Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

lunedì 6 dicembre 2021

Riflessioni sulla vita di coppia

 

Riflessioni  Sul  Matrimonio

Molte volte sento parlare di “matrimonio cristiano” come garanzia di coppia felice o di coniugi super.
In questo o quel frangente rimango basito
Catechisti, formatori, professori e tante altre figure che parlano di coniugi di famiglia che danno ricette o formule di felicità
Ma molte volte si dimenticano di sottolineare le basi per cui le coppie che li ascoltano si sono sposati,
Tutti danno per scontato che tutti i matrimoni hanno la stessa base.

Che tutti i coniugi che sono davanti a loro in ascolto hanno contratto un matrimonio: Amore con Amore.
Ossia che entrambi coniugi sono innamorati uno dell'altro


In realtà molti matrimoni sono anche :
Amori senza Amore e questo del caso in cui solo uno dei due è innamorato dell'altro ed è stato fatto un matrimonio di comodo di convenienza
Poi ci sono i matrimoni Senza amore ossia matrimoni dove entrambi i coniugi non si amano ed hanno contratto matrimonio per altri comodi o interessi.

Possiamo quantificare in percentuali i vari tipi di matrimonio?

È un po' difficile perché le sfumature tra le varie possibilità sono infinite però possiamo dividerli in tre grandi gruppi:

Amore con amore
Quando entrambi sono innamorati
Amore senza amore
Quando solo uno è innamorato dell'altro
Senza amore
quando entrambi i coniugi non si amano


Amore con amore
Questo è la situazione ideale quando entrambi si uniscono per amore
L'amore è unità
L'amore è fecondità
L'amore è futuro

L'amore con amore
Porta l'unione dei coniugi a tutti i livelli all'effettivo al testuale perché parlano lo stesso linguaggio, hanno lo stesso interesse, guardano verso lo stesso punto
Lo stare insieme è sentirsi uniti, far parte uno dell'altro.
La sessualità l'atto culminante dell'unità è un concedersi
Un donarsi all'altro.
Contrario del possedere l'altro.
Non c'è il godimento della possessione ma la piacevolezza del donarsi.
Darsi l'uno all'altra, l’una all’altro.
L'unità dei coniugi non può che portare la fecondità.
L'amore porta fecondità.

L'amore genera sentimenti di misericordia dell'uno verso l'altra e dell’una all’altro.
L'amore tra crescere nel cuore solo sentimenti di benevolenza, di misericordia, di bontà.
L'amore dei coniugi feconda l'ambiente stesso dove loro sono presenti.
L'amore è apertura alla vita che feconda la vita e genera vita.
Amore con amore non conosce fine, non conosce il tempo, non è a tempo determinato
Amore con amore è per sempre

Amore con amore conosce:
gioia e dolore
rose spine
sanità in malattia
conosce la morte
ma
Amore con Amore
va oltre la morte.


Amore senza amore possiamo definirla una relazione part-time, infatti, si regge sullo sforzo di tenere unita la coppia di uno solo dei due, ma com'è questa unione?
Fragile, sofferente, mortificante, lacerante.
L'amore vissuto da una sola parte dalla coppia crea un’unione che vive una situazione di eterno precariato, di incertezza continua, d’instabilità, non c’è mai la certezza dei sentimenti, infatti questo tipo di unione è un colosso dei piedi d'argilla essa può naufragare in qualsiasi momento.

Questa unione non porta all’unità
Genera ma non feconda
Non ha un futuro certo.

Senza amore non esiste coppia sono due individui che camminano su due parallele verso l'infinito.

giovedì 18 novembre 2021

Beati i puri di cuore

catechesi tenuta nella parrocchia santa Faustina Kowlaska
21/novembre/2021




Beati i poveri di Spirito
 


Introduzione

Eccoci ad un'altra tappa del nostro cammino sulle Beatitudini scritte da Matteo.
Sarebbe interessante, io lo propongo voi che organizzate questo momento di preghiera di approfondire anche le altre Beatitudini sparse qua e là nei Vangeli e nel resto del nuovo testamento

Possiamo dire che queste Beatitudini di Matteo si dividono in due gruppi:
· un gruppo sono le Beatitudini di uno stato di fatto di cui noi non siamo responsabili direttamente ossia: l'afflizione, il pianto, la persecuzione, insulto…
non sono situazioni o realtà che non scegliamo ma siamo un po’ vittime di queste cose.
· l'altro gruppo delle Beatitudini riguarda il nostro essere: misericordiosi, miti, poveri spirito, puri di cuore

Ci dice chiaramente la scrittura che noi dobbiamo essere; misericordiosi, miti, poveri di spirito, puri di cuore e non di fare i misericordiosi, i miti, i poveri in spirito o puri di cuore.

Molti di noi, in primis io, siamo cresciuti nostro malgrado nella pedagogia cristiana del fare e non fare.
Ci hanno insegnato ad essere i cristiani del fare: bisogna fare questo o quello.
Essere buoni cristiani è una questione di fare: elemosine, gesti buoni, servire messa, organizzare processioni…
Che l’essere cristiani sia una questione di fare tante cose, anche belle e giuste ha anche un contraltare, ossia, del non fare certe cose.

C’è una pedagogia cristiana del non commettere peccato che è il contraltare e fare del bene e siamo sempre nella dimensione del fare, mentre le Beatitudini ci parlano di essere.

Se la nostra natura è … essere cristiano, noi non ci poniamo più la questione del cosa fare o non fare… perché nella nostra natura: fare il bene.

Racconto un aneddoto che molti di voi penso conoscono già, ma penso che ricordarlo ci aiuta a capire bene questa beatitudine,
C'è uno scorpione che deve attraversare un fiume e chiedi diversi animali di traghettarlo sull’altra sponda ma nessuno gli dice,
Poi si avvicina alla sponda e vede una rana e gli chiede: mi puoi portare sull'altra sponda?
La rana gli dice: no! perché tu mi pungerai e la tua puntura è mortale e rischiamo di morire entrambi travolti dalle acque.
Lo scorpione gli dice: stai tranquilla che non lo farò.
La rana si lascia convincere invita lo scorpione a salire sulle sue spalle così lo può trasportare sull'altra riva.
Ma a metà del guado, durante un salto della rana, lo scorpione si spaventa e punge la rana la quale sotto l'effetto del veleno cade tra le acque e prima di morire dice allo scorpione: perché l'hai fatto?
Lo scorpione rispondi: perché è nella mia natura pungere.


Domandiamoci : qual è la nostra natura?


