Queste parole le reciteremo tra poco nel salmo: dov’è il vostro Dio?
Abbiamo chiuso una parte del nostro cammino la scorsa settimana parlando di ciò che è accaduto ai piedi della Croce.
Gesù compie il suo ultimo atto rivolgendosi alla Madre e gli dice: “ecco tuo Figlio” e poi rivolgendosi a Giovanni che era anche lui presso la Croce gli dice: “ecco tua Madre”
Poi Gesù muore.
C'è la dispersione degli apostoli e dei discepoli.
Sappiamo che gli apostoli erano 12 ma c'erano anche un certo numero di discepoli, Luca ci dice:
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. evangelista ci dà un numero di questi discepoli dicendo come ehm poi ne mando 72 nei vari paesi[1]
72 è un numero ipotetico, difatti è un multiplo di 12 e sta quindi, ad indicare che ci sono un certo numero di discepoli oltre gli apostoli.
Anche tutti questi si disperdono dopo la morte di Gesù.
Chissà quanti di loro dopo i fatti accaduti, dopo la morte di Gesù, si sono sentiti dire dai presenti, dai non credenti:
Dov'è il vostro Dio?
Adesso quel Gesù che voi seguivate è morto che ne è di lui ?
Che ne è delle sue parole, delle sue promesse?
Quante volte anche noi ci siamo sentiti dire: dov'è il vostro Dio?
Quando succedono dei grandi cataclismi,
Quando c'è un terremoto,
Un incidente catastrofico,
o un naufragio dove vengono coinvolti tanti bambini come quello di alcuni giorni fa sulle spiagge calabre, allora ci sentiamo dire: dov'è il vostro Dio?
Sicuramente nel cuore di due discepoli che stanno camminando verso Emmaus c'è questa domanda: dov'è Gesù?
Che ne è stato di lui?
C sarà adesso del nostro futuro?
Siamo gli zimbelli dei nostri amici e nemici per aver creduto in Gesù.
Dov'è il nostro Dio?
Ci sono due discepoli che sono in cammino verso Emmaus.
Una premessa, questo racconto di due discepoli lo abbiamo soltanto nel Vangelo di Luca non è presente negli altri Vangeli.
Luca scrive il suo Vangelo per raccontare ha un suo ipotetico amico, un certo Teofilo, i fatti che sono accaduti prima nella sola Gerusalemme e poi nel resto dell'impero romano.
Infatti, il Vangelo di Luca e gli Atti degli Apostoli sono un unico corpo, ossia è un solo libro che contiene due racconti.
Il primo racconto, il vangelo, ruota intorno alla vita di Gesù, infatti l’evangelista inizia il suo Vangelo dicendo:
Così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.[2]
E poi leggiamo negli Atti degli Apostoli
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.[3]
Teofilo non si sa chi è, sappiamo che è un personaggio illustre perché lo dice Luca.
Teofilo vuol dire “amante di Dio”, forse è come che Luca scrivesse a qualcuno che “ama Dio” e come se Luca scrive a tutti noi oggi “amanti di Dio”, e ci dicesse : scrivo a voi “amanti di Dio” per farvi conoscere meglio ciò che lui ha fatto.
È come se il suo Vangelo è scritto per noi oggi “amanti di Dio”.
Mi ricorda in questo San Francesco di Sales che scrive a un ipotetico Filotea che sembra essere l'anagramma di Teofilo.
Filotea vuol dire: amore per Dio.
Luca al suo interlocutore Teofilo, racconta due storie, due racconti:
In una storia il protagonista indiscusso è Gesù,
nell'altra storia anche se non sembra visibile, anche se il protagonista sembra essere Paolo in realtà il protagonista assoluto è lo Spirito Santo.
Quello che accade nel primo libro ha come protagonista Gesù tutto quello che accade negli Atti degli Apostoli il protagonista invisibile, inavvertibile, discreto, potente è Lo Spirito Santo.
Torniamo sulla strada per Emmaus.
Abbiamo due discepoli, che stanno andando verso un paese vicino a Gerusalemme, forse stanno tornando a casa di uno dei due.
Ed è lo stesso giorno in cui le donne hanno visto il risorto, le quali erano andate alla tomba per compiere i riti di imbalsamazione sul corpo di Gesù, ma trovano la tomba vuota e poi sulla strada di ritorno incontrano Gesù risorto.
È lo stesso giorno in cui Giovanni e Pietro corrono verso la tomba e la trovano vuota
Questi due discepoli stanno andando verso Emmaus che dista 11 km da Gerusalemme, ed hanno già percorso un bel pezzo di strada, sono relativamente lontani da Gerusalemme sono forse a metà strada.
Sono depressi,
scoraggiati,
sconfortati,
demoralizzati,
avviliti,
addolorati
per quanto è accaduto nei giorni precedenti.
Avevano riposto tutta la loro fiducia in quel Gesù che compiva grandi cose, eppure era morto sulla croce come un comune mortale.
Tutto era crollato.
Mentre Gesù veniva innalzato tutte le speranze dei discepoli crollavano.
Non devono essere in cammino da molto, 11 km per uomini forti e sani è una passeggiata di alcune ore, sicuramente sono partiti quando iniziava a rinfrescare per essere ad Emmaus per l’ora di cena, prima che facesse notte.
