Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

martedì 27 agosto 2013

Povero Sindaco... che guadagna solo 4500 euro al mese....



Al rientro dalla vacanze, dopo una settimana lontano dall’Italia, senza giornali, senza notizie, leggo sul giornale l’esternazione di Marino Ignazio, il sindaco di Roma… “guadagno troppo poco, 4500 euro al mese sono pochi”.


Faccio alcune considerazione.
Prima considerazione:
 Alemanno ha dichiarato che prendeva 5300 euro  la mese, Marino dice di prenderne 4500 ..come è possibile ciò?
Perché il nuovo sindaco prende meno del suo predecessore? Forse perché non ha maturato l’anzianità di servizio?
Trovo curiosa questa balletto delle cifre.. trai due primi cittadini.

Seconda considerazione:
 Tutti i dirigenti di Roma Capitale, obbligati dalla normativa vigente hanno pubblicato i loro guadagni, e le cifre pubblicate sono quasi tutte a sei cifre, con guadagni annuali da 120.000 a 150.00 euro.
L’approvazione della DL 33/13 anche gli assessori, i consiglieri, chiunque ha incarichi di responsabilità obbligato a pubblicare la denuncia e di redditi.
Così sapremo tutti quando ha guadagnato il sig. Alemanno come Sindaco, conosceremo quando ha guadagnato in passato il dott. Marino Ignazio e quanto guadagna oggi come sindaco.
Il decreto legge prevede multe salate per chi non pubblica la propria denuncia dei redditi e dei suoi familiari, ormai le bugie in questo campo hanno le gambe corte….

Terza considerazione:

 Io trovo offensivo nei confronti dei 27000 dipendenti del comune di Roma, lamentarsi che sono pochi 4.500 euro (cosa non vera e che verificheremo)  e che deve aumentarsi lo stipendio.
Sono ormai 6 anni che i dipendenti comunali di Roma, come tutti i ministeriali o statali, non hanno un aumento dello stipendio, in sei anni tutto è aumentato in Italia tranne lo stipendio dei comunali.
Se sono pochi 4500 euro, come fanno famiglie che lavorando in due e anche in tre non arrivano alla metà del suo ipotetico stipendio.
Chissà se nei suoi 4500 euro mensile ci mette anche i regali che arrivano, gli omaggi ad personam in qualità di Sindaco di Roma.
In ultimo se gli stipendi di tutti i lavoratori del pubblico impiego sono bloccati a causa della crisi .. ahime anche il suo dovrebbe essere bloccato... in quanto prende i soldi come lavoratore del pubblico impiego.. o forse è un libero professionista...


Come faremo adesso?
Dove troveremo i soldi per aumentare lo stipendio al Signor Sindaco di Roma?

Andare per Musei



Andare  per musei, è una passione molte volte non ripagata dai musei stessi.
Se si escludono i più famosi che vivono di rendita, ossia della fama acquisita nel tempo, i tanti piccoli musei sono di fatto una delusione.
Quando uno visita un museo, dovrebbe uscire con la sensazione di aver visto qualcosa di unico, qualcosa di imperdibile, qualcosa per cui vale la pena aver pagato il biglietto e dedicato del tempo.
vasetto porta profumi
Visitando i piccoli musei della Toscana di reperti archeologici del periodo in cui gli etruschi regnavano sovrani in queste terre, si ha l’impressione di vedere sempre le stesse cose, i soliti vasetti, le solite anforette, le solite cosucce o coccetti.
Eppure ogni museo ha il suo pezzo unico, il suo pezzo originale per cui vale  la pena visitarlo.
Prendiamo per esempio, il piccolo museo di etruscologia di Castellina in Chianti, dove ci sono dei pezzi unici, dei pezzi super star, che invece di essere trattati come pezzi unici, degni di essere visti. Sono messi come pezzi comuni in mezzo ad altri reperti più comuni.
In altre Stati, questi pezzi unici avrebbero una vetrina tutta loro, trattati come rarità preziose, con  didascalie che ne raccontano la storia e l’uso che ne facevano gli antichi etruschi.
È così un pezzo unico, come un vasetto di forma fallica, il cui scopo doveva essere quello di contenere dei profumi o qualcosa di simile da usare molto probabilmente durante un rito propiziatorio, si trova in una vetrina confuso con altri, così come un altro vasetto a forma di anatra…
Parlando con un concittadino di Boccaccio, questi si lamentava che ha Certaldo va poca gente in confronto a San Gimignano.