Essere “puri di cuore”

Purezza:
Per quanto riguarda invece la definizione di “puro”, la parola greca utilizzata dall’evangelista Matteo è katharos e significa fondamentalmente pulita, limpido, libero da sostanze contaminanti

Una cosa è impura quando ha in essa una presenza estranea al contrario è pura

Prendiamo ad esempio una bottiglia d’acqua minerale.


La pubblicità ci dice molte volte che è un’acqua purissima… ma poi andiamo a leggere la targhetta di presentazione del prodotto leggiamo che in essa ci sono presenti, anche se in piccola parte, una quantità di minerali… non è quindi molto pura… anzi sono proprio quelle sostanze che danno sapore, a volte colore all’acqua.
L’acqua pura… è incolore, insapore, inodore e limpida.


Il cuore
Gli ebrei non avevano le conoscenze scientifiche, anatomiche, mediche come le abbiamo noi oggi per cui noi sappiamo bene qual è la funzione il cuore.
Gli ebrei sapevano all’interno dell’uomo c’è un cuore ma come funzionasse non ne avevano idea.
Però… per loro… il cuore era il centro dell'uomo.
Il cuore nel pensiero biblico-ebraico non è solo il luogo dove risiedono i sentimenti, esso è anche il luogo più intimo dell’uomo, ed è il luogo dell’incontro intimo con Dio.


Nel cuore dell’uomo avviene l ‘incontro con Dio, perché esso è lo spazio interiore invalicabile e inviolabile che appartiene solo a Dio.
Il cuore quindi non è solo un organo del corpo, il muscolo che pompa sangue esso è la sorgente dei nostri sentimenti ed è il luogo dell’incontro sacro con il Santo dei Santi.

Quindi unendo i due concetti… cuore e purezza... ecco che ci possiamo fare un’idea precisa:
il cuore è il luogo intimo dell’incontro con Dio e questo luogo deve un luogo puro non contaminato… per incontrare il Santo dei Santi.


I Farisei ieri e oggi.

Gesù come leggiamo nei vangeli ha degli scontri molto forti con i farisei.
Ma chi sono i farisei?
Molti dicono la “setta dei farisei”, ma essi non sono i membri di una setta, sono coloro che appartengono o almeno condividono un modo speciale di interpretare la scrittura e la Torah.

Sono una corrente spirituale che si differenzia da altri gruppi presenti nel mondo ebraico per un’interpretazione rigida sui culti a volte apparenti e riti privi di amore; loro sono fedelissimi a certe prescrizioni rituali quali lavarsi le mani, le stoviglie, lunghe preghiere in pubblico…

Anche nella Chiesa in passato abbiamo avuto correnti di pensiero un po’ troppo rigidi, come i giansenisti del XVII secolo, i quali non erano una setta, ma un movimento spirituale molto rigido che partiva dall’idea che l’uomo nasceva corrotto e aveva bisogno per la salvezza di un cammino di penitenza ai limiti della sopportazione umana.

A contrastare questo pensiero esasperante, vide nascere e svilupparsi, dopo il messaggio affidato da Gesù a Margherita Maria Alacoque la devozione al sacro cuore di Gesù.

Ancora oggi nella chiesa ci sono movimenti di pensiero vicino al pensiero farisaico che affermano cose simile… al pensiero farisaico o giansenista… ligi ai riti e alle usanze, alla ricerca di un eccessiva mortificazione della persona e del suo essere peccatore, però vuoti del senso della misericordia.

Lo scontro con i farisei fu molto duro…

Nel vangelo di Matteo in contrapposizione alla Beatitudine ci sono le “guaitudini”, io le chiamo così perché non c’è una parola che le racchiude…

Nella Bibbia di Gerusalemme questi sette “guai” proclamati da Gesù hanno un titolo: le sette maledizioni verso scribi e farisei, ma io non riesco a vedere un Gesù che maledice ciò che ama: l ‘uomo.

Io direi che questi “guai” sono sette rimproveri,
                    rimbrotti,
                        biasimi,
                                ammonizioni,
                                        critiche…
ma io non riesco a vedere in esse una maledizione.


In questo “guai a voi” io ci vedo, ci sento un grido di dolore di Dio… quello stesso che si sente spesso leggendo alcuni passi della Bibbia:

Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio, poiché hai inciampato nella tua iniquità. Preparate le parole da dire tornate al Signore; ditegli: «Togli ogni iniquità, accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra. [1]

Dio non vuole offerte cruente, offerte vuote… vuole come offerta e azione di pentimento la lode delle nostre labbra…
Ma Dio, va oltre il solo richiamo a tornare egli si strugge di dolore per noi ci dice ancora:
Se non ascolterete, io piangerò in segreto la vostra superbia; il mio occhio verserà lacrime[2]

Alcune versioni dicono addirittura: i miei occhi piangeranno dirottamente e si scioglieranno in lacrime

Dio, nel segreto del suo cuore, piange per ognuno di noi, per i nostri peccati… piange fino a consumare i suoi occhi che si scioglieranno in lacrime…


Lo scontro con i farisei

In uno di questi scontri verbali Gesù parla ai farisei della Purezza di Cuore.
Dopo aver risposto ad un fariseo in modo duro, Pietro ci dice: Signore cosa volevi dire?

Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere?
Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna?
Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo.
Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie.
Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo». [3]

Gesù, al contrario dei suoi amici ebrei ed apostoli conosce bene l’anatomia umana... infatti dice loro vi preoccupate di lavarvi le mani, di pulire le stoviglie, di cosa mangiare e non mangiare, di altri rituali per conservare la purezza… ma non sono queste cose che vi rendono impuri e ciò che avete nel vostro cuore che vi rende impuri.

Quali sentimenti potete avere se il vostro cuore è impuro?
Quali progetti potere sviluppare se il vostro cuore è pieno d’iniquità?


Cosa abbiamo noi nel cuore?

Noi non nasciamo cattivi e impuri quindi il nostro cuore non è per nascita cattivo.
È la lontananza da Dio,
        il seguire le idee del mondo con le sue seduzioni di potere e ricchezza,
            il dare ascolto al nostro egoismo,
                    lasciarsi trasportare dall’orgoglio
                            che riempie il nostro cuore di cose inique.


Scoprire cosa abbiamo nel cuore non è un motivo di condanna, anzi, un motivo di salvezza, perché comprendere cosa c’è nel nostro cuore ci porta a comprendere quanto siamo lontano da Dio e quando bisognosi di salvezza.

