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venerdì 26 maggio 2023

Vai sulla strada per Gaza .. che è deserta


 Umorismo nella Bibbia

Alcuni autori, in particolare un certo Henri Cormier, sottolineano come noi abbiamo un approccio eccessivamente serio da non cogliere le sfumature umoristiche che sono nascoste nella Bibbia e in particolare nei Vangeli
Ma i bambini più ingenui invece riescono a cogliere queste sfumature umoristiche.
Negli anni 80, maestro napoletano di scuola elementare, raccolse in un libro i temi dei suoi alunni, alcuni di questi erano a tema religioso.

C’è uno che mi rimase particolarmente impresso, che vi voglio leggere, il tema è: Qual è il personaggio storico che preferisci?

[…] Un altro personaggio storico che preferisco è la testa di Giovanni Battista. Giovanni Battista non era pazzo come Caligola, però un poco scemo, perché gridava nel deserto dove nessuno poteva ascoltarlo. Lui digiunava sempre, poi, la domenica mangiava bacche, radici e insetti, Quando gli tagliarono la testa la misero in un piatto.


Il bambino che scrive questo tema rimane impressionato da questo personaggio evangelico, ci vede dell’umorismo.


Sulla via...

L’ultima volta vi ho parlato dei discepoli in cammino verso Emmaus, e anche in questo passo qualcuno ci vede un certo umorismo, questo Gesù che sotto mentite spoglie fa il finto tonto con i due discepoli.

Nel passo che andremo ad analizzare oggi, ci vedo anch’io un certo umorismo:
Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta».

Ho sempre trovato curioso questo Filippo, che non è l’Apostolo, ma uno dei sette eletti per gestire la comunità cristiana, però questo si distingue dagli altri sei, per una grande carisma d’evangelizzazione.

Io mi immagino la scena di questo uomo, che prende il suo bastone e la sua bisaccia e parte, qualcuno gli avrà detto: ma dove vai?
e lui avrà risposto: verso Gaza
e l’altro: “cosa fai a fare?”
e Filippo: “Non lo so! Un angelo mi ha detto vai là, anche se ti appare deserta”

il bambino del tema direbbe: “questo Filippo è un poco scemo”

Eppure questo è un passo molto importante in tema di evangelizzazione.



In tanti anni, non ricordo di aver masi sentito una catechesi su questo passo degli Atti degli Apostoli, eppure è molto forte.

Tralascio alcuni aspetti storici di questo brano e mi fermo a sottolineare solo i due personaggi protagonisti di questo episodio.



Filippo

Cosa sappiamo di Filippo?
Filippo, non è uno degli Apostoli, egli è uno dei sette uomini che sono stati scelsi per aiutare i Dodici:

Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. [1]

Sappiamo dunque che era un diacono, scelto per un compito prestigioso, essere d’aiuto agli Apostoli, e poi era un greco, infatti alcuni lo chiamano Filippo il greco, ma viene soprannominato anche evangelista, per non confonderlo con Filippo l’apostolo.

Viene chiamato evangelista, perché svolse un ruolo importante nella diffusione del Vangelo, prima in Samaria, poi con l’eunuco e poi in tutte le città che ha attraversato nel suo viaggio verso Cesarea che sembra essere la sua città d’origine,

Infatti il capitolo 8 degli Atti degli Apostoli, che lo vede protagonista è chiamato da alcuni esegeti “gli Atti di Filippo”.

Filippo si stabilirà a Cesarea, prenderà moglie e avrà 4 figlie, famose per avere tutte un dono o carisma di profezia, e in questa città avrà un ruolo importante nella comunità paragonabile a quella di un odierno vescovo.

Ci racconta Luca, che quando 20 anni dopo l’incontro con l’eunuco, Paolo passerà per la città di Cesarea dormirà nella casa di Filippo.



L’eunuco


L’altro personaggio protagonista di questa storia non ha un nome.
Luca ci dice la sua origine, etiope, e curiosamente non ci dice come si chiamasse, ma solo il suo stato: è un eunuco.
E in poche righe, per ben 5 volte lo chiama: eunuco.

La scrittura ci dice delle cose interessanti su questo personaggio.
Non è un uomo, non è una donna.
È un uomo che ha subito violenza nella sua persona, per quale motivo non c’ è dato saperlo.
Sappiamo che in passato molti uomini sono stati castrati in certe società per i motivi più diversi, in epoca rinascimentali alcuni uomini venivano amputati per le loro voci bianche.

