Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

lunedì 28 febbraio 2022

Bisogna pregare

Leggevo alcuni giorni fa una storiella ebraica:

Il popolo di Israele ha attraversato il mar Rosso, ed ecco che gli ebrei iniziano a danzare e a cantare perché l'esercito del faraone è stato travolto dalle acque e tutti i suoi soldati giacciono in fondo al mare, ed anche gli angeli cantano e danzano perché il popolo d'Israele è salvo sull'altra riva.
Ma un Angelo si avvide che Dio era triste allora gli domanda: Signore perché sei triste.
Rispose Dio : -Perché una parte dei miei figli è morta, sommersa dall’acque del Mar Rosso.

Dio non sta da nessuna parte.
Dio non sta né coi quei russi e né con gli ucraini.
Dio sta nella pace.

Le stime dicono che, ci sono ad oggi 28 Febbraio 2022, circa 200 morti o forse più tra gli ucraini, tra soldati e civile e tra questi anche i bambini, ma ci dicono che ci sono anche oltre 3500 soldati russi morti

3500 papà o mamma non vedranno più i loro figli

Ci sono Nonni, zii, fratelli, sorelle, parenti in genere stanno piangendo un loro caro scomparso nella furia della guerra
Ci saranno figli che cresceranno senza un padre

Il dolore che genera la guerra non ha colore,
   non ha una bandiera
          non ha caratteristiche diverse il dolore della morte
di qua e di là di quella frontiera calpestata


Ci hanno detto: bisogna pregare
La guerra è in Europa:    
    bisogna pregare
la guerra è vicino a noi:
    bisogna pregare
la guerra è alle porte delle nostre case:
    bisogna pregare
la guerra potrebbe essere la nostra guerra:
    bisogna pregare
i nostri figli potrebbero partire per la guerra:
    bisogna pregare
la guerra potrebbe essere nucleare:
    bisogna pregare
la guerra potrebbe uccidere tutti noi:
    bisogna pregare

I missili israeliani colpivano Beirut le altre città del Libano
    dov' erano le nostre preghiere?
bambini kamikaze si facevano saltare con le bombe sui bus israeliani uccidendo innocenti civili
    dove erano le nostre preghiere?
I soldati della grande alleanza invadevano L'Iraq
    dove erano le nostre preghiere?
le orde islamiche uccidono innocenti curdi
    dove sono le nostre preghiere?
Tante guerre sparse per il mondo che generano dolore e sofferenza
    dove sono le nostre preghiere?
Indios dell'amazzonia calpestati umiliati e uccisi ogni giorno
    dove sono le nostre preghiere?
nell'africa sono tante guerre civili e migliaia di cristiani martirizzati
    dove sono le nostre preghiere?
C’è violenza dell'esercito del Miramar che uccide innocenti
    dove sono le nostre preghiere?


Signore la mia preghiera non è per la guerra alle porte di casa mia
ma contro ogni forma di violenza che oggi calpesta la terra
chi uccide i tuoi figli sparsi per il mondo

Signore
insieme con lo Spirito e la Sposa
ti invoco:
Signore vieni presto.



giovedì 24 febbraio 2022

Un nuovo popolo, una nuova nazione, una nuova alleanza.

catechesi tenuta nella parrocchia santa Faustina Kowlaska
23/febbraio/2022

Lascia la terra che non è tua

Un piccolo riassunto

Enrique ci ha parlato di Abramo,
Devo dire che quando lui parlava, è stato per me come se qualcuno aprisse una porta in una stanza buia e un fascio di luce è entrato all’improvviso.
Enrique ci dice che da Ur non usci Abramo, ma suo padre Terach [1]
Cioè Terach con il suo clan usci da Ur e si trasferì a … Carran dove lui morì.
E mentre parlava Enrique il mio pensiero fu: ma Abramo era un caldeo…
Io avevo sempre letto che Abramo usci da Ur dei caldei per recarsi d Canaan, invece no..

