Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

martedì 25 giugno 2019

il server Divino


Ho sentito dire da una persona come può Dio rispondere contemporaneamente a 7.000.000.000  (sette miliardi) di persone.
Come se Dio non potesse rispondere a più di una persona per volta.
Curiosamente la risposta c’è la dà la scienza, in particolare l’informatica.
Nel 2017 Google aveva due miliardi di utenti collegati.

Se in preciso momento di un giorno, in un ora precisa, in un minuto esatto... tutti, gli oltre due  miliardi di utenti facessero una stessa domanda al server di GOOGLE cosa accadrebbe?

Che tutti e due miliardi di persone avrebbero la stessa risposta…  solo che avrebbe tempi di risposta a seconda della velocità del server e della tecnologia posseduta. La differenza si avrebbe nelle interpretazioni dei  due miliardi di utenti dovute alla diversità di colui che legge la risposta.
Ma Dio è Uno, ed è una Persona… ad una domanda precisa risponde con una risposta precisa, personalizzata perché ha una relazione personale con l’utente, perché lo conosce personalmente, nmon è una macchina che fornisce risposte asettiche, impersonali, generiche e comuni.

Anche se Dio dà delle risposte comuni è sempre diversa l’interpretazione della risposta  che è dovuta all'unicità dell’uomo/donna,  considerato che ogni persona è di fatto una persona unica nell'universo e interpreta la risposta in base al suo essere, alla sua cultura, suo stato d’animo, all'esigenza della domanda.

L’amore Dio per l’uomo è uguale per ogni essere umano, diversa è la risposta dell’essere umano e questo crea ogni volta una storia d’amore diversa…

Come dice San Paolo ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto (Atti 17. 26-28).

Siamo tutti collegati in Dio… tutto dipende da noi…  attivare il collegamento e porre le domande e vivere le risposte.




lunedì 24 giugno 2019

tum-ta... il suono dell'universo


Risultati immagini per santa gertrude

All’inizio del mese dissi ad una amica della parrocchia, questo è il mese del Sacro Cuore, e il mese che dovremmo mettere il nostro capo sul cuore di Gesù
Già il mese di Giugno è dedicato al Sacro Cuore, dovremmo riflettere su l’amore di Dio.

Conoscevo Santa Gertrude , sapevo alcune cose di lei, ma non sapevo che gli era apparsa San Giovanni Apostolo e che gli chiese : cosa hai provato nel poggiare il capo sul cuore di Gesù.
Anch’io mio sono chiesto cosa ha provato Giovanni nel poggiare il suo capo sul cuore di Gesù.
Io penso che lui abbia sentito un rumore: tum-ta …. Tum-ta… tum-ta
È il suono del cuore…tum-ta…  il cuore umano nel suo pompare sangue emette un suono tum-ta… tum-ta…tum-ta.

Giovanni poggia il suo capo sul cuore di Gesù e ascolta il suono… ma in Gesù non ascolta solo il cuore del uomo…ascolta il cuore di Dio…..tum-ta  tum-ta…. Ascolta il cuore di Dio che ama l’uomo.

Un giorno gli scienziati arriveranno a sentire il rumore di fondo dello spazio… piano, piano toglieranno tutti i suoni che sporcano il rumore di fondo dell’universo… quel giorno che arriveranno a sentire il rumore di fondo ecco che sentiranno: tum-ta….tum-ta…tum-ta ..il suono del cuore di Dio.

Tutti noi siamo chiamati a poggiare il nostro capo sul cuore e di Gesù… allora verrà in nostro aiuto le parole che Giovanni disse a Santa Gertrude quando gli chiese: Cosa hai provato quando hai posato il tuo capo sul suo cuore?
San Giovanni rispose: la soavità di quei battiti è penetrata in me, così come il profumo dell'idromele impregna della sua dolcezza il boccone di pane fresco, e la mia anima ne è divenuta così ardente da poter essere rassomigliata ad un vaso posto sopra una viva fiamma.
“Perché non ne parlasti?” chiese San Gertrude

gli rispose: La mia missione era di manifestare alla Chiesa nascente, con una sola parola, il Verbo incarnato di Dio Padre: e quest'unica parola può soddisfare fino alla fine del mondo l'intelligenza di tutto il genere umano che non riuscirà mai a penetrarla a pieno.

