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domenica 30 giugno 2013

Appunti di viaggio.. di un disabile spericolato.. l'abbandono dei borghi


Mi piace molto viaggiare, ma non solo vedere le cose belle o brutte di questa nostra Italia, ma anche parlare con la gente che incontro nei vari posti che visito, farmi raccontare da loro aneddoti, pettegolezzi, segreti dei posti visitati.
Mi piace farmi raccontare la vita del paese, specialmente quando visito piccoli borghi, con poche anime che lo abitano.
Piccoli borghi che stanno morendo.
Borghi molti dei quali per certi aspetti ben tenuti, le stradine i vicoli molte volte sono stati recentemente restaurati,. Restauri fatti  a volte tenendo conto del paesaggio del paese, del materiale con cui è stato costruito negli secoli, altre volte capita di vedere di vedere degli scempi di restauro. Come in un paese del Monte Amiata, costruito nei secoli con pietra locale, peperino e tegole di terracotta, ci si imbatte in una piazzetta il cui fondo e gli scalini sono in travertino bianco, un cazzotto in un occhio. Senza tenere conto del pericolo del travertino in inverno quando ghiaccia. Un pericolo costante per le persone anziane che vi abitano.

Visitare un borgo in una fredda mattina di giugno, e capita che ad ogni spicchio di sole che invade i piccoli e stretti vicoli, vedere degli anziani seduti su sedie di paglia scaldarsi al sole.
Basta un semplice buongiorno  ed inizia una conversazione su da dove venite, vi piace il paese, li c’è una chiesa antica e li c’è quella moderna. Anziani che ti fanno da guida turistica del loro vecchio borgo, raccontandoti di tutto, basta saper toccare le corde giuste.
Cosi capita che mentre osservi in una chiesa un affresco del sedicesimo secolo, un anziano signore ti avvicina e ti rivela i segreti dell’affresco, compreso che nascosto sotto le spoglie di un viandante raffigurato c’è l’autoritratto del autore (cosa che non trovi scritto in nessuna guida turistica).
Capita pure, che seduto su una piazzetta intitolata “piazza 11 febbraio”, domandi, ad un signore seduto accanto a te a godersi quel raggio di sole, perché in un paese comunista mangia preti sia stata dedicata una piazza ad una festa fascista, (la festa fu instaurata per celebrare i patti Lateranensi firmati 11 febbraio 1929 e cancellata 30 anni fa circa). Il signore non sapendo cosa rispondere, ad una domanda che forse non si era mai posto, e pensando che forse era una delle tante date della epoca partigiana,  ti risponda parlando degli illeciti abusivi compiuti nel sul paese, di quando erano 4000 abitanti e adesso sono rimasti sono 1800 paesani per lo più tutti anziani. Sono rimasti in pochi, per colpa della chiusura della miniera e della mancanza del lavoro, per colpa dello stato che non ha mantenuto le promesse.
Capita che passa una bella ragazza bionda, che parla con un  forte accento toscano, e il signore che mi racconta degli abusi edilizi, che hanno rovinato il suo paese mi dice: “ è una brava ragazza, viene dalla Romania”
Capita di fermarsi ai piedi di una torre in rovina, resti di uno storico castello in cerca di  un bar per rinfrescarsi con qualcosa di fresco. Domandiamo ad alcune signore seduti sui gradini di una scala o su alcune sedie impagliate, dove possiamo trovare  un bar, ci rispondono: “Ci dispiace, ma qui non c’è più nulla, prima c’erano diversi negozi, adesso hanno chiuso tutte le attività, siamo rimasti in duecento, i giovani sono andati tutti via”.
E così mentre ci guardiamo intorno con la gola arsa dalla sete, partono dalle signore le solite domande: “Di dove siete? Vi piace il nostro paese? Dove siete alloggiati? Ecc. ecc.”
Quando gli diciamo che siamo turisti che andiamo in visita di monumenti, chiese e musei, ed eravamo li perché abbiamo visto la torre da lontano ci dicono: “Andate a visitare la nostra chiesa, ci sono gli affreschi di Giotto”
La nostra curiosità sale alle stelle, affreschi di Giotto in una chiesina sperduta della Tuscia?
La chiesa era veramente affrescata con opere del sedicesimo secolo, ma non era Giotto,  per loro si.
Al ritorno alla macchina incontriamo le donnine, ma forse è meglio chiamarle nonnine, ancora sedute al sole del tramonto e ci chiedono se ci è piaciuto il loro Giotto.. come non dire di si, senza contraddirle sul autore degli affreschi.
Un borgo di duecento abitanti, dove non c’è più nulla, neanche il parroco. Per i servizi religiosi c’è un sacerdote a mezzo servizio, in condivisione con il borgo vicino. Un borgo dove solo c’è l’umanità delle nonnine.
Capita pure di incontrare un parroco dentro una chiesa e basta dirgli buongiorno ed ecco che lui si presta a farvi da cicerone dentro la sua casa e spiegarvi la storia dei vari quadri e affreschi, delle famiglie storiche che hanno commissionato le varie opere.
Possono capitare tante cose in questi nostri borghi che lentamente si stanno spopolando. Però nel fine settimana questi borghi riprendono parzialmente vita, molta gente torna al paese dove ha la seconda casa, e vi torna per trascorrere serenamente il fine settimana.
Così come mi diceva una anziana signora che tornava lentamente dal mercato, e ogni dieci passi si fermava a riprendere fiato.
“Buongiorno signora”
“Buongiorno bel giovanotto”
“Giovanotto a me, ma sono grande!”
“Per me che ho ottantacinque anni siete tutti giovanotti”
“È stata al mercato?”
“Ma si giusto per fare due passi, due pomodori e due salcicce, la spesa me la porta mia figlia sabato”
“ Perché sabato?”
“ Perché abita a Siena, lavora là, però il sabato torna qui e mi porta la spesa per tutta la settimana”
Questo è uno dei tanti dialoghi che si possono fare incontrando gli anziani che popolano questi nostri vecchi borghi. 
Capita di incontrare romani che si sono trasferiti in questi borghi alla ricerca della dimensione umana, Ma capita anche, quando ti chiedono di dove sei, e rispondi di Roma, di  trovare gente che vi abitato o vi ha fatto il militare, o che per breve o lungo periodo vi hanno lavorato, ma anche di chi semplicemente vi è stato come turista o in viaggio di nozze.
Allora ti parlano della loro Roma, del quartiere dove hanno vissuto e ti chiedono se c’è ancora quella casa, quel monumento, ti parlano dei loro ricordi e della loro Roma.
Capita a volte ti incontrare dei giovani a cui parli di Roma e molte succede che s’illuminano: Roma!!!
Parli a loro di qualcosa che è nei loro sogni:  visitare Roma.



