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giovedì 13 aprile 2023

Dov'è il vostro Dio?



Queste parole le reciteremo tra poco nel salmo: dov’è il vostro Dio?
Abbiamo chiuso una parte del nostro cammino la scorsa settimana parlando di ciò che è accaduto ai piedi della Croce.
Gesù compie il suo ultimo atto rivolgendosi alla Madre e gli dice: “ecco tuo Figlio” e poi rivolgendosi a Giovanni che era anche lui presso la Croce gli dice: “ecco tua Madre”

Poi Gesù muore.
C'è la dispersione degli apostoli e dei discepoli.
Sappiamo che gli apostoli erano 12 ma c'erano anche un certo numero di discepoli, Luca ci dice:
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. evangelista ci dà un numero di questi discepoli dicendo come ehm poi ne mando 72 nei vari paesi[1]

72 è un numero ipotetico, difatti è un multiplo di 12 e sta quindi, ad indicare che ci sono un certo numero di discepoli oltre gli apostoli.
Anche tutti questi si disperdono dopo la morte di Gesù.

Chissà quanti di loro dopo i fatti accaduti, dopo la morte di Gesù, si sono sentiti dire dai presenti, dai non credenti:
Dov'è il vostro Dio?
Adesso quel Gesù che voi seguivate è morto che ne è di lui ?
Che ne è delle sue parole, delle sue promesse?

Quante volte anche noi ci siamo sentiti dire: dov'è il vostro Dio?
Quando succedono dei grandi cataclismi,
Quando c'è un terremoto,
Un incidente catastrofico,
o un naufragio dove vengono coinvolti tanti bambini come quello di alcuni giorni fa sulle spiagge calabre, allora ci sentiamo dire: dov'è il vostro Dio?

Sicuramente nel cuore di due discepoli che stanno camminando verso Emmaus c'è questa domanda: dov'è Gesù?
Che ne è stato di lui?
C sarà adesso del nostro futuro?
Siamo gli zimbelli dei nostri amici e nemici per aver creduto in Gesù.

Dov'è il nostro Dio?

Ci sono due discepoli che sono in cammino verso Emmaus.
Una premessa, questo racconto di due discepoli lo abbiamo soltanto nel Vangelo di Luca non è presente negli altri Vangeli.
Luca scrive il suo Vangelo per raccontare ha un suo ipotetico amico, un certo Teofilo, i fatti che sono accaduti prima nella sola Gerusalemme e poi nel resto dell'impero romano.
Infatti, il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli sono un unico corpo, ossia è un solo libro che contiene due racconti.
Il primo racconto, il vangelo, ruota intorno alla vita di Gesù, infatti l’evangelista inizia il suo Vangelo dicendo:
Così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.[2]

E poi leggiamo negli Atti degli Apostoli

        Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece         e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver         dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito         Santo.[3]


Teofilo non si sa chi è, sappiamo che è un personaggio illustre perché lo dice Luca.
Teofilo vuol dire “amante di Dio”, forse è come che Luca scrivesse a qualcuno che “ama Dio” e come se Luca scrive a tutti noi oggi “amanti di Dio”, e ci dicesse : scrivo a voi “amanti di Dio” per farvi conoscere meglio ciò che lui ha fatto.

È come se il suo Vangelo è scritto per noi oggi “amanti di Dio”.

Mi ricorda in questo San Francesco di Sales che scrive a un ipotetico Filotea che sembra essere l'anagramma di Teofilo.

Filotea vuol dire: amore per Dio.
Luca al suo interlocutore Teofilo, racconta due storie, due racconti:
In una storia il protagonista indiscusso è Gesù,
nell'altra storia anche se non sembra visibile, anche se il protagonista sembra essere Paolo in realtà il protagonista assoluto è lo Spirito Santo.

Quello che accade nel primo libro ha come protagonista Gesù tutto quello che accade negli Atti degli Apostoli il protagonista invisibile, inavvertibile, discreto, potente è Lo Spirito Santo.


