Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

giovedì 9 aprile 2015

Un grido d'amore scuote il mondo: è il tempo della misericordia

C’è una Chiesa trionfale.
La Chiesa delle grande adunate, delle grandi manifestazioni, delle folla infinita.
C’è una Chiesa che si conta, si guarda e si dice: quanti siamo in questa pubblica piazza.
C’è la Chiesa a cui gli piace leggere sul prime pagine dei  giornali i numeri della presenza.

Questa è la Chiesa dei balli, delle bandiere, della gioia e dell’esultanza.
La Chiesa che invita alla gioia e all’euforia collettiva.
Una Chiesa che abbiamo visto negli anni di passaggio secolo troppo spesso in tv.
Era la Chiesa che piaceva a Giovanni Paolo II, che piaceva un po’ meno a Benedetto XVI e che sembra non piacere a papa Francesco.

Quello che sembra amare Papa Francesco è il contatto con il popolo, non tanto la folla che acclama con bandiere e rami di palma. Come quella folla che accolse Gesù nella sua entrata in Gerusalemme, quando lo acclamava cantando “Hosanna, Hosanna”, sventolando rami di palma.
Quella folla che si sciolse come neve al sole, quella folla che si lasciò corrompere nel cuore è gridò a squarciagola poche ore dopo: Barabba, Barabba.
 
Questo Papa Francesco ama più i gesti della misericordia, dell’abbraccio del povero.
Questo Papa che ferma la papamobile per scendere ed abbracciare il povero, il disabile, l’emigrato.
Non ama le deferenze, non ama le celebrazioni dei potenti, non ama le ipocrisie delle corti antiche e nuove. Non ama le economie che generano povertà per molti e ricchezza per pochi.

Come dimenticare la sedia vuota al concerto per pochi eletti…
Come dimenticare il no a certi politici che amano farsi fotografare con lui...
Come dimenticare il NO, alla messa privata con i politici… il no alla politica corrotta…

Questo è il Papa dell’elemosina per chi non riesce a pagare le bollette, dei bagni e docce gratis installate sotto le colonne del Bernini per i barboni, chiamati elegantemente clochard, delle visite continue a carcerati di ogni età, razza e religione.
Questo è il Papa delle visite alle parrocchie senza proclami e senza richiamo di folla.
Questo è il Papa che vive in albergo per stare in compagnia dei suoi confratelli sacerdoti, che prende il pullman per andare a fare gli esercizi spirituali, e siede tra i partecipanti e non sulla poltrona papale.

Questo è il Papa che non dice la sua messa quotidiana in una cappella privata con pochi intimi e raccomandati, ma nella chiesina di Santa Marta concelebrando con il popolo, con i parrocchiani così è uso fare a tutti i parroci della Chiesa Universale, insegnando, ammonendo, consolando, consigliando ogni giorno la porzione di popolo presente alla celebrazione.
Questo è il Papa che parla alla gente in modo semplice, spontaneo così come fanno sacerdoti, vescovi nei loro incontri quotidiani con la gente.
Questo è il Papa che è sacerdote tra i sacerdoti, che parla al cuore dei suoi confratelli.

Questo è il Papa della misericordia.

Non è un caso che parla delle opere di misericordia corporali e per primo le mette in pratica:

Dar da Mangiare agli affamati
Dar Bere agli assetati
Vestire gli ignudi
Visitare gli ammalati
Visitare i carcerati
Seppellire i morti
Ospitare i pellegrini.

Sono cose che vediamo fare continuamente a questo Papa, i suoi innumerevoli gesti sono gesti di misericordia.
 
Non è un caso che parla delle opere di misericordia spirituali e le mette in pratica:

Insegnare agli  ignoranti
Consigliare i dubbiosi
Ammonire i peccatori (non condannarli)
Consolare chi è nella sofferenza
Perdonare chi ci ferisce
Pregare per tutti, sia che siano vivi o che siano morti (ma la morte non esiste per chi crede in Gesù)
Sopportare pazientemente le persone moleste

Non c’è giorno che il Papa che non si consuma nel tentativo di arrivare al cuore di chi lo ascolta.

Questo nostro papa-parroco, si erge a modello di migliaia di preti e li invita a ricercare una vita evangelica, senza fronzoli mondani, senza inseguire il successo o il plauso della folla.
Ecco vi ho dato l’esempio. Diamo lustro alla chiesa con l’amare , dare misericordia.

Ricordo che da giovani, avevamo un slogan : “Costruire la civiltà dell’Amore”  

E Papa Francesco sta dando indicazioni inequivocabili su come costruire questa “Civiltà dell’Amore”.. percorre la via della misericordia.

Quando penso a Papa Francesco non posso fare a meno di identificarlo con il padre della parabola del figliol prodigo
Quel padre che spetta con ansia il ritorno del figlio che se ne andato in paesi lontani.
Quel padre che si consuma la vista nel guardare costantemente in fondo al viale con la speranza di vedere un giorno apparire in figlio che torna a casa.
Quel padre che prega ogni giorno per il figlio che vive insalvabilmente.
 
Oggi quel padre lancia il suo grido misericordioso… tornate a casa figli miei.
Oggi Papa Francesco lancia un grido d’amore… è il tempo della misericordia, è il tempo del perdono, e il tempo della pace… tornate a casa figli miei.

 
 
È il tempo del “GIUBILEO della MISERICORDIA”.