Sono andato a leggere per mia curiosità e scopro che Abramo usci da Carran per recarsi nella terra che il Signore gli indicherà.

Nel mia curiosità scopro che sia Ur dei caldei, che Carran (che si trova nell’odierno Kurdistan) sono le capitali di una divinità della notte, un dio di nome Sin, il cui simbolo è una mezza luna…

Come ci diceva Enrique… Abramo è invitato da Dio, ad uscire per andare verso una terra, una nuova realtà-
Sottolineava che: Questo uscire è un po’ morire per rinascere
Abramo accetta questa proposta di Dio, che una proposta potremmo dire: assurda…
Lui che ha una moglie sterile, diverrà : padre di una moltitudine…
Leggiamo nella Genesi:
«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:
diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
Non ti chiamerai più Abram,
ma ti chiamerai Abramo,
perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.

Quando accetta il piano di Dio, muore Abram e nasce Abramo, da padre diventa patriarca contro ogni logica umana.



Il popolo che fuggi dall’Egitto

Verusca invece ci ha parlato di Mose e della nascita del popolo eletto.
Molti storici archeologi contestano la Bibbia, specialmente l’Esodo, affermando che non ci sono tracce negli annali storici egiziani degli ebrei, né di Mose.
In effetti hanno ragione.
Gli ebrei in fondo, in fondo in Egitto non ci sono mai stati, non come popolo ebraico.
Sappiamo che quattro secoli prima, Giacobbe, nipote di Abramo, fu chiamato con l’inganno in Egitto da suo figlio Giuseppe, e che per grazia del Faraone si stanziò in una zona nel delta del Nilo.
Giacobbe non era un popolo, era una tribù nomade ancora senza patria e senza terra,
La tribù di Giacobbe era composta forse da un centinaio di persone, più o meno.

E qui nella fertilità del delta del Nilo i discendenti di Abramo, Isacco e Giacobbe si moltiplicano fino a diventare una moltitudine ma non ancora un popolo,
C’è da domandarci perché uno storico egizio dovrebbe annotare la presenza di un piccolo gruppo di stranieri nel delta del Nilo?
Sono una presenza insignificante, tra le tante genti che ogni anno andavano in Egitto una terra fertile e ricca.

Quando 400 anni dopo il loro ingresso in Egitto sono cresciuti di numero diventano un problema per il potere, essi verranno schiavizzati… anche se il concetto si schiavo nell’antico Egitto è un po’ diverso dal nostro, essi sono più servi malpagati…

E qui entra in scena Mose, come ci diceva Verusca…

Mosè si rivolge ai discendenti di Giacobbe che non sono un popolo, ma solo un gruppo etnico che vive in Egitto e li porta fuori da quella nazione.

Tra i tanti papiri egizi che sono stati ritrovati in passato c’è uno interessante che si trova in un museo olandese: il Papiro di Ipuwer[2]
In cui il cronista, racconta di eventi catastrofici che si sono abbattuti sull’Egitto paragonabili alle dieci piaghe d’Egitto, e tra le tante cose che dice, parla di una fuga improvvisa di un gruppo di servi.

Chaim Potom[3], uno scrittore ebreo di New York, autore di un “Storia degli ebrei” scrive a proposito di questa fuga dall’Egitto: erano una folla miserabile, una massa di asiatici terrorizzati, lamentosi che vagavano negli spietati deserti di sabbia e pietre ad 0riente della valle del Nilo. Fra loro c’erano i discendenti dei figli di Giacobbe.

Coloro che scapparono dall'Egitto seguendo Mosè non era un vero popolo diciamo che era un'accozzaglia di “scappati di casa” come possono essere oggi i tanti immigrati che arrivano da noi.
Questi “scappati di casa” al seguito di Mose, sono chiamati come Abramo, ad uscire da una terra anche se ricca e fertile che

è per loro inospitale,
è una terra che non gli appartiene,
e non è il loro mondo
uscire per inseguire una promessa assurda di una nuova terra, di una nuova casa.