Torniamo sulla strada per Emmaus.
Abbiamo due discepoli, che stanno andando verso un paese vicino a Gerusalemme, forse stanno tornando a casa di uno dei due.
Ed è lo stesso giorno in cui le donne hanno visto il risorto, le quali erano andate alla tomba per compiere i riti di imbalsamazione sul corpo di Gesù, ma trovano la tomba vuota e poi sulla strada di ritorno incontrano Gesù risorto.
È lo stesso giorno in cui Giovanni e Pietro corrono verso la tomba e la trovano vuota

Questi due discepoli stanno andando verso Emmaus che dista 11 km da Gerusalemme, ed hanno già percorso un bel pezzo di strada, sono relativamente lontani da Gerusalemme sono forse a metà strada.

Sono depressi,
        scoraggiati,
            sconfortati,
                demoralizzati,
                        avviliti,
                                addolorati
                    per quanto è accaduto nei giorni precedenti.

Avevano riposto tutta la loro fiducia in quel Gesù che compiva grandi cose, eppure era morto sulla croce come un comune mortale.
Tutto era crollato.
Mentre Gesù veniva innalzato tutte le speranze dei discepoli crollavano.

Non devono essere in cammino da molto, 11 km per uomini forti e sani è una passeggiata di alcune ore, sicuramente sono partiti quando iniziava a rinfrescare per essere ad Emmaus per l’ora di cena, prima che facesse notte.

Mentre camminano
                si confidano
                    si raccontano,
si scontrano pure discutendo vivacemente in merito delle cose che sono accadute.

- hai visto cosa ha fatto quel giorno lungo il lago quando ha sfamato 5000 persone
- ricordi quella volta quando al paralitico ha detto alzati e cammina
- e quella volta che con del fango ha aperto gli occhi al cieco
- ricordi le sue parole, ricordi quello che diceva: che verrà il suo Regno
- ma quale Regno? quale Regno?

Chissà quanto pesano nel cuore del due discepoli che camminano verso Emmaus le parole:  dov'è il vostro Dio?

Lo straniero
Ed ecco che mentre sono in cammino e stanno parlando tra di loro si avvicina uno straniero che domanda loro: che sono questi discorsi che fate?
In altre parole: di che state parlando?
In altre parole : cosa sono questi discorsi tristi che riempiono la vostra vita?

Le parole dello straniero li colgono di sorpresa tant'è che loro si fermano di soprassalto incupiti scuri in volto..
Si fermarono, col volto triste;[4]
ci dice Luca
Dei due discepoli uno, del quale ne conosciamo il nome, Cleopa, forse perché era il più conosciuto di due, gli dice: sei forestiero? che non conosci ciò che è accaduto Gerusalemme!

Il discepolo, è sorpreso che il forestiero non sapesse nulla dell’arresto, del processo, della morte sulla croce di Gesù e dei due ladroni, cose che hanno fatto tanto scalpore in Gerusalemme.
È stato un evento così rumoroso, così eclatante, clamoroso e tu ci domandi che cosa è successo?

Gesù incalza e gli dice: quali fatti? cosa è successo? di cosa state parlando?

Gesù vuole tirare fuori dal cuore dei due discepoli tutta l'amarezza che hanno in esso.
Incalzati da Gesù loro gli raccontano tutti i fatti.
Di quello che ha detto, di quello che ha fatto, quello che è successo.
Che è stato arrestato, processato, giustiziato sulla croce.
Ma non si fermano alla morte sulla croce, gli parlano anche di quello che è successo quella mattina, di cui loro certamente sono a conoscenza : hanno trovato la tomba vuota.

Sia le donne del gruppo, sia Pietro e Giovanni e alcuni dicono che sia è risorto ma questo non è possibile.
I due discepoli pur avendo ricevuto l'annuncio della resurrezione fanno fatica a credere alla risurrezione


dov'è il vostro Dio?

Ecco anche noi molte volte facciamo fatica a credere alla resurrezione.
Al Dio risorto.
È un po’ il nostro limite.
Conosciamo i fatti e possiamo anche raccontarli a chi ci chiede cosa è scritto nel Vangelo.
Conosciamo il Vangelo ma facciamo fatica a entrare nel mistero della Risurrezione.
Se Dio è risorto, ed Egli è veramente risorto, tutto il resto è vanità.

