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giovedì 20 giugno 2013

Il cristiano e la politica del “BENESSERE SOCIALE”



Non penso di essere l’unico cristiano in Italia, che viva un momento di confusione e smarrimento, non tanto nella propria vita personale, ma quanto nel NON ritrovare una identità politica cristiana ben definita nel parlamento italiano.
Personalmente, ma molti altri la pensano come me, non c’è più  un partito che si identifica totalmente con i valori cristiani, non c’è nessun partito oggi, che abbia la sua “Magna Charta”  che si identifichi o (semplicemente ispirata), con la Rerum Novarum. Una realtà politica che abbia alla base della sua ragione di essere la sua ispirazione politica nella dottrina sociale della Chiesa.

Nel quadro politico odierno, abbiamo politici cristiani presenti in ogni schieramento politico, un po’ a destra, un po’ a sinistra. Queste scelte così opposte tra loro non fanno altro che creare confusione e disorientamento nell’elettorato cattolico.   
Più volte, in più documenti ufficiali, la Chiesa ha affermato che la dottrina sociale della Chiesa, non è compatibile con il comunismo, neanche con il cosi detto socialismo moderato.  I principi di partenza, i valori di base non sono compatibili tra loro.
La chiesa ha superato il periodo storico delle “scomuniche” e degli anatemi. La Chiesa con il Concilio Vaticano II, ha aperto la via del dialogo con tutti. Dialogo che ha lo scopo di trovare punti d’incontro sui “valori universali”, comuni a tutte le religioni o filosofie politiche o sociali, il cui fine ultimo è il “benessere dell’uomo”. Un dialogo dove non sono in discussioni i valori cristiani,  i valori del Vangelo. Questi non sono in discussione, e non si svendono a nessun prezzo, il loro prezzo è già stato pagato da Gesù Cristo sulla croce.

Ugualmente la Chiesa, ha suo tempo, ha preso le distanze dagli estremismi di destra, quali possono essere il nazismo e fascismo  estremo, basta andarsi a leggere l’Enciclica di PIO XI la Mit brennender Sorge. E anche su questo argomento non ha mai fatto un solo passo indietro.

Come non fa parte della dottrina sociale della chiesa condividere un idea di società civile dove la ricchezza sia nelle mani di pochi a scapito della classi sociali più deboli, che sono in maggioranza all’interno della società civile o dei popoli. Un economia in mano a capitalisti aggressivi e voraci non è assolutamente compatibile con i valori cristiani sociali.
Ne è accettabile una politica dell’evasione fiscale, della corruzione facile, delle mazzette sotto banco, dell’immoralità personale, delle leggi ad personam.

Io sogno, e siamo in molti a sognare, un nuovo Don Sturzo nel panorama politico italiano. Ma a differenza del fondatore del Partito Popolare, che sia un laico, con un forte carisma politico, che sappia ridare speranza e fiducia ai cristiani nella politica. Riportare i cristiani a votare per qualcuno che abbia la capacità di realizzare una politica ispirata ai valori del vangelo.  Che sappia con forza, con vigore, con trasparenza ed autenticità proporre una dottrina sociale cristiana.
Una politica sociale dove al centro ci sia l’uomo e il suo benessere e non l’economia con le sue guerre finanziarie.

Una politica dove il benessere per l’uomo vuol dire:

  • ·        lavoro per tutti con giusti salari;
  • ·        casa per tutti, decente, che tenga conto del bisogno familiare;
  • ·        servizi sociali efficienti, dove uno stato si prende a cura del disabile, dell’anziano, del disagiato, del malato; dove il cittadino non debba andare a chiedere se addirittura ad andare ad elemosinare l’assistenza che gli è dovuta. Dove uno stato mette al centro delle sue preoccupazione sociali il benessere dell’uomo;
  • ·        difesa delle proprietà privata;
  • ·        dare a tutti la possibilità di elevarsi ai livelli  più alti della società, con le proprie forze e capacità;
  • ·        pagare tutti tasse giuste per pagare meno tutti;
  • ·        dare a tutti la possibilità di studiare e di avere gli studi migliori.
  • ·        uno stato che impedisce l’accumularsi di ricchezze nelle mani di pochi.


Il politico cristiano alla luce del mondo di oggi, di una politica di schieramento, deve fare un cambiamento di mentalità. Non è più il tempo per lui di una “politica di governo”,  on deve gareggiare nella competizione elettorale alla ricerca di una poltrona nello staff si governo, azione che molte volte vuol significare svendere parzialmente certi valori o rinunciare a lottare per certe conquiste sociali, vuol dire entrare con il compromesso in certe coalizioni con partiti incompatibili con il valori cristiani.

È ormai il tempo di una “politica di coscienza”, essere nel parlamento in minoranza, a parlare alle coscienze dei parlamentare, ricordare loro la necessità di  mettere costantemente l’uomo  e il suo benessere al centro di ogni progetto politico.

Il ruolo di politico cristiano oggi è quello di essere un politico di opposizione, schiacciato tra due schieramenti   incompatibili con lui , e deve porsi come l’uomo del dialogo alla ricerca del “BENE COMUNE”
  

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