Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

martedì 19 ottobre 2021

Beati loro che hanno fame e sete di giustizia.

                 (catechesi tenuta presso la parrocchia Santa Faustina Kowalska il 27/10/2021)


Gli affamati

Mio genero, è una cara persona, ma quando ha fame diventa intrattabile, ansioso, quasi irascibile, deve mangiare, lui va in cucina e si cuoce qualcosa che trova, non riesci sopportare i crampi della fame.

Mio nipote Luca, di due anni, invece è insaziabile, dopo aver mangiato quello preparato per lui, quando è a tavola con noi gira da un parente all’altro e divora qualunque cosa che trova nei piatti.
Mio nipote Filippo, un mese di vita, quando ha fame piange come un disperato e non smette finché la mamma non lo attacca alla mammella.
Ma non è di questa fame che ci parla l'evangelista Matteo, quando ci dice che dobbiamo aver fame e sete della giustizia.
Ho già sottolineato, parlando della beatitudine: beati i poveri in spirito, Matteo da un taglio spirituale alle beatitudini, così non ci parla della fame di pane, di pasta, di frutta, ho la sete di vino o di bevande deliziose, lui ci parla della giustizia che è qualcosa di spirituale, quindi dobbiamo porre l'attenzione su che cosa si intende per giustizia biblicamente.
Anche il brano del vangelo di Matteo che leggeremo ci invita a non avere questa fame: Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete[1]

Salomone

Nello stesso brano che leggeremo tra un po', Gesù cita un personaggio biblico famoso in Israele, ed anche oggi è ancora tra i più famosi dei personaggi biblici.
Quando che noi pensiamo alla giustizia ci viene in mente Salomone:
Il re Salomone fu più grande, per ricchezza e sapienza, di tutti i re della terra.
Tutta la terra cercava il volto di Salomone, per ascoltare la sapienza che Dio aveva messo nel suo cuore.[2]

E ancora:
Dio concesse a Salomone sapienza e intelligenza molto grandi e una mente vasta come la sabbia] che è sulla spiaggia del mare. La sapienza di Salomone superava la sapienza di tutti gli orientali e tutta la sapienza dell’Egitto.[3]

Salomone era un re saggio e amministrava con saggezza e dava dei giudizi saggi; ricordate il caso delle due donne o meglio delle due prostitute che reclamavano il diritto di essere madre di un bambino vivo e lui per scoprire chi fosse la vera madre propose di tagliare in due il bambino.
Salomone era un saggio perché chiese a Dio la saggezza per governare.
Però la scrittura non ci dice che Salomone fosse un giusto, anche se i suoi giudizi erano buoni giusti, corretti, ed anche ispirati da Dio, ma giudizi umani, questo non fece del re Salomone un uomo giusto.
Infatti, Gesù ci dice di Salomone: Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.[4]
La scrittura ci parla di un'altra persona e ci dice che era giusto, una persona che non parla mai, non ha mai emesso nessuna sentenza o un saggio giudizio, la scrittura ci parla di lui e lui non dice una parola, agisce nel silenzio.
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto[5]
Parliamo di Giuseppe, il marito di Maria il padre di Gesù, la scrittura ci dice che lui erano un uomo giusto.

Le scelte

Quando noi dobbiamo fare delle scelte abbiamo due possibilità, una corretta e una non corretta
Molte volte quello che noi pensiamo essere corretto per molti non lo è e quello che per noi pensiamo essere scorretto per molti è corretto, sono i paradossi della giustizia umana.
Ma noi cristiani abbiamo già un metodo di scelta che ci guida che è umano, quello di rigettare il male a priori e di scegliere il bene.
Quando un cristiano si trova davanti ad una scelta, la sua scelta non è fra bene o male, corretto o non corretto ma è sempre tra bene e bene, ossia fare la scelta che genera più bene, in quanto il male è stato già rigettato e non può essere più un'opzione di scelta.
Ma per coloro che vogliono seguire il Signore esiste un'altra opzione di scelta, ed è il la scelta di Dio, della sua volontà o giustizia.
Quindi noi abbiamo come cristiani la scelta umana fra bene e bene o ciò che Dio propone a noi, ossia la soluzione di Dio, il giudizio di Dio.