Ad un eunuco con la castrazione:
            viene tolta la sua mascolinità,
            viene tolta la sua virilità,
            viene tolta la sua fertilità.

Ma non solo, in ambiente ebraico gli viene tolto anche il diritto di far parte della comunità dice il Deuteronomio:
Non entrerà nella comunità del Signore chi ha i testicoli schiacciati o il membro mutilato[2]

Questo uomo a motivo della violenza subita, quella di essere reso meno uomo, avrà il compito di essere un funzionario delle regina Candace, che ha il suo regno in Etiopia.

Ci dice Luca, che, questo uomo particolare è un ebreo di religione pur essendo uno straniero; infatti, è salito a Gerusalemme per il culto.

Durante il suo viaggio di ritorno è in possesso di alcuni rotoli della legge.
Non è che i rotoli della legge, si acquistassero al mercato o in qualche negozio o bancarella specializzata.
Nel Tempio di Gerusalemme, che era l’ unico Tempio dove si poteva dare culto a Dio, c’erano gli scribi il cui compito era quello di trascrivere i vari libri della legge.
Gli scribi dovevano fare copie autenticate della Scritture, copie che venivano poi inviate nelle varie sinagoghe.
Quindi l’eunuco, sale a Gerusalemme per rendere culto a Dio, ma è anche inviato dalla corte della Regina per acquisire nuove copie delle scritture.

Quest’uomo è un funzionario dotto, che conosce anche l’ebraico, infatti sfrutterà il tempo morto seduto sul carretto a leggere i vari rotoli della legge che ha acquisito.


L’incontro

Filippo arriva sulla strada e vede passare questo carretto al cui guida c’è un uomo straniero, che ad alta voce legge da un rotolo di pergamena i passi del profeta Isaia e cosa sta leggendo:

Come una pecora egli fu condotto al macello
e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa,
così egli non apre la sua bocca.
Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato,
la sua discendenza chi potrà descriverla?
Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. [3]


Filippo si avvicina e gli dice: capisci cosa leggi?

Ma questo brano non si addice perfettamente all’eunuco?
Non potrebbe dire, come un agnello, perché la sua castrazione deve essere avvenuta quando molto probabilmente era giovane, quando era ancora un agnello, mi hanno portato da un macellaio che mi ha violentato togliendomi il diritto alla discendenza.
La mia mia vita è stata recisa sulla terra.

Filippo sale sul carro si siede accanto a lui e gli dirà: questo uomo è Gesù…
Partendo dalle scritture antiche arriverà a fargli conoscere Gesù

Parallelo dei discepoli di Emmaus

Questo incontro sembra ricalcare l’incontro dei discepoli di Emmaus.
Li abbiamo due discepoli scoraggiati che si stanno allontanando e attraverso l ‘incontro con la Parola lungo la strada scoprono Gesù.
Qui abbiamo un uomo che sta andando lontano da Gerusalemme.
Non sappiamo dei suoi sentimenti, ma è incuriosito da quello che sta leggendo, la parola di Dio.
Filippo come Gesù, si avvicina e spiega a lui il senso delle scritture, e attraverso le sue parole l’eunuco scopre il vero volto delle scritture: svelare Gesù

L’eunuco travolto dalle parole di Filippo, travolto dalla scoperta di quel l’uomo che conosce il soffrire:

Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato. [4]


L’eunuco e un uomo che conosce il dolore fisico e morale, che conosce l’umiliazione e il disprezzo scopre l’amore di Dio nell’incontrare il servo di Jhawe: Gesù.
Questo incontro cambia la sua vita, cambia la sua storia, cambia il suo futuro.
Cosa dirà l’eunuco a Filippo? Cosa devo fare?

Fatti battezzare… e la risposta di Filippo
Accetta la nuova vita che Gesù ti propone.

L’eunuco vedrà una pozza d’acqua… e dice: ecco dell’acqua cosa impedisce di essere battezzato?
Non è l’acqua del Giordano, non è l’acqua di Lourdes, non è l’acqua di una fonte miracolosa, non è l acqua benedetta di una acquasantiera speciale è semplicemente l’acqua di una pozza.. perché quello che conta è solo la fede e il desiderio di essere battezzato, di appartenere a Gesù.