Questi “scappati di casa” nel seguire Mose si trovano però a dover attraversare il Mar Rosso.
Questo attraversare un mare che si apre davanti a loro è un vero e proprio battesimo.
Nell'attraversare il mare essi si lasciano le spalle le vecchie cose il mondo che non gli appartiene l’essere immersi nel mare vuol dire morire ma loro rinascono a nuova vita, muoiono dall’essere non popolo e rinascere nuovo popolo il popolo, che Dio si è scelto.
Come ci ha detto Veruska questi “scappati di casa” diventeranno un popolo sotto la guida di Mosè, dopo che lui sali sul monte per poi discendere con le tavole della legge intorno a questa legge nascerà il popolo di Dio.


Il battesimo di Giovanni Battista


Passano millequattrocento anni più o meno dall'uscita della terra d'Egitto e ci ritroviamo sulle sponde del Giordano dove c'è un personaggio di cui ci parla Papa Francesco nelle sue catechesi che sono la traccia di questo nostro cammino, si tratta di Giovanni il Battista.

Chi è Giovanni il Battista?
Egli è l'uomo che fa “trait union” tra il vecchio e il nuovo testamento.
Lui è l'ultimo dei grandi profeti del vecchio testamento ed è insieme anche il primo del nuovo testamento.

Gesù compiuto i trent’anni si reca da Giovanni Battista per essere battezzato.
Giovanni Battista si trova lungo le rive del fiume Giordano è invita tutti coloro che lo ascoltano ad un battesimo di penitenza in preparazione della venuta del messia.
Gesù si reca da Giovanni per farsi battezzare da lui.

I due si conoscono molto bene, essendo di fatto cugini e forse sono anche cresciuti un insieme.
Quando Gesù arriva sulle sponde del fiume Giovanni esclamerà indicandolo ai presenti : Ecco l'Agnello di Dio.

Leggiamo nel vangelo di Marco:
        Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu             battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide     squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E         venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». [4]

Ricordo una catechesi, ascoltata decenni, fa di padre Alberto Maggi un teologo, che incontrai privatamente all'inizio del mio cammino; ricordo che ci disse che Gesù entrata nell'acqua si immerge e cosa succede quando qualcuno che va sott'acqua? Rimane senza respirare in quel momento muore, ma nel momento che lui emerge riprendere respirare e torna così alla vita.

Gesù metaforicamente muore alla vecchia vita per rinascere a nuova vita e in quel momento lui accetta
il piano di Dio per lui,
il progetto del Padre su di lui

in quel momento lui accetta la vita nuova che è incardinata sul progetto del Padre e che lo porterà alla morte di croce.
In quel momento si aprono i cieli è una voce dirà: ecco il mio figlio prediletto
Come Abramo è chiamato ad uscire fuori da un mondo che non gli appartiene per divenire una cosa nuova
come il popolo ebraico è stato chiamato ad uscire fuori da un mondo a cui non apparteneva per divenire un popolo nuovo
così Gesù nuovo uomo di una nuova creazione muore alla vita vecchia per abbracciare la nuova vita che il Padre ha tracciato per lui.

Gesù in linea con la cultura di suoi tempi prima d'iniziare la sua vita pubblica compie questo gesto e di morire alla vita vecchia per abbracciare la vita nuova
E come per il popolo ebraico al battesimo segui un tempo nel deserto, così Gesù si reca nel deserto per completare la sua formazione.

