Non penso di essere l’unico cristiano in Italia,
che viva un momento di confusione e smarrimento, non tanto nella propria vita
personale, ma quanto nel NON ritrovare una identità politica cristiana ben
definita nel parlamento italiano.
Personalmente, ma molti altri la pensano come me, non
c’è più un partito che si identifica totalmente
con i valori cristiani, non c’è nessun partito oggi, che abbia la sua “Magna Charta” che si identifichi o (semplicemente ispirata),
con la Rerum Novarum. Una realtà politica che abbia alla base della sua ragione
di essere la sua ispirazione politica nella dottrina sociale della Chiesa.
Nel quadro politico odierno, abbiamo politici
cristiani presenti in ogni schieramento politico, un po’ a destra, un po’ a
sinistra. Queste scelte così opposte tra loro non fanno altro che creare
confusione e disorientamento nell’elettorato cattolico.
Più volte, in più documenti ufficiali, la Chiesa ha
affermato che la dottrina sociale della Chiesa, non è compatibile con il comunismo,
neanche con il cosi detto socialismo moderato. I principi di partenza, i valori di base non
sono compatibili tra loro.
La chiesa ha superato il periodo storico delle “scomuniche”
e degli anatemi. La Chiesa con il Concilio Vaticano II, ha aperto la via del
dialogo con tutti. Dialogo che ha lo scopo di trovare punti d’incontro sui “valori
universali”, comuni a tutte le religioni o filosofie politiche o sociali, il
cui fine ultimo è il “benessere dell’uomo”. Un dialogo dove non sono in
discussioni i valori cristiani, i valori
del Vangelo. Questi non sono in discussione, e non si svendono a nessun prezzo,
il loro prezzo è già stato pagato da Gesù Cristo sulla croce.
Ugualmente la Chiesa, ha suo tempo, ha preso le distanze dagli estremismi di destra, quali possono essere il nazismo e fascismo estremo, basta andarsi a leggere l’Enciclica di PIO XI la Mit brennender Sorge. E anche su questo argomento non ha mai fatto un solo passo indietro.
Come non fa parte della dottrina sociale della
chiesa condividere un idea di società civile dove la ricchezza sia nelle mani
di pochi a scapito della classi sociali più deboli, che sono in maggioranza all’interno
della società civile o dei popoli. Un economia in mano a capitalisti aggressivi
e voraci non è assolutamente compatibile con i valori cristiani sociali.
Ne è accettabile una politica dell’evasione
fiscale, della corruzione facile, delle mazzette sotto banco, dell’immoralità
personale, delle leggi ad personam.
Io sogno, e siamo in molti a sognare, un nuovo Don
Sturzo nel panorama politico italiano. Ma a differenza del fondatore del
Partito Popolare, che sia un laico, con un forte carisma politico, che sappia
ridare speranza e fiducia ai cristiani nella politica. Riportare i cristiani a
votare per qualcuno che abbia la capacità di realizzare una politica ispirata
ai valori del vangelo. Che sappia con
forza, con vigore, con trasparenza ed autenticità proporre una dottrina sociale
cristiana.
Una politica sociale dove al centro ci sia l’uomo e
il suo benessere e non l’economia con le sue guerre finanziarie.
Una politica dove il benessere per l’uomo vuol
dire:
- · lavoro per tutti con giusti salari;
- · casa per tutti, decente, che tenga conto del bisogno familiare;
- · servizi sociali efficienti, dove uno stato si prende a cura del disabile, dell’anziano, del disagiato, del malato; dove il cittadino non debba andare a chiedere se addirittura ad andare ad elemosinare l’assistenza che gli è dovuta. Dove uno stato mette al centro delle sue preoccupazione sociali il benessere dell’uomo;
- · difesa delle proprietà privata;
- · dare a tutti la possibilità di elevarsi ai livelli più alti della società, con le proprie forze e capacità;
- · pagare tutti tasse giuste per pagare meno tutti;
- · dare a tutti la possibilità di studiare e di avere gli studi migliori.
- · uno stato che impedisce l’accumularsi di ricchezze nelle mani di pochi.
Il politico cristiano alla luce del mondo di oggi,
di una politica di schieramento, deve fare un cambiamento di mentalità. Non è
più il tempo per lui di una “politica di governo”, on deve gareggiare nella competizione
elettorale alla ricerca di una poltrona nello staff si governo, azione che
molte volte vuol significare svendere parzialmente certi valori o rinunciare a lottare
per certe conquiste sociali, vuol dire entrare con il compromesso in certe
coalizioni con partiti incompatibili con il valori cristiani.
È ormai il tempo di una “politica di coscienza”,
essere nel parlamento in minoranza, a parlare alle coscienze dei parlamentare,
ricordare loro la necessità di mettere
costantemente l’uomo e il suo benessere
al centro di ogni progetto politico.
Il ruolo di politico cristiano oggi è quello di
essere un politico di opposizione, schiacciato tra due schieramenti incompatibili
con lui , e deve porsi come l’uomo del dialogo alla ricerca del “BENE COMUNE”
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