Gesù allora parla a loro e partendo dalle scritture fa entrare i due discepoli nella storia del Figlio di Dio, il servo di Jhawe.
Riaccende la speranza nei loro cuori scacciando la amarezza della delusione.
Attraverso il racconto della storia della salvezza Gesù accendi il desiderio di Dio.
Resta con noi, gli diranno nel momento del commiato.
Continua o straniero a parlarci delle scritture, a parlarci di Dio e a farci comprendere Gesù.
Continua a parlarci del nostro Dio, perché attraverso le tue parole abbiamo ritrovato il nostro Dio.
Attraverso le tue parole abbiamo rincontrato il nostro Dio.

Questa è la prima evangelizzazione del tempo che verrà, Gesù non parla a loro di qualcosa che verrà, ma di qualcosa che è avvenuto, della resurrezione.
Ecco perché dico che questo evento, questo racconto e il trait union tra l’annuncio di Gesù e il nuovo annuncio che sarà al centro dell’evangelizzazione degli atti degli Atti degli Apostoli e della Chiesa dei secoli futuri: Gesù è risorto.

dov'è il vostro Dio?

Anche noi molte volte siamo come i due discepoli di Emmaus
smarriti dal peso della vita
dalle preoccupazioni del cuore
dagli affanni quotidiani
perdiamo di vista il nostro Dio.

Cosa impariamo da questo racconto di Luca che fa da trait d'union
fra il primo racconto e il secondo racconto
fra il tempo Di Gesù è il tempo dello Spirito

Che Gesù non ti scorda di noi.
Non siamo meno importanti delle donne che lo servivano o degli Apostoli che lo stavano sempre con lui, in fondo questi due erano due semplici discepoli.
Non facevano parte della cerchia degli amici stretti di Gesù.
Eppure lui in quel pomeriggio di Pasqua lì va ad incontrare sulla strada per Emmaus
Sulla strada che porta lontano.
Sulla strada che li allontana dagli altri.

Tutti noi siamo quei due discepoli che stanno camminando verso Emmaus
                che conosciamo la storia
                che conosciamo i fatti
ma ancora facciamo fatica a dare tutta la nostra vita a Gesù ed è per questo che Gesù ci viene incontro cammina al nostro fianco e con la sua parola riaccende la speranza nel nostro cuore.

Termino con la domanda iniziale:
                                    dov'è il vostro Dio?






[1] Luca 10.1
[2] Luca 1, 2-3
[3] Atti 1, 1-2
[4] Luca 24, 17b

L'ascolto: Non hanno vino



Prologo

 Dopo aver meditato sull'incontro di Maria con sua cugina Elisabetta  oggi andremo a meditare su un altro evento che vede tra i protagonisti la vergine Maria.

Andiamo a Cana che si trova in Galilea

 Questo evento delle nozze di Cana noi lo troviamo solo nel Vangelo di Giovanni.

È un brano apparentemente semplice però è un brano molto complesso che crea un sacco di interrogativi agli esegeti, ai professori della Sacra Scrittura.

 Giovanni ci parla di Maria in solo in due eventi, qui alle nozze di Cana e nel momento della Crocifissione di Gesù e in ambedue casi Maria ha un ruolo rilevante nella scena.

 Di tutta la complessità delle nozze di Cana cercherò chi prendere 2 o 3 spunti necessari per il nostro cammino che stiamo facendo,

 Cerchiamo inizialmente di inquadrare la scena.

Ci dice l'evangelista Giovanni che a Cana di Galilea ci fu una festa per un matrimonio, ma non ci dice chi erano gli sposi, lasciandoli nell'anonimato, però ci dice che c'era Maria.

Giovanni forse ci lascia intendere che il matrimonio e del clan familiare di Maria, di un suo parente, un cugino o uno zio, non sappiamo. ma la presenza di Maria non era quella di un semplice invitato forse era li presente per organizzare e servire durante la festa.

Sappiamo da studi storici che le feste nuziali duravano diversi giorni a volte anche due settimane e che le spese del pranzo non erano tutte a carico degli sposi, ma che parenti e invitati contribuivano al pranzo portando qualcosa.