Capitano molte cose in questi borghi antichi, ti ascoltare i ricordi e si suscitare sogni.
Questi borghi che si stanno svuotando, che stanno perdendo le loro memorie storiche.
Andranno persi memorie, storie, aneddoti, tradizioni e segreti d’amore e tradimenti.
Questi borghi si trasformeranno in quartieri vacanze o centri sociali per anziani forestieri. Anziani che hanno vissuto altrove e nel loro lungo tramonto vengono a trovare un po’ d’umanità in questi vicoli.
C’è un Italia che sta sparendo piano, piano, quella dei piccoli borghi.

Vita da disabile... i flussi regolatori di pubblico



Ormai in quasi tutti i supermercati, per impedire i furti o il taccheggio, ossia che i clienti escano dall’entrata portandosi via della merce senza pagare, hanno messo i girelli o regolatori di flussi. Quei marchingegni che ruotano, facendo in modo che entrino un cliente per volta e nel contempo impediscano l’uscita in quanto ruotano in una sola direzione.
 A fianco del girello, c’è una spazio delimitato da una sbarra orizzontale, che permette il passaggio del carrello.
Ebbene quello sbarramento anti furti o taccheggio, è una classica barriera architettonica.

Quando io entro in un supermercato, dove trovo il girello, com’è che utilizzo le stampelle per camminare o naturalmente delle grosse difficoltà ad attraversare il girello, cioè farlo ruotare, quindi preferisco abbassarmi e passare la sbarra che delimita l’accesso dei carrelli.
Mi devo chinare e passare sotto la “forca caudina” del supermercato, in teoria dovrei chiedere a qualcuno di ..  aprire il girello o alzare la sbarra.. devo chiedere il permesso di entrare.
Pur di  non creare problemi, passo sotto la sbarra e tiro dritto, ma la cosa non è bella…
Ma un cliente che entra IN CARROZZELLA, non può ne attraversare girello, ne passare sotto la sbarra e così lui è costretto a chiedere il diritto.. di vivere da persona normale.
Qualcuno potrebbe obiettare, ma se chiedi c’è sempre qualcuno che ti aiuta, ma perché si deve sempre chiedere.. per cortesia che mi apre, che mi spinge, che mi aiuta…. per certi aspetti è mortificante.