Quando, il figlio minore, che se andò lontano dal Padre comprese l’errore del suo andare via? Quando:
                Allora ritornò in sé…[4]

Alcune versione dicono: rientrato in sé…

Cosa vuol dire ritornare in sé?
Rientrare in sé?
                        Tornare al proprio cuore,
                        tornare nel proprio intimo,
                          tornare nel luogo inviolabile che è la sede dell’incontro… 
                            dove potrebbe  esserci un roveto d‘accendere…

Allora tornò alla casa…

Purificare il cuore potrebbe essere un lungo processo di liberazione e di rinuncia.
Un lungo cammino di spogliazione interiore, imparando a rinnegare se stessi, vivere per il bene dopo aver rinunciato il male… un cammino che nella Bibbia viene chiamato circoncisone del cuore… incidere o circoncidere lentamente il cuore per purificarlo, segnarlo, dargli un segno di appartenenza.

Questo può essere un lungo e duro cammino.

Però noi abbiamo una via più semplice…
                                                diretta
                                                veloce
                                                rapida



I tre passi.

Questa via è fatta di tre azioni.
Il primo passo è rientrare in noi stessi e prendere coscienza di cosa siamo e che vogliamo tornare a Dio e da qui nasce il nostro desiderio:
Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.[5]

Il secondo passo è tornare al cenacolo per alzare la voce o meglio la lode a Dio:
Se nel mio cuore avessi cercato il male, il Signore non mi avrebbe ascoltato.
Ma Dio ha ascoltato, si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia[6]


Terzo passo arrendersi, non cercare Dio con la mente, con ragionamenti, ma arrendersi a Dio:
Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e ogni donna[7]
Ma infine in noi sarà infuso uno spirito dall’alto;
allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. [8]


Lo Spirito di Dio scenderà su di noi e cambierà le nostre vite, perché Dio non lascerà la nostra preghiera inesaudita, inascoltata.
Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme.

Dio con la sua presenza trasformerà il nostro cuore ed esso diverrà il luogo dell’incontro, il nostro cuore diverrà il Tempio, ci dice infatti San Paolo nella lettera ai Corinzi:
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?[9]

Ed ecco il nostro cuore divenire il Tempio di Dio, dove lui prende dimora.


Conclusioni

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,[10]


Mano, mano che cammineremo verso Dio, compiendo ogni giorno i tre passi:
Rientrare
Pregare o lodare
Arrendersi

Il nostro cuore si trasforma ogni giorno di più, divenendo sempre più uno splendido tempio dove Dio dimora volentieri.

Mano, mano che il nostro cuore si riempie sempre più dell’amore di Dio, che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, esso diverrà sempre più Puro secondo il pensiero di Gesù, allora le sue parole : L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene […] la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. [11]… diverranno in noi realtà e non più un desiderio di purezza.

Beati i puri di cuore … perché vedranno Dio … ma non solo:

Ecco: sto alla porta e busso, se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.[12]

Ci dice San Giovanni nel libro dell’Apocalisse: Beati coloro che sono invitati alla cena dell’Agnello,[13] ma quanto saremo enormemente più beati quando: l’Agnello verrà a cena da noi.








[1] Osea 14,2
[2] Ger 13,17
[3] Matteo 15,15-20
[4] Luca 15,17
[5] Luca 15, 18
[6] Salmo 66-18.20
[7] Gioele 3.1ss
[8] Numeri
[9] 1 Cor 3,16
[10] Salmo 24, 3-4
[11] Luca 6, 45
[12] Apocalisse 3, 20
[13] Ap 19.9

martedì 19 ottobre 2021

Beati loro che hanno fame e sete di giustizia.

                 (catechesi tenuta presso la parrocchia Santa Faustina Kowalska il 27/10/2021)


Gli affamati

Mio genero, è una cara persona, ma quando ha fame diventa intrattabile, ansioso, quasi irascibile, deve mangiare, lui va in cucina e si cuoce qualcosa che trova, non riesci sopportare i crampi della fame.

Mio nipote Luca, di due anni, invece è insaziabile, dopo aver mangiato quello preparato per lui, quando è a tavola con noi gira da un parente all’altro e divora qualunque cosa che trova nei piatti.
Mio nipote Filippo, un mese di vita, quando ha fame piange come un disperato e non smette finché la mamma non lo attacca alla mammella.
Ma non è di questa fame che ci parla l'evangelista Matteo, quando ci dice che dobbiamo aver fame e sete della giustizia.
Ho già sottolineato, parlando della beatitudine: beati i poveri in spirito, Matteo da un taglio spirituale alle beatitudini, così non ci parla della fame di pane, di pasta, di frutta, ho la sete di vino o di bevande deliziose, lui ci parla della giustizia che è qualcosa di spirituale, quindi dobbiamo porre l'attenzione su che cosa si intende per giustizia biblicamente.
Anche il brano del vangelo di Matteo che leggeremo ci invita a non avere questa fame: Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete[1]

Salomone

Nello stesso brano che leggeremo tra un po', Gesù cita un personaggio biblico famoso in Israele, ed anche oggi è ancora tra i più famosi dei personaggi biblici.
Quando che noi pensiamo alla giustizia ci viene in mente Salomone:
Il re Salomone fu più grande, per ricchezza e sapienza, di tutti i re della terra.
Tutta la terra cercava il volto di Salomone, per ascoltare la sapienza che Dio aveva messo nel suo cuore.[2]

E ancora:
Dio concesse a Salomone sapienza e intelligenza molto grandi e una mente vasta come la sabbia] che è sulla spiaggia del mare. La sapienza di Salomone superava la sapienza di tutti gli orientali e tutta la sapienza dell’Egitto.[3]

Salomone era un re saggio e amministrava con saggezza e dava dei giudizi saggi; ricordate il caso delle due donne o meglio delle due prostitute che reclamavano il diritto di essere madre di un bambino vivo e lui per scoprire chi fosse la vera madre propose di tagliare in due il bambino.
Salomone era un saggio perché chiese a Dio la saggezza per governare.
Però la scrittura non ci dice che Salomone fosse un giusto, anche se i suoi giudizi erano buoni giusti, corretti, ed anche ispirati da Dio, ma giudizi umani, questo non fece del re Salomone un uomo giusto.
Infatti, Gesù ci dice di Salomone: Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.[4]
La scrittura ci parla di un'altra persona e ci dice che era giusto, una persona che non parla mai, non ha mai emesso nessuna sentenza o un saggio giudizio, la scrittura ci parla di lui e lui non dice una parola, agisce nel silenzio.
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto[5]
Parliamo di Giuseppe, il marito di Maria il padre di Gesù, la scrittura ci dice che lui erano un uomo giusto.

