L'incontrollabile
pensiero grillino.
Da come sono
stati eletti, la preoccupazione massima dell’istrionico Peppe Grillo, è stata
controllare il pensiero dei grillini.
Parola d’ordine,
mai pronunciata in pubblico al guru e il su profeta è stata: nessuno pensi per
conto suo.
E da qui l’ordine
di non appare in tv dove potrebbero fargli delle domande particolari, allora si
dovrebbe pensare per rispondere.
Il vero
problema di Grillo è come tenere uniti un movimento che unito non è, non lo
sarà mai.

I deputati e
senatori del M5Stelle, sono persone che si sono trovate al posto giusto nel
momento giusto.
Penso che
nessuno di loro un anno fa si vedeva seduto al parlamento a legiferare ed oggi
eccoli lì sugli scranni del governo a parlare di diaria, di leggi, di IMU, a
fare domande ai ministri ad eleggere il Presidente della Repubblica.
Un bel
giorno un centinaio di persone, molte delle quali senza nessuna esperienza
politica si è ritrovata catapultata al governo, nel covo di quella casta che
hanno contestato per mesi o per anni sulle pagine di blog o siti contestatari.
Se poniamo
alle stesse persone, un problema di governo o gli chiediamo di darci una
soluzione, a fatica si troveranno due soluzioni simile. Ogni soluzione sarà
frutto del libero pensiero grillino.
Il Movimento
5 Stelle è un aggregato eterogeneo, sono come molecole impazzite dentro una
pentola in ebollizione, che schizzano da ogni parte anche scontrandosi tra di
loro.
E Grillo ha
questo problema, tenere insieme chi insieme non starebbe mai.
Ma questa difficolta
di unita e di stabilità Grillo lo sapeva già dieci minuti dopo la chiusura
della spoglio. Infatti una delle sue prime dichiarazioni post voto è stato un
attacco all’art 67 della Costituzione, un attacco contro chi cambia casacca
durante la legislatura di governo. Affermando: che i parlamentari stanno in
parlamento su un mandato popolare, e nel momento che lui cambia schieramento
politico viene meno il suo mandato e si dovrebbe dimettere a parlamentare.
Grillo
sapeva che i suoi eletti non potevano stare per tutto il tempo della
legislatura all’interno del M5S, lui sa
che molti cambieranno casacca perché hanno un anima diversa…
Allora non
restava a Grillo che mettere in piedi due azioni:
impedire di far
pensare i parlamentari…
eliminare
gli elementi più estranei al movimento.. cacciandoli
al fine di
avere un gruppo più ridotto, più puro, più obbediente.
Cosa deve fare
adesso un membro del Movimento 5 Stelle?
Bella
domanda?
Si dovrebbe
domandare che ci fa là?
Che senso ha
la sua elezione?
Quanto conta
il suo pensiero nel Movimento?
Potrebbe domandarlo
al suo leader… il quale potrebbe rispondergli come rispose il Marchese del Grillo: io so io e
voi non siete un cazzo. ( ed è purtroppo una grande verità)
Già! Poveri
grillini, finiti dentro un meccanismo che li stritolerà. Hanno due scelte
davanti o divenire pecore obbedienti senza parola o parlamentari sperduti nei
corridoi, androni e sale di Palazzo
Chigi o di Palazzo Madama, strattonati dai marpioni della politica perché vadano
ad ingrossare le file del loro partito fregandosene della loro dignità.
Forse i
parlamentari del M5S si trovano al posto sbagliato nel momento giusto.
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