Comunque la legge è molto chiara:
2. Per barriere architettoniche si intendono:
a) gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilita di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacita motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
b) gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di spazi, attrezzature o componenti;
c) la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.. (legge 503/96 art 2 comma a,b,c)

Le leggi che regolano le barriere architettoniche, hanno come paletti tre semplici parole per quanto riguarda i “LUOGHI APERTI AL PUBBLICO” ( i supermercati e centri commerciali sono cosi classificati) : Accessibilità, Adattabilità e Visitabilità.

Quindi in base alle leggi vigenti, il girello non può essere installato a meno che a fianco non ci sia un sistema che permetta l’accesso al disabile comodamente, cosa che il più delle volte non c’è.

Ma oltre ad essere delle barriere architettoniche, secondo me in molti supermercati questi girelli sono un ulteriore pericolo nel  caso che succeda qualcosa dentro l’esercizio commerciale, per esempio in caso d’incendio o di qualche altro pericolo.. da una parte ci sono i girelli e sbarre che parzialmente limitano l’uscita e dall’altra ci sono le casse che fanno la stessa cosa… limitano la fuga.
Se non ci sono porte di sicurezze dentro il supermercato ben indicate, cosa potrebbe succedere in caso di pericolo, specialmente per i disabili… non oso pensarlo.

La mia vera domanda è, ma per l’apertura di esercizio commerciale ci dovrebbe essere un sopraluogo da parte dei tecnici del comune, o della regione che autorizzano l’inizio della attività controllando che tutto sia in regola?
Ma in base alle irregolarità delle  barriere architettoniche questi tecnici (se ci sono) chiudono un occhio o sono IGNORANTI IN MATERIA, permettendo questi illeciti?
In questo caso loro sono complici della irregolarità o forse anche dell’illecito amministrativo?
Ma un semplice cittadino a chi si deve rivolgere per denunciare siffatte irregolarità?

Nel frattempo, io e tanti altri come me per accedere al supermercato o passiamo sotto la “forca caudina” o continuiamo a chiedere il permesso.. vivere una vita normale.


sabato 29 giugno 2013

Appunti di viaggio di un disabile spericolato… l’ingresso ai musei…



Sono un amante del visitare i musei. Da nord a sud Italia ho visitato decine e decine di musei.
Dal Museo egizio di Torino, agli Uffizi di Firenze, passando per i musei Capitolini di Roma, quelli  del Vaticano fino al museo nazionale di Reggio Calabria dove sono esposti i Bronzi di Riace.

Alcuni giorni fà, mi è capitato di visitare un museo etrusco secondo nel mondo per importanza.
Arrivo passo, passo saltellando sulle mie stampelle, caracollando come uno che non ha una destinazione diretta. Attraverso il portone, e mi viene incontro una graziosa signora e mi dice: “Se vuole salire al piano superiore, può prendere l’ascensore”.
“Grazie” rispondo “ ma volevo solo vedere la stanza qui al piano terra dove sono le vetrine dei vasi etruschi”
“Ma guardi “ mi corregge la gentile signora “ le vetrine sono al piano di sopra, però deve andare in biglietteria per ritirare il biglietto d’ingresso, poi se serve l’accompagno al piano di sopra con l’ascensore”
“No grazie, non ne ho bisogno” e mi dirigo alla biglietteria.
Entro nella sala della biglietteria, dove c’è anche l’ingresso al museo, scambio due parole con la ragazza addetto all’ingresso e chiedo come faccio sempre. “due biglietti, uno disabile e l’altro accompagnatore”.
La ragazza mi guarda e dice: “Ha un tessera che dimostra di essere invalido?”

Cosa avreste fatto voi? La tentazione era di dirgli ecco lamia tessera di riconoscimento.. alzando le stampelle .. ma ero nello stato buono, quella che non mi fa “scapocciare” così ho detto: “Ho lasciato la borsa in macchina adesso vado prenderla.  E così le mostro il tesserino”
Allora la ragazza ha detto: “Non fa niente, vada e mi ha dato i due biglietti” e ha aggiunto “ se ha bisogno c’è l’ascensore”

