Umorismo nella Bibbia
Negli anni 80, maestro napoletano di scuola elementare, raccolse in un libro i temi dei suoi alunni, alcuni di questi erano a tema religioso.
C’è uno che mi rimase particolarmente impresso, che vi voglio leggere, il tema è: Qual è il personaggio storico che preferisci?
[…] Un altro personaggio storico che preferisco è la testa di Giovanni Battista. Giovanni Battista non era pazzo come Caligola, però un poco scemo, perché gridava nel deserto dove nessuno poteva ascoltarlo. Lui digiunava sempre, poi, la domenica mangiava bacche, radici e insetti, Quando gli tagliarono la testa la misero in un piatto.
Il bambino che scrive questo tema rimane impressionato da questo personaggio evangelico, ci vede dell’umorismo.
L’ultima volta vi ho parlato dei discepoli in cammino verso Emmaus, e anche in questo passo qualcuno ci vede un certo umorismo, questo Gesù che sotto mentite spoglie fa il finto tonto con i due discepoli.
Nel passo che andremo ad analizzare oggi, ci vedo anch’io un certo umorismo:
Ho sempre trovato curioso questo Filippo, che non è l’Apostolo, ma uno dei sette eletti per gestire la comunità cristiana, però questo si distingue dagli altri sei, per una grande carisma d’evangelizzazione.
Io mi immagino la scena di questo uomo, che prende il suo bastone e la sua bisaccia e parte, qualcuno gli avrà detto: ma dove vai?
e l’altro: “cosa fai a fare?”
e Filippo: “Non lo so! Un angelo mi ha detto vai là, anche se ti appare deserta”
Eppure questo è un passo molto importante in tema di evangelizzazione.
Tralascio alcuni aspetti storici di questo brano e mi fermo a sottolineare solo i due personaggi protagonisti di questo episodio.
Cosa sappiamo di Filippo?
Filippo, non è uno degli Apostoli, egli è uno dei sette uomini che sono stati scelsi per aiutare i Dodici:
Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. [1]
Sappiamo dunque che era un diacono, scelto per un compito prestigioso, essere d’aiuto agli Apostoli, e poi era un greco, infatti alcuni lo chiamano Filippo il greco, ma viene soprannominato anche evangelista, per non confonderlo con Filippo l’apostolo.
Viene chiamato evangelista, perché svolse un ruolo importante nella diffusione del Vangelo, prima in Samaria, poi con l’eunuco e poi in tutte le città che ha attraversato nel suo viaggio verso Cesarea che sembra essere la sua città d’origine,
Infatti il capitolo 8 degli Atti degli Apostoli, che lo vede protagonista è chiamato da alcuni esegeti “gli Atti di Filippo”.
Filippo si stabilirà a Cesarea, prenderà moglie e avrà 4 figlie, famose per avere tutte un dono o carisma di profezia, e in questa città avrà un ruolo importante nella comunità paragonabile a quella di un odierno vescovo.
Ci racconta Luca, che quando 20 anni dopo l’incontro con l’eunuco, Paolo passerà per la città di Cesarea dormirà nella casa di Filippo.
L’altro personaggio protagonista di questa storia non ha un nome.
Luca ci dice la sua origine, etiope, e curiosamente non ci dice come si chiamasse, ma solo il suo stato: è un eunuco.
E in poche righe, per ben 5 volte lo chiama: eunuco.
La scrittura ci dice delle cose interessanti su questo personaggio.
Non è un uomo, non è una donna.
È un uomo che ha subito violenza nella sua persona, per quale motivo non c’ è dato saperlo.
Sappiamo che in passato molti uomini sono stati castrati in certe società per i motivi più diversi, in epoca rinascimentali alcuni uomini venivano amputati per le loro voci bianche.
Ad un eunuco con la castrazione:
viene tolta la sua mascolinità,
viene tolta la sua virilità,
viene tolta la sua fertilità.
Ma non solo, in ambiente ebraico gli viene tolto anche il diritto di far parte della comunità dice il Deuteronomio:
Non entrerà nella comunità del Signore chi ha i testicoli schiacciati o il membro mutilato[2]
Questo uomo a motivo della violenza subita, quella di essere reso meno uomo, avrà il compito di essere un funzionario delle regina Candace, che ha il suo regno in Etiopia.
Ci dice Luca, che, questo uomo particolare è un ebreo di religione pur essendo uno straniero; infatti, è salito a Gerusalemme per il culto.
Durante il suo viaggio di ritorno è in possesso di alcuni rotoli della legge.
Non è che i rotoli della legge, si acquistassero al mercato o in qualche negozio o bancarella specializzata.
Nel Tempio di Gerusalemme, che era l’ unico Tempio dove si poteva dare culto a Dio, c’erano gli scribi il cui compito era quello di trascrivere i vari libri della legge.
Gli scribi dovevano fare copie autenticate della Scritture, copie che venivano poi inviate nelle varie sinagoghe.
Quindi l’eunuco, sale a Gerusalemme per rendere culto a Dio, ma è anche inviato dalla corte della Regina per acquisire nuove copie delle scritture.
Quest’uomo è un funzionario dotto, che conosce anche l’ebraico, infatti sfrutterà il tempo morto seduto sul carretto a leggere i vari rotoli della legge che ha acquisito.
Filippo si avvicina e gli dice: capisci cosa leggi?
Ma questo brano non si addice perfettamente all’eunuco?
Non potrebbe dire, come un agnello, perché la sua castrazione deve essere avvenuta quando molto probabilmente era giovane, quando era ancora un agnello, mi hanno portato da un macellaio che mi ha violentato togliendomi il diritto alla discendenza.