La soave eloquenza dei battiti di questo Sacro Cuore è riservata a questi ultimi tempi, affinché il mondo ormai vecchio e intiepiditi nella sua devozione si infiammi nell'amore del suo Dio".

Se tutto quello che oggi Dio ci dona, in grazie, carismi e movimenti, apparizioni o altro,  non infiamma i nostri cuori d’amore per Gesù… tutto è vano per noi…

sabato 22 giugno 2019

Festa dell'Eucarestia

Oggi 23 giugno 2019 la chiesa cattolica festeggia il Corpus Domini, festeggia l’Eucarestia
In ambito cristiano-religioso quando si parla di festa si intende dedicare un tempo particolare ad un evento, ad un fatto ad una persona particolare da ricordare, così su festeggia con delle celebrazioni religiose particolari.
Così oggi per celebrare l’Eucarestia ci saranno processioni in molte città d’Italia e probabilmente in molte città del mondo, in queste manifestazioni religiose sarà portata l’Eucarestia nelle vie della città. Quasi a consacrare la città al Signore Gesù.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 

Quando furono saziati Gesù ordino di raccogliere quello che era avanzato. Un gesto che sottolinea la preziosità del pane “raccoglietelo perché nulla vada perduto”.
Come era prezioso il pane.
In questo episodio alcuni esegeti ci vedono il preannuncio della istituzione dell’Eucarestia che farà nella Cena di Pasqua, e l’invito a conservare quello che avanza e cosa si deve fare del “PANE consacrato” averne cura.

Gesù nella cena di Pasqua, quella cena di cui noi ogni giorno ne facciamo memoriale da poco meno si 2000 anni, istituì l’EUCARESTIA: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». 
Da quella sera, ogni giorno dell’anno, ad ogni ora del giorno sugli altari di tutto il mondo avviene un miracolo particolare: transustanziazione.
Transustanziazione o transsustanziazione o transubstanziazione (dal latino medievaletransubstantiatio, derivato di transubstantiare) è un termine della teologia dogmatica cattolicadell'Eucaristia. Esso indica il mutamento di tutta la sostanza del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo durante la celebrazione eucaristica.

Questa trasformazione è un miracolo che avviene ogni giorno, ed avviene ogni giorno sotto i nostri occhi ogni volta che il sacerdote dice:
egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, 
e alzando gli occhi al cielo a te 
Dio Padre suo onnipotente, 
rese grazie con la preghiera di benedizione, 
spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli, e disse: 
Prendete, e mangiatene tutti: 

ed ecco che il pane diviene: il Corpo di Gesù

Alcuni affermano che la presenza di Gesù nel pane è a tempo, finita la celebrazione il pane torna ad essere quello che era prima semplicemente pane e non il Corpo di Gesù. E come dire che noi siamo padroni di decidere quando inizia e finisce un miracolo. E come dire che noi possiamo decidere delle cose e degli atti di Dio.

Quel pane divenuto il Corpo di Gesù, rimane per sempre il Corpo di Gesù… a confermarlo ci sono alcuni miracoli eucaristici particolari:
Dopo questi segni, il 15 agosto 1996 durante la Messa della festa dell’Assunzione di Maria, finita la distribuzione della Comunione, una donna si è avvicinata a padre Pezet dicendogli di aver trovato un’Ostia sul retro della chiesa. Il sacerdote, seguendo ancora una volta la prassi, l’ha messa in una ciotola di acqua perché si sciogliesse, riponendo il tutto nel tabernacolo. Pochi giorni dopo, il 26 agosto 1996 si è notato che la particola, anziché dissolversi, si era trasformata in un frammento di carne sanguinosa.

 Un miracolo che sta ad indicare due cose: che quel pezzo di pane è il corpo di Gesù, ma che la trasformazione è irreversibile. La sostanza, il pane non si trasforma due volte, ma una volta sola. Si trasforma il pane nel corpo di Gesù per sempre e non ritorna indietro una volta conclusa l’Eucarestia.

Ecco perché Gesù ci dice di aver cura di quanto avanza.
Così tutte le particole che avanzano dopo la distribuzione la Chiesa le conserva in un luogo santo, in un Tabernacolo che diviene il luogo SANTO per eccellenza perché conserva la presenza di Gesù.