Le scelte

Quando noi dobbiamo fare delle scelte abbiamo due possibilità, una corretta e una non corretta
Molte volte quello che noi pensiamo essere corretto per molti non lo è e quello che per noi pensiamo essere scorretto per molti è corretto, sono i paradossi della giustizia umana.
Ma noi cristiani abbiamo già un metodo di scelta che ci guida che è umano, quello di rigettare il male a priori e di scegliere il bene.
Quando un cristiano si trova davanti ad una scelta, la sua scelta non è fra bene o male, corretto o non corretto ma è sempre tra bene e bene, ossia fare la scelta che genera più bene, in quanto il male è stato già rigettato e non può essere più un'opzione di scelta.
Ma per coloro che vogliono seguire il Signore esiste un'altra opzione di scelta, ed è il la scelta di Dio, della sua volontà o giustizia.
Quindi noi abbiamo come cristiani la scelta umana fra bene e bene o ciò che Dio propone a noi, ossia la soluzione di Dio, il giudizio di Dio.

La santità

Quindi nella scrittura, il giusto, non è colui che emette dei giusti giudizi nell’ottica umana ma colui che fa la volontà di Dio, chi cerca nella sua vita la volontà di Dio e questo è sempre un cammino di santità.
Nel levitico all'inizio del capitolo 19, quando Dio attraverso Mosè, dà un elenco di norme di vita mette a cappello di tutto una frase:
«Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.”[6]

La santità è la cosa che Dio vuole da ognuno di noi, nessuno escluso, non ha chiamato qualcuno ad essere santo ed altri no, ha chiamato tutti alla santità,
Dio non vuole da noi che siamo semplicemente un medico, un avvocato, un insegnante, un operaio, o semplici casalinghe, Dio, da ognuno di noi vuole sia un santo medico, un santo avvocato, un santo operaio, un santo insegnante o una santa casalinga.
La santità non è una cosa impossibile, essa è, alla portata di mano di ognuno di noi, ed è semplicemente rigettare il male e ricercare il bene, che è la volontà di Dio.
Sì, la santità e la condizione “sine qua non” di entrare in paradiso, vuol dire che non è una cosa impossibile per tutti noi, altrimenti di Dio ci mette limiti invalicabili e non sarebbe più un Dio giusto ma ingiusto, ma Dio è un Dio giusto,


La scelta di Giuseppe

Quando Giuseppe il giusto si trovò davanti a quella bambina, che sarebbe dovuta divenire sua moglie, che gli diceva di aspettare un bambino e non sapeva chi fosse il padre pensò ti fare una cosa giusta.
Da una parte c'era un pensiero, che non portava bene, ossia rifiutarla pubblicamente.
Avrebbe dovuto mettere in piazza un ipotetico tradimento di Maria con un uomo, e Ella rischiava di essere linciata pubblicamente sulla piazza, o di essere messa ai margini della società e di non avere più una vita sociale e forse qualcuno del entourage di Giuseppe che gli consigliava di fare così.
L'opzione a questo rifiuto pubblico, c'era il rifiuto privato, meno doloroso. Giuseppe poteva dire ai sacerdoti del tempio, in privato, questa fanciulla non fa per me, poi i sacerdoti in un modo nell'altro gli avrebbero dato una nuova verginità probabilmente mandandola in un paese lontano a partorire, il figlio veniva dato o abbandonato chissà dove e lei tornava dopo un lungo viaggio pronta per un nuovo marito, oppure avrebbero cercato l'uomo responsabile della gravidanza costringendolo a un matrimonio forzato oppure chissà cosa altro…

Ma Giuseppe davanti a questa fanciulla che racconta una storia incredibile di un Angelo che gli ha fatto visita e che gli aveva annunciato la sua gravidanza e che Lei avrebbe generato il figlio dell’Altissimo si pone la domanda e la pone a Dio: “chi è questa bambina, Signore che cosa devo fare?”
Giuseppe farà un sogno rivelatore e decide contro il parere del suo entourage, dei suoi parenti e amici che lo consigliavano sicuramente di rinunciare al matrimonio, di sposare Maria e diventare il suo custode. Questa è la terza via.

Giuseppe è uomo giusto perché, fa la volontà di Dio, tutti noi siamo chiamati a fare la volontà di Dio e come dicevo non è difficile bisogna solo che il bene regni nella nostra vita.
Facciamo risuonare le parole del vangelo che leggeremo fra un po': Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Chiusura

Chiudo con le parole con cui San Paolo chiude la sua lettera ai cristiani di Filippi:
In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.[7]
Quindi tutti noi dobbiamo divenire affamati e assetati della giustizia ossia della ricerca della volontà di Dio, una ricerca della santità.
Il salmo che leggeremo inizia con queste parole:

Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Allora non ci resta che avere quella fame che hanno i personaggi che ho descritto all’inizio... avere una fame e una sete:
insaziabile,
    tormentante,
        vorace,
            avida,
                ghiotta,
                    smodata,
                        sproporzionata,
                                della giustizia del regno di Dio, della volontà di Dio.

Preghiera:



Signore Gesù,
mio amato e mio tutto,
mia fonte di gioia e di speranza
tu
che mi hai chiamato a te chiamandomi amico,
eccomi,
sono davanti a te
con le mie mani vuote,
con il mio cuore ansioso di ricevere il tuo Amore.

Tu…. che scrivi dritto sulle nostre righe storte,
Tu… che tracci nuove strade nel deserto,
Tu… che sconvolgi con la tua parola i miei pensieri,
insegnami oggi
a conoscere i tuoi pensieri
a camminare nelle tue vie.
Guidami,
verso una vera conversione del cuore e della mente.

Manda il tuo Santo Spirito
nella mia vita
e fai di me un uomo
assetato e affamato di giustizia,
affamato e assetato della tua volontà.

Amen.










[1] Matteo 6, 1
[2] 1 Re 10,23-24;
[3] 1 Re 5,9-10;
[4] Matteo 6, 29
[5] Mt 1, 19
[6] Lev 19.2
[7] Fil 4, 8

martedì 5 ottobre 2021

"Beati i poveri di spirito”

( Catechesi tenuta alla Parrocchia Suor Faustina Kowalska - 29/09/2021)


Continua questa nostra meditazione sulle Beatitudini per le quali è stato scelto come traccia le riflessione o catechesi di Papa Francesco.


Le riflessioni di Papa Francesco si basano sulle beatitudini che elenca Matteo, che non sono le uniche presenti nel Nuovo Testamento anche Luca ne dà un elenco.

Matteo colloca, le beatitudini all'interno o meglio all’inizio del grande discorso che Gesù tiene su un monte, mentre Luca ci dice che Gesù sceso dalla montagna e arrivato in luogo pianeggiante trovò una moltitudine di persone che lo aspettava, perché volevano essere guariti, sanati o liberati da spiriti immondi e qui Lui inizia un lungo discorso nel quale ci sono citate anche le beatitudini lucane.