La santità

Quindi nella scrittura, il giusto, non è colui che emette dei giusti giudizi nell’ottica umana ma colui che fa la volontà di Dio, chi cerca nella sua vita la volontà di Dio e questo è sempre un cammino di santità.
Nel levitico all'inizio del capitolo 19, quando Dio attraverso Mosè, dà un elenco di norme di vita mette a cappello di tutto una frase:
«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.”[6]

La santità è la cosa che Dio vuole da ognuno di noi, nessuno escluso, non ha chiamato qualcuno ad essere santo ed altri no, ha chiamato tutti alla santità,
Dio non vuole da noi che siamo semplicemente un medico, un avvocato, un insegnante, un operaio, o semplici casalinghe, Dio, da ognuno di noi vuole sia un santo medico, un santo avvocato, un santo operaio, un santo insegnante o una santa casalinga.
La santità non è una cosa impossibile, essa è, alla portata di mano di ognuno di noi, ed è semplicemente rigettare il male e ricercare il bene, che è la volontà di Dio.
Sì, la santità e la condizione “sine qua non” di entrare in paradiso, vuol dire che non è una cosa impossibile per tutti noi, altrimenti di Dio ci mette limiti invalicabili e non sarebbe più un Dio giusto ma ingiusto, ma Dio è un Dio giusto,


La scelta di Giuseppe

Quando Giuseppe il giusto si trovò davanti a quella bambina, che sarebbe dovuta divenire sua moglie, che gli diceva di aspettare un bambino e non sapeva chi fosse il padre pensò ti fare una cosa giusta.
Da una parte c'era un pensiero, che non portava bene, ossia rifiutarla pubblicamente.
Avrebbe dovuto mettere in piazza un ipotetico tradimento di Maria con un uomo, e Ella rischiava di essere linciata pubblicamente sulla piazza, o di essere messa ai margini della società e di non avere più una vita sociale e forse qualcuno del entourage di Giuseppe che gli consigliava di fare così.
L'opzione a questo rifiuto pubblico, c'era il rifiuto privato, meno doloroso. Giuseppe poteva dire ai sacerdoti del tempio, in privato, questa fanciulla non fa per me, poi i sacerdoti in un modo nell'altro gli avrebbero dato una nuova verginità probabilmente mandandola in un paese lontano a partorire, il figlio veniva dato o abbandonato chissà dove e lei tornava dopo un lungo viaggio pronta per un nuovo marito, oppure avrebbero cercato l'uomo responsabile della gravidanza costringendolo a un matrimonio forzato oppure chissà cosa altro…

Ma Giuseppe davanti a questa fanciulla che racconta una storia incredibile di un Angelo che gli ha fatto visita e che gli aveva annunciato la sua gravidanza e che Lei avrebbe generato il figlio dell’Altissimo si pone la domanda e la pone a Dio: “chi è questa bambina, Signore che cosa devo fare?”
Giuseppe farà un sogno rivelatore e decide contro il parere del suo entourage, dei suoi parenti e amici che lo consigliavano sicuramente di rinunciare al matrimonio, di sposare Maria e diventare il suo custode. Questa è la terza via.