Inoltre, se fosse vero che il miracolo torna indietro quando noi ci inchiniamo o andiamo ad adorare Gesù presente nell'Ostia, ossia facciamo l’adorazione Eucaristica noi siamo dei folli, siamo degli idolatri perché ci prostriamo davanti ad un pezzo di pane… noi siamo così degli idolatri.
Fortunatamente non è così, la presenza di Gesù nell'Eucarestia è fortemente confermata dagli innumerevoli miracoli che ci sono stati nel corso dei secoli e che in questi ultimi anni stanno avvenendo con più frequenza.

Alcuni maldestramente o disattentamente, quando celebrano L’Eucarestia non stanno attenti alle briciole. Questo succede quando si usa usare del pane al posto delle particole (ostie).
Certo ha un certo significato usare il pane comune, pensando di fare qualcosa il più vicino possibile all’ultima cena, peccato che si fa un errore grossolano, il pane consumato durante la cena di Pasqua è pane azzimo e non pane lievitato.
Il pane comune che noi consumiamo generalmente ha il difetto che si sbriciola facilmente, e la Chiesa ci invita a porre maggior attenzione quando si usa pane comune alle briciole. Purtroppo molte volte questa attenzione viene meno.

Quando studiai chimica ricordo che il prof ci diede la definizione di molecola: la parte infinitesimale di una sostanza che mantiene tutte le caratteristiche della sostanza. Se una sostanza bolle a 100 gradi lo farà sia se è un kilo, sia se è una semplice molecola.
Quindi quando il sacerdote prende il pane lo benedice ed avviene la transustanziazione… questa avviene in tutto il pane e le briciole che cadono sulla tovaglia sono esse tutte Corpo di Cristo.

Quando il pane viene distribuito e cadono in terra delle briciole esse sono il corpo di Cristo.
Quando a fine celebrazione si toglie la tovaglia dell’altare e la si scrolla per togliere le briciole che restano sulla tovaglia queste cadono in terra: quelle sono il Corpo di Cristo.
Questi gesti si compiono io spero per disattenzione … ma non esclude che il Corpo di Gesù viene così calpestato.

Oggi è la festa dell’Eucarestia e chiudo questa riflessione con una preghiera di Eustorgio Mattavelli

Signore Gesù, quanto silenzio nel tabernacolo!
Tu, che sei la parola eterna del Padre,
ti circondi di silenzio. Dimmi
che un'anima vale per la ricchezza
dei suoi silenzi. Dimmi, o Signore,
che le persone più intraprendenti
e affascinanti sono le più silenziose.

Dimmi che il silenzio è profondamente
dolce, perché è dolce porsi in solitudine
di fronte alle cose eterne.
O Signore, dimmi che i grandi fatti
nascono nelle ore più silenziose.
Dimmi che tante volte è il silenzio
ad evitare urti e contrarietà.
Dimmi ancora che è nel silenzio
che io posso parlare con te e tu con me.
Signore Gesù, il raccoglimento
e il silenzio non mi facciano paura.

Concedimi un profondo spirito
di interiorità, così da poter rientrare
in me stesso per mettermi in comunione
con te, in un silenzio religioso,
pieno della tua presenza e del tuo amore.




p.s
A proposito delle briciole sulla tovaglia
Il miracolo eucaristico di Valvasone secondo la tradizione sarebbe avvenuto nel 1294 nella cittadina di Gruaro a pochi chilometri dal comune di Valvasone: su di una tovaglia, proveniente dalla chiesa di San Giusto, sarebbero apparse macchie di sangue, prodotte da un'ostia consacrata rimasta tra le pieghe del tessuto. Nel piccolo centro di Gruaro, nel 1294, mentre una donna stava lavando una tovaglia proveniente dall'altare della vicina chiesa di San Giusto, avrebbe notato sul tessuto delle macchie di sangue, provenienti da un'ostia consacrata rimasta tra le pieghe del lino. Meravigliata, si recò subito dal parroco, che organizzò una processione per portare tovaglia e particola in chiesa. Successivamente il parroco avvertì il vescovo della vicina Concordia, monsignor Giacomo d'Ottonello da Cividale, che appurò la veridicità dei fatti, autenticando il presunto miracolo.