Questa differenza di luoghi ci porta ad una considerazione di come Gesù teneva spesso discorsi, alle folle che andavano da lui, in cui Lui parlava dell’amore del Padre, del regno dei cieli, della retta via, dell’importanza di seguire i comandamenti, di essere fedeli alla legge ed in questi discorsi lui parlava principalmente delle beatitudini

Quindi non ci fu una sola volta ma furono tante le volte che Gesù parlò delle beatitudini perché… il compito primario di Gesù era annunciare il Regno dei cieli, annunciare la buona novella, il fare i miracoli, le guarigioni, le liberazioni erano effetti collaterali, erano cose secondarie che servivano solo a dimostrare che lui veniva da Dio perché erano cose che solo Dio poteva fare.

28 Beatitudini

Matteo cita 8 beatitudini, invece Luca ne cita solo quattro, ma i due elenchi sono diversi e complementari.

Le beatitudini di Matteo hanno un indirizzo o una dimensione più spirituale mentre quelle lucane sono più materiali, più sociali, però i due elenchi non sono esaustivi ci sono ben altre 14 beatitudini sparse in tutto il Nuovo Testamento, in totale possiamo dire che abbiamo 28 beatitudine in totale.

Purtroppo, molte di queste beatitudine sparse qua e là nei vari libri se ne parla poco e si dà loro poca importanza dovrebbero avere più anche perché vivere le beatitudini è una condizione “sine qua non” per accedere al Regno dei cieli.

Quando Jaweh dà comandamenti a Mose, da portare popolo inizia così il discorso:

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. 5 Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. 6 Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; 7 li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. 8 Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi 9 e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.



Se i 10 comandamenti, sono per il popolo ebraico il fondamento della loro religione, del loro essere popolo, del loro cammino essi hanno il compito di impararli a memoria e per non dimenticarli di arrivare a scriverli anche sulla porta i casa, le beatitudini dovrebbero essere il nostro programma di vita cristiana, dovrebbero avere un ruolo fondamentale nella vita di ogni cristiano.

Dovremmo scriverli anche noi da qualche parte in modo visibile, in un quadro o sulle porte di casa, in modo che possiamo continuamente ricordarcele e poterle realizzare e vivere nella nostra vita.

Non esiste un ritorno a casa alla casa del Padre senza la realizzazione delle beatitudini nella nostra vita e da esse che nasce tutto il nostro “essere cristiano” sia la vita spirituale che le necessità delle opere buone materiali.


Genesi

Prima di parlare della prima beatitudine voglio per un attimo fare una riflessione sulle due letture che mi sono state date negli appunti per questa riflessione.

La prima è tratta dalla Genesi (capitolo due)

Nei primi due capitoli della Genesi, che sono i primi due dell’intera Bibbia l’autore 5000 anni fa osserva l'universo e ci parla della sua creazione e ce ne parli una maniera poetica ma veramente curiosa

A quel tempo l'uomo non aveva la dimensione la misura del tempo come ne abbiamo noi oggi, quindi quando dice Dio fece le cose in un “giorno” non intende 24 ore ma intende un certo lasso di tempo immisurabile e quindi lui dice in un tempo Dio separò la luce dalle tenebre, in un tempo separo le terre delle acque, in un tempo, in un tempo fino arrivare all'ultimo tempo o giorno in cui creò l'uomo e lo mise a custode del suo giardino.[1]

Ci dice l'autore della Genesi che Dio la sera scendeva a parlare con la Adamo nella brezza della sera e io oso immaginare che Lui passeggiava nel giardino sottobraccio ad Adamo, e di cosa parlavano?

Dio scendeva e domandava ad d'Adamo: com'è andato oggi

E Adamo gli faceva il resoconto della giornata

le pecorelle hanno partorito e anche i conigli solo che adesso sono così tanti che non so più dove metterli.

l'elefante per sbaglio ha calpestato il coccodrillo che adesso rimasto piatto

il koala ha deciso di nutrirsi solo di eucalipto

poi che è nato per sbaglio un animale che non so come sia successo ma è un miscuglio di tanti animali ed io l'ho chiamato ornitorinco

il bradipo è sempre più pigro non ne vuol sapere di muoversi dal suo ramo

e Le Iene ridono tutta la notte e non mi fanno chiudere occhio

Che meraviglia Dio passeggia con l'uomo nel giardino ma poi …arriva il disastro.

Un giorno molto prima della nascita dell'uomo, c era un arcangelo che passava il tempo con i suoi amici angeli, si dice ed erano circa una miriade, si dice anche che era un arcangelo tra i più belli, se no addirittura il più egli si alzo e osò dire : “io sono Dio”

C'era un arcangelo che era un po’ distratto sentendo quelle parole e si è alzò e disse: “chi ha detto io sono Dio?”

Tra l arcangelo che disse io sono Dio e l’arcangelo distratto nacque una baruffa, anche molto rumorosa perché della miriadi di angeli presenti qualcuno prese le parti di uno e altri dell’altro, il rumore attiro l'attenzione di Dio s’informo dei fatti e si dice che non la prese bene e scacciò dalla sua presenza colui che superbamente si era innalzato a dicendo: “io sono Dio”

Questo è stato precipitato non so dove ma lontano da Dio

Questo essere, di cui non faccio il nome, ma come lo definì Paolo VI in celebre discorso è un essere pervertito e pervertitore, è geloso dell’uomo ed è sempre impegnato in una cosa perfida: corrompere il cuore dell'uomo come fece con Adamo e il suo scopo e rompere quell'armonia che c'era tra l'uomo e Dio.

La superbia nel cuore nel quell’arcangelo lo fece precipitare lontano da Dio, ed è lo stesso peccato che entro nel cuore di Adamo quando il serpente gli disse: se mangerete sarete come Dio.. e lui mangio della mela.

Ecco il desiderio della creature essere il creatore, per questo peccato Adamo fu cacciato dal paradiso, un peccato di superbia-

Perché ascoltò colui che da sempre corrompe il cuore degli uomini e che gli dice perché non mangi della mela, se tu la mangi diventerai come Dio, la superbia del diavolo entra come un virus mortale nel cuore dell'uomo ed è il peccato di superbia che ci allontana da Dio.



Le tentazioni nel deserto

La seconda lettura ci porta invece in un altro tempo in un'altra epoca in un altro momento della storia dell’uomo ed è dopo che Gesù ha ricevuto il battesimo e lo Spirito Santo spinge Gesù nel deserto ( bellissima questa cosa) per essere tentato dal diavolo.

Gesù dal diavolo viene tentato nella sua umiltà, il diavolo cerca di inoculare la superbia nel cuore di Gesù.