A parte lo spettacolare evento di metà Luglio, Mercantia ( una serie di spettacoli di artisti vari che si svolgono nella lunga via centrale di Certaldo Alto) cosa offre Certaldo?
Il paese ha due tesori che sfrutta poco e malissimo.

un angolo del museo
Il primo è il museo del Chiodo, una ricchezza culturale,  di archeologia moderna, di scienze e ingegneria e anche per certi versi di arte…
Tanto materiale ammucchiato alla rinfusa ammucchiato in due stanze neanche molte grandi, dove il visitatore a fatica riesce a vedere, capire e apprezzare quello che un toscano ricco d’ingegno è riuscito a raccogliere e conservare nel tempo, quello che è riuscito a salvare da tramandare  alle future generazione, perché abbiamo conoscenza del tempo che fù.
Un museo che vive intorno al chiodo.
In altri paesi con simile tesoro vi avrebbero fatto un museo di 50 stanze….
In Francia, ho visitato un museo della memoria contadina molto più povero di quello di Certaldo, un museo fatto di pentole, paioli, attrezzi agricoli o artigianali.. ma con un valore dal punto di vista culturale, scientifico e artistico assai meno alto, ma molto più valorizzato.

Sono andato a visitare la casa di Boccaccio, altra grande delusione. Pensavo di visitare delle stanze affrescate oppure delle stanze con tavoli, sedie letti in stile medioevale, invece vi trovo una lunga scala di 92 gradini, a meta salita un locale spacciato per la biblioteca di Boccaccio ma in realtà è una stanza utilizzata   per convegni o altre cose simili, lungo le pareti dei mobili e vetrine di stile moderno con centinaia di libri moderni, al centro un tavolo in vetro e una decina di sedie in similpelle grigia, nulla a che vedere con il medioevo.
Pochi gradini più in alto un terrazzo, dal quale si può vedere il lungo corso di Certaldo Alto, però utilizzato come deposito di  legni, assi o altro materiale di scarto, per certi aspetti anche pericoloso.
Infine dopo 92 gradini si arriva in cima alla casa di Boccaccio, che è una torre, dalla cui cima, dove c’è un terrazzo, si può vedere un panorama mozzafiato.
Ma la casa del Boccaccio dov’è?

Poi sono andato a visitare Palazzo Pretorio.
Palazzo Pretorio - Certaldo
Ho dovuto aspettare un ora, perché c’era un matrimonio in corso. Il fatto che i turisti hanno dovuto aspettare all’ingresso la fine di un evento privato è segno che frutta poco come museo o palazzo da visitare. Frutta di più economicamente affittarlo per cerimonie, che tenerlo aperto per i turisti.
Dopo un ora finalmente entriamo, turisti 4… una gentilissima signora che lavora al museo, ci descrive tutto il Palazzo Pretorio, l’antico palazzo di giustizia della repubblica fiorentina. In questo palazzo,  i priori inviati da Firenze, amministravano la giustizia su Certaldo e i comuni limitrofi. Questo palazzo serviva da carcere, da tribunale e alloggio della milizia.
Ma la sua visita non è indimenticabile.
A parte due stanze dove c’è l'ennesimo piccolo museo di reperti etruschi, ed una (quella dove c’era il tribunale) addetta ad ufficio dei dipendenti, si visitano tanti spazi vuoti dove non c’è nulla da vedere se non alcuni affreschi scrostati e mal tenuti. Si visita un palazzo quasi completamente vuoto. Eppure basterebbe poco per renderlo più interessante, allestire le stanze come ipoteticamente potevano essere all’epoca dei Medici. Ad es. un paio di panche da chiesa nella cappella del condannato a morte, un  tavolaccio con un pitale nelle due celle dei carcerati.. qualche manichino-personaggio qua e là nelle stanze e tutto assumerebbe un fascino particolare.
Dal palazzo attraversando un piccolo giardino-prato, ma trascurato. si accede ad una chiesa sconsacrata dove sono stati trasportati degli affreschi di Benozzo Gozzoli. Tutto l'insieme che ha il sapore della provvisorietà e della trascuratezza. Anche qui si potrebbe realizzare un piccolo giardino medioevale e mettere delle bacheche per illustrare gli affreschi presenti nella chiesa.