Ci lascia intendere  dice l'evangelista che Gesù si unisce alla festa in un secondo tempo e che i  infatti il suo invito  non è legato alla presenza della Madre.

Questo evento segui il battesimo di Gesù sulle rive del Giordano, segue la chiamata dei primi discepoli, infatti l’evangelista ci dice: Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 

 Ci racconta Giovanni che durante il banchetto nuziale succede qualcosa di particolare, improvvisamente finisce il vino,

Non sappiamo chi ha notato, ma sappiamo che Maria nota accaduto e agisce.

È facile immaginare che essendo probabilmente Maria in quello che oggi chiameremo “lo staff organizzatore del matrimonio” si preoccupa di quanto è accaduto e di trovare una soluzione.

 Maria va dal figlio e gli dice: “non hanno vino”.

Non dice “non hanno più vino” come viene tradotto in alcune versione,  Maria dice chiaramente “non hanno vino”.

Se confrontiamo le parole di Maria, con la reazione del sommelier si può pensare ad un errore dello scrittore.

Ma non è così, non c’è nessuno errore.

Alcuni esegeti in questa singolare richiesta di Maria, ci vedono una richiesta molto più profonda, essa dice: “non hanno il vino della benedizione divina”

 Maria fa notare al Figlio che in quella festa manca il vino messianico.

E' questo che Maria chiede a Gesù.

Ed è questo che ci dice l'evangelista Giovanni quando fa dire a Maria “non hanno vino”,

Non hanno un particolare tipo di vino: quello che indica il tempo del Messia.

 Quando Isaia descrive il banchetto messianico e ne elenca le portate vi include “vini eccellenti e raffinati (Isaia 25, 6)  e quando il profeta Amos nell'immaginare l’era paradisiaca del  messia ci dici si “piantano vigne e se ne beve il vino” (Amos 9, 13-14)

Maria quindi al Figlio fa una richiesta precisa.

La risposta di Gesù ci lascia perplessi: “donna, che vuoi da me non è giunta la mia ora”.

 Donna

 Non mi soffermo sulla frase, ma su una sola parola: Donna.

Superficialmente sembra che Gesù tratti con distacco e freddezza sua Madre, è che manchi di rispetto perché non la chiama Madre, ma Donna.

Per i tempi in cui avvengono i fatti, chiamarla Donna è una forma di grande rispetto anche se apparentemente sembra il contrario, ed anche mettere una distanza fra lui e la Madre.

Sulla scena, presenti al dialogo, ci sono dei testimoni. quei servi che dovranno poi riempire le giare quindi Gesù non può parlare in modo confidenziale con sua Madre che è una donna davanti ha dei testimoni uomini.

Quindi usa la forma corretta che ogni uomo usa con le donne nell'epoca in cui si svolgono i fatti.

Infatti, alla cananea, alla samaritana, alla donna curva, alla donna adultera, a Maria Maddalena, Gesù si rivolgerà a loro appellandole: Donna.

 

Dal punto di vista simbolico quella parola: Donna stai ad indicare anche perché Gesù compie il miracolo, perché lui prende le distanze affettive.

Il miracolo della trasformazione dell'acqua in vino non lo fa per soddisfare le richieste di sua madre, ma lo fa per la fede della Donna che crede in lui.

 

È la fede che a Maria fa dire : sia fatta la volontà di Dio, accettando così il piano di Dio.

È la fede che a  Maria gli fa cantare nell’incontro con sua cugina Elisabetta e il suo inno d'amore per Dio

Quella fede

immutabile, irremovibile

salda,

incrollabile, granitica

inossidabile

spinge Gesù compiere il gesto messianico.

 

Non è per l'amore che Gesù ha per la Madre, che compie il miracolo delle nozze di Cana aprendo così l'era messianica, ma è per la fede della Donna che fa dire ai servi: fate quello che lui vi dirà.

 La trasformazione dell'acqua in vino in questo simbolismo giovanneo che ci rimanda ai profeti Isaia ad  Amos,  apre l'era messianica che si concluderà sul Calvario, si concluderà con le parole di Gesù sulla croce che rivolgendosi a sua Madre la chiamerà ancora Donna, affidandogli una missione unica.