Lo porta su alto monte: “Ti darò tutto questo potere e la gloria perché a me è stata data e la do a chi voglio se tutti prostrerai in adorazione dinanzi a me sarà tutto tuo” gli dice il diavolo

Ecco ti faccio padrone del mondo ma Gesù dice: “no grazie” perché io adoro soltanto il padre”



Poi il diavolo affonda il suo morso e lo tenta ancora nella sua umiltà, lo porta sul pinnacolo del tempio per gli dice: “gettati da qui e i tuoi angeli verranno a soccorrerti”

ma Gesù gli dirà: “non mettere la prova il signore Dio tuo”

E quest’ultima tentazione non avviene questo in un posto recondito, nascosto o del deserto ma avviene sul pinnacolo del tempio, nel punto più alto della città dove tutti lo possono vedere, dove facilmente Gesù può mostrare gratuitamente la sua potenza e tutta la gloria del Padre, ma Gesù dice NO rinuncia al potere e alla gloria per vivere come il servo di Yahweh.

L'uomo ha rinunciato al suo privilegio di essere in confidenza con Dio, di essere signore del suo giardino di Do e paradossalmente lo consegna nelle mani di ha la presunzione di sentirsi Dio e perché anche Adamo aveva l illusione di diventare Dio.

E la superbia che ci acceca il cuore, ci offusca la mente e ci fa credere di essere onnipotenti, di essere dio, in realtà siamo solo creature fallibili, fragili, indifesi.

Due passi legati fra loro da una parte abbiamo l'uomo che rinuncia per superbia perché pensa che mangiando la mela diventerà come Dio il desiderio di essere qualcosa di più di quello che è, dall'altra parte abbiamo colui che ha avuto la presunzione di dichiararsi Dio. Sono uniti dallo stesso epilogo tutti e due sono fuori dal grande giardino, fuori la presenza di Dio, ma l’uomo a differenza dell’altro ha un'altra possibilità di tornare alla presenza di Dio e Gesù ci dice che c'è una via per tornare alla casa del Padre che non passa per la superbia.



BEATI I POVERI IN SPIRITO

Come abbiamo già detto Luca, è un gentile (non ebreo) cresciuto nella cultura ellenica-romana ed è un medico e da un interpretazione più sociale, più materiale della beatitudine infatti scrive “beati i poveri” diversamente da Matteo che è un ebreo e scrive il suo Vangelo per gli ebrei e gli dà un taglio più spirituale infatti dice : beati i poveri in spirito,

Lui pone questa beatitudine prettamente sul piano spirituale-

Quante volte noi diciamo di qualcuno è pieno di boria, è pieno di se, è pieno di superbia di arroganza ecco queste sono ricchezze dello spirito umano mentre Matteo ci invita a svuotarci di queste ricchezze umane o terrene per riempirci della vera ricchezza quella che viene da Dio

Essere “poveri di spirito” vuol dire essere bisognosi davanti a Dio, non bisognosi di cose materiali ma di quella sapienza che viene dall'alto, bisognosi di Dio, dello Spirito Santo.

ci dice Giacomo nella sua lettera :
e se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. Non è questa la Sapienza che viene dall'alto; e terrestre materiale e diabolica perché dove c'è gelosia e spirito di contesa c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece La Sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti imparziale e sincera. (Gc 3.15ss)

Giacomo ci dice quindi, che esiste una sapienza terrena che a volte è anche diabolica ed esiste una Sapienza divina che scende dall'alto e tutte e due non possono coesistere in una stessa persona o predomina una o predomina l'altra e noi dobbiamo e possiamo scegliere quale Sapienza deve regnare nel nostro cuore e nella nostra mente.

E se vogliamo essere ripieni della Sapienza che viene dall'alto ci dobbiamo svuotare della sapienza che viene della terra



Condizione primaria

E per noi oggi “beati voi poveri di spirito”

questa è la condizione iniziale di tutto il discorso sulle Beatitudini

Non è un caso che all'inizio del grande discorso della montagna Gesù inizia con “beati i poveri di spirito” e poi segue tutto il resto

Se il primo comandamento: ascolta Israele io sono il signore tuo Dio” regge tutti gli 9 comandamenti che non avrebbero senso se non ci fosse il primo comandamento tutti gli altri sarebbero delle norme di vita ma è proprio l'esistenza del primo comandamento: “Io sono il signore Dio tuo” che tiene in vita gli altri 9 comandamenti e gli un senso specifico.

Così questa beatitudine posta per prima regge tutti le altre perché lo svuotarsi della sapienza umana ci permette di riempirci della Sapienza divina.

Tutte le altre beatitudini hanno un senso se precedute dalla prima, come è scritto nel libro della Sapienza: Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto. [2]



Concludo con le parole della lettera di Giacomo:.
Fino alla gelosia ti ama lo spirito che gli ha fatto abitare in noi.
Anzi ci concede la grazia più grande per questo dice:
Dio resiste ai superbi agli umili invece dà la sua grazia
sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi.[3]


Vorrei adesso vorrei adesso pregare con voi con voi per tutti noi.





Signore Gesù
mio amato Gesù
mia forza, mia gioia
mia misericordia
mio amico
tu sei il principio e la fine di tutti i nostri pensieri
di tutte le nostre azioni
di tutto il nostro essere
ti prego di riversare il tuo Spirito Santo
su di noi riuniti in questa santa assemblea
su di noi che siamo riuniti nel tuo nome.

Signore
manda il tuo spirito a sbriciolare i muri del nostro cuore
muri che noi abbiamo creato
con la nostra sapienza umana
che ci impediscono di vivere della tua sapienza.

Signore
riempi il nostro cuore della tua sapienza
Signore ti chiediamo di mandare il tuo Spirito Santo
a conquistare i nostri cuori
a cambiare i nostri cuori
e agire nei nostri cuori
affinché possiamo rinunciare
alla cultura, alla mentalità di questo mondo
per appartenere totalmente a te già qui sulla terra

Benedetto sei tu Signore
Benedetto è il tuo Nome
Benedetto è il tuo Santo Spirito
Amen


note

[1] Curiosamente la descrizione ricalca in grandi linee la teoria del Bing bang elaborata da un sacerdote Gesuita belga Georges Edouard Lemaître come è curiosa che una certa parte scientifica fu ostica a questa teoria perché elaborata da un sacerdote.


[2] Sapienza 6,25


[3] Giaco 4,6ss

sabato 18 settembre 2021

la casa di Francesco

 Era l'ottobre del 2020.

