Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

giovedì 30 giugno 2016

Lontana è Roma

Pomeriggio, tardo pomeriggio.
Usciamo per fare una passeggiata nella docile e delicata Galatina, una cittadina color pastello,
dalle tonalità ocra e rosa pallido.
Sono le cinque meno qualche minuto, forse dieci.


Come varchiamo la porta di casa, siamo in strada e un afa feroce ci tronca il respiro.

Tutto tace, nella stradina c'è un silenzio sconosciuto.
Un refolo di vento, che non si sa da dove viene ci dona un attimo di sollievo.


Passa nella via, lentamente una macchina, sembra che gli hanno silenziato il motore.
Ci incamminiamo verso la Basilica di Santa Caterina


Un anziano negoziante lentamente, molto lentamente, senza fare nessun rumore apre il suo negozio di casalinghi.
Lentamente altri negozi aprono i battenti,
No ci sono bambini in strada a giocare, non c'è nessuno nella piazza.


L'impressione è che nessuno voglia disturbare il riposo pomeridiano.


Ecco la Basilica...ecco Santa Caterina--

Esco dalla Basilica, sono le otto e mezzo è la piazza è piena di gente,

la brezza della sera, spazza via ciò che resta dell'afa del giorno, un senso di festa riempie l'aria.

Come è lontana Roma questa sera.












(Galatina 25 giugno 2016)

giovedì 16 giugno 2016

Quando ritrovai il mio cuore.

Ci fu un periodo.
Un periodo antico, ormai sepolto dai ricordi del tempo.
Era il periodo che nascosi il mio cuore
Era il tempo della discriminazione
Era il tempo del “tu no”
Era il tempo del “guarda che occhi belli, poverino”
Quella parola da sola: “poverino”, cancellava il complimenti degli occhi belli e infilava un coltello nel cuore
Le ragazze mi dicevano “non posso”, le mie amiche dicono di non farlo, i miei genitori non vogliono uno così.
Sei simpatico, mi fai ridere, ti voglio bene come un fratello… ma io volevo essere figlio unico.
Erano i tempi in cui si  sognava di ballare, di correre dietro un pallone, di pedalare in bicicletta…
Erano i tempi del “tu sei diverso”
Erano i tempi del “Dio ti ha tolto le gambe, ma ti ha dato un cervello”
Era tanto tempo fa.

Così decisi di non soffrire più
Così quel giorno quel mio cuore ferito e sanguinante decisi di nasconderlo.
Così decisi che nessuno lo avrebbe più visto
Così decisi che nessuno gli avrebbe più infilato un coltello.

Era il tempo del non amore
Non mi riusciva di amare, perché non volevo amare.
Amare vuol dire: “dare il cuore”.
Ma il cuore non era più raggiungibile.
Lo avevo nascosto
Non amavo, non ero riamato.
Non c’era più un cuore disponibile.

Poi venne Lui e mi disse : “”Dov’è il tuo cuore?”.
Dove era il mio cuore?
Nascosto. Dietro muri invalicabili e dietro una recinzione di filo spinato.
Nascosto dietro il  non amore, il rancore e il non perdono.

Poi venne Lui e mi disse: “Dov’è il tuo cuore?”
Già, dove era il mio cuore?
Protetto, sigillato, ermeticamente bloccato, ben nascosto.
Niente entrava e niente usciva.
“Cosa ne vuoi fare del mio cuore”

Poi venne Lui e mi disse “ Voglio baciare il tuo cuore, baciare le tue ferite, sanare le tue piaghe, voglio amarti anche se tu non vuoi.”


Cercai il mio cuore.
L’avevo nascosto così bene il mio cuore 
che non riuscivo più a tirarlo fuori dalla gabbia che gli avevo creato.

Poi venne Lui e vidi le sue mani graffiate.
Piano, piano aveva liberato il mio cuore senza aspettare che fossi capace di farlo da solo.

Poi venne Lui.