Cosa dire concludendo, i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità una fortuna… che non sappiamo trasformare in ricchezza.


lunedì 5 agosto 2013

Comprensorio Santa Maria della Pietà.. un caos gestionale



La visita del Sindaco Marino ha risvegliato interesse intorno al Comprensorio del  Santa Maria della Pieta, quello che in passato era gergalmente chiamato il Manicomio. Insieme all’interesse si risvegliamo antiche polemiche. 
Non riesco a capire quale logica ci sia nell’aver pensato di dichiarare parco, una realtà complessa come è il comprensorio, come si può far sposare questo luogo particolare tra la logica pura del parco zona chiusa al traffico e destinata alla cittadinanza che può usufruirne solo a piedi o in bicicletta, lasciando fuori le auto, con la logica di destinare i vari padiglioni del ex ospedale psichiatrico dismesso, ad altri enti che forniscono servizi vari alla cittadinanza.

Sono tanti coloro che chiedono la chiusura totale del traffico veicolare all’interno del Santa Maria, ma ci sono altrettanti che chiedono l’apertura totale del comprensorio in quanto l’ esigenze personali lo richiedono.
Sono cosi tanti punti di vista della gente su come vede e vuole questo spazio, che mi viene in mente il libro di  Raymond Queneau, “Esercizi di Stile”.
Nel suo libro, dal quale ne hanno fatto delle trasposizioni teatrali, ci sono 99 spettatori che raccontano l’episodio di cui sono testimoni in 99 modi diversi. La trama  è molto semplice, una prima parte si svolge sul un auto di linea pubblica, dove due personaggio, uno un po’ curioso, di spingono, la seconda parte lo stesso personaggio curioso parla con un suo amico a proposito di un bottone che manca sul suo cappotto.
99 testimoni che racconto gli eventi banali in 99 modi diversi.
Così quando si parla dell’utilizzo, della finalità di come deve essere gestito il comprensorio cui sono decine e decine di punti di vista diversi.
Chi frequenta il comprensorio del Santa Maria della Pietà?
Ci sono quelli che vorrebbero che lo spazio del comprensorio fosse solo Parco
·        Quelli che in maglietta, calzoncini e scarpette corrono per i viali per tenere la forma. ·        Ci sono anche quelli che semplicemente camminano o da soli, o con un amico o con il fidato amico a quattro zampe. 
·        Oppure pedalano sicuri dalle auto (???) nei viali ombrosi. 
·        Poi ci sono quelli che amano sedersi su una panchina per chiacchiera con qualcuno, o prendere semplicemente un po’ di sole o per leggere un libro o ascoltare musica con l’ipad. ·        Poi ci sono bambini con mamme, papa, babysitter.. sulla bici o sui pattini o a giocare al calcio dove dovrebbe esserci il cartello vietato calpestare l’erba. 
·        E poi ci sono gli innamorati che mano nella mano, occhi negli occhi cercano panchina discreta per scambi arsi baci.
·        e poi ci sono quelli della ex Lavanderia….