martedì 18 giugno 2019

Cosa scrive in terra Gesù



Nel suo vangelo, San Giovanni ci racconta fatti originali, non presenti negli altri vangeli.
Tra questi inediti, possiamo annoverare il racconto dell’adultera portata in giudizio davanti a Gesù. Un’ adultera trovata in flagrante con il suo amante.
Gesù si trova di buon mattino nei pressi del tempio, dove era solito andare dopo la notte passata in preghiera per insegnare ai suoi discepoli e quanti altri si recavano presso di lui per ascoltarlo.
Mentre si trovava seduto in terra, ecco arrivare alcuni scribi e farisei che gli portano in giudizio un adultera, l’obiettivo di questi e di metterlo in difficoltà. Giunti nei pressi di lui ecco che gli pongono una domanda: Questa è un adultera, Mosè ci comanda di lapidare questa donna. Tu cosa dici?

Gesù sembra disinteressarsi della cosa, sembra che la cosa non gli interessi minimamente, ed inizia a scrivere qualcosa in terra.
Ma gli scribi e i farisei insistono nell'interrogare Gesù, ma Lui continua a scrivere in terra, nella polvere.

Risultati immagini per l'adultera perdonataÈ facile domandarci ma cosa scrive Gesù nella polvere, ma perché lui scrive nella polvere.
Nella nota a margine nella Bibbia di Gerusalemme c’è scritto: Il senso di questo gesto resta oscuro (Gv 8.6)

Tanti teologi, esegeti, studiosi delle scritture, si sono impegnati a cercare di dare un perché a questo gesto o cosa avesse scritto nella terra.

Quando ero ragazzo c’era un duo, una coppia di cantanti che si chiamavano Franco I e Franco IV che cantavano una canzone le cui parole erano: Ho scritto t’amo sulla sabbia e il vento a poco se l'è portato via con se.
Chissà quanti di noi, seduti sulla battigia  si sono divertiti con un dito o con un pezzetto di legno a scrivere nella sabbia, poi arrivava un onda e cancellava tutto in un istante.

Quello che più mi colpisce e mi invita alla riflessione è il fatto che Gesù scrive nella polvere, dove nulla rimane per sempre, basta un soffio di vento e tutto si cancella.
Qualunque cosa, Gesù scrivesse, io penso che lui lo sapeva che non sarebbe stato per sempre, ma per pochi momenti prima che il vento cancellasse tutto.
Molti esegeti dicono che Gesù in terra scrivesse il peccato degli uomini che erano davanti a lui, o forse il nome dei peccatori e si rifanno in questa esegesi alle parole scritte nel libro di Geremia:
quanti ti abbandonano resteranno confusi;  quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere,
perché hanno abbandonato la fonte di acqua viva, il Signore
. (Ger 17,13)
Quando quegli scribi o farisei hanno letto il loro nome nella polvere ed hanno sentito dire Gesù: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, devono aver sentito un sussulto nel cuore.
Perché il peccato è : allontanarsi da Dio, e rinunciare a l'amore di Dio, vivere senza misericordia.
Quindi,  prendendo  coscienza del loro essere peccatori, è il primo passo della loro conversione; prendere coscienza della proprio stato, come avvenne per il figliol prodigo che quando prese coscienza del essere precipitato nella perdizione e inizia il suo cammino verso casa, per loro è stato l’inizio di una conversione.

Allora nel momento che si comprende il proprio peccato inizio il processo del perdono e un vento leggero si alza e cancella il nome scritto nella polvere.
Gesù scrive nel polvere il loro nome e il loro peccato, perché non vuole ricordarlo per sempre, il contrario di ciò che sul Sinai, quando la legge, i dieci comandamenti vengono scritti su pietre,  perché non si cancellino mai e rimangano a memoria delle generazioni future. I dieci comandamenti sono il simbolo, il segno dell’alleanza tra Dio e Israele ed è un segno incancellabile per questo vengono scritti su tavole di pietra.
Ma non è così con il peccato… Dio se vede il nostro pentimento lo cancella immediatamente.
Se Dio vede un cuore sincero non tiene conto delle colpe…..
Chiudiamo leggendo il salmo 50:
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
 Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
 Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell'intimo m'insegni la sapienza.
Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.
 Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
 Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
 Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.
Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
 Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.
 Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
 Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l'olocausto e l'intera oblazione,
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare
.


venerdì 14 giugno 2019

Lettera ad una ragazza... che pensa oltre ....


