Un fine settimana di riflessione politica
Un fine settimana all’insegna delle grandi manovre
politiche.
Tanti leader si sono mossi per mettere in moto le loro
macchine elettorali, in vista delle prossime elezioni sicure, quelle per Europa
2014.Ma no solo, sappiamo bene che tutto il mondo politico italiano è con il
fiato sospeso in attesa del giudizio su Berlusconi… dovrà lasciare la sua
poltrona in Senato? Cadrà il governo? Andremo alle elezioni.
C’è da preparare una campagna elettorale in vista delle
consultazioni europee, ma c’è da pensare ad un futuro prossimo, il post
Berlusconi.
Mentre i leader della sinistra italiana sono impegnati in
quello che sarà il dopo Epifani, nella sfida tra i vari candidati alla poltrona
di Segretario dei PD.
Così Renzi a Firenze inizia il suo cammino di avvicinamento
alla leadership del partito, con il convegno alla Leopolda, e gli altri
candidati rossi, rosa e sbiaditi mettono
a fuoco le loro strategie a destra si muovono i vari leader alla ricerca di una
nuove strategie, alleanze e progetti…
A Castelunuvo di Farfa si è tenuto un incontro tra vari leader della destra
impegnati in quello che è chiamato “Officina Italia”. Progetto, lanciato dalla
Meloni occasione della manifestazioni giovanile dei ragazzi di Atreju.
Un progetto ambizioso, riunire in
un unico SOGGETTO POLITICO, le varie realtà della destra italiana, per una
politica di rilancio in antitesi alla sinistra, in una politica nazionale
bipolare, in cui due realtà politiche forti si contrappongono democraticamente
alla guida del paese.
In un ambiente carico di storia, nell’Abbazia
di Farfa, si è tenuto un convegno animato da “Idee + Popolari” che è idealmente
una delle tappe di transizione il cui fine è la realizzazione del nuovo “progetto politico” che dovrebbe prendere vita nei prossimi mesi.
Tre, sono state a mio avviso, le linee forti di questo
convegno che mi piace sottolineare e condividere:
·
Un centro destra autonomo da Berlusconi.
·
Un centro destra alla ricerca di una nuova
ricetta economica per l’Italia.
·
Un Italia che sappia stare a testa alta nei
confronti dell’Europa.
Un centro destra autonomo da Berlusconi.
Pur nominato
poco, il fantasma del cavaliere aleggiava sull’assemblea, più volte è stato più
volte criticato, nei due giorni di convegno,
non per i suoi problemi giudiziari o di stile di vita personale, ma
esclusivamente sul piano politico, sulle scelte fatte in passato che non sono
risultate vincenti alla prova dei fatti e del tempo.
Quello che
Berlusconi poteva rappresentare agli inizi della sua vita politica, ma anche in
tempi più recenti era una speranza di cambiamento, che purtroppo non c’è stata,
promessa sfiorita tragicamente in questi ultimi due anni. Oggi più di ieri, c’è
bisogno di un cambiamento a destra, nel centro-destra.
È impellente
trovare un nuovo leader, un nuovo programma di cambiamento politico e sociale.
Ridare fiducia e speranza a tutto il popolo italiano, sia che siano giovani, o
anziani, operai o imprenditori, l’Italia ha bisogno di qualcosa di nuovo che sappia dare nuova speranza.
La destra ha
bisogno di ringiovanimento. Riportare l’entusiasmo politico nei giovani
dandogli al giusta responsabilità sapendogli indicare una strada precisa e
onesta da seguire.
Un centro destra alla ricerca di una nuova
ricetta economica per l’Italia.
Come il “Mondo
pesa sulle spalle di Atlante”, il titano mitologico sulle cui spalle si poggia
il mondo, così il pesante fardello della crisi italiana era presente negli
animi di chi era al convegno.
Non si può
parlare di futuro se non si affronta il problema della crisi economica, una
crisi che si sta facendo ogni giorno più pressante e pesante. Una crisi che
toglie speranza e futuro.
