Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

lunedì 22 giugno 2015

Qui c'è un futuro...



Abbiamo finito di mangiare pasta fredda, e arrosticini…  io e mio nipote, facciamo due passi per vedere la prateria che circonda la zona ristoro e fare delle fotografie.
L’attenzione di mio nipote, viene catturata  da un gruppo di adulti e qualche bambino che giocano a calcio.

Come se li conoscesse da “un sacco di tempo”, si avvicina e  e chiede di giocare anche lui.
Un adulto si avvicina a mio nipote, gli chiede come si chiama, con un accento che tradisce la sua origine straniera, molto probabilmente tedeschi, poi lo invita giocare e gli indica i suoi compagni di squadra.
Finita la partita, salutiamo il gruppo. Ma ho una curiosità che mi devo togliere.. da dove vengono e come mai parlano così bene italiano?
Così, mi avvicino per salutarli e ringraziarli per avere inserito mio nipote nel gioco e nello stesso momento gli pongo la fatidica domanda ad uno dei due uomini che si avvicina a me cullando un bambino di pochi mesi:  
- Ma come mai parlate cosi bene italiano?
- semplice  io abito in Farindola, con mia moglie e i mie due figli, mentre mio fratello che abita in Germania e venuto  trovarmi, ma lui parla solo tedesco. Mi risponde l’uomo.
Io incalzo: – Da quanto tempo abiti in Italia?-Da due anni, e i miei due bambini vanno alla scuola, questo che ho in braccio ha solo 7 settimane è piccolino.
- Parli bene italiano, ma che lavori fai in questo paesino dell’Abruzzo alle falde del Gran Sasso.
- Due anni fa, siamo venuti qui in Farindola e abbiamo preso una casa (non ricordo se mi ha detto comprato o in affitto) e abbiamo preso due ettari e mezzo di terra e coltiviamo la terra.
Sono sbalordito: - come? E cosa coltivate ?
-Olivi, vite e altre cose…. Produciamo olio, vino, pomodori….

Sono senza parole.

Decine di ragazzi se ne vanno al estero a cercare lavoro. Vanno al estero a fare camerieri, cuochi, facchini, controllori  di bus, venditrici di ticket turistici.. chi in Franca, chi in Inghilterra, Usa, Australia.. e questa famiglia  viene in Italia per vivere il loro futuro.
Un padre, una madre e due figli tedeschi e uno italo-tedesco in cerca di un futuro alla pendici  del Gran Sasso.

Qualcosa non mi quadra?

Come è possibile ciò… vuol dire che forse c’è un futuro anche in Italia.

Penso ai cugini di mia moglie con le loro terre qui in terra d’Abruzzo. I loro ettari di terra coltivate a vite, olivi  e chissà quante altre cose.

Ripartiamo verso Roma, mentre sono alla guida , nella mia mente c’è fisso il pensiero di quella famiglia tedesca in Italia. Presa l’autostrada, lancio uno sguardo verso la città del L’Aquila, decine di  gru gialle si stagliano verso il cielo dominando l’intera città. La loro presenza tradisce che decine di cantieri di ricostruzione sono aperti. Non so se sono tanti o pochi, se stanno ricostruendo tutta la città o solo una parte di essa.

L’unica cosa che comprendo.. che da queste parti c’è un futuro.



venerdì 5 giugno 2015

Manca qualcosa....

C’è chi viaggia senza vedere, senza conoscere.
Arrivano in una città e si perdono in un vorticoso giro tra monumenti, chiese e musei.
Il tempo è poco, un  giorno, due, forse tre  e bisogna fare presto, per vedere tutto quello che c’è da vedere nella città.





Il viaggio non è solo vedere
Il viaggio è conoscenza
Il viaggio è esperienza
Il viaggio è apprendimento
Il viaggio è scambio
Il viaggio è interscambio

Nei miei viaggi, non mi accontento di vedere, di guardare.. devo :

Toccare
Gustare
Annusare
Parlare
Sentire.