Lettera di Tertulliano alla moglie
Condividiamo la stessa speranza,
lo stesso ideale,
lo stesso modo di vivere,
lo stesso atteggiamento di servizio.
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore,
senza divisione nella carne e nello spirito,
insieme preghiamo,
insieme ci inginocchiamo
e insieme facciamo digiuno.
Istruiamoci l’un l’altro,
l’un l’altro esortiamoci,
sosteniamoci a vicenda.
Insieme stiamo nella santa assemblea,
insieme alla mensa del Signore,
insieme nella prova,
nella persecuzione, nella gioia.
Nulla nascondiamo l’un l’altro,
non ci evitiamo l’un l’altro,
l’un l’altro non siamo di peso.
Volentieri facciamo visita agli ammalati,
volentieri assistiamo i bisognosi,
senza malavoglia facciamo elemosina
senza fretta partecipiamo al sacrificio,
senza sosta assolviamo ogni giorno i nostri impegni.
Ignoriamo i segni di croce furtivi,
rendiamo grazie senza reticenze,
benediciamo senza vergogna nella voce.
Salmi e inni recitiamo
A voci alternate
Ed insieme gareggiamo
Nel cantare le lodi al nostro Dio.
Vedendo e sentendo questo,
Cristo gioisce e ci manda la sua pace.
Là dove sono i due sposi,
ivi è anche Cristo.

Tertulliano scrive questa lettera alla moglie il cui testo che può essere considerato la costituzione di un matrimonio cristiano.
Scrive questa lettera nel secondo secolo dopo la venuta di Cristo.
Una lettera di una coppia idilliaca, dove i due coniugi vivono una condizione celestiale da essere fuori dal mondo.
Ma se Tertulliano vivesse nella nostra epoca scriverebbe la stessa lettera?
Tertulliano ha al suo fianco una donna che vive anni luce lontani dalle donne moderne.
Se pensiamo che in ambiente romano la donna era relegata alle cose di casa e aveva pochissima vita sociale, infatti non ci risultano donne guerriere, avvocate, scienziate, filosofe ecc, ecc diventa difficile citare una donna che in ambiente romano sia emersa al di sopra degli uomini…
E' passata alla storia una sola Donna, immortalata da Tiziano nella scuola di Atene, dove tra i tanti filosofi è presente una sola filosofa Ipazia, la quale venne barbaramente trucidata per la sua  vita liberale, perché ha osato  da sfidare gli uomini nella conoscenza.
Quella donna che ispiro Tertulliano ( della quale non sappiamo neppure il nome) oggi non c’è più, ma paradossalmente non c’è più neanche l’uomo che era Tertulliano.
Oggi:
abbiamo una donna che non è più una casalinga, ma per poter dare una solidità economica alla famiglia è costretta a lavorare fuori casa,  
abbiamo una donna che come membro di una famiglia nucleare, anche se molte ormai hanno famiglie mononucleari (un genitore e un figlio)  che si fa carico in prima persona dell’educazione dei figli, contrario di quanto avveniva in una famiglia patriarcale dove la responsabilità educativa veniva divisa con tutta la famiglia, dal patriarca in giù…
abbiamo una donna che è padrona della sua vita e decide in prima persona della sua vita, non ha più padroni (padri, mariti e parroci)

C’è ormai una confusione di ruoli e di compiti tra l’uomo e la donna.
Ad operare questo processo culturale ha partecipato fortemente, influenzando generazioni la pubblicità, vero strumento demoniaco.
La pubblicità molte volte non vende prodotti, ma stili di vita. La pubblicità non dice le qualità di un prodotto, ma che tale prodotto ci da un prestigio sociale… da anni la vera frontiera della pubblicità è stata l’abbattimento della differenza sessuale… non c’è più differenza tra uomo e donna…  con tutto quello che ne comporta: l'azzeramento dei ruoli, la confusione dei compiti, le teorie gender…

Qui nasce la nuova sfida.
Gesù ai suoi tempi porto una rivoluzione sociale specialmente nel campo femminile. Basta pensare al ruolo di Maria, alla samaritana al pozzo di Sicar, all'adultera perdonata, alle donne sotto la croce.
Basta vedere come le donne ebraiche erano trattate ai suoi tempi e come Gesù rompe questi schemi, come lui le riporta dentro la vita sociale ebraica