Molti hanno ricette per uscire da questa crisi, e se ne è parlato in
questa fase: rilanciare il mondo del lavoro trovare il modo di portare soldi
nelle tasche dei lavoratori, ma principalmente c’è bisogno di difendere il
lavoro italiano, le fabbriche italiane, gli imprenditori italiani. La crisi
mondiali spinge gli squali del mondo della finanza e del mondo del lavoro
mondiale, ad andare a sbranare chi tentenna, chi è in sofferenza, il motto
“morte tua vita mia”, per loro è vangelo. Non c’è più tempo di attese, c’è
bisogno di mettere in piedi politiche di difesa del lavoro italiano. Non è
tempo di svendere è tempo di rilanciare l’attività del mondo del lavoro con
politiche forti e decise.
Un Italia che sappia stare a testa alta nei
confronti dell’Europa
Un tema
molto sentito e molto applauditi sono stati i vari passaggi sul rapporto Italia
- Europa.
Chiaramente,
l’assemblea ha fatto sentire il suo umore, ai vari relatori che si sono
avvicendati sul palco, particolarmente nei confronti dell’Europa.
Per certi
aspetti, l’assemblea considera l’Europa co-responsabile, con altri fattori e
realtà, della crisi economica italiana, l’assemblea ha manifestato di non
gradire un Italia asservita all’Europa e nello specifico alla Germania.
Applauditissimi
sono stati, sia Rampelli che Crosetto, nei loro passaggi in cui attaccavano la
politica europea nei confronti dell’Italia, ma anche l’atteggiamento da “servo
della gleba” di alcuni politici italiani nei confronti dell’istituzioni di
Bruxells.
L’ Europa è nata dal sogno di grandi politici: l’italiano De Gasperi,
il tedesco Adenauer, e il francese Schuman. Un progetto iniziato all’indomani
della guerra mondiale, il cui sogno era più nessuna guerra in EUROPA.
Il loro sogno, era la pace, l’armonia e la fratellanza dei popoli
europei, un società di nazioni capaci di mettere in piedi politiche di auto
sostegno e collaborazione, l’abbattimento delle frontiere affinché ci sia libertà
di circolazioni di popoli e ricchezze.
Non credo
che sia questa l’Europa odierna che sognavano i padri fondatori. Dove
gli stati sono prigionieri dei conti dello stato, delle politiche finanziarie e
dei poteri forti quali: banche, assicurazioni e borse.
Ma… prima
dovremmo ripartire da un punto: ricostruire il senso di appartenenza ad uno
stato, poi la ricerca di pace e armonia e fratellanza tra i popoli … e solo
come ultimo atto una finanza comune.
Nel convegno,
che per sommi capi, ho avuto l’impressione che c’ erano chiari degli imput, delle
indicazioni programmatiche molto forti.
I fantasmi aleggiano nell'Abbazia
Ci sono però
dei fantasmi da esorcizzare, il fantasma di Berlusconi, il fantasma di Casini e
di Fini.
Del primo
dobbiamo aspettare cosa deciderà il parlamento, degli altri due è necessario
prendere coscienza che il loro spirito aleggia su un probabile centro-destra.
Bisogna prendere bene le distanze, da personaggio che si pone come
l’unico propositore o interlocutore del centro, colui che vuol far credere che in quella zona del parlamento
nulla si muove che lui non voglia, bisognerà scalzarlo da quella posizione
preminente o almeno sapersi mettere la suo fianco per una nuova proposta di
centro. Portare i centristi a ragionare in considerazione del suo fallimento
politico, della sua sconfitta elettorale e della pessima fine della “Lista
Civica Monti”.
L’elettorato di centro in questo momento è disorientato, ed è tirato
di qua e la per la manica all’interno di schieramenti dei quali non ne
condivide appieno l’ idee i progetti, ma non riesce neanche più a
identificarsi con quelli che sono stati i leader storici del centro, i vari
Casini, Buttiglione e altri.
Ci vuole coraggio di rimettere in piedi una politica sociale,
economica e di amministrazione locale, che abbia al suo centro il valore puro
del cristianesimo.
Poi c’è l’altro
grande fantasma della destra, Gianfranco Fini, il quale dovrebbe essere
recuperato in vista dei nostalgici di An e Msi, ma anche per il suo merito di aver
preso una posizione anti Berlusconi, in tempi non sospetti, che ha pagato sulla
pelle. Un uomo di una correttezza politica, non priva di errori, ma per certi
aspetti corretta e onesta. Inoltre il suo recupero politico di grande saggio
metterebbe in mostra un bel programma inclusivo per un grande e forte onesto
centro destra.
La strada è ancora
lunga.. ma un bel pezzo di strada è già stato fatto.