Al mio viaggio tutti i sensi devono partecipare.
Toccare , i palazzi,  i lampioni, i muri, le balaustre, le statue, i marmi, i legni, i ferri… ogni cosa ti comunica una sensazione diversa.
Gustare , i cibi locali, i vari formaggi e salumi, la frutta,  le bibite, gli alcoolici.... così  in Romagna non si può far a meno di mangiare la piadina, a Firenze l’acquacotta o una fiorentina,  a Siena un panino con la trippa, a Genova le trenette con il pesto, a Perugia una torta al testo, a Mantova i tortelli di zucca... e così via…. ripartire con il ricordo di un particolare sapore…
Annusare , gli odori o i profumi della città. In Sicilia è facile essere storditi dalla zagara, a Roma nelle sere d’estate è il tiglio a profumare la città, a Venezia è l’acqua della laguna che ha un profumo unico, con sbuffi di fumo al kerosene dei vari traghetti.
 Parlare con la gente, ascoltare le loro storie,  i fatti di quei mondo così lontano da noi.

Un viaggio è completo quando tutti i sensi sono coinvolti.

Nei viaggi ultimamente mi son accorto che nelle grandi città manca qualcosa.

Abbiamo sempre più monumenti puliti, restaurati e bene illuminati.
Sempre più accessibili
Sempre più aperti al pubblico
Sempre più pubblicizzati
Sempre più conosciuti
Sempre più frequentati

Intorno ai palazzi, strade chiuse al traffico veicolare, così migliaia di pedoni sciamano come formiche affamate alla ricerca….
Strade affollate di turisti che a seconda dell’ora del giorno li vedi…

Svegli
Desti
Pimpanti
Vispi
Atletici
Carichi
Attenti
Curiosi
Allegri
Assetati
Disidratati
Affamati
Sudati
Stanchi
Sdraiati
Sfiniti
Snervati
Svigoriti
Prostrati


In queste strade, forzatamente e obbligatoriamente  pedonalizzate incontri :
ciclisti spericolati che zigzagano tra i pedoni distratti,
carrozzelle antiche trainate da stanchi cavalli,
bici-carrozzelle dal sapore esotico,
auto elettriche adattate ai turisti,
finti manichini,
pseudo mimi,
centurioni che parlano arabo,
venditori di cose banali che parlano lingue sconosciute,
e tante cose banali che sembrano attrazioni per turisti.






Ma nelle città
nelle grandi città


nelle città darte
nelle città storiche
nelle città  medioevali



dove la piazza aveva un ruolo primario
dove
era
un luogo d’incontro e di vita

  
 Nelle grandi citta manca qualcosa.


La prima volta che ho avuto nettamente questa sensazione, di questa mancanza è stato quando, in un giorno assolato e caldo d’agosto,  camminavo per le strette calle di Venezia, destinazione Piazza San Marco.
Più mi avvicinavo alla piazza e più percepivo forte la mancanza di qualcosa.
Tutto era bello, i negozi pieni di souvenir, di oggetti comuni, di magneti, cartoline, maschere veneziane, vetri di Murano. Ogni tanto qualche negozio originale con proposte uniche.
Negozi d’abbigliamento con abiti commerciali, magliette sportive di squadre di calcio o con scritte  umoristiche.  
Turisti che si fermavano a fotografare i canali i ponti e vari palazzi settecenteschi.

Ma mi mancava qualcosa.

Ad un certo punto, alzo lo sguardo e vedo tutte le persiane dei palazzi della calla chiuse.
Non c’era un vaso di gerani o di panse.
Non c’era un filo per stendere abiti da asciugare al sole, non c’era nulla ad asciugare.
Dove sono le camicie, i pantaloni, le lenzuola, le tovaglie stese ad asciugare al sole.
Non c’era una finestra  aperte per poter sbirciare dentro le case veneziane.

Una citta vuota.

Sono belle le nostre grandi città, ma sono città per turisti.

Non ci sono più i bambini a giocare in strada.
Non senti più le loro grida,  non li senti più gridare: palla.
Non  senti più le bambine contare i salti da fare o recitare le loro filastrocche.
Non vedi più il gioco della campana tracciata sull’asfalto.

Dove sono gli uomini  seduti al bar a parlare di politica e di sport.
Dove sono gli anziani seduti sulle panchine della piazza a leggere il giornale.
Dove sono i vitelloni moderni semi annoiati in attesa di una nuova avventura.
Dov’è il vigile punto fermo della piazza, con il suo sguardo attento alle infrazione alle quale non farà mai una multa.

Dove sono le donne con la sporta della spesa.
Le donne trafelate che si scambiano poche parole, mentre si spostano da un negozio all’altro.

