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sabato 20 luglio 2013

Aiutare il povero...



Voler bene al povero, proporsi di metterlo al posto che gli spetta, significa non solo crescergli i soldi , ma soprattutto crescergli il senso della propria superiorità, mettergli in cuore l’orrore di tutto ciò che è borghese, fargli capire che soltanto facendo tutto il contrario dei borghesi potrà passar loro innanzi ed eliminarli dalla scena politica e sociale. (don Milani)

Se c’è un modo che non concepisco di assistere il povere, è quello di dare un colore al pane che si offre, questo è un pane rosso, un pane nero o un pane con la sopra la croce.
E dare un qualcosa per poi riavere qualcosa, non è un dare gratuito è un dare con un ritorno, che puo avere mille sfaccettature o interessi.

Ricordo un aneddoto. Una suora che lavorava dentro un ospedale aveva una certa fama di santità. Tutti parlavano un gran bene lei, della sua generosità, della operosità, di quanto si prodigava con carità cristiana verso i malati. Un giorno arrivò un giovane e la suora anche con lui aveva le stesse attenzioni, tanto che il ragazzo incuriosito dal comportamento eroico della suore un giorno gli chiese: Sorella perché fa questo?

La sorella gli rispose: lo faccio a te  perché è come se lo facessi a Gesù.

Da quel giorno il ragazzo tratto con distacco la suora. La suora noto l’atteggiamento del ragazzo  il giorno delle dimissioni trovo il coraggio di chiedere al ragazzo: perché era così distaccato da me ti ho forse fatto del male?

No sorella – rispose il ragazzo—e che qualunque cosa lei facesse, lo faceva per un certo Gesù e per conquistarsi le sue grazie, non certo per me.

Questo è il pensiero che io odio, fare qualcosa per averne un ritorno, un atteggiamento servile che per me non è un pensiero cristiano, è un obbrobrioso pensiero egoistico che uccide lo Spirito, perché  al centro ci se stesso e non il povero.
Il povero va aiutato in quanto è una persona in difficolta, un persona che non riesce a vivere la sua dignità di uomo  e per me cristiano della sua dignità di figlio di Dio. E va aiutato per il suo essere e non per averne un torna conto.
Troppi servizi sociali hanno come torna conto il ritorno politico, che sia di destra o di sinistra o scudo crociato.
L’aiuto al povero non ha colore, non ha religione, o scopo personale… ha solo l’uomo e la donna (per par condicio) al centro di ogni gesto, di ogni pensiero.
Si racconta che madre Teresa di Calcutta, la trovarono un giorno  a leggere il Corano ad un moribondo trovato in strada di fede islamica.. che grande segno di rispetto per l’uomo.
Il servizio sociale non può che partire da un punto solo, unico ed esclusivo.. il povero nel rispetto del suo essere.


Per aiutare il povero, non è necessario andare in una mensa sociale, o fare del volontariato in ospedale, fare servizio in una casa famiglia.. c’è chi lo può fare e Dio lo benedica.
Si può aiutare il povero in tanti altri modi, perché la povertà è così tanto diffusa che ormai è entrata nel nostro quotidiano che neanche lo notiamo.
Il problema è solo personale, ognuno deve avere uno sguardo attento al povero, attento a chi gli sta intorno, capace di cogliere in ogni momento il povero che si presenta davanti a lui, sia che sia spoglio, affamato, disoccupato, o che semplicemente deve compilare un modulo amministrativo, attraversare la strada o raccogliere un pezzo di carta...
Troppe volte progetti, azioni sociali, investimenti, operazioni in grandi stile non hanno il povero al centro, ma il ritorno politico e religioso.
C’è da decenni un contrasto sotterraneo e non dichiarato tra il mondo cristiano e una certa la politica di sinistra e che si occupa del sociale.
Da una parte c’è la forza del volontariato organizzato, ma ispirato da valori improntanti al abnegazione verso il prossimo, da sentimenti di carità .. dall’altra il socialismo statale o comunale da finalizzare in opere di sociale.
Da una parte c’è il tentativo di realizzare la Misericordia di Dio in opere di generosità, ed hanno un portata  talmente vasta e universale,  dall’altra c’è il tentativo di rifare le stesse cose senza lo spirito interiore,  ma cercando di trovare risorse nell’apparato statale. 

In questa lotta ideologia di come servire il popolo, il rischio e di dimenticarsi del povero, delle sue esigenze e della sua dignità.





Matteo 25

 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà anche a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".

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