Oggi giorno abbiamo interi quartieri, forse città, composte da tuguri dove la gente e costretta a viverci, mentre Francesco andò ad abitare di sua scelta in una casa in aperta campagna, ma era sempre una casa in pietra mentre noi oggi abbiamo milioni di persone che vivono in tuguri improvvisati fatti di lamiera, di cartone, di legno di scarto trovato chissà dove.
Si respirava aria di tornare a vivere dopo i mesi di chiusura per il covid e così si organizzò una cena con nostri amici a Perugia o meglio ad Assisi in casa di Pietro.
Appuntamento a Rivotorto, vicino ad Assisi dove abita Pietro e l’appuntamento era in particolare alla chiesa dov'è conservata la casa in pietra che ospitò Francesco agli inizi del suo cammino di santità.
È passato quasi un anno da quella sera e oggi sono tornato a guardare le foto che feci in quell'occasione, in particolare alla chiesa e ciò che in essa è conservato e mi sono accorto di non ricordarmi il nome della chiesa, così decido di fare una ricerca in rete e scrivo "casa di Francesco".
Navigo un po' e scopro che la chiesa conserva il “sacro tugurio” :
Perché sacro?
Perché ha ospitato Francesco?
Cosa c'è di sacro in un tugurio?

Per quei tempi in fondo non era molto un tugurio, sicuramente altri avevano case molto peggiori del tugurio, molta gente abitava in capanne, in grotte o in luoghi di ricovero per animali.
Ma chi aveva l'acqua in casa nel 1200?
Chi aveva i servizi igienici?
A chi arrivava l'elettricità in casa? ( Ops non esisteva all'epoca)

La casa paragonata ai tempi di Francesco non era poi un tugurio tanto malandato certo non avevano materassi ma sicuramente avevano della paglia o delle foglie come si usava all’occasione in quei tempi, e come era in uso in molte case, non avevano tavoli e sedie ma forse si, un tavolo con quattro assi e uno sgabello si fa tranquillamente

Case come quella chiamata “tugurio”, fatte di sola pietra senza calce, erano sparse in tutta Italia, dai tholos della Majella ai trulli della Puglia, dai caciara (appenninici) al cabburro (siciliani), anzi avere una casa in pietra poteva essere per quei tempi anche un segno di agiatezza
Certo se vediamo questa costruzione con gli occhi di oggi vediamo un tugurio senza acqua, servizi igienici, riscaldamenti, elettricità ma se noi la vediamo con gli occhi di ieri non era un vero tugurio anzi era una casa discreta.
Chiamare questa costruzione sacro tugurio mi sembra un offesa la povertà.

Oggi milioni di messicani, di kenioti, di egiziani vivono in abitazioni improvvisate e farebbero volentieri a cambio con il tugurio di Francesco.
Ci sono qualcosa come oltre 50 milioni di persone (tra bambini donne uomini) che vivono obbligatoriamente in tuguri ai margini delle grandi città in condizioni di estrema povertà, di indigenza e non per loro scelta.
Milioni di persone vivono in questi agglomerati di tuguri che hanno nomi diversi
da bidonville a slum
da favelas a baraccopoli
poi ci sono i tugurius in peruviani e i mabanda in Africa orientale.
Il termine per me più poetico è Gegekondu (Turchia) che vuol dire “costruito in una notte”, che mi ricorda quello che succedeva a Roma negli anni 50-70 quando si costruivano baracche o catapecchie nelle periferie e questi agglomerati prendevano il nome di borghetti, la figlia della mia vicina casa di quando ero ragazzo, aveva una baracca in un borghetto e spesso andavamo a trovarla; la baracca era quatto mura, un letto matrimoniale e una stufa in un angolo per cucinare.
Di queste baracche costruite in una notte, Roma ne era piena, di queste baraccopoli, queste case/baracche spuntavano all’improvviso; nel film di Vittorio De Sica, “Il tetto”, il regista ci racconta proprio la storia di una giovane coppia che deve costruire una baracca in una notte e come ci riuscirà.
Se guardiamo la casa di Francesco, che era una casa decente per quei tempi e anche per molti abitanti di questo pianeta, forse guardando gli odierni tuguri insalubri, gelidi, sporchi paragonandoli con la casa di Francesco credo che non lo dovremmo più chiamarlo tugurio, ma semplicemente CASA .

martedì 14 settembre 2021

Bandiere viola alla finestra

 

Quanta gente passa distrattamente su via Andersen, diciamo migliaia ?

Si migliaia, correndo su questa strada che è una via di quartiere, ma che è anche l 'univa via d'accesso al GRA per tutti coloro da Primavalle, Torrevecchia, Balduina, Gemelli devono prendere il raccordo.

Migliaia di automobilisti che incuranti che questa strada attraversa un quartiere la percorrono a velocità sostenuta.
Non sono bastati i morti per prendere delle precauzioni per scoraggiare la corsa degli automobilisti di passaggio.

Chissà quanti di provetti corridori di gran premi hanno notato i drappi rosa violacei appesi alle finestre e ai balconi.
Questi drappi sono l'urlo di dolore di decine di persone che hanno messo la loro faccia esponendo un drappo violaceo di risolvere
Chi passa non nota cosa nascondono quelle anonime case gialle parzialmente nascoste da tigli invadenti i cui rami arrivano ad entrare attraverso le finestre nelle case , le cui fronde nelle sere d'estate oscurano la luce dei lampioni rendendo buia la strada.
Sono anni che si chiede di risolvere il problema dei tigli.
Loro, i piloti di formula uno di Via Andersen non notano molte cose, come la monnezza abbandonata vicino a cassonetti, ma la gente che abita qui vede bene.. vede bene come decine di persone si fermano a scaricare i loro rifiuti nei cassonetti rendendo insufficiente il loro numero per la popolazione locale... vede bene come alcuni neanche si fermano e si impegnano nel nuovo sport : il getta la monnezza al volo.

Ma l' abbandono dell'amministrazione non è solo nella monnezza abbandonata vicini ai cassonetti, in una strada divenuta un autostrada cittadina, in alberi non curati... c'è molto di più.
Ci sono case abbandonate senza manutenzione, con la pioggia che filtra dai tetti, tubazione rotte che rilasciano i liquidi nei muri, giardini condominiali abbandonati dove alberi mai potati sono un rischio per le poche persone che possono frequentare i spazi comuni.