Dov’è il vecchio macellaio e il suo garzone ciclista
Dov’è il fornaio con la sua signora alla cassa.
Dov’è il barbiere con la sua saggezza popolare che trova le sue radice nelle confidenze dei suoi clienti.

Dov’è il mercato settimanale ricco dei mille prodotti della campagne circostanti.

Dove sono i vecchi abitanti con il loro dialetto  particolare, con la loro saggezza popolare, con il sapere che si tramanda da padre a figlio.


Dove sono gli innamorati 
che si baciano nascosti nei portoni
alle luce dei lampioni.

Dov’è la mamma ansiosa,
affacciata alla  finestra
a scrutare le ombre della sera.

Dov’è il papà
che in sella alla sua bicicletta,
fischietta,
annunciando il suo arrivo


Non sono più qui………

mercoledì 3 giugno 2015

Quanto amore ... ho incontrato

Arrivo ai giardini reali, dove c'è l'ingresso per visitare la Sindone.

Devo trovare l'ingresso disabili.

Questa è la quarta volta che viene esposta la Sindone dal 2000, anche questa volta non posso mancare.  Ogni volta cambiano il percorso d'ingresso.
Quindi, mi avvicino ad un signore ch eindossa un fratino giallo e domando:
- l'entrata per disabili, per favore.
Il signore continuando a giocare con il telefonino mi risponde:
-al cartello n.8.
Alzo la testa, una lunga serie di cartelli gialli con i numeri in nero. Via verso il cartello n. 8.
Arrivo all'altezza del cartello n.8. Lì  c'è l'entrata per il parco.

Entro nel parco e m'incammino verso una serie di
Jersey di plastica allineati.
Arrivo ad una trentina di metri dai
Jersey,  ecco che un signore di mezz'età esce dalla barriera di plastica e mi corre incontro.
Devo dire che in quel momento mi stavo preoccupando.
Io mi fermo, quando il signore giunto vicino, mi dice:
-
Posso offrirgli una carrozzella per faticare di meno.
-
No grazie, vorrei solo entrare facendo meno strada a piedi.
-
Allora c'è una macchina di servizio che l'accompagna in prossimità della basilica senza percorrere l'oltre km di cammino.
-grazie, l'importante che l'ultimo tratto cammini come un comune pellegrino.
- non si preoccupi, l'ultimo tratto lo farà a piedi.

Il gentile signore si avvicina ad una macchina
Fiat, ops volevo dire FCA parcheggiata nel parco e si mette in cerca dell'autista.
Da nulla spunta un signore distinto di una certa età, forse 65 0 70 anni.
Si avvicina, mi stringe la mano e mi invita a salire in auto.
Si parte, destinazione Sindone.

 
Senza uscire dal parco, il mezzo percorre un tragitto di paio di km dentro lo stesso parco, attraversando anche un area chiusa la pubblico da anni per lavori di restauro, I giardini privati del Re
Durante il tragitto chiedo all'autista notizie in merito a questo nuovo servizio per i disabili.
Così vengo a sapere che la
Fiat, ops volevo dire la FCA , ha messo a disposizione dei pellegrini due 500 L, ed un' associazioni di impiegati Fiat in pensione, si è resa disponibile per guidare le macchine destinate al trasporto dei disabili.
Pochi minuti e sono nei pressi della basilica, a 100 mt dalla Sindone.
Saluto il mio gentilissimo autista e … 


Mi sono sentito con il figliol prodigo quando il Padre gli corse incontro.


Ultimi metri, una piccola proiezione in una stanza preparata ad hoc.
Ultimi metri ed eccomi alla presenza, della testimonianza...

Una ragazza, mi nota e mi fa passare per un portoncino nascosto, e mi ritrovo, al di là della balaustra che divide la Sindone dalla folla.

Sono solo ad un metro dalla
testimonianza della presenza.
La basilica è completamente al buio poche luci fievoli la illuminano.
Mi sento cCome quando Pietro entro nella tomba buia e vide il lenzuolo.

Arrivò anche lui ed entrò nella tomba:
guardò le bende in terra e il lenzuolo che copriva la testa. Questo non era in terra con le bende, ma stava da una parte piegato. (Giov 20.)

Qualcuno, adesso lo aveva disteso....