L’ eunuco pieno di gioia, proseguiva la sua strada.
Succede come è scritto in Isaia, per l’eunuco inizia una nuova vita :

Non dica lo straniero che ha aderito al Signore:
«Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!».
Non dica l’eunuco:
«Ecco, io sono un albero secco!».
Poiché così dice il Signore:
«Agli eunuchi che osservano i miei sabati,
preferiscono quello che a me piace
e restano fermi nella mia alleanza,
io concederò nella mia casa
e dentro le mie mura un monumento e un nome
più prezioso che figli e figlie;
darò loro un nome eterno
che non sarà mai cancellato. [5]

Quell’uomo straniero che era salito al monte del Signore, quell’uomo che si sentiva un albero secco senza futuro, quell’uomo che si sentiva escluso dalla comunità ora è accolto da Dio.
Con il Battesimo ricevuto diviene concittadino dei santi, non è più un escluso ma è membro della Chiesa, non è più un albero secco, lui che era sterile diviene fertile da divenire padre di una moltitudine: i cristiani d’ Etiopia.

Quell’eunuco, quel funzionario della regina Candace è il primo cristiano d’Africa.
È colui che porta il cristianesimo in terra d’Etiopia.




Attualizzare il passo

Possiamo attualizzare questo passo per noi in tre punti.

Il primo è :
Che l’evangelizzazione non è frutto di progetti umani … ma dell’azione dello Spirito Santo.
E lui che guida i passi degli evangelizzatori, come in questo passo con Filippo.
Molte volte seguire le vie delle Spirito vuol dire: “essere un poco scemi”.. come ci direbbe quel bambino napoletano del tema dell’inizio.
Non sempre le vie dello Spirito sono subito comprensibili, ci vuole il coraggio “dell’innamorato” per fare certe cose …irrazionali.
Diceva il sacerdote[6] messicano domenica durante l’Omelia: dobbiamo portare il vangelo dove non c’è, dove sembra che ci sia il deserto”.
Ed è quello che ha fatto Filippo è andato dove sembrava fosse deserto, dove agli occhi degli uomini non c’era nulla, invece c’era un uomo che aveva bisogno di conoscere Gesù.


Il secondo è :
L’ annuncio del Vangelo non è prerogativa di una certa categoria di persone.
Gli apostoli non sono i soli annunciatori, essi sono i garanti dell’annuncio; infatti, nel passo che riguarda ciò che fece Filippo in Samaria, noi leggiamo che gli Apostoli scendono in Samaria a controllare e verificare ciò che è stato annunciato.
Gli Apostoli sono i garanti del Vangelo, ma la diffusione avviene per opera di tanta altra gente.
Filippo annuncerà il vangelo all’Eunuco e questi porterà l’annuncio agli ebrei dell’Etiopia.
Nelle sue predicazioni apostoliche a papa Francesco, Il Card. Cantalamessa ebbe a dire:
Qui si vede la necessità di fare sempre più assegnamento sui laici, uomini e donne, per l’evangelizzazione. Essi sono più inseriti nelle maglie della vita in cui si realizzano di solito quelle circostanze. Anche per la scarsità del numero, a noi del clero riesce più facile essere pastori che pescatori di anime: più facile pascere con la parola e i sacramenti quelli che vengono in Chiesa, che andare in alto mare a pescare i lontani. I laici possono supplirci nel compito di pescatori. Molti di essi hanno scoperto cosa significa conoscere un Gesù vivo e sono ansiosi a condividere con altri la loro scoperta.[7]
Tutti noi, dobbiamo, possiamo, vogliamo essere annunciatori del Vangelo.


Terzo è:
Dio ha nel cuore tutti, non solo quelli che stanno dentro un certo recinto, ma anche coloro che sono fuori.
L’ azione dello Spirito spinge Filippo verso i credenti della Samaria, per riportarli dentro al recinto e in quel recinto c’è posto anche per popolo di credenti che sono in terre lontane da Gerusalemme, come i credenti e devoti dell’ Etiopia.
In Gesù, nello Spirito non ci possono essere divisioni.
Di nessun genere.
Quanta divisione c’è oggi all’interno della Chiesa
C’è una divisone visibile e c’è una sottile e invisibile che è molto più perniciosa e pericolosa.
Non basta pregare per l’unita, nel nostro piccolo bisogna gettare ponti di unità.
Allungare la nostra mano verso l’altro.
Come sentii dire a Don Fabio Rosini, in una sua catechesi, l’unità è più importante delle nostre ragioni, e molte volte bisogna mettere da parte le nostre ragioni per il bene dell’unità.