La mia mia vita è stata recisa sulla terra.
Filippo sale sul carro si siede accanto a lui e gli dirà: questo uomo è Gesù…
Partendo dalle scritture antiche arriverà a fargli conoscere Gesù
Questo incontro sembra ricalcare l’incontro dei discepoli di Emmaus.
Li abbiamo due discepoli scoraggiati che si stanno allontanando e attraverso l ‘incontro con la Parola lungo la strada scoprono Gesù.
Qui abbiamo un uomo che sta andando lontano da Gerusalemme.
Non sappiamo dei suoi sentimenti, ma è incuriosito da quello che sta leggendo, la parola di Dio.
Filippo come Gesù, si avvicina e spiega a lui il senso delle scritture, e attraverso le sue parole l’eunuco scopre il vero volto delle scritture: svelare Gesù
L’eunuco travolto dalle parole di Filippo, travolto dalla scoperta di quel l’uomo che conosce il soffrire:
L’eunuco e un uomo che conosce il dolore fisico e morale, che conosce l’umiliazione e il disprezzo scopre l’amore di Dio nell’incontrare il servo di Jhawe: Gesù.
Questo incontro cambia la sua vita, cambia la sua storia, cambia il suo futuro.
Cosa dirà l’eunuco a Filippo? Cosa devo fare?
Fatti battezzare… e la risposta di Filippo
Accetta la nuova vita che Gesù ti propone.
L’eunuco vedrà una pozza d’acqua… e dice: ecco dell’acqua cosa impedisce di essere battezzato?
Non è l’acqua del Giordano, non è l’acqua di Lourdes, non è l’acqua di una fonte miracolosa, non è l acqua benedetta di una acquasantiera speciale è semplicemente l’acqua di una pozza.. perché quello che conta è solo la fede e il desiderio di essere battezzato, di appartenere a Gesù.
L’ eunuco pieno di gioia, proseguiva la sua strada.
Succede come è scritto in Isaia, per l’eunuco inizia una nuova vita :
Quell’eunuco, quel funzionario della regina Candace è il primo cristiano d’Africa.
È colui che porta il cristianesimo in terra d’Etiopia.
Possiamo attualizzare questo passo per noi in tre punti.
Il primo è :
Che l’evangelizzazione non è frutto di progetti umani … ma dell’azione dello Spirito Santo.
E lui che guida i passi degli evangelizzatori, come in questo passo con Filippo.
Molte volte seguire le vie delle Spirito vuol dire: “essere un poco scemi”.. come ci direbbe quel bambino napoletano del tema dell’inizio.
Non sempre le vie dello Spirito sono subito comprensibili, ci vuole il coraggio “dell’innamorato” per fare certe cose …irrazionali.
Diceva il sacerdote[6] messicano domenica durante l’Omelia: dobbiamo portare il vangelo dove non c’è, dove sembra che ci sia il deserto”.
Ed è quello che ha fatto Filippo è andato dove sembrava fosse deserto, dove agli occhi degli uomini non c’era nulla, invece c’era un uomo che aveva bisogno di conoscere Gesù.
Il secondo è :
L’ annuncio del Vangelo non è prerogativa di una certa categoria di persone.
Gli apostoli non sono i soli annunciatori, essi sono i garanti dell’annuncio; infatti, nel passo che riguarda ciò che fece Filippo in Samaria, noi leggiamo che gli Apostoli scendono in Samaria a controllare e verificare ciò che è stato annunciato.
Gli Apostoli sono i garanti del Vangelo, ma la diffusione avviene per opera di tanta altra gente.
Filippo annuncerà il vangelo all’Eunuco e questi porterà l’annuncio agli ebrei dell’Etiopia.
Nelle sue predicazioni apostoliche a papa Francesco, Il Card. Cantalamessa ebbe a dire:
Terzo è:
Dio ha nel cuore tutti, non solo quelli che stanno dentro un certo recinto, ma anche coloro che sono fuori.
L’ azione dello Spirito spinge Filippo verso i credenti della Samaria, per riportarli dentro al recinto e in quel recinto c’è posto anche per popolo di credenti che sono in terre lontane da Gerusalemme, come i credenti e devoti dell’ Etiopia.
In Gesù, nello Spirito non ci possono essere divisioni.
Di nessun genere.
Quanta divisione c’è oggi all’interno della Chiesa
C’è una divisone visibile e c’è una sottile e invisibile che è molto più perniciosa e pericolosa.
Non basta pregare per l’unita, nel nostro piccolo bisogna gettare ponti di unità.
Allungare la nostra mano verso l’altro.
Come sentii dire a Don Fabio Rosini, in una sua catechesi, l’unità è più importante delle nostre ragioni, e molte volte bisogna mettere da parte le nostre ragioni per il bene dell’unità.
Quarto è ultimo:
Dio non vede quello che vediamo noi.
Dio vede il cuore e non l’aspetto fisico.
Non gli interessa di quello che siamo nell’aspetto ma solo di ciò che c’è nel nostro cuore… come è stato per l’eunuco.
Dio si lascia trovare da chiunque lo cerca… ma dobbiamo avere il coraggio… di fare una scelta decisa e rivoluzionaria nella nostra vita
Quando Dio entra nella nostra storia… la nostra storia cambia.
[2] Dt 23,2
[3] Isaia 53.7
[4] Isaia 53, 10
[5] Isaia 56,3ss
[6] Sacerdote che ha celebrato la messa della domenica nella mia parrocchia.
[7] Raniero Cantalamessa; Seconda predica quaresimale; 10 marzo 2013