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martedì 18 giugno 2013

Atene e Roma. e gli stranieri



Caro Pericle, devo ammettere che a noi romani, in merito alla democrazia hai molto da insegnarci, però sugli stranieri, no. Su questo argomento noi romani di “diamo una pista”, come si usa dire qui a Roma. Quando si parla di stranieri noi siamo avanti a voi, molto avanti a voi di Atene.
Tu dici che gli stranieri ad Atene non li cacciate, noi qui a Roma, facciamo di più, molto di più.
Prendi la nostra storia.
Due pischelli, nati ad Albalonga decidono di fondare una città sulle rive del Tevere, e nella loro impresa si fanno aiutare da un bel di ragazzotti provenienti da ogni dove.
Fatte le case, le strade, le mura di cinta si sono detti: “Ma non possiamo fare una città di soli maschi, ci vogliono un po’ di femmine”.
Così organizzano una bella spedizioni nella vicina città sabina ( ma forse era degli equi o dei volsci). Insomma se fanno invita a cena e alla fine della festa quando ripartono per tornare a casa se portano via un bel po’ di donne.
Così nacquero i romani.
Un bel giorno uno che era arrivato da poco in città, ebbe un figlio, e gli venne un dubbio sulla cittadinanza del nuovo nato. Allora andò da Romolo, che fatto fuori Remo si era nominato re, e gli chiese: Ho un problema di IUS SOLI. (ossia di cittadinanza però lo disse in latino perché all’epoca era la lingua di tutti).
Romolo lo guardo perplesso e  disse: “CHEEE??”
Lo straniero sicuro di se insistette: “Vorrei la cittadinanza per mio figlio”
Romolo che era molto saggio gli rispose:” Ma quale cittadinanza qui siamo tutti stranieri”

Già chiunque viene a Roma, dopo un po’ di tempo diventa romano, ossia membro di un popolo nuovo senza passato …
 

Caro Pericle, guarda bene la nostra storia. I più grandi cittadini di questa città sono tutti stranieri. Per esempio Cicerone, il più grande oratore romano era forestiero,  era di Arpino. E il grande poeta romano Virgilio? Era di Mantova .
L’ultimi tre re di Roma, erano etruschi, dei consoli non ne parliamo, c’erano molti romani, manche una sacco di stranieri. E la serie continua con gli imperatori Caligola e Nerone erano nati ad Anzio, poi c’erano quelli nati in Spagna, in Germania o nella Tracia.
 
Vogliamo parlare dei Papi, che hanno regnato a Roma dopo la caduta dell’Impero?  Già il primo, un certo Pietro veniva dall’Asia Minore, precisamente da Gerusalemme, poi nei secoli da ogni parte del mondo conosciuto. Poi ci fu un periodo che regnarono sulla città eterna solo Papi italiani, ma ben pochi furono romani.
Prendi per esempio uno su tanti, Papa Alessandro VI, battezzato Rodrigo Borgia, uno dei peggiori della storia della chiesa… era spagnolo.
A Roma in più di 2700 anni di storia, sono venuti da ogni dove: Galli, Goti, Ostrogoti, Longobardi e Lanzichenecchi.  E poi truppe tedesche, polacche, svizzere, napoleoniche.

Chiunque, aveva un week and libero, se faceva una passeggiata a Roma e molti restavano qui nella città eterna.
Chiunque viene qui, dopo un paio di giorni, se sente romano e lo senti rivolgersi alla gente: "Ahoooo".
Anche quel papa polacco, Giovanni  Paolo II, che è stato da noi un ventina d’anni, un giorno ebbe a dire: “Volemose bene, semo romani”.
 

Concludo, parlando dei nostri ultimi sindaci, quello uscente era di Bari e quello entrante e di Genova, due stranieri.
Caro Pericle, come vedi io ti rispondo con i fatti, noi in tremila anni di storia in merito agli stranieri “ve stamo avanti”.
Voi ad Atene, allo straniero gli dite.. ehi non te ne andare,
Noi a Roma, gli diciamo: ehi vieni qui a comandare.

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