In decine e decine di musei mi sarà successo questo qui pro quo, diciamo cinque o sei volte.
La prima volta  che mi successo fui preso in contropiede e mi alterai un po’, adesso il fatto lo prendo con filosofia,  gli mostro il tesserino per l’esenzione del ticket farmaceutico. Che da solo non ha nessun valore.
Un cartoncino giallo, dove sopra c’è il  mio nome e una sigla che attesta il motivo dell’esenzione dal ticket farmaceutico. Cartoncino che deve essere mostrato in occasione delle visite specialistiche, e in quel caso  l’impiegato di turno prende nota della sigla e rilascia l’esenzione.
In realtà non esiste nessuna tessera con valore legale che attesti che uno è invalido e di cosa e di che grado sia.
L’unico attestato valido è quello che rilascia la “Commissione medica dell’Asl”, ma è un foglio con sopra il nome il cognome e il motivo dell’invalidità, quindi è un foglio con dati personali e sensibili e che non può e non deve essere mostrato quando non è di pertinenza. Al di là del fatto che non deve essere mostrato alla cassiere di un museo, proprio per motivi di privacy personale, c’è il fatto che il foglio non ha la foto identificativa, quindi io potrei andare con la fotocopia di chiunque e dire che sono io.
Esistono alcune associazioni per disabili, invalidi civili, invalidi di guerra che rilasciano delle tessere associative con la foto, ma non hanno nessun valor legale. Per di più chiunque si può associare a suddette associazione, anche non essendo invalido o disabile, ma solo socio sostenitore.

Quindi a volte gli addetti alla biglietteria chiedono qualcosa che non esiste.
Io capisco, a volte non hanno tutti i torti, in me la disabilità è visibile, ben visibile, in altri la disabilità non visibile, e quindi davanti alla richiesta dell’ingresso gratuito hanno  e possono giustamente avere  delle perplessità, ma nel mio caso o altri simili dove la disabilità è molto evidente basterebbe mettere un po’ di attenzione oltre mettere in moto il cervello si eviterebbe così di mettere in difficoltà il disabile e non far una figura meschina e sciocca nel chiedere qualcosa che non esiste o che almeno non hanno valore.

Però io vi domando, ma costa molto rilasciare una tesserina con una bella fotografia con sopra scritto, “Amico Speciale dei Musei”, da mostrare alla biglietterie di tutti musei d’Italia per avere la gratuita di cui  per legge si ha diritto?
Ma un idea così semplice a chi si può suggerire. Quale sarebbe la persona politica, amministrativa di competenza a cui suggerire un idea così semplice che metterebbe tutti in una situazione ottimale?

Costa così poco risolvere il problema… senza che un disabile possa chiedere continuamente.. posso vivere



martedì 25 giugno 2013

il Sindaco Marino .. e il Movimento 5 stelle



Nello scontro “faccia a faccia” all’ombra del Marco Aurelio, alla domanda di Alemanno: “Marino, qual è la tua squadra di governo”.. la risposta fù: “stiamo valutando i curricula”. E diciamolo pure questo tranquillizzò tutti i romani. Perché ci saranno grandi professionalità a guidare questa grande e storica città. Solo chi ha “il curriculum” adatto sarà chiamato nella squadra di governo.“Niente politici”.

Fare una quadra di governo in questo momento per Ignazio Marino non è facile.  E come uno di quei rompicapi di legno di scuola cinese, in cui per riuscire il gioco bisogna rimettere tutti pezzi al posto giusto.
I posti sono 12 più la poltrona di vicesindaco (che non conta un cavolo e solo rappresentanza), ossia dodici Assessori.
Il bello della storia e che bisogna far coincidere le richieste. Il Pd vuole qualche poltrona, anche SEL vuole la sua parte e poi c’è la Lista Civica per Marino. Inoltre alcuni assessori  devono essere donne per via elle “quote rose”, poi devono esserci alcuni che sono tecnici fuori dai partiti con il “curriculum pesante”, poi ci sono da piazzare una fidanzata e una sorella di un amico…  forse qualche moglie, un amico particolare, lo zio di mio zio.. e poi colpo di genio anche un assessorato a  qualcuno dell’opposizione cosi aumentano gli amici che l’appoggiano.
In teoria bisognerebbe dare qualcosa a tutti, accontentare chi ti ha sostenuto in campagna elettorale, invece Marino va dritto per la sua strada, infischiandosi delle proteste e cercando di allargare sempre più i consensi. Così invita il M5Stelle ad entrare nella maggioranza, facendo diminuire le poltrone disponibili, e aumentano gli scontenti. Certo aumentare il numero della maggioranza mette al riparo da eventuali spiacevoli mancanza di numeri, non si sa mai il PD  si spaccasse Martino si mette al riparo da un’eventuale maggioranza ristretta. Manca solo Marchini e tutti dentro, esclusi i cattivi del PDL.
La situazione con l’ultima invenzione si sarebbe potuta complicare moltissimo. Ma fortunatamente che Grillo c’è.