Giuseppe è uomo giusto perché, fa la volontà di Dio, tutti noi siamo chiamati a fare la volontà di Dio e come dicevo non è difficile bisogna solo che il bene regni nella nostra vita.
Facciamo risuonare le parole del vangelo che leggeremo fra un po': Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Chiusura

Chiudo con le parole con cui San Paolo chiude la sua lettera ai cristiani di Filippi:
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.[7]
Quindi tutti noi dobbiamo divenire affamati e assetati della giustizia ossia della ricerca della volontà di Dio, una ricerca della santità.
Il salmo che leggeremo inizia con queste parole:

Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Allora non ci resta che avere quella fame che hanno i personaggi che ho descritto all’inizio... avere una fame e una sete:
insaziabile,
    tormentante,
        vorace,
            avida,
                ghiotta,
                    smodata,
                        sproporzionata,
                                della giustizia del regno di Dio, della volontà di Dio.

Preghiera:



Signore Gesù,
mio amato e mio tutto,
mia fonte di gioia e di speranza
tu
che mi hai chiamato a te chiamandomi amico,
eccomi,
sono davanti a te
con le mie mani vuote,
con il mio cuore ansioso di ricevere il tuo Amore.

Tu…. che scrivi dritto sulle nostre righe storte,
Tu… che tracci nuove strade nel deserto,
Tu… che sconvolgi con la tua parola i miei pensieri,
insegnami oggi
a conoscere i tuoi pensieri
a camminare nelle tue vie.
Guidami,
verso una vera conversione del cuore e della mente.

Manda il tuo Santo Spirito
nella mia vita
e fai di me un uomo
assetato e affamato di giustizia,
affamato e assetato della tua volontà.

Amen.










[1] Matteo 6, 1
[2] 1 Re 10,23-24;
[3] 1 Re 5,9-10;
[4] Matteo 6, 29
[5] Mt 1, 19
[6] Lev 19.2
[7] Fil 4, 8

martedì 5 ottobre 2021

"Beati i poveri di spirito”

( Catechesi tenuta alla Parrocchia Suor Faustina Kowalska - 29/09/2021)


Continua questa nostra meditazione sulle Beatitudini per le quali è stato scelto come traccia le riflessione o catechesi di Papa Francesco.


Le riflessioni di Papa Francesco si basano sulle beatitudini che elenca Matteo, che non sono le uniche presenti nel Nuovo Testamento anche Luca ne dà un elenco.

Matteo colloca, le beatitudini all'interno o meglio all’inizio del grande discorso che Gesù tiene su un monte, mentre Luca ci dice che Gesù sceso dalla montagna e arrivato in luogo pianeggiante trovò una moltitudine di persone che lo aspettava, perché volevano essere guariti, sanati o liberati da spiriti immondi e qui Lui inizia un lungo discorso nel quale ci sono citate anche le beatitudini lucane.

Questa differenza di luoghi ci porta ad una considerazione di come Gesù teneva spesso discorsi, alle folle che andavano da lui, in cui Lui parlava dell’amore del Padre, del regno dei cieli, della retta via, dell’importanza di seguire i comandamenti, di essere fedeli alla legge ed in questi discorsi lui parlava principalmente delle beatitudini

Quindi non ci fu una sola volta ma furono tante le volte che Gesù parlò delle beatitudini perché… il compito primario di Gesù era annunciare il Regno dei cieli, annunciare la buona novella, il fare i miracoli, le guarigioni, le liberazioni erano effetti collaterali, erano cose secondarie che servivano solo a dimostrare che lui veniva da Dio perché erano cose che solo Dio poteva fare.

28 Beatitudini

Matteo cita 8 beatitudini, invece Luca ne cita solo quattro, ma i due elenchi sono diversi e complementari.

Le beatitudini di Matteo hanno un indirizzo o una dimensione più spirituale mentre quelle lucane sono più materiali, più sociali, però i due elenchi non sono esaustivi ci sono ben altre 14 beatitudini sparse in tutto il Nuovo Testamento, in totale possiamo dire che abbiamo 28 beatitudine in totale.

Purtroppo, molte di queste beatitudine sparse qua e là nei vari libri se ne parla poco e si dà loro poca importanza dovrebbero avere più anche perché vivere le beatitudini è una condizione “sine qua non” per accedere al Regno dei cieli.