Quarto è ultimo:
Dio non vede quello che vediamo noi.
Dio vede il cuore e non l’aspetto fisico.
Non gli interessa di quello che siamo nell’aspetto ma solo di ciò che c’è nel nostro cuore… come è stato per l’eunuco.
Dio si lascia trovare da chiunque lo cerca… ma dobbiamo avere il coraggio… di fare una scelta decisa e rivoluzionaria nella nostra vita
… ecco dell’acqua battezzami
… imponimi le mani e chiedi per me Lo Spirito Santo

Quando Dio entra nella nostra storia… la nostra storia cambia.
Tutti noi cessiamo di essere stranieri.
Tutti noi cessiamo di essere esclusi.
Tutti cessiamo di essere sterili
ossia
Tutti noi diventiamo connazionali.
Tutti noi diventiamo inclusi.
Tutti noi diventiamo fecondi.








[1] Atti degli Apostoli 6.3-5
[2] Dt 23,2
[3] Isaia 53.7
[4] Isaia 53, 10
[5] Isaia 56,3ss
[6] Sacerdote che ha celebrato la messa della domenica nella mia parrocchia.
[7] Raniero Cantalamessa; Seconda predica quaresimale; 10 marzo 2013

Non ci ardeva forse il cuore



Eravamo rimasti che i due discepoli con lo sconosciuto incontrato lungo la strada, sono arrivati a destinazione, nel villaggio di Emmaus.
Non sappiamo se la loro destinazione fosse la casa di Cleofa o dell'altro discepolo senza nome o forse nella casa di qualche loro parente, anche se qualcuno azzarda la destinazione fosse una locanda.

La scrittura ci dice solamente che sono giunti nei pressi del pese e che era l'ora di cena.


Riassunto
Facciamo un breve riassunto di ciò che ci siamo detti quasi un mese fa.
Siamo nel giorno di Pasqua, il primo giorno dopo il sabato.
I due discepoli scoraggiati,
        amareggiati,
            delusi,
hanno lasciato Gerusalemme e si stanno recando nel villaggio di Emmaus forse la residenza di uno dei due discepoli.

Nei giorni precedenti a Gerusalemme sono successi dei fatti eclatanti che hanno scosso la popolazione.
Il loro maestro, un certo Gesù di Nazareth è stato arrestato,
                        processato,
                                flagellato infine è stato crocifisso
        ed è morto sulla croce.

Però quella mattina, alcune donne hanno iniziato a raccontare di aver visto Gesù risorto
      è questo fatto li ha mandati in confusione.

Lungo la strada mentre i due discepoli parlavano tra di loro di quanto era successo nei giorni precedenti, sono avvicinati da uno sconosciuto che sembrava non sapere nulla dei fatti eclatanti che erano accaduti a Gerusalemme
Questo sconosciuto li ha incalzati, nel farsi raccontare da loro i fatti ma poi lui ha cominciato a spiegargli i fatti accaduti alla luce della scrittura.


Il buon Samaritano

Sappiamo che scendere da Gerusalemme e andare verso un luogo che sta più in basso è una metafora dell’allontanarsi da Dio. Ossia si lascia la città Santa dove c'è la presenza di Dio per andare in altri luoghi dove Dio non c'è.

Ricordate la parabola di buon samaritano, un uomo scendeva da Gerusalemme e incappò nei briganti, i quali lo derubarono malmenandolo, su quella strada scendeva anche un sacerdote, anche un levita scendeva su quella strada e tutti tre si allontanano da Gerusalemme, dalla città Santa, e il non vedere dei due uomini del tempio e frutto del loro allontanarsi da Dio, ma il samaritano che era in viaggio, anche se non sappiamo dove era in viaggio, compì un gesto d'amore, un gesto che lo portava verso la città Santa.


I discepoli smarriti nei loro pensieri,
                    nei loro dubbi,
nelle loro incertezze si stanno allontanando dalla città Santa,
ed incontrano questo sconosciuto che gli parlerà della scrittura, dell’azione di Dio nella Storia.