Mentre camminano
si confidano
si raccontano,
si scontrano pure discutendo vivacemente in merito delle cose che sono accadute.
- hai visto cosa ha fatto quel giorno lungo il lago quando ha sfamato 5000 persone
- ricordi quella volta quando al paralitico ha detto alzati e cammina
- e quella volta che con del fango ha aperto gli occhi al cieco
- ricordi le sue parole, ricordi quello che diceva: che verrà il suo Regno
- ma quale Regno? quale Regno?
Chissà quanto pesano nel cuore del due discepoli che camminano verso Emmaus le parole: dov'è il vostro Dio?
Lo straniero
Ed ecco che mentre sono in cammino e stanno parlando tra di loro si avvicina uno straniero che domanda loro: che sono questi discorsi che fate?
In altre parole: di che state parlando?
In altre parole : cosa sono questi discorsi tristi che riempiono la vostra vita?
Le parole dello straniero li colgono di sorpresa tant'è che loro si fermano di soprassalto incupiti scuri in volto..
Si fermarono, col volto triste;[4]
ci dice Luca
Dei due discepoli uno, del quale ne conosciamo il nome, Cleopa, forse perché era il più conosciuto di due, gli dice: sei forestiero? che non conosci ciò che è accaduto Gerusalemme!
Il discepolo, è sorpreso che il forestiero non sapesse nulla dell’arresto, del processo, della morte sulla croce di Gesù e dei due ladroni, cose che hanno fatto tanto scalpore in Gerusalemme.
È stato un evento così rumoroso, così eclatante, clamoroso e tu ci domandi che cosa è successo?
Gesù incalza e gli dice: quali fatti? cosa è successo? di cosa state parlando?
Gesù vuole tirare fuori dal cuore dei due discepoli tutta l'amarezza che hanno in esso.
Incalzati da Gesù loro gli raccontano tutti i fatti.
Di quello che ha detto, di quello che ha fatto, quello che è successo.
Che è stato arrestato, processato, giustiziato sulla croce.
Ma non si fermano alla morte sulla croce, gli parlano anche di quello che è successo quella mattina, di cui loro certamente sono a conoscenza : hanno trovato la tomba vuota.
Sia le donne del gruppo, sia Pietro e Giovanni e alcuni dicono che sia è risorto ma questo non è possibile.
I due discepoli pur avendo ricevuto l'annuncio della resurrezione fanno fatica a credere alla risurrezione
Ecco anche noi molte volte facciamo fatica a credere alla resurrezione.
Al Dio risorto.
È un po’ il nostro limite.
Conosciamo i fatti e possiamo anche raccontarli a chi ci chiede cosa è scritto nel Vangelo.
Conosciamo il Vangelo ma facciamo fatica a entrare nel mistero della Risurrezione.
Se Dio è risorto, ed Egli è veramente risorto, tutto il resto è vanità.
Gesù allora parla a loro e partendo dalle scritture fa entrare i due discepoli nella storia del Figlio di Dio, il servo di Jhawe.
Riaccende la speranza nei loro cuori scacciando la amarezza della delusione.
Attraverso il racconto della storia della salvezza Gesù accendi il desiderio di Dio.
Resta con noi, gli diranno nel momento del commiato.
Continua o straniero a parlarci delle scritture, a parlarci di Dio e a farci comprendere Gesù.
Continua a parlarci del nostro Dio, perché attraverso le tue parole abbiamo ritrovato il nostro Dio.
Attraverso le tue parole abbiamo rincontrato il nostro Dio.
Questa è la prima evangelizzazione del tempo che verrà, Gesù non parla a loro di qualcosa che verrà, ma di qualcosa che è avvenuto, della resurrezione.
Ecco perché dico che questo evento, questo racconto e il trait union tra l’annuncio di Gesù e il nuovo annuncio che sarà al centro dell’evangelizzazione degli atti degli Atti degli Apostoli e della Chiesa dei secoli futuri: Gesù è risorto.
Anche noi molte volte siamo come i due discepoli di Emmaus
smarriti dal peso della vita
dalle preoccupazioni del cuore
dagli affanni quotidiani
perdiamo di vista il nostro Dio.
Cosa impariamo da questo racconto di Luca che fa da trait d'union
fra il primo racconto e il secondo racconto
fra il tempo Di Gesù è il tempo dello Spirito
Che Gesù non ti scorda di noi.
Non siamo meno importanti delle donne che lo servivano o degli Apostoli che lo stavano sempre con lui, in fondo questi due erano due semplici discepoli.
Non facevano parte della cerchia degli amici stretti di Gesù.
Eppure lui in quel pomeriggio di Pasqua lì va ad incontrare sulla strada per Emmaus
Sulla strada che porta lontano.
Sulla strada che li allontana dagli altri.
Tutti noi siamo quei due discepoli che stanno camminando verso Emmaus
che conosciamo la storia
che conosciamo i fatti
ma ancora facciamo fatica a dare tutta la nostra vita a Gesù ed è per questo che Gesù ci viene incontro cammina al nostro fianco e con la sua parola riaccende la speranza nel nostro cuore.
Termino con la domanda iniziale:
dov'è il vostro Dio?
[1] Luca 10.1
[2] Luca 1, 2-3
[3] Atti 1, 1-2
[4] Luca 24, 17b