Nella sua catechesi papà Francesco ci dice che come Mosè salì sul monte per prendere da Dio le tavole della legge, così Gesù sale sull'uomo per ridiscendere e insegnare quella che sarà la nuova legge: quella della misericordia racchiusa nelle beatitudini.
Nella sua catechesi Papa Francesco ci dice: come Mosè aveva stipulato l'alleanza con Dio in forza alla legge ricevuta sul Sinai così Gesù da una collina in riva al lago di Galilea consegna suoi discepoli alla folla un insegnamento nuovo che comincia le beatitudini, Mosè dalla legge sul Sinai e Gesù il nuovo Mosè dalla legge su quel Monte sulla riva di galilea

Gesù inizia la sua missione, ed è quella di radunare le pecore disperse d’Israele, come Mose molti secoli prima in Egitto raccolse i discendenti di Giacobbe.
Gesù radunerà intorno a sé un piccolo gruppo di persone, e formeranno con lui una comunità, questo è il nucleo del nuovo popolo, che lui è venuto a chiamare a adunare intorno alla nuova legge.
Gesù radunerà il nuovo popolo intorno alla nuova legge delle Beatitudini.
Se guardiamo con attenzione il gruppo degli apostoli e quanti sono con loro, chiamati da Gesù ci sembra di rivedere quegli “ scappati di casa” che erano usciti migliaia di anni prima dalla terra di Egitto.

Da chi era formato il gruppo della prima comunità riunita intorno a Gesù?
    · ci sono dei pescatori gente che viveva ai bordi della società in quanto il loro mestiere era quello di avere rapporti con il sangue e la morte non apprezzato dalla società ebraica,
    · c'era un ex pubblicano anche lui viveva e bordi della società in quanto considerato impuro perché estorceva tasse per conto dei romani,
    · poi c'era uno zelota sia un fanatico l'indipendenza religiosa e politica di Israele e e forse aveva pure partecipato a qualche attentato dei confronti dei soldati romani
    · c’era uno conosciuto come un ladro
    · c’era un contadino

Tra i 12 non troviamo saggi secondo la cultura ebraica, non c'è uno scriba, non c'è un membro del sinedrio, non c'è un dottore della legge, anzi alcuni di essi, come Nicodemo, pur simpatizzando per Gesù sono stati ben attenti a non farsi coinvolgere nella sua comunità.
Ma intorno a Gesù c’è anche il gruppo delle donne ed anch’esse non erano molto stimate:
    · c’era Maria la Madre che secondo il teologo Rene Laurenten, aveva una fama d’integrità dubbia visto gli eventi che precedettero la nascita del Figlio
    · c’era Maria Maddalena, del qual l’evangelista sottolinea che era stata posseduta da 7 demoni, la sua vita passata doveva essere stata coacervo di peccato e follia
    · c’erano donne come Susana e Solome che avevano abbandonato il marito per seguire Gesù

Ma … non era un gruppo d ignoranti... erano uomini d Israele che conoscevano le scritture, infatti Gesù dirà loro molte volte..
avete letto,
è scritto,
hanno detto i profeti…

facendo chiaramente intendere che loro conoscevano le scritture.

Ma quando Gesù gli parla del nuovo battesimo che doveva ricevere… rimarranno stupiti e increduli.
Come quando dirà loro:
            Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il             calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono                 battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il             calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io                     sono battezzato anche voi sarete battezzati.

Come il calice da bere, il battesimo da ricevere è un’immagine della passione ormai vicina: secondo il senso primario del termine greco «battezzare», Gesù sarà «immerso» in un abisso di sofferenze.[5]



La Crocifissione

Qual è questo calice che lui deve bere?
È chiaro che lui si riferiva alla passione dolorosa che da li a poco lo avrebbe coinvolto.
Proprio sul monte calvario Gesù sarà offerto come agnello immolato in riscatto di molti.
In Egitto il sangue dell’agnello fu asperso sulle porte per indicare coloro che non dovevano essere toccati dall’angelo della morte ora il sangue versato dall’Agnello di Dio serve a riscattare tutti noi he eravamo in terra tenebrosa.

Per mezzo del battesimo, dunque, siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.[6]
E il battesimo di Gesù è li sulla croce, tutti noi con lui moriamo, tutti noi con lui torniamo a vita nuova.