Quando Jaweh dà comandamenti a Mose, da portare popolo inizia così il discorso:

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. 5 Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. 6 Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; 7 li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.



Se i 10 comandamenti, sono per il popolo ebraico il fondamento della loro religione, del loro essere popolo, del loro cammino essi hanno il compito di impararli a memoria e per non dimenticarli di arrivare a scriverli anche sulla porta i casa, le beatitudini dovrebbero essere il nostro programma di vita cristiana, dovrebbero avere un ruolo fondamentale nella vita di ogni cristiano.

Dovremmo scriverli anche noi da qualche parte in modo visibile, in un quadro o sulle porte di casa, in modo che possiamo continuamente ricordarcele e poterle realizzare e vivere nella nostra vita.

Non esiste un ritorno a casa alla casa del Padre senza la realizzazione delle beatitudini nella nostra vita e da esse che nasce tutto il nostro “essere cristiano” sia la vita spirituale che le necessità delle opere buone materiali.


Genesi

Prima di parlare della prima beatitudine voglio per un attimo fare una riflessione sulle due letture che mi sono state date negli appunti per questa riflessione.

La prima è tratta dalla Genesi (capitolo due)

Nei primi due capitoli della Genesi, che sono i primi due dell’intera Bibbia l’autore 5000 anni fa osserva l'universo e ci parla della sua creazione e ce ne parli una maniera poetica ma veramente curiosa

A quel tempo l'uomo non aveva la dimensione la misura del tempo come ne abbiamo noi oggi, quindi quando dice Dio fece le cose in un “giorno” non intende 24 ore ma intende un certo lasso di tempo immisurabile e quindi lui dice in un tempo Dio separò la luce dalle tenebre, in un tempo separo le terre delle acque, in un tempo, in un tempo fino arrivare all'ultimo tempo o giorno in cui creò l'uomo e lo mise a custode del suo giardino.[1]

Ci dice l'autore della Genesi che Dio la sera scendeva a parlare con la Adamo nella brezza della sera e io oso immaginare che Lui passeggiava nel giardino sottobraccio ad Adamo, e di cosa parlavano?

Dio scendeva e domandava ad d'Adamo: com'è andato oggi

E Adamo gli faceva il resoconto della giornata

le pecorelle hanno partorito e anche i conigli solo che adesso sono così tanti che non so più dove metterli.

l'elefante per sbaglio ha calpestato il coccodrillo che adesso rimasto piatto

il koala ha deciso di nutrirsi solo di eucalipto

poi che è nato per sbaglio un animale che non so come sia successo ma è un miscuglio di tanti animali ed io l'ho chiamato ornitorinco

il bradipo è sempre più pigro non ne vuol sapere di muoversi dal suo ramo

e Le Iene ridono tutta la notte e non mi fanno chiudere occhio

Che meraviglia Dio passeggia con l'uomo nel giardino ma poi …arriva il disastro.

Un giorno molto prima della nascita dell'uomo, c era un arcangelo che passava il tempo con i suoi amici angeli, si dice ed erano circa una miriade, si dice anche che era un arcangelo tra i più belli, se no addirittura il più egli si alzo e osò dire : “io sono Dio”

C'era un arcangelo che era un po’ distratto sentendo quelle parole e si è alzò e disse: “chi ha detto io sono Dio?”

Tra l arcangelo che disse io sono Dio e l’arcangelo distratto nacque una baruffa, anche molto rumorosa perché della miriadi di angeli presenti qualcuno prese le parti di uno e altri dell’altro, il rumore attiro l'attenzione di Dio s’informo dei fatti e si dice che non la prese bene e scacciò dalla sua presenza colui che superbamente si era innalzato a dicendo: “io sono Dio”

Questo è stato precipitato non so dove ma lontano da Dio

Questo essere, di cui non faccio il nome, ma come lo definì Paolo VI in celebre discorso è un essere pervertito e pervertitore, è geloso dell’uomo ed è sempre impegnato in una cosa perfida: corrompere il cuore dell'uomo come fece con Adamo e il suo scopo e rompere quell'armonia che c'era tra l'uomo e Dio.