Ci sono quelli che invece, che poco nulla gli importa del Parco e lo vorrebbero aperto alle auto:
·        ci sono le guardie giurate e il loro posto di lavoro….
·        ci sono i dipendenti dell’Asl, medici, assistenti sanitari, impiegati
·        ci sono i dipendenti del municipio
·        i professori dell’università di infermieristica
·        i medici e gli infermieri dell’Anthea
·        ci sono gli operai addetti alle pulizie dei vari padiglioni
·        gli assistenti delle case famiglie presenti nel comprensorio
·        poi ci sono loro quelli dell’ex Lavanderia
Tutti questi e altri che ho dimenticato, poco amano lasciare l’automobile nell’unico parcheggio (in Via Sebastiano Vinci) che è abbastanza lontano e che è per di più incustodito e i furti nelle  auto (con scasso)  sono all’ordine del giorno, a tutti questi lasciare la macchina lontano dalla sede di lavoro e farsi a piedi centinaia di metri e in particolari stagioni  lo considerano una cosa fastidiosa se non un’ingiustizia.
Poi ci sono la maggioranza delle persone, le centinaia di cittadini che ogni giorno si recano all’interno del comprensorio per usufruire dei servizi…
·  da quelli che si recano al municipio per carte d’identità, agli uffici scuola, ecc ecc
·        quelli che vanno a fare analisi cliniche
·        quelli che vanno a richiedere sussidi per disabili e anziani alla asl
·        quelli che vanno sui banchi di scuola per sostenere gli esami
·        quelli che vanno a far l’ ultime visite ai malati terminali
·        quelli che visitano il museo della mente..
·        poi ci sono quelli dell’ex lavanderia
a tutti questi e tutti quelli che ho dimenticato... non piace camminare a piedi fino al padiglione di competenza.. d’inverno sotto la pioggia.. d’estate sotto il sole caliente …
Come si fa a mettere insieme tutte queste esigenze diverse.
Tutto questo è un assurdità gestionale e amministrativa, che riesce a creare confusione e rabbia tra utenti, gestori, fruitori dei servizi, amanti del parco .. in poche parole scontenta tutti.
Trovare una soluzione, trovare un equilibrio sarà un impresa…

(Segue)

venerdì 2 agosto 2013

La tabacchina protesta... c'è il bene della collettività



Chi salva una vita, salva l’umanità intera
Con questo concetto l’ebreo considera un giusto della terra, chiunque si prodiga per la salvezza anche di un solo uomo.
Quanto vale una vita umana, quanto quella di tutta l’umanità?
Per il Talmud ebraico si. Questa è un equazione matematica impossibile, il valore numerico di uno, non può essere uguale al valore numerico del tutto.
Eppure l’umanità è un insieme di vite, di anime ed ogni vita è preziosa, ogni singola anima vale come il tutto.
Il tutto, l’intera umanità non può fare a meno di nessuno. L’umanità non è completa se perde anche uno solo dei suoi membri.
Quanto è lontano da questo il concetto che il bene di tutti, può passare per il disagio di uno. Il bene della  collettività può scavalcare, reprimere, non tenere conto del bene del singolo.
Dopo aver visitato i locali municipali, a microfoni spenti perchè non c’era nessun giornalista, e se c’era non ha preso nota e non ha ternuto interessante da pubblicarlo, il Sindaco Marino, ha tenuto il suo discorso d'obbligo ad un centinaio di impiegati comunale e qualche curioso di passaggio.
Il sindaco davanti ad una platea che si aspettava ben altro discorso, che affrontasse le problematiche del personale municipale, dello stress di essere personale di frontiera, della ormai cronica carenza di personale, della mancanza di risorse economiche, di lavorare in ambienti non idonei per essere degli uffici comunali, invece, dopo un breve passaggio sull’importanza di rilanciare il Santa Maria della Pietà, ha parlato ormai del solito discorso, trito e ritrito, quello della pedonalizzazione dei fori imperiali. Sottolineando come il Herald Tribune in prima pagina ha parlato di Roma e della chiusura dei Fori Imperiali.