Questa storia ha dell’incredibile. Marino solo contro tutti e tutto e nello stesso tempo con tutti per tutto.
Sembra questa la politica del nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Scontentare tutti e non realizzare tutto, allearsi con tutti e realizzare tutto.
Sinceramente mi sembra un modo estemporaneo di procedere.
Mi domando a che gioco sta giocando il Sindaco di Roma?
Scarica il PD, ma non del tutto. Tiene sulla SEL dando e non dando, tiene a bagno maria la sua Lista civica, sceglie parenti di potenti del PD che poco hanno a che fare con Roma, ma hanno la parvenza di professionisti selezionati.. e poi getta un boccone avvelenato al M5stelle.
Il Sindaco Marino forse non lo sa, oppure lo sa ma non ricorda, che nel marzo del 2013 è stato votato e approvato un decreto legislativo particolare: Testo unico sulla trasparenza  (Dlgs 33/2013).
Tale decreto obbliga le amministrazioni a pubblicare sul proprio sito istituzionale il “curriculum vitae degli assessori,  dei consiglieri, ” (Dlgs 33/13 art 14 punto 1 comma b) dei dirigenti e delle Posizioni Organizzative. Per dimostrare che le persone che amministrano la Pubblica Amministrazione abbiamo titolo e sono competenti.
Quindi i “curriculum” che il Sindaco ha visionato in privato saranno sotto gli occhi di tutto e potremo tutti vedere le competenze degli Assessori scelti dal primo cittadino di Roma. Senza dimenticare che Assessori e consiglieri dovranno pubblicare sempre sul sito di Roma Capitale la dichiarazione dei redditi così come è previsto dall'articolo 2, della legge 5 luglio 1982, n. 441.
Non è più tempo di scherzare se trasparenza deve essere, trasparenza sia, così tutti potremo valutare le scelte del Sindaco di Roma Capitale.

Ritorniamo alla domanda.. a che gioco sta giocando il Sindaco Marino?
Aveva proprio bisogno di aprire la M5stelle e di portarlo dentro la coalizione di governo della città?
Perché questa apertura che avrebbe scontentato i suoi naturali alleati e amici?

La proposta di Marino al M5stelle è da una parte un sasso nel pollaio, che lanciatolo dentro fa starnazzare tutte le galline. Come sempre accade le decisioni sono della rete, ed ecco lo starnazzare dei gallini e galline, che ne blog esprimo il loro pensiero, che non è più un chattare di protesta, ma una confusa idea di governo.
Se la scelta di base e non governare mai ne con PD e PDL, la proposte di Marino andava indirizzata immediatamente al mittente, non era neanche motivo di discussione.
Invece quel sasso lanciato nel pollaio è una polpetta avvelenata, se  i quattro consiglieri l’avessero mangiata sarebbe stata per loro la morte politica, prima di emettere i primi vagiti da consiglieri.  
Il loro peso politico all’interno della maggioranza è zero, in quanto è già forte dei suoi numeri e loro si sarebbero ritrovati incastrati a sostenere una maggioranza, che non li identifica.

Ma allora perché Marino li vuole nella maggioranza?

Io ho la mia idea, un idea balzana.
Penso che Marino, stia usando la sua nomina a sindaco di Roma, come trampolino di lancio alla sua carica di leader del centro sinistra, o se non addirittura a premier di governo, scavalcando il candidato ideale che in questo momento è  Matteo Renzi.
Se fosse riuscito in piccolo a fare quello che Bersani non è riuscito in grande, sdoganare il M5stelle è portarlo all’interno di squadra di governo, pensate con che “curriculum vitae” si sarebbe presentato alle primarie del centro sinistra.

Uomo di sinistra con l’anima cattolica, un uomo di successo nel suo campo professionale, ha sconfitto alle elezioni, alla grande, la destra a Roma, a vinto senza imparentarsi troppo con il PD, a tenuto a bada le intemperanze del SEL, ha formato una squadra di governo al si sopra di ogni sospetto e infine a dialogato con il M5stelle portandolo dalla sua parte…. Un vero leader della sinistra.
 
Il sindaco Marino sta costruendo la sua candidatura a premier di governo, sfruttando la grande visibilità che da l’essere sindaco di Roma.
Come già ho scritto, Marino è sindaco di se stesso e non di Roma. Questa è una brutta storia.