Sulla croce, Gesù è morto, sopraggiunge Longino e per verificare la sua morte, lo colpisce su fianco, e il colpo è così forte che arriva a squarciargli il cuore
Tutti noi sappiamo che da quella ferita sgorga sangue ed acqua
Alcuni santi, teologi, mistici hanno visto nel racconto evangelico un significato mistico: dal cuore aperto di Cristo nasce la Chiesa, la nuova Eva, perché il nuovo popolo di Dio nasce dall’acqua del Battesimo e dal sangue dell’Eucaristia.

Sotto la croce testimoni dell’evento ci sono poche persone.
Sua Madre il cui amore verso Gesù e incommensurabile
Maria Maddalena, colei che probabilmente pianse per i suoi peccati e per il perdono ricevuto che verso tante lacrime da lavare i piedi di Gesù
E poi c’era un ragazzo che amava Gesù in modo totale e da lui era riamato, Giovanni.

Queste persone sono i testimoni e i rappresentanti della Chiesa nascente.
Sono persone follemente innamorate di Gesù e da lui sono riamate.
E questo è una nuova rinascita… una morte che genera vita.

La Chiesa nasce dal fianco squarciato del Crocifisso, nasce dall’acqua e dal sangue, è costruita dalla grazia del Battesimo e dell’Eucaristia, dalla forza dello Spirito Santo donato al mondo dal Cristo morente sulla croce. ( anonimo alla messa della Diocesi di Aosta)

Il nuovo popolo di Dio nasce ai piedi della Croce


Il limbo spirituale

Molti di noi vivono come in un limbo all’interno del battesimo.
Come incastrati nel mezzo guado del mar Rosso.
Come se fossero fermi tra l’immergersi e l’emergersi dal Giordano
Vivono con la nostalgia della terra antica e la paura ella terra promessa
Tra il morire alla vita vecchia e il rinascere alla nuova vita.
Sono fermi
Possono essere tanti i motivi o le tentazioni che non riusciamo a vincere e ci tengono prigionieri in questo limbo temporale e spirituale.
Tra le molte tentazioni o motivi che ci tengono fermi io oggi ne cito solo due:

Non credere che la promessa è per me.

Molti pensano che le promesse non sono per loro, non sono così importanti per Gesù
Che Dio non ha temo per loro, che loro non sono così importanti.
Loro non sono un prete, una suora, un santo... quindi si accontentano di avere il pensiero di Dio e non hanno il coraggio di andare oltre…
Si accontentano delle pratiche religiose… senza il coraggio di andare oltre…
Si fermano al centro del guado, nel cuore del popolo... convinti che quello è il loro posto, stare nascosti…
Eppure non è così… Gesù vuole avere un rapporto personale con ognuno di noi,
Per ognuno di noi ha un progetto,
per ognuno di una c’è una promessa che se noi accettiamo… lui realizzerà.

Pensare di non essere fedele a Gesù.
La paura di non essere degno
La paura di peccare
La paura di non essere coerente con il vangelo
La paura di cadere
Allora rimangono fermi
Sono come bambini di pochi mesi che quando sono invitati dagli adulti a fare i primi passi rimangono fermi per paura di cadere.
Ma!
dobbiamo avere la certezza che se
cadiamo… Dio è pronto a rialzarci
se pecchiamo… Dio è pronto a perdonarci
se siamo stanchi… lui ci porterà in braccio
se noi facciamo un passo verso di lui… lui ne farà due.

Accettiamo oggi di riemergere dall’acqua del nostro battesimo per abbracciare Gesù come Signore della nostra vita.






[1] Genesi 11, 26ss
[2] National Museum of Antiquities a Leida, nei Paesi Bassi.
[3] Chaim Potok, pseudonimo di Herman Harold Potok (New York, 17 febbraio 1929Merion Station, 23 luglio 2002), è stato uno scrittore e rabbino statunitense.
[4] Marco 1,9
[5] Marco 10,38
[6] Romani 6,4