Oggi abbiamo bisogno di donne coraggiose che si alzano in campo cristiano e facciamo sentire la propria voce e che si facciamo promotrici di teologia della donna del terzo millennio.
I modelli due cuori e una capanna, in cui la donna ha ruolo secondario non è più accettabile.
Ne è accettabile il ruolo della donna antagonista all’uomo come il movimento femminista ha proposto negli anni passati.
La donna ha un ruolo diverso dall'uomo, un ruolo profetico che non ha nulla in comune con l’uomo.
Ed anche il suo ruolo nella società non è alternativo, ma complementare all'uomo.

I modelli, i prototipi i il mito della tutta casa e chiesa non è più proponibile oggi.
C’è bisogno di creare delle strutture di crescita,
di un ministero della donna che sviluppi una teologia della donna e pastorale femminile.
Un ministero o servizio che aiuti le donne:



A vivere in pieno la propria femminilità ad accettare il suo corpo (troppe donne che vivono il drammatico confronto/scontro con l’uomo non amano il proprio corpo)
A vivere nella felicità e con coscienza la propria sessualità (troppe donne vivono con angoscia e tristezza la loro vita sessuale, quasi con un obbligo remissivo e oblativo nei confronti degli uomini)
Che sappia amare la propria bellezza, e che non la trascuri come se curare l’aspetto sia un peccato mortale. (troppe donne cristiane hanno un aspetto sciatto e trascurato, quasi che tingere o curare i capelli e mettere un filo di trucco sia un peccato mortale)
Che sappia curare il suo aspetto interiore e che la bellezza del cuore deve andare in accordo con la bellezza esteriore (troppe donne una volta raggiunto lo scopo di un matrimonio e dei figli smettono di curare il loro cuore e la loro mente, come se avessero raggiunto il tutto della loro vita)

Abbiamo bisogne di donne cristiane che sappiano essere pienamente DONNA:
amante,
madre,
lavoratrice,
santa
e bella.

Cara amica mia forse è giunto il tuo momento.... di costruire qualcosa per la donna di domani.


mercoledì 12 giugno 2019

Io vi amo come un buon pastore.


Dopo aver visto come Dio paragoni  il suo Amore di Dio.. con l’amore filiale (Padre e Madre) e con l’amore sponsale… oggi vediamo un altro paragone.

     Io vi amo come un buon pastore.

L’ebreo era storicamente all’origine un pastore, erano pastori i patriarchi, lo era Mosè, lo erano in molti ai tempi di Gesù.
Non c’era ebreo che non avesse delle pecore. Le pecore erano fonte di guadagno per il latte, la lana, la carne.. ma anche con la vendita degli agnelli al tempio dove venivano sacrificati.

Dio paragona il suo amore e il suo affetto per l’uomo, all’amore che l’uomo ha per la sua proprietà: le pecore.
L’uomo ama la sua proprietà che gli da sussistenza e si prende cura di lei: della Pecora

Un buon pastore si prende cura del suo gregge lo conduce a pascoli d’erba fresca, lo porta dove scorre acqua fresca, lo protegge dai lupi e da altri animali feroci.
Dio ci dice che lui è il buon pastore, e Israele è il suo gregge di cui lui si prende cura.
Magnifico è il salmo 22, dove il salmista canta le lodi di Dio Buon Pastore: Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla..   mi conduce, mi fa riposare, mi guida,  mi rinfranca, mi protegge, mi sfama mi da sicurezza… si prende cura di noi come fa un buon pastore  sono le azioni che il salmista attribuisce del buon Pastore.

Lo stesso Gesù si definisce il buon pastore (Gv  10,27ss) e questo incarico lo ha ricevuto dal Padre che gli ha affidato il gregge.
Gesù è il buon pastore che guida il gregge che il Padre gli affidato e conosce le pecore una ad una, ed esse conoscono Lui.
Come un buon pastore si prende cura delle pecore; Gesù si prende cura di ognuno di noi, di ogni nostra preoccupazione giornaliera...dal cibo alla casa, dal lavoro alla nostra formazione, dalla salute fisica a salvezza spirituali proteggendoci dall’insidie del demonio.

Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. […] Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.  (Ez 34,14-16)