spostano interi capitali affossando economie, arricchendo popoli per poi impoverirli senza pietà.
Finanzieri che decidono il destino dei popoli, armano continuamente gente disperata per folli attentati.

Guerra del petrolio,
                        del gas,          
                                   delle ricchezze naturale,
                                               dell’ambiente
                                                           nascoste dietro le guerre di religioni.

Questo attentato è più vicino di quanto crediamo,
ci coinvolge più di quanto pensiamo,
ci siamo dentro con tutte le scarpe,
non pensiamo è successo a Parigi …
domani …
potrebbe essere insanguinata una nostra piazza,
una nostra via,
una nostra casa
o un nostra istituzione

e ci sveglieremo dentro la guerra

senza sapere perche' ci siamo finiti