Ritrovai il mio cuore quando incontrai Gesù.

lunedì 13 giugno 2016

ricordi



Non posso votare PD al Ballottaggio




scelte scomode impopolari ..per un PARTITO POPOLARE

Mi ha lascito stupito e mi ha suscitati innumerevoli riflessioni, leggere la parte conclusiva del discorso che Don Sturzo tenne nel gennaio del 1919, nella città di Agrigento, discorso che tennne in occasione della fondazione del Partito Polare. Rileggerlo oggi a 98 anni di distanza fa una certa impressione.
Sembra un discorso, che un politico dell'opposizione moderna, potrebbe tranquillamente fare oggi in una delle due camere del parlamento.
Nella parte finale del suo discorso quale sono tre i punti sul quale si sofferma:
Fare le riforme
Combattere i pericoli sociali
A chi  è rivolto l’invito ad aderire
Partiamo dal primo punto quale sono le riforme che Don Sturzo sollecita ?
Sembrano, o per lo meno sono molto vicine, alle stesse che molti chiedono oggi a gran voce  al nostro primo ministro, vediamo quale erano quelli richieste da Don Sturzo:

Previdenza e assistenza sociale
I tagli  al Welfare sociale, non sono più accettabili. Le riforme  dell’ assistenza sociale non è mirata  a dare benefici ai cittadini.  Anzi la malattia, la disabilità, la vecchiaia non sono più stati dell’uomo di cui lo stato deve farsi carico, no, essi sono visti come una spesa, una spesa da ridurre ogni giorno di più. Tempo fa partecipai ad un convegno in cui  i medici, gli operatori sanitari consideravano i malati come una spesa, che le migliorie da fare erano  finalizzate non al sollievo della malattia, ma al risparmio della spesa.
Come consideriamo la notizia apparsa sui giornali  oggi 10 giugno 2016,  che undici milioni di cittadini italiani non usufruiscono dell’assistenza sanitaria?
Bisogno rivedere il Welfare, le sue regole e le sue finalità.
Legislazione del lavoro
 Parafrasando  Cyrano di Bergerac: “a iosa se ne potrebbero di cose sul  lavoro”.  Le riforme sul mondo del lavoro, sono di fatto passi indietro da giganti  in merito alle conquiste fatte dai sindacati. I lavoratori sono ormai giornalmente umiliati dalla sempre più mancanza di regole. Le riforme che a parole sembrano rinnovare il mondo del lavoro, di fatto generano sempre più incertezza e sempre meno la certezza del lavoro.   Quello che fu un capolavoro legislativo,  quella legge chiamata “Statuto de lavoratori”, oggi giorno  molte sue parti  vengono cassate, cancellate, non c’è più la certezza del lavoro. Chi perde il lavoro dopo i 50 anni rischia di non lavorare più per il resto della sua vita. Abbiamo una riforma del lavoro che andrebbe da subito riformata.
Tutela della proprietà privata.
Oggi, in molti sentono il pericolo che la propria proprietà privata possa essere violata senza più la tutela della legge. Molti  temono che chiunque, possa entrare nella nostra casa e prenderne possesso, in barba alla legge. Eppure La costituzione all’art 14 dice: Il domicilio è inviolabile.
Questo diritto costituzionale oggi,  sembra essere messo in discussione. Non siamo più sicuri nelle case, il bene primario di uomo, di un donna  o di una famiglia oggi è un bene sequestrabile ed espropriabile. Oggi  la gente comune e povera può essere cacciata dalla propria casa e finire di dormire in strada. La casa deve essere un bene intoccabile.


Nel suo discorso don Sturzo, sollecita alcune questioni del quale il governo dovrebbe farsi carico, per il bene del popolo, quello più indifeso, il proletariato e contadino.
Essi sono :
  -aumento della produzione
              - regolare le tasse
                      -riforma tributaria
                            -sviluppo dei commerci
                     -sviluppare il sud
                                       -riforma scolastica
                                -lotta all'analfabetismo

Aumento delle produzione,
vuol dire produrre posti di lavoro, garantire lavoro, creare ricchezza e benessere.
Oggi le politiche del lavoro sono disastrose. Le fabbriche, l’aziende agricole, l’artigianato sono in grande difficoltà.
Ogni giorno chiudono attività lavorative, con perdita di posti di lavoro, con il conseguente aumento della disoccupazione.
C’è bisogno di politiche del lavoro, difendere il lavoro italiano, chiudere alle multinazionali che soffocano le nostre aziende, eliminare la delocazione delle aziende in paese da terzo mondo. Facilitare lo sviluppo del lavoro detassando ed abbattere la burocrazia che soffoca il mondo degli imprenditori-

Regolare le tasse,
non tutti i cittadini pagano ugualmente e parimenti  le tasse. Ci sono cittadini più vessati di altri, bisogna  equilibrare il pagamento  delle tasse tra i cittadini, tra le varie classi sociali, tra nord e sud ecc ecc  tale operazione andrebbe di paro passo con la riforma dei tributi. Trasparenza dei pagamenti, decentrare gli uffici delle entrate per portarli più vicini ai cittadini.
Uffici che non vessano, ma aiutano i cittadini, nel comprendere i procedimenti e le tasse dovute.
Uffici che sanno essere dalla parte dei cittadini controllando semestralmente le procedure di pagamento, impedendo che alcuni arrivino al suicido, come ultima risorsa davanti ad un fisco vessatorio.
Snellire i procedimenti d’istruttoria, portare uffici più vicino ai cittadini, trasparenza amministrativi, continuità di responsabilità del procedimento.

