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venerdì 7 giugno 2013

Duello all'ombra di Marco Aurelio



E venne la sera del duello.
Alemanno contro il candidato senza cognome… è, già l’avversario ha quattro nomi: Ignazio Maria Roberto Marino. Comunque lo chiami sembra di dargli sempre del tu.
Comunque venne la sera del duello.. potremmo farci  un film: “sfida in Campidoglio all’ultima domanda”.
E la voce fuori campo presenta l’evento: Si sfideranno sulla Piazza Michelangiolesca, il sindaco uscente e l’avversario senza cognome. Organizzatrice dell’incontro l’emittente libera Sky. Chi vincerà indosserà la fascia di sindaco per 4 anni.

Un faccia a faccia, che Alemanno ha inseguito da 30 giorni, e che Marino ha cercato di evitarlo fino all’ultimo, ma ormai  alla vigila del voto… andava fatto.

Un scontro deludente, molto deludente. Non hanno fatto altro che riconfermare quanto già visto e sentito in campagna elettorale, uno che snocciola cifre e dati con aria da incazzato perenne, per la paura che gli sfugga la poltrona e l’altro che ironizza, sfugge, sbeffeggia e spara corbelleria preparate dal suo staff, sparando alto con la speranza di ottenere qualcosa.

Nessuno dei due ha avuto il guizzo da dare o dire qualcosa di nuovo, eppure di occasioni per lasciare un segno diverso durante il confronto ne hanno avuto.

Nell’insieme la sfida è stata deludente, nulla di nuovo all’ombra del  Marco Aurelio.

Marino ancora una volta ha dimostrato che la sua è una candidatura dell’ultima ora, conosce poco Roma, spara ogni tanto delle cose su Roma come le buche a Case Rosse,  o a Labaro. Insiste con i progetti della prima ora come la pedonalizzazione dei Fori e la cura del ferro per i trasporti urbani  senza entrare nel merito.
Quando parla dei Rom, parlando della loro scolarizzazione dimostra di non sapere che sono anni, decine di anni, che ci sono coop vicino alla sinistra che prendono soldi per andare con il pullmino a prendere i ragazzini nei campi rom e portarli a scuola.. dovrebbe informarsi perché questo servizio non funzione, perché l’obbligo della scolarizzazione dei Rom è già attiva dai tempi di Rutelli..
Alemmano invece da parte sua ha recitato fino in fondo il ruolo del sindaco uscente, snocciolando dati su quanto fatto… dimenticando quando non fatto e di cose non fatte c’è ne sono molte.

Peccato perché mi aspettavo ben altre domande (quasi tutti scontate quelle fatte e molte banali)  e ben altre risposte…
Una domanda su tutte mi sarei aspettato e mi sarei soffermato più a lungo: il famoso buco di bilancio, che imprigiona Roma, la incatena a politiche economiche restrittive per sanare il deficit.
Sarebbe stato interessante sapere chi e come  ha causato il buco di bilancio al comune di Roma. Lo stesso Veltroni ha confermato in una sua intervista radiofonica che ha lasciato un buco di 8.000.000.000 per costruire la metro C. Mio caro Veltroni lo sai p molto bene che il deficit eccessivo non è stato causato dalla costruzione della metropolitana o dai servizi ai cittadini o dai stipendi dei 25.000 dipendenti comunali. Il buco di bilancio ha ben altri “derivati” di quali non si vuole parlare e non si deve parlare.

È facile per Marino dire: avete aumentato le tasse (ma cominciò Veltroni ad aumentare le tasse), senza dire cosa farà per sanare il bilancio e impedire che Roma finisca in Bancarotta.
Il vero problema, l’unico vero problema, quello in cui si gioca il futuro di Roma per i prossimi 20 ANNI  è il risanamento economico di Roma Capitale.
Se non si risana, o almeno non si fa un piano di risanamento serio del bilancio, non si potrà:

-        Incrementare i dipendenti pubblici
-        Dare giusti stipendi ai dipendenti comunali
-        Pagare regolarmente le società di servizi
-        Prestare servizi ai cittadini nella giusta misura
-        Pagare regolarmente le ditte, .e aziende le società che lavorano per Roma
-        Costruire nuovi asili nidi, nuove scuole, strade, case di riposo
-        Decentrare l’amministrazione capitolina dando autonomia ai municipi

E tante altre cose…

Se non si risana il bilancio, ci sarà sempre da parte della Giunta Capitolina, una politica sociale economica del raschiare il fondo del barile, una politica dell’emergenza e non della programmazione pluriennale con cui pensare ad un progetto di sviluppo organico della città di Roma, una politica di stanziamento di risorse economiche con far fronte alle nuove sfide dei questo nuovo millennio.

Quei 8.000.000.000 (più di otto miliardi) di debito sono un macigno che schiaccia Roma e rischia di ucciderla…..

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