La cena misteriosa

Sono giunti sulla porta di casa, il loro stato d'animo è diverso da quando sono usciti da Gerusalemme, ancora non hanno preso coscienza di questo cambiamento.
Quell'uomo sta proseguendo nel suo viaggio, ma loro lo hanno ormai accolto nella loro vita e compiono un gesto sacro, quello dell’ospitalità : resta con noi
Ospitalità vuol dire fare spazio a qualcuno nella nostra vita.
Loro compiono questo gesto: resta con noi, aggiungeremo un posto alla nostra tavola.
Non solo lo invitano, ma insistono nel loro invito: continua a stare con noi, continua a parlarci non ci lasciare
Quell'uomo accetta di restare con loro.
Questo atteggiamento di essere restio lo vediamo diverse volte nei vangeli, sembra quasi che Gesù non dia ascolto a inviti estemporanei che nascono dall’emozione de momento, ma vuole che sia qualcosa che venga dal profondo della persona, che sia fortemente desiderato.

Il miracolo.

Il racconto di quello che succede nella casa è molto stringato.
Entrò...
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. [1]

Il racconto della prima Eucarestia nella storia dell’umanità è estremamente sintetico.
Durante la cena succede che improvvisamente i loro occhi si aprono e riconoscono che quello sconosciuto e Gesù.
Non stanno ad una cena di Pasqua, ricca di riti e simbolismi.
Non stanno neanche alla cena del sabato, dello Shabbat, anch’essa piena di riti e simboli
Loro stanno partecipando ad una semplice cena quotidiana, forse anche improvvisata.
Ma in un momento preciso avviene l’imprevedibilità di una rivelazione.

Sappiamo che Luca non è un ebreo, ma un cosiddetto gentile e sicuramente non avrà mai partecipato ad una cena della Pasqua ebraica.
Sappiamo che non era nella famosa ultima cena, chiusa ai soli apostoli e neanche i due discepoli erano presenti a quella cena
Ho cercato in vari testi un’esegesi su queste due righe, tutti tirano dritti danno per scontato l’evento, eppure è un evento particolare.

Luca, sembra non aver molto interesse nel raccontarci cosa è accaduto in quella stanza
Luca sembra invece avere a cuore il raccontarci come sono arrivati all'incontro, infatti i discepoli si diranno l’ un l'altro dopo l'evento: non ci ardeva forse il cuore lungo la via.
Punto cruciale del racconto di Luca sembra essere il cammino, la via.
Luca ci presenta Gesù come colui che si fa incontro a chi sta camminando lungo la via.
Incontrare il Risorto è frutto di un cammino.
                    nella parola
                            con la parola

La rivelazione del volto di Cristo, avviene attraverso l'annuncio della parola, come è stato per due discepoli di Emmaus
Non è un caso che la Santa chiesa nella riforma liturgica del Concilio Vaticano II abbia ridato importanza alla parola di Dio
Abbia ridato lustro alla Parola di Dio
Ricollocandola nel giusto posto, quello che deve avere nelle celebrazioni del Popolo di Dio
Un ruolo centrale affianco alla celebrazione Eucaristica.
Con la riforma conciliare vieni riformata ampliamente la liturgia della parola che era molto scarna ed anche incomprensibile per la maggior parte del popolo

Vieni introdotto una seconda lettura e tra le due letture viene introdotto il Salmo.
Vengono riorganizzati tutte le letture da fare durante le celebrazioni eucaristiche in un ciclo di tre anni in cui vengono letti quasi completamente i tre Vangeli sinottici e il Vangelo di Giovanni viene inserito in momenti salienti del ciclo liturgico.
Tutta la riforma ha lo scopo di dare maggior conoscenza delle scritture al popolo.

Prima del Concilio le letture venivano fatte in Latino lingua incomprensibile alla maggior parte della popolazione mondiale.
Con l'adozione delle lingue locali è qualcosa che tocca tutte le chiese del mondo e tocca tutti i fedeli del mondo, a tutti è andata così la possibilità di comprendere meglio le scritture,
            il Vangelo
                la parola di Dio.

La nostra celebrazione Eucaristica si compone due eventi, di due liturgie:
            la liturgia della parola
                     liturgia Eucaristica.
La prima si svolge in quello che è l'altare della parola l’ambone
La seconda si svolge intorno a quello che è l'altare del sacrificio eucaristico

Le due liturgie non sono separabili.
Anche se il centro di tutto è il sacrificio eucaristico esso perde un po’ il suo valore senza la Liturgia della parola.