La superbia nel cuore nel quell’arcangelo lo fece precipitare lontano da Dio, ed è lo stesso peccato che entro nel cuore di Adamo quando il serpente gli disse: se mangerete sarete come Dio.. e lui mangio della mela.

Ecco il desiderio della creature essere il creatore, per questo peccato Adamo fu cacciato dal paradiso, un peccato di superbia-

Perché ascoltò colui che da sempre corrompe il cuore degli uomini e che gli dice perché non mangi della mela, se tu la mangi diventerai come Dio, la superbia del diavolo entra come un virus mortale nel cuore dell'uomo ed è il peccato di superbia che ci allontana da Dio.



Le tentazioni nel deserto

La seconda lettura ci porta invece in un altro tempo in un'altra epoca in un altro momento della storia dell’uomo ed è dopo che Gesù ha ricevuto il battesimo e lo Spirito Santo spinge Gesù nel deserto ( bellissima questa cosa) per essere tentato dal diavolo.

Gesù dal diavolo viene tentato nella sua umiltà, il diavolo cerca di inoculare la superbia nel cuore di Gesù.

Lo porta su alto monte: “Ti darò tutto questo potere e la gloria perché a me è stata data e la do a chi voglio se tutti prostrerai in adorazione dinanzi a me sarà tutto tuo” gli dice il diavolo

Ecco ti faccio padrone del mondo ma Gesù dice: “no grazie” perché io adoro soltanto il padre”



Poi il diavolo affonda il suo morso e lo tenta ancora nella sua umiltà, lo porta sul pinnacolo del tempio per gli dice: “gettati da qui e i tuoi angeli verranno a soccorrerti”

ma Gesù gli dirà: “non mettere la prova il signore Dio tuo”

E quest’ultima tentazione non avviene questo in un posto recondito, nascosto o del deserto ma avviene sul pinnacolo del tempio, nel punto più alto della città dove tutti lo possono vedere, dove facilmente Gesù può mostrare gratuitamente la sua potenza e tutta la gloria del Padre, ma Gesù dice NO rinuncia al potere e alla gloria per vivere come il servo di Yahweh.

L'uomo ha rinunciato al suo privilegio di essere in confidenza con Dio, di essere signore del suo giardino di Do e paradossalmente lo consegna nelle mani di ha la presunzione di sentirsi Dio e perché anche Adamo aveva l illusione di diventare Dio.

E la superbia che ci acceca il cuore, ci offusca la mente e ci fa credere di essere onnipotenti, di essere dio, in realtà siamo solo creature fallibili, fragili, indifesi.

Due passi legati fra loro da una parte abbiamo l'uomo che rinuncia per superbia perché pensa che mangiando la mela diventerà come Dio il desiderio di essere qualcosa di più di quello che è, dall'altra parte abbiamo colui che ha avuto la presunzione di dichiararsi Dio. Sono uniti dallo stesso epilogo tutti e due sono fuori dal grande giardino, fuori la presenza di Dio, ma l’uomo a differenza dell’altro ha un'altra possibilità di tornare alla presenza di Dio e Gesù ci dice che c'è una via per tornare alla casa del Padre che non passa per la superbia.