Sviluppo dei commerci,
oggi può essere inteso come la protezione del “Made in Italy” facilitare l’esportazione, ricercare nuovi mercati, proteggere il mercato interno dai prodotti scadenti e buon mercato che fanno concorrenza sleale.

Sviluppare il sud,
ancora oggi c’è da rivolvere la questione del Mezzogiorno carente di infrastrutture. Inutile dire che nel 2016 la carenza di infrastrutture crea danni incalcolabili alle poche industrie e all’agricoltura. Le autostrade non sono all’altezza dell’Europa, per non parlare della rete ferroviaria. Mancano industrie e l’agricoltura è ancora arretrata

Riforma scolastica.
ogni due o tre anni si mette mano alla riforma scolastica, che sembra più illuminata dal risparmio sul personale che non dare una giusta formazione ai ragazzi. Le scuole, le università sono in condizioni vergognose…

Lotta all'analfabetismo,
paradossalmente questo può sembrare l’unico argomento che non sia più attuale, invece oggi viviamo un ignoranza di secondo livello, che si sa leggere, scrivere e far di conto, senza capire quello che si legge senza conoscere le cose.
Abbiamo imparato ai nostri ragazzi a leggere, a saper firmare e fare due conti,, ma non abbiamo insegnato loro a far diventare un tesoro la LORO CULTURA.

 LA seconda parte forte del suo discorso Don Sturzo, invita a combattere  contro dei pericoli sociali, pericoli che potevano modificare se non distruggere il tessuto sociale italiano.
Quei pericoli, leggermente modificati nel forma ma che non né cambiano il senso o l’essenza, da anni stanno modificando la nostra cultura e tessuto sociale  sono:
-imperialismi culturali
-anarchia politica
- i governi socialisti materiali
-capitalismo e liberalismo sfrenato
-centralizzazione dello stato

-imperialismi culturali
Ormai siamo stati conquistati dalla cultura americana.
Ormai la nostra società è la brutta copia di quella americana.
Le nostre tradizioni, la nostra cultura, il nostro modo di essere italiani trovano sempre più difficoltà ad esprimersi.
La cultura americana ci ha conquistato, e sta giorno dopo giorno spazzando via la nostra,
Nell’arti: musica, cinema, letteratura siamo sempre americanizzati.
Un esempio su tutti e la festa di Halloween,  che ormai impazza nel mese di novembre, nulla a che fare con la nostra cultura eppure ormai sembra che non si possa più a meno di tale festa.
Ormai si mangia all’americana, si lavora all’americana, si studia all’americana, si parla sempre in americano ..l’America è il punto di riferimento

Anarchia politica
Non siamo anarchici, ma viviamo una politica anarchica, basata sull’individualismo.
Ad ogni elezione vediamo nascere decine di partiti che scompaiono subito dopo l’insuccesso  elettorale, partiti che si basano sul desiderio del successo personale del leader, senza un idea politica.
Ma anche la grande politica parlamentare soffre di questa divisione perpetua, sono decine i politici che escono dai partiti per dare vita a gruppi misti dove ognuno vive della propria autonomia politica, vendendo il suo voto di volta in volta. Forse siamo davanti  ad cambiamento storico della politica, forse i partiti sono morenti e siamo di fronte ad un politica individuale di presenza sul territorio?

I governi socialisti materialisti.
Molti governi che si dicono socialisti, ormai hanno perso il loro spirito socialista, sono ormai governi atei che fanno del materialismo la loro ideologia di base, dove l’uomo è di fatto un oggetto sul comò.