Nel suo passaggio, comunque ho sentito qualcosa che mi ha dato particolarmente fastidio, cito a memoria: Della protesta del calzolaio o della tabacchina, la quale protesta perchè con la nuova viabilità non si potranno più fermare le macchine  dei clienti che andavano a comprare le sigarette, non ci importa nulla, il bene della collettività è al di sopra delle proteste della tabacchina. La chiusura dei Fori è più importante delle proteste, perché è un bene della collettività.

Questo concetto io lo trovo inquietante. Perché nel nome del bene comune possono fare di tutto, il bene della collettività è superiore al diritto del singolo.
Lo stesso concetto sarà applicato anche all’individuazione del luogo dove aprire la nuova discarica? In fondo se si arreca danno a poche centinaia di persone di fronte ai 4.000.000 della collettività romana, cosa vuoi che contano?
In quale altra situazione sarà applicato lo stesso concetto? 
Il bene della collettività non può tenere conto delle proteste della minoranze.

Per chiudere i Fori Imperiali, poco importa se un calzolaio, una tabacchina rischiano di chiudere la loro attività commerciale. Ma chiuderanno solo  queste due attività o a cascata chiuderanno tante altre attività?
Invece di trasformare le strade del centro, dove ci sono le attività commerciali, in giardini, in zone pedonali sicure,  dove si può passeggiare alla stregua di un centro commerciale, le si trasforma in autostrade cittadine, uccidendo le attività commerciali.
Cosa importa se i cittadini dei Rioni Monti ed Esquilino saranno soffocati dal traffico, dal smog e dal inquinamento acustico… in fondo sono la minoranza in confronto ai milioni di turisti, al bene della collettività.
Il bene della collettività regna sovrano.

Cosa può significare dal punto di vista economico la chiusura di attività commerciale in questo periodo di crisi mondiale. Quale influenza avrà su tutto ciò che ruoterà intorno alla tabacchina.
Tabacchine a lavoro
Apro una parentesi, mi domando come mai il sindaco ha usato questo curioso termine, non certo romano, la tabacchina però non una che vende tabacchi, ma un operaia impiegata in una tabacchificio. Ci sarà una reale tabaccaia che avrà fatto sentire la sua voce al Sindaco di Roma?

Comunque come c’è una tabacchina, c’è una famiglia in bilico, i potrebbe essere una lavorante o forse… quante altre persone saranno coinvolte dalla chiusura del negozio. Sono sempre un inezia, in relazione alla collettività.
Sappiamo se c’è la possibilità di valutare l’impatto economico sulla zona, la chiusura di attività commerciali? La chiusura non è una cosa immediata, sarà un lento e logorante  esaurimento di forze morali ed economiche. Piano, piano gli introiti saranno sempre meno, le spese sempre le stesse, finche non sarà più possibile tenere aperta l’attività commerciale. Allora si chiude, andando ad ingrossare le migliaia di attività che hanno chiuso in tutta Italia per colpa della crisi.
In questo tempo di crisi è più importante difendere con i denti le  attività economiche, commerciali, le aziende e quanto altro produce ricchezza che non affossarle con piani faraonici da imperatore di Roma.
Le casse sono vuote, ma sono stati spesi milioni di euro per pedonalizzare i fori e gli operari del cantiere della metro C, sono mersi che non prendono lo stipendio.. ma questa è un'altra storia.
L’emergenza è sanare il bilancio di Roma, con 8 miliardi di debito, ma il Sindaco pensa a come spendere decine di milioni che andranno ad incrementare il debito.


Chi salva un vita salve l’umanità, chi salva un attività commerciale salva l’economia romana.