Presidente Barletta Valerio
Diverse volte ci siamo trovati a parlare dell’importanza di un ufficio turistico di livello municipale.
La domanda primaria che mi sono posto è: ha un senso un ufficio turistico di questo livello?
È innegabile che un ufficio turistico di livello municipale non vivrebbe di luce propria, ma potrebbe risultare un inutile appendice dell’ufficio Turistico di Roma Capitale.
Molto diverso sarebbe se un ufficio turistico vivesse di luce propria.
L’essenza di un ufficio turistico, non può essere una semplice diffusione d’informazioni commerciali quali può essere
indicare un albergo o un specifico ristorante, ma è molto di più.
L’essenza centrale di un ufficio turistico è la promozione delle bellezze artistiche, storiche, naturali presente nel territorio, promuovere e divulgare le attività culturali, sociali e sportive che le varie associazioni, comitati, pro loco o quant’ altro presente nel territorio.
Quale bellezza abbiamo nel territorio da promuovere?
L’ EREDITÀ MANCATA
Purtroppo il passato è stato avaro con questo municipio, non abbiamo ricchezze e bellezze che hanno altri municipio da offrire a turisti alternativi, che hanno voglia di scoprire un'altra Roma diversa dal circuito classico.
Ad es. l’Eur ha da promuovere il suo stesso quartiere, modello urbanistico degli anni 40, realizzato per l’esposizione universale del ’43, poi sospesa per la guerra, ma presto avrà la riapertura del LunaPark e l’apertura dell’Acquario sotto il laghetto…
Il municipio VIII, con il suo parco degli acquedotti o i 13 km di via Appia antica….
Ostia, con il suo essere il mare di Roma, con il porto turistico, gli scavi della città antica portuale..
Purtroppo il passato ci ha lasciato solo tracce di epoche importante, infatti, troviamo qual e là nel territorio pochi ruderi dispersi che hanno una certa importanza solo per gli storici e studiosi, ma poco importanti per i turisti in parallelo con quello che offre Roma in questo campo. Anche nel campo dell’arte e della cultura abbiamo pochissime cose per realizzare circuiti di un certo interesse. Certo abbiamo la cappella della visione della Storta, il santuario di Santa Maria di Galeria.. troppo poco per costruire un interessante circuito turistico.
Ma, al contrario, il presente ci mette nelle mani qualcosa che può essere una ricchezza per il futuro prossimo e venturo, qualcosa che può diventare il fulcro, il centro sui cui costruire un originale e autentico progetto turistico.
Parlo della Pista "Ciclopedonale".
Essa può diventare una ricchezza inestimabile per l’intero Municipio. Con i suoi 5 km di percorso essa è un trait-union sottile che unisce diversi quartieri, che prolungata saggiamente fino a Tragliatella, al confine nord, essa diverrebbe un arteria ecologica unica nella sua specificità.
Di certo, un progetto così ambizioso, ha bisogno di un amministrazione che sappia riprenderla in consegna, non solo come “struttura urbanistica” ma come proprietà intellettuale, progettuale e territoriale, essere “padroni” della pista ciclopedonale per un progetto di largo respiro.
È un’idea forte: costruire, mettere in piede, realizzare un progetto turistico, ambientale, sportivo, ricreativo, culturale, che è qualcosa di molto ambizioso e molto innovativo.
IL NOME…
La prima azione da fare, è dare un nome alla “ciclo pedonale”, per farla divenire propria, intima, confidenziale; dare un nome per indicare una certa appartenenza, per dargli VITA.
Un nome che la identifica, che la distingui dalle altre anonime ciclopedonali di Roma.
Il primo segno che essa è una cosa viva, che ha una sua autonomia, che è una realtà ben specifica è il suo nome.
Il nome è segno di essere viva, è il segno di una missione.
Il nome da confidenza, da appartenenza, lo lega al Territorio, ai cittadini non sarà più una striscia rosso-grigia, ma diverrà qualcosa di unico per il territorio e i cittadini.
Non un nome di dedica a qualcuno o qualcosa, ma che appartenga a tutti, un nome che indichi la sua missione territoriale, cittadina e universale.
Un nome potrebbe essere la via Francisca.
Un nome che da una dimensione universale pur restando ancorata al Municipio.
Francisca era il primo e più antico nome della Francigena. Ancora oggi sparse nel nord Italia ci sono molte vie chiamate Francisca, strade che portano al di là delle Alpi.
Un nome che colloca la “ciclopedonale” parallela alla via effimera della Francigena, senza entrare in competizione con essa, senza andare ad interferire con le varie associazioni Francigene esistenti…
Il nome Francisca, lega “la via” al camminatore per eccellenza, al simbolo più forte dell’ambientalismo, a San Francesco. Nessun uomo è stato più camminatore di San Francesco che ha percorso in lungo e largo l’Italia, sempre a piedi nudi, il prototipo dei camminatori di oggi. Mentre la Francigena è legata ad un camminare penitenziale, infatti i pellegrini venivano a Roma penitenti,, per espiare colpe imperdonabili, San Francesco andava a spasso a portare un annuncio di pace e di gioia darebbe un nuovo senso al camminare-passeggiare.
San Francesco è stato un camminatore speciale, era un annunciatore di “buoni messaggi”, inoltre era legato alla natura che lo circondava, è stato il primo ambientalista storico. San Francesco è il simbolo dell’amore per la natura, non a caso il papa Francesco, ha intitolato la sua enciclica ambientalista con le parole del santo di Assisi: Laudato si.
Francisca ci lega anche a Papa Francesco, al suo anno della misericordia, a questo anno giubilare e quindi ci ricollega al sacro, ai vari penitenti che verranno a Roma camminando, ed offrirà loro un alternativa sicura da percorrere.
VESTIRE L’IGNUDA.
Non basta dare un nome alla “ciclopedonale”, bisogna diciamo.... vestirla.
Creare dei tratti da visita, dove chi la percorre ha il piacere di passeggiare vedendo cose nuove.
Creare dei tratti a dedica.
Un tratto lo si può dedicare ai giusti della terra.
Piantare un albero e sotto posizionarci una panchina e un cartello con la biografia del giusto. E cosi lungo un tratto metteremo la vita di Perlasca, di Gandhi, M. Luter King. L’albero è simbolo di un seme che cresce per essere segno per le generazioni future, la panchina per invitare a fermarsi e riflettere il cartellone il valore che si vuole trasmettere… trovando degli sponsor per la spesa
Oppure lungo il viadotto mettere dei cartelli delle buone parole…. Pace, scusa, permesso, amore ecc ecc sempre con sponsor
Oppure un altro tratto dare lustri ai cittadini del municipio che si sono distinti nell’arte, nella scienza, nella cultura, nel cinema,
Invitare gli artisti a dipingere i vari muri con la street art.. colorare la via,,,
Di abiti alla via ne possiamo mettere tanti altri… non manca certo la fantasia e la creatività di come vestire la “ciclopedonale”.
Questo potrebbe essere un progetto creativo e costruttivo centrale sul turismo, poi sarà facile costruirvi intorno altre cose o percorsi… come mettere in piedi un assessorato al Turismo, che abbia idee e forza realizzativa, che sappia valorizzare i parchi pungolando Roma Natura… la creazione di un polo museale al Santa Maria della Pieta, aggiungere al già presente Museo della Mente, un museo della natura territoriale, un museo dei cittadini o altro….
Questo e tanto altro…. si può fare….
Buon Natale
Silvano Mecozzi