Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

lunedì 27 novembre 2017

il Mendicante

Nei pressi dell'ingresso dell'Ospedale del Santo Spirito, in un angolo, un pò nascosto..una statua in bronzo.. raffigura un mendicante.

A prima vista hai l'impressione di vedere  uno di quei artisti di strada che mascherati restano fermi in attesa di un offerta dai passanti.
Ma poi ti fermo a guardarla attentamene e vedi che è di bronzo.
Raffigura un mendicante.
Un uomo avvolto in un mantello che gli nasconde il volto, e gli lascia libero solo una mano protesa verso l'osservatore. 
E'  un uomo che chiede qualcosa..  prolunga verso di noi la sua mano... ferita.
C'è una piaga al centro della mano.... cosa avrà procurato quella ferita così larga e profonda?
Davanti a lui un piatto e un calice.

Sembra essere un comune uomo: osservando, chinandosi un pò, si può intravedere il suo volto ed è quello di un uomo con la barba.
Quella ferita nel palmo della mano, che sembra una piaga.. anzi direi una stimmata .. ci rivela chi è l'uomo sotto il mantello.


Il mendicante ci chiede qualcosa.... qualcosa della nostra ricchezza.
Di questa ricchezza effimira che riempie la nostra vita e che non possiamo portare con noi.
Denaro, case, palazzi, navi, macchine, superbia, arroganza, boria....
possiamo impegnarci tutta una vita ad accumulare ricchezza... poi verrà un giorno che altri godranno di esse e noi dovremmo lasciarle a loro volenti o nolenti.
A che serve accumulare ricchezze se poi non possiamo portarle con noi.. a che serve accumulare ricchezze se poi perdiamo la nostra anima.

Ci affanniamo ad accumulare ricchezze, oltre il nostro normale fabbisogno tutto per essere ricchi... allontanare la povertà.

Non dobbiamo essere poveri, non siamo costretti a seguire il vangelo e
 poi morire di fame
             o di sete,
                     avere freddo perché non abbiamo di che vestirci,
                              o dormire all'agghiaccio perché senza casa..

siamo chiamati a condividere la nostra ricchezze..
                                            a vivere una vita di solidarietà.

Gesù nascosto sotto quel mantello, che allunga la sua mano piagata verso di noi,  interroga il nostro cuore....








  "Quando io ero affamato e assetato" (Timothy Schmalz)




NO Vax

Non ricordo.
Cosa vuol dire camminare non lo ricordo.

Eppure mi dicono che un giorno camminavo.
Quando avevo poco più di un anno.


Mi disse una volta mia cugina: "Te lo giuro, tu camminavi e io ti portavo per mano al matrimonio di....."

Non ricordo che ho avuto la febbre alta.
Non ricordo la famosa puntura che mi è stata fatta e che cita sempre la mamma, nel ricordare quando smisi di camminare.

Non ricordo quando mi misero in piedi  e ricadevo come un sacco di patate incapace di restare dritto.
Non ricordo quando le mie gambe non sorressero più il mio corpo.

Non ricordo nulla del giorno che la polio, o meglio il virus colpi il mio corpo lasciandomi paralizzato.

Invece ricordo molte altre cose ..provocate da un vaccino non fatto:
l'umiliazione
la sofferenza
i miei pianti adolescenziali nati dall'esclusione
i vorrei ma non posso
non vorrai metterti con un zoppo
i goffi tentativi di ballare
le mie buffe parate sui prati di periferie nelle partite di calcio
le fatiche nel camminare claudicante

Sono nato nell'epoca che il vaccino antipolio non c'era.

se ci fosse stato migliaia di miei fratelli non avrebbero auto gli occhi pieni di lacrime

Si vax.... per non asciugare le lacrime di sofferenza