BEATI I POVERI IN SPIRITO

Come abbiamo già detto Luca, è un gentile (non ebreo) cresciuto nella cultura ellenica-romana ed è un medico e da un interpretazione più sociale, più materiale della beatitudine infatti scrive “beati i poveri” diversamente da Matteo che è un ebreo e scrive il suo Vangelo per gli ebrei e gli dà un taglio più spirituale infatti dice : beati i poveri in spirito,

Lui pone questa beatitudine prettamente sul piano spirituale-

Quante volte noi diciamo di qualcuno è pieno di boria, è pieno di se, è pieno di superbia di arroganza ecco queste sono ricchezze dello spirito umano mentre Matteo ci invita a svuotarci di queste ricchezze umane o terrene per riempirci della vera ricchezza quella che viene da Dio

Essere “poveri di spirito” vuol dire essere bisognosi davanti a Dio, non bisognosi di cose materiali ma di quella sapienza che viene dall'alto, bisognosi di Dio, dello Spirito Santo.

ci dice Giacomo nella sua lettera :
e se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. Non è questa la Sapienza che viene dall'alto; e terrestre materiale e diabolica perché dove c'è gelosia e spirito di contesa c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece La Sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti imparziale e sincera. (Gc 3.15ss)

Giacomo ci dice quindi, che esiste una sapienza terrena che a volte è anche diabolica ed esiste una Sapienza divina che scende dall'alto e tutte e due non possono coesistere in una stessa persona o predomina una o predomina l'altra e noi dobbiamo e possiamo scegliere quale Sapienza deve regnare nel nostro cuore e nella nostra mente.

E se vogliamo essere ripieni della Sapienza che viene dall'alto ci dobbiamo svuotare della sapienza che viene della terra



Condizione primaria

E per noi oggi “beati voi poveri di spirito”

questa è la condizione iniziale di tutto il discorso sulle Beatitudini

Non è un caso che all'inizio del grande discorso della montagna Gesù inizia con “beati i poveri di spirito” e poi segue tutto il resto

Se il primo comandamento: ascolta Israele io sono il signore tuo Dio” regge tutti gli 9 comandamenti che non avrebbero senso se non ci fosse il primo comandamento tutti gli altri sarebbero delle norme di vita ma è proprio l'esistenza del primo comandamento: “Io sono il signore Dio tuo” che tiene in vita gli altri 9 comandamenti e gli un senso specifico.

Così questa beatitudine posta per prima regge tutti le altre perché lo svuotarsi della sapienza umana ci permette di riempirci della Sapienza divina.

Tutte le altre beatitudini hanno un senso se precedute dalla prima, come è scritto nel libro della Sapienza: Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto. [2]



Concludo con le parole della lettera di Giacomo:.
Fino alla gelosia ti ama lo spirito che gli ha fatto abitare in noi.
Anzi ci concede la grazia più grande per questo dice:
Dio resiste ai superbi agli umili invece dà la sua grazia
sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi.[3]


Vorrei adesso vorrei adesso pregare con voi con voi per tutti noi.





Signore Gesù
mio amato Gesù
mia forza, mia gioia
mia misericordia
mio amico
tu sei il principio e la fine di tutti i nostri pensieri
di tutte le nostre azioni
di tutto il nostro essere
ti prego di riversare il tuo Spirito Santo
su di noi riuniti in questa santa assemblea
su di noi che siamo riuniti nel tuo nome.

Signore
manda il tuo spirito a sbriciolare i muri del nostro cuore
muri che noi abbiamo creato
con la nostra sapienza umana
che ci impediscono di vivere della tua sapienza.

Signore
riempi il nostro cuore della tua sapienza
Signore ti chiediamo di mandare il tuo Spirito Santo
a conquistare i nostri cuori
a cambiare i nostri cuori
e agire nei nostri cuori
affinché possiamo rinunciare
alla cultura, alla mentalità di questo mondo
per appartenere totalmente a te già qui sulla terra

Benedetto sei tu Signore
Benedetto è il tuo Nome
Benedetto è il tuo Santo Spirito
Amen


note

[1] Curiosamente la descrizione ricalca in grandi linee la teoria del Bing bang elaborata da un sacerdote Gesuita belga Georges Edouard Lemaître come è curiosa che una certa parte scientifica fu ostica a questa teoria perché elaborata da un sacerdote.


[2] Sapienza 6,25


[3] Giaco 4,6ss