 Le ultime parole di Maria.

 Ci soffermiamo ancora sull’ultima frase che sono le ultime parole di Maria nei Vangeli: qualsiasi cosa vi dica fatelo.

Le sue ultime parole sono rivolte ai servi, ma sono anche rivolte a tutte noi, sempre ci dice: fate quello che vi dirà

 Maria quando chiede al Figlio, “non hanno vino, fai qualcosa”, non sa cosa farà suo Figlio.

Poteva dare 10 sesterzi ai servi e dire andate a comprare del vino, oppure andate da quel mio amico e fatevi dare del vino,  invece chiede di riempire sei giare il cui uso era “contenere dell'acqua per la purificazione”.

Sei giare enormi,  da contenere ognuna mediamente 100 litri per un totale di oltre 600 litri d'acqua che diventeranno del buon vino.

Quando al sommelier gli porteranno ad assaggiare il vino, questo rimane stupito della bontà del vino e non immagina che cosa sta bevendo e chiama lo sposo congratulandosi con lui per l’eccezionalità di quel vino che non è un vino comune non berranno mai più del vino come quello che hanno bevuto in quelle nozze.

Ma Maria, sa che Gesù qualcosa farà, così il suo invito per noi è un invito ad avere fede: fate quello che vi dirà… con la certezza che lui qualcosa farà.

 Giovanni chiude il racconto dicendo : Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. 

Con questo gesto, con questo miracolo inizia l'era messianica secondo l'apostolo Giovanni.


 
Il Bignami della devozione mariana

 Voglio soffermarmi e riflettere su un’altra cosa che io ho notato preparando questa riflessione,

Noi qui abbiamo la sintesi,  il Bignami[1]  di una devozione mariana.

 La Chiesa ci invita ad avere una devozione verso i santi, quindi anche a verso Maria essendo una  creatura Santa per eccellenza,   ma verso di Lei, noi dobbiamo una devozione maggiore, chiamata iperdulia, ossia superiore di quella che si deve ai santi comuni, una devozione speciale in quanto lei è una creatura speciale, che ha fatto cose mirabili, e perché è la Madre di Gesù,

In questo brano noi vediamo come siamo chiamati ad accogliere Maria nella nostra vita come gli sposi l’hanno invitata alla loro festa, nella loro vita.

La sua presenza non sarà comune.

Non sarà una presenza banale, vuota.

Non sarà una presenza-assenza cioè come di quelle che entrano nella nostra casa si mettono all'angoletto e non vi accorgete neanche che sono stati con voi per un certo tempo.

La presenza di Maria è una presenza attiva, vigilante, protettiva.

Così come è stata nelle nozze di Cana a cui Lei era invitata, la sua è stata presenza attiva, vigilante, protettiva.

 Lasciamo entrare Maria nella nostra vita è lei sarà presente attiva, vigilante e protettiva verso di noi.

Prima ancora per noi sappiamo di cosa abbiamo bisogno il suo sguardo di Madre ha già visto di cosa abbiamo bisogno è dirà a suo Figlio mentre noi siamo intenti nelle nostre cose “non hanno vino”

Noi ci rivolgeremo a lei per dire di cosa abbiamo bisogno e  lei indicando il figlio ci dira: fate quello che lui vi dirà

Quando andremo davanti al Figlio per chiedere qualcosa, possiamo avere la certezza che Maria che abita con noi ha già chiesto al Figlio, Maria ci ha già anticipato e ha già detto al Figlio “non hanno vino”

 In questo passo delle nozze di Cana io ci leggo la perfezione della devozione mariana.

Accogliere Maria nella nostra vita, come nostra amica, come nostra Madre, come nostra ospite e poi con lei guardare verso il Figlio.

Maria non ama che noi guardiamo lei e non guardiamo il Figlio, Maria ama che noi guardiamo il Figlio con Lei,

Maria ci presenta sempre il Figlio, ci invita a guardare il Figlio  e vuole che noi fissiamo sempre il nostro sguardo verso il Figlio.

Maria modello di fede per noi per imparare ad avere fede nel Figlio.

 


[1] Manualetto che raccoglie in forma semplificata nozioni scolastiche