Nell'abbandono ci sono disabili chiusi in casa, perché è stato impossibile avere un ascensore o perché dove vi sono ,sono sempre guasti e anche fuori norma.
Anziani abbandonati in casa, alla loro solitudine dell'età, dimenticati da parenti e dall'amministrazione che non ha creato centri d'aggregazione, di incontro ... di vita, e neanche la parrocchia offre più questi servizio sociale.
I giovani abbandonati alla strada, alla ricerca di quel modello con cui confrontarsi...
ecco il grido di dolore...

noi ci siamo, siamo ancora vivi, abbiamo ancora speranza.. per noi e per i nostri figli

venerdì 20 agosto 2021

Il Sogno di Dio

Due sono i modi di vivere un aspetto del cristianesimo:

vivere il sogno mio
vivere il sogno di Dio

La differenza sembra essere una sola consonante
 ( M o D) ma non è così, le differenze sono profondamente diverse.

Sono due strade opposte.

Vivere il sogno “mio” vuol dire attivarsi per realizzare qualcosa che ho:
nel cuore
nella mente
nel fegato

Realizzare il proprio sogno vuol dire realizzare qualcosa che è “MIO”, in cui al centro ci sono io,
io sono il fine ultimo di tutto
io sono all'inizio la fine di ogni azione

di ogni pensiero
di ogni compromesso
di ogni studio… progetto… riposo…. fatica

Realizzare il mio progetto vuol dire mettere in funzione tutte le mie energie e sinergie. per realizzare il mio sogno.

Ad esempio:
se voglio diventare un professionista…un architetto, o un medico o altro dovrò
studiare,
  • informarmi,
    frequentare luoghi adatti dove iniziare la dura gavetta che porta poi al successo finale.

    Per raggiungere il proprio sogno bisogna: studiare, impegnarsi, faticare, rinunciare, fare delle scelte che a volte costano.
    Tutto questo è la base per diventare un buon professionista.

    Per diventare il migliore è un'altra storia… ci vuole una base personale che ci metta in condizioni di emergere fra i tanti che fanno la nostra stessa professione.
    Per diventare il numero uno ci vuole quel dono di natura che non dipende da noi che fa di noi quasi un predestinato, ma senza fatica, sudore, studio, abnegazione, sacrificio, rinuncia in vetta non si arriva.

    Poi c'è il sogno di Dio.
    Tutti sappiamo come i nostri genitori hanno dei sogni su di noi.
    Come nostra madre o nostro padre ci sognano o cosa sognano per noi.
    Chi ci vede medico, chi ci vedi avvocato, che imprenditore prendere le redini della azienda di famiglia.

    Le madri sognano le figlie diventare madri e cosi loro possono così avere tra le braccia nipotini da cullare.
    Quanti genitori rimangono delusi, amareggiati, frustrati quando i loro sogni non collimano con quello dei figli.

    Anche Dio come un buon padre ha dei sogni per noi.
    Dio ci sogna santi ci vuole santi.
    Ed egli che ci conosce sogna per noi le cose che ci aiutano per diventare santi
    Ma non santi generici ma santi speciali unici.

    Dio mette nel nostro cuore il suo sogno e ci dà tutti gli strumenti per realizzare il nostro sogno.
    Il nostro sogno è quello di Dio sono la stessa cosa.

    Il sogno di Dio per noi non è lontano dal sogno che abbiamo noi per noi stessi.
    Se Dio ci ha donato delle facoltà, dei carismi, una grazia particolare non sono per essere messi in un cassetto e realizzare altro, sono i mezzi che lui ci dà che sono necessari il nostro cammino di santità.

    Ad esempio: sentiamo in noi il desiderio di diventare un buon medico e scopriamo di avere la capacità per diventare un buon medico ecco che la vita è tracciata ma serve il nostro contributo per il realizzare i il sogno di Dio per noi.


    Dio non ci traccerebbe mai una via,
    un obiettivo che non sia alla nostra portata,
    che non sia a portata della nostra mano

    Dio ci ama e non farebbe mai nulla che non ci porti felicità, pace e gioia nella nostra vita.

    Sognare il sogno di Dio è un nostro compito, un nostro dovere.
    Siamo nati realizzare il sogno di Dio in noi.




      Scegliere

       

      La vita cristiana non è una scelta tra bene e male.

      Non è domandarsi se devo fare il bene o il male.

      Ma è una scelta tra bene e bene è un domandarsi come fare meglio il meglio il bene.

      Il Male e il desiderio di fare il male lo abbiamo rigettato quando decidemmo di seguire Gesù.


      Se ci troviamo ancora a scegliere tra bene e male forse il nostro seguire Gesù.. non è molto coerente.


      Scegliere tra bene e bene è la vita del cristiano.

      giovedì 19 agosto 2021

      torna a casa Fratello mio


       


      Il figlio, insoddisfatto del suo benessere, se ne va in cerca di qualcosa che non c’è.

      La nostra società è composta di tanti figli insoddisfatti del loro benessere ed eccoli andare in cerca di cose che non ci sono al di fuori del loro benessere.

      Eccoli fuggire verso paradisi artificiali, alla ricerca dello sballo, del sesso senza amore ed economico, dell’euforia collettiva, di emozioni trasgressive e al limite delle capacità atletiche umane.

      Poi viene il giorno della coscienza…
      Chi ha lo forza di tornare o solo di pensare avevo una casa… si ritrova tra le braccia di un Padre, di un Dio misericordioso.

      Torna a casa….. fratello mio

      Fratelli

      Passano gli anni

      Tanti

      Ognuno di noi ha percorso la sua strada 
      Ci siamo sposati qualcuno anche più volte, abbiamo avuto dei figli e adesso ci culliamo i nostri nipoti, ma non  dimentichiamo in nostro passato, il tempo in cui  abbiamo vissuto come fratelli e siamo rimasti fratelli

      Agosto 2021
      Eccoci riuniti intorno ad un tavolo a ricordare nomi, fatti, aneddoti e canzoni.

      Fratelli
      mi viene in mente la poesia di Ungaretti
      Di che reggimento siete
      fratelli?
      Parola tremante
      nella notte
      Foglia appena nata
      Nell'aria spasimante
      involontaria rivolta
      dell'uomo presente alla sua
      fragilità
      Fratelli

      Chi avrebbe scommesso su  di noi nel lontano 1950 e dintorni.. sulle nostre fragilità, sulle nostre piaghe, sulle nostre membra flaccide, sui nostri muscoli senza forza
      Abbiamo vissuto una vita difficile e per molti di noi bella e interessante.
      Non ci siamo arresi e non ci arrenderemo mai.
      Incontrarci per raccontarci le nostre vittorie, le nostre vite fatte di grandi e piccole soddisfazioni.

      Fratelli di che collegio siete?
      non ha importanza... 
      il bocciolo primaverile non si è arreso alla pioggia e al vento
      ha atteso paziente 
      per mostrare la bellezza del suo fiore 
      e dare frutti 
      i cui semi daranno nuove vite.
      La fragilità è stata la nostra forza