È la liturgia della parola che ci accende il cuore per vedere il risorto allo spezzare del pane del pane.
La liturgia della parola sembra prendere spunto da questo passo di Luca.
Essa ci mostra un Gesù che propone ai due discepoli un lungo cammino nella parola, raccontando loro la storia della salvezza.

La nostra liturgia della Parola trova le sue radici nella nostra storia biblica più antica.
Ci rimanda alle grandi assemblee bibliche della storia d’Israele:
- all'assemblea di Sichem quando Giosuè radunò tutto il popolo per dire loro che giunto il momento di costruire una nazione, e lo fa ricordando loro tutto ciò che il Signore ha fatto per loro da quando sono usciti dalla terra d'Egitto fino a quel momento.[2]

- Ci rimanda al tempo di Giosia quando questi raduna il popolo per leggere loro il libro dell'alleanza e proporre un'alleanza con Dio:
Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. [3]

- Ci rimanda al tempo del governatore Neemia e dello scriba e sacerdote Esdra che radunarono tutto il popolo e cominciarono a leggere la scrittura.
Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della Legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele.
Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza, Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi.
Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
Essi leggevano il libro della Legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura
.[4]

Che meraviglia, leggevano il libro a brani per poi spiegarli al popolo.

- Per concludere con il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste ad un'assemblea improvvisata. Pietro iniziò il suo discorso partendo dal vecchio testamento con le parole del profeta Aggeo, e poi con altri fatti del vecchio testamento per arrivare presentare Gesù come il Salvatore, il messia atteso da tempo, per spiegare loro quello che era accaduto e che quello che stavano vivendo era la grande promessa: riceverete lo Spirito Santo


Azione della Parola di Dio

In Neemia noi leggiamo: Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della Legge.[5]

Negli atti degli apostoli:
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».[6]


La parola di Dio.

Quanta bellezza e quanta forza c’è nella parola di Dio.
Ci dice San Paolo:
Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.[7]


Ci dice il profeta Isaia:
Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata.
[8]
San Paolo scrive a Timoteo e gli dice:
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. [9]


Il Mistero della Stanza

Concludendo mi piace pensare che quello che è rimasto un mistero segreto, quello che Luca non ci ha raccontato è quello che è successo ognuno di noi e del mistero della nostra conversione.
Il segreto del nostro cuore: allo spezzare del pane ecco il volto del nostro Dio.
In quel momento nel segreto della nostra stanza egli ci appare in tutta la sua bellezza.
Non riusciremo mai a spiegare il momento cui il volto dell'uomo Gesù diventa il volto del nostro Signore Gesù
Gesù ci appare e poi scompare perché ci dice in questo suo scomparire il nostro cammino non è finito, che tutti noi siamo ancora in cammino ma non più verso Emmaus, ma abbiamo fatto una rotazione su noi stessi e abbiamo avuto una metanoia, una conversione totale e adesso siamo in cammino verso la città sa Santa
Siamo in cammino verso Dio.



Riassumendo:
tutti noi siamo molte volte in cammino verso Emmaus
- Siamo chiusi nei nostri pensieri, nelle nostre tristezze, nei nostri scoraggiamenti.
- In questo nostro cammino Gesù si fa prossimo, si fa vicino.
- Gesù si fa a noi vicino e diviene il nostro prossimo attraverso la sua parola, attraverso la scrittura
- Ed era proprio la parola di Dio, che come spada trafigge il nostro cuore arrivando in profondità mettendo a nudo i nostri sentimenti.
- Ed è proprio la parola di Dio, che come pioggia, irriga il nostro cuore rendendolo fertile.
- Ed è proprio la parola di Dio come Balsamo guarisce le nostre ferite.
- Ed è la parola di Dio che nell'interno nel segreto del nostro cuore ci rivela il vero volto di Dio.


















[1] Luca 24, 30-31


[2] Giosue 24,1ss


[3] 2 Re 23,2


[4] Neemia 8,1ss


[5] Neemia 8,9


[6] Atti degli apostoli


[7] Ebrei 4,12


[8] Isaia 55,11


[9] 2 Tm 3, 16-17