Capitalismo e liberalismo sfrenato
Ormai il capitalismo sfrenato domina tutto il mondo, tranne alcune aree  isolate.
In tutto il mondo il capitalismo regna sovrano con le sue regole adattate ai vari stati. Possiamo affermare con una certa sicurezza che il capitalismo si è imposto prepotentemente, il prossimo passo sarà la nuova schiavitù del genere umano che passa attraverso il controllo dell’individuo creando nel mondo “un grande fratello, così come ha profetizzato Orwell in 1984, descritto Wenders in “Fino alla fine del Mondo” dove il fuggitivo viene continuamente individuato dalla tecnologia.  Tutti noi oggi siamo sotto controllo, con la carta di credito, badge del lavoro, la carta elettronica raccolta punti,  chip del telefono, telecamere post in ogni angolo della città e così via..
Capitalismo sfrenato che genera ogni giorno nuovi poveri e sempre meno ricchi, si rischia una società infernale dove l’uomo è un numero senza dignità e diritti
.
Centralizzazione dello stato
Decentrare per portare sempre più vicino l’amministrazione è per assurdo il contrario del capitalismo.
    Per il capitalismo è fondamentale ridurre le spese ed aumentare i proffitti,
                            per uno stato capitalista è fondamentale ridurre i costi,
per pagare meno servizi
                                   per ridurre le tasse
                                                    per favorire i ricchi
                          

Rileggere il discorso di Don Sturzo, sembra che nulla sia accaduto in 100 anni,  in questo discorso c'è l'immagine spietata della nostra società, della nostra politica.
A chi si rivolge don Don Sturzo, verso chi è questo appello, drammaticamente moderno fatto agli uomini che:
                                  sono moralmente liberi
Uomini e donne che non sono condizionati da ideologie  di destra o sinistra, ma che hanno la capacità e la libertà di intraprendere un nuovo cammino per la ricerca di una società
                           sono amanti della patria
                                         Non amanti della patria nel vecchio concetto nazionalistico dove il principio base era la supremazia razziale. Amanti di quella Italia che circoscritta da confini invisibile all’interno dell’Europa, amanti della terra, dell’ambiente, della cultura, della storia gloriosa scritta da quelli che hanno vissuto in questa terra prima di noi. Amare la patria per la sua essenza geografica e storica.
                    hanno il giusto senso dei diritti e degli interessi nazionali e popolari
                              Uomini e donne che vogliono uno stato, dove i diritti  e doveri sia rispettati e largamente condivisi da tutti . Che in ogni condizioni essi si trovano, devono pensare agli interessi dello stato sovrano e del popolo che è e resta anch’esso sovrano.
Uomini  e donne  che credono nella democrazia, nella libertà personale  e che sono disposti a lottare e morire per esse.
              hanno un sano internazionalismo e concetto di Europa
Uomini e donne che comprendono che non è più tempo di stare chiusi all’interno dei confini di stato, ma che bisogna abbattere le frontiere  per creare ponti di pace, che la vocazione dell’Italia è l’Europa unita.
Un’ Europa  dove ogni stato ha pari dignità , un’ Europa dei popoli  con il libero transito e libero commercio,
Un’ Europa  delle culture diverse ma unite in unico ideale: la pace
     Apprezzano e rispettano le virtù morali del nostro popolo.
L’Italia è un popolo che di fatto è un insieme di popoli con culture diverse, ma ogni parte ha rappresentato l’Italia nel mondo. L’Italia è un popolo di poeti, pittori, navigatori, scienziati, di filosofi, santi ed esploratori.
Dobbiamo amare le virtù morali del nostro popolo, quello che siamo e quale contributo abbiamo dato all’intera umanità

Don Sturzo concluse il suo discorso dicendo uniamoci per un PARTITO POPOLARE ..dove al centro c'è UOMO con le sue esigenze, le sue necessità.
Oggi c’è necessità di rilanciare questo appello: Ricreare un nuovo partito popolare di centro.
Ritornare ad un programma di popolo, quel popolo che la politica di oggi sembra aver dimenticato, dove l’economia lo considera una serie di numeri e solo massa che deve consumare la produzione,
Un Partito il cui programma costituzionale sia rivolto al popolo e non alle minoranze ricche e agiate.
Un programma che abbia come fondamenti:
il diritto alla casa
il lavoro per tutti e per tutti equamente pagato
pensioni oneste
sanità per tutti e per tutti accessibile
tasse eque secondo il reddito prodotto
libero accesso alla scuola, in una scuola moderna ed efficiente.

È il momento di fare delle scelte SCOMODE E IMPOPOLARI
e di distinguersi in un PARTITO POPOLARE