Mi piace molto viaggiare, ma non solo vedere le cose belle o
brutte di questa nostra Italia, ma anche parlare con la gente che incontro nei
vari posti che visito, farmi raccontare da loro aneddoti, pettegolezzi, segreti
dei posti visitati.
Mi piace farmi raccontare la vita del paese, specialmente
quando visito piccoli borghi, con poche anime che lo abitano.
Piccoli borghi che stanno
morendo.
Borghi molti dei quali per certi
aspetti ben tenuti, le stradine i vicoli molte volte sono stati recentemente restaurati,.
Restauri fatti a volte tenendo conto del
paesaggio del paese, del materiale con cui è stato costruito negli secoli,
altre volte capita di vedere di vedere degli scempi di restauro. Come in un paese
del Monte Amiata, costruito nei secoli con pietra locale, peperino e tegole di
terracotta, ci si imbatte in una piazzetta il cui fondo e gli scalini sono in
travertino bianco, un cazzotto in un occhio. Senza tenere conto del pericolo
del travertino in inverno quando ghiaccia. Un pericolo costante per le persone
anziane che vi abitano.
Visitare un borgo in una fredda
mattina di giugno, e capita che ad ogni spicchio di sole che invade i piccoli e
stretti vicoli, vedere degli anziani seduti su sedie di paglia scaldarsi al sole.
Basta un semplice buongiorno ed inizia una conversazione su da dove
venite, vi piace il paese, li c’è una chiesa antica e li c’è quella moderna. Anziani
che ti fanno da guida turistica del loro vecchio borgo, raccontandoti di tutto,
basta saper toccare le corde giuste.
Cosi capita che mentre osservi in
una chiesa un affresco del sedicesimo secolo, un anziano signore ti avvicina e
ti rivela i segreti dell’affresco, compreso che nascosto sotto le spoglie di un
viandante raffigurato c’è l’autoritratto del autore (cosa che non trovi scritto
in nessuna guida turistica).
Capita pure, che seduto su una
piazzetta intitolata “piazza 11 febbraio”, domandi, ad un signore seduto
accanto a te a godersi quel raggio di sole, perché in un paese comunista mangia
preti sia stata dedicata una piazza ad una festa fascista, (la festa fu
instaurata per celebrare i patti Lateranensi firmati 11 febbraio 1929 e
cancellata 30 anni fa circa). Il signore non sapendo cosa rispondere, ad una
domanda che forse non si era mai posto, e pensando che forse era una delle
tante date della epoca partigiana, ti
risponda parlando degli illeciti abusivi compiuti nel sul paese, di quando
erano 4000 abitanti e adesso sono rimasti sono 1800 paesani per lo più tutti
anziani. Sono rimasti in pochi, per colpa della chiusura della miniera e della
mancanza del lavoro, per colpa dello stato che non ha mantenuto le promesse.
Capita che passa una bella ragazza bionda, che parla con un forte accento toscano, e il signore che mi racconta degli abusi edilizi, che hanno rovinato il suo paese mi dice: “ è una brava ragazza, viene dalla Romania”
Capita che passa una bella ragazza bionda, che parla con un forte accento toscano, e il signore che mi racconta degli abusi edilizi, che hanno rovinato il suo paese mi dice: “ è una brava ragazza, viene dalla Romania”
Capita di fermarsi ai piedi di
una torre in rovina, resti di uno storico castello in cerca di un bar per rinfrescarsi con qualcosa di fresco.
Domandiamo ad alcune signore seduti sui gradini di una scala o su alcune sedie
impagliate, dove possiamo trovare un
bar, ci rispondono: “Ci dispiace, ma qui non c’è più nulla, prima c’erano
diversi negozi, adesso hanno chiuso tutte le attività, siamo rimasti in
duecento, i giovani sono andati tutti via”.
E così
mentre ci guardiamo intorno con la gola arsa dalla sete, partono dalle signore
le solite domande: “Di dove siete? Vi piace il nostro paese? Dove siete
alloggiati? Ecc. ecc.”
Quando gli
diciamo che siamo turisti che andiamo in visita di monumenti, chiese e musei,
ed eravamo li perché abbiamo visto la torre da lontano ci dicono: “Andate a
visitare la nostra chiesa, ci sono gli affreschi di Giotto”
La nostra
curiosità sale alle stelle, affreschi di Giotto in una chiesina sperduta della
Tuscia?
Al ritorno
alla macchina incontriamo le donnine, ma forse è meglio chiamarle nonnine,
ancora sedute al sole del tramonto e ci chiedono se ci è piaciuto il loro
Giotto.. come non dire di si, senza contraddirle sul autore degli affreschi.
Un borgo di duecento abitanti, dove non c’è più nulla, neanche il
parroco. Per i servizi religiosi c’è un sacerdote a mezzo servizio, in
condivisione con il borgo vicino. Un borgo dove solo c’è l’umanità delle
nonnine.
Capita pure di incontrare un parroco dentro una chiesa e basta dirgli
buongiorno ed ecco che lui si presta a farvi da cicerone dentro la sua casa e
spiegarvi la storia dei vari quadri e affreschi, delle famiglie storiche che
hanno commissionato le varie opere.
Possono capitare tante cose in questi nostri borghi che lentamente si
stanno spopolando. Però nel fine settimana questi borghi riprendono
parzialmente vita, molta gente torna al paese dove ha la seconda casa, e vi
torna per trascorrere serenamente il fine settimana.
Così come mi diceva una anziana signora che tornava lentamente dal
mercato, e ogni dieci passi si fermava a riprendere fiato.
“Buongiorno signora”
“Buongiorno bel giovanotto”
“Giovanotto a me, ma sono grande!”
“Per me che ho ottantacinque anni siete tutti giovanotti”
“È stata al mercato?”
“Ma si giusto per fare due passi, due pomodori e due salcicce, la
spesa me la porta mia figlia sabato”
“ Perché sabato?”
“ Perché abita a Siena, lavora là, però il sabato torna qui e mi porta
la spesa per tutta la settimana”
Questo è uno dei tanti dialoghi che si possono fare incontrando gli
anziani che popolano questi nostri vecchi borghi.
Capita di incontrare romani che si sono trasferiti in questi borghi
alla ricerca della dimensione umana, Ma capita anche, quando ti chiedono di
dove sei, e rispondi di Roma, di trovare
gente che vi abitato o vi ha fatto il militare, o che per breve o lungo periodo
vi hanno lavorato, ma anche di chi semplicemente vi è stato come turista o in
viaggio di nozze.
Allora ti parlano della loro Roma, del quartiere dove hanno vissuto e
ti chiedono se c’è ancora quella casa, quel monumento, ti parlano dei loro
ricordi e della loro Roma.
Capita a volte ti incontrare dei giovani a cui parli di Roma e molte
succede che s’illuminano: Roma!!!
Parli a loro di qualcosa che è nei loro sogni: visitare Roma.
Capitano molte cose in questi borghi antichi, ti ascoltare i ricordi e
si suscitare sogni.
Questi borghi che si stanno svuotando, che stanno perdendo le loro
memorie storiche.
Andranno persi memorie, storie, aneddoti, tradizioni e segreti d’amore
e tradimenti.
Questi borghi si trasformeranno in quartieri vacanze o centri sociali
per anziani forestieri. Anziani che hanno vissuto altrove e nel loro lungo
tramonto vengono a trovare un po’ d’umanità in questi vicoli.
C’è un Italia che sta sparendo
piano, piano, quella dei piccoli borghi.