Servizio
Quante cose sono racchiuse in una sola parola.
Il servizio è l'opera che presta chi serve, il servitore.
Il servire è il vaccino contro il veleno del nemico antico e il vaccino contro
il potere,
il protagonismo,
il io vorrei primeggiare,
il montare in cattedra,
essere il primo,
il comandare,
e lo strumento per non l’amplificare anzi mortificare la nostra superbia.
Il servo esegui i comandi di colui che governa ed è sottomesso a colui che a cui presta la sua opera.
Il servo non ha i suoi progetti da portare avanti, né gli è consentito modificarli i progetti di colui a cui lui ha deciso di dare il proprio servizio.
C'è diversità grande tra servo e schiavo
Lo schiavo presta la sua opera contro la propria libertà in cambio di un posto dove dormire, ho un pasto per cui nutrirsi.. ma non ha nessuna ricompensa per la sua prestazione.
E non siamo schiavi di nessuno.
Il servo invece liberamente presta la sua opera, la sua manodopera e lo fai in cambio di una mercede più o meno giusta.
La mia mamma quando era giovane lavorava presso alcune famiglie ed era solita dire: “andavo a servizio presso tale famiglia”
Oggi il termine servo, o servizio è desueto, è caduto in disuso, non si usa più nel mondo del lavoro, oggi quasi nessuno usa più il termine servo anzi usarlo sta quasi ad indicare un disprezzare la persona.
Ma a noi non interessa applicare questo termine nel mondo del lavoro, ma nel campo religioso e spirituale e quindi lo possiamo usare perché il nostro pensiero va Gesù quando dice: infatti chi è più grande chi sta tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure gli sto in mezzo a voi come colui che serve
Gesù è il servo di Jhaweh e noi come lui siamo chiamati a servire, il servire è la via della santità.
Servire con cuore puro, con lo sguardo misericordioso ci porta a percorrere vie che Dio ha tracciato per noi.
Molte volte il servizio si confonde con darsi da fare, quindi diventa un mettere cose su cose, impegni su impegni, senza trovare infine il tempo per noi, il servire non è fare tante cose ma trovare il nostro posto all'interno della Chiesa o/e della comunità.
È vero che molte parrocchie ed io prendo di esempio la mia, gli spazi di servizio sono molto limitati a volte quasi nulli un po’ perché le parrocchie sono distributori di sacramenti senza una visione del suo ruolo nel territorio.
Molte parrocchie vivono assediate in una trincea incapace di guardare al territorio.
Non posso generalizzare a tutte le parrocchie, perché alcune sono attive nel territorio, ma molte sono ormai preoccupate più di mantenere un “status quo” che non di andare ad accogliere o cercare lontani.
Se qualcuno bussa alla porta del parroco si ritrova a fare il catechista per i fanciulli o pulire la chiesa o cantare nel coro.
Diverso è trovare un posto di servizio in una comunità, ma non sono oggi l'elemento, la persona adatta su questo argomento.
Le Beatitudini ci invitano ad essere e l'essere ci spinge al fare, ma non il fare secondo le nostre idee o progetti, non come colui che siede a tavola ma colui che serve.
Cosa intende Gesù quando ci dice io sono colui che serve?
Egli è colui che liberamente realizza la volontà del Padre, il servo ha anche i suoi progetti ma è chiamato a servire e realizzare i progetti di colui che lo ha chiamato al suo servizio e che poi gli dà la mercede, lo stipendio, un premio finale.
Gesù è servo perché realizza i progetti del Padre, fa la volontà del Padre facendosi obbediente fino alla morte.
Quindi il nostro fare è un servire, è un mettersi a disposizione di colui che ci ha chiamati, perché il nostro essere è un rispondere ad una chiamata.
il padrone di casa uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna, si accordò con loro per un denaro al giorno, uscito e poi verso le nove ne vide altri che stavano in piazza e disse: loro andate voi nella vigna, quello che è giusto ve lo darò…. uscì di nuovo verso dodici e poi verso le tre.. e poi ancora verso le cinque e tutti quelli che incontro disse: andate nella mia vigna
Il padrone chiama nella sua vigna i servi, ed essi non hanno bisogno di sapere cosa fare perché sanno che loro lavoro e prendersi cura della vigna, delle sue esigenze ed ognuno con le sue mansioni devono prendersi cura di qualcosa che non è loro, ma del padrone.
Anni fa c'era l'abitudine da parte di chi cercava lavoro come muratore, manovale o altro mestiere legato all'edilizia, di recarsi di mattina presto davanti agli smorzi, quei luoghi di rivendita di materiali edili e qui aspettare, e capitava che chi aveva dei lavori in corso e aveva bisogno di manodopera andava davanti ai smorzi a chiamare operai per portarli a lavorare nel suo cantiere, ricordo che una volta dovevo fare dei lavori di muratura, un amico mi disse: vai davanti allo smorzo che li trovi il muratore… un po’ come la parabola del padrone che va a cercare lavoratori per la sua vigna
Così il padrone della vigna si reca nella piazza e chiama operai per la sua vigna ad ognuno dà la giusta Mercedes, indipendentemente da che il lavoro svolge o il tempo del lavoro
Tutti noi siamo stati chiamati da Gesù e lui che è venuto a cercarci uno per uno; qualcuno è stato chiamato che era ancora un ragazzo, qualcuno era un po' più grande, qualcuno era di mezz'età, altri erano molti anziani ma tutti sono chiamati a lavorare nella vigna, ognuno con il suo compito e tutti avranno la stessa mercede, la stessa moneta, lo stesso premio: il Regno dei cieli.
Non c'è un premio diverso per chi ha iniziato prima o dopo, lui è il padrone e ci paga secondo l'accordo che ha fatto con ognuno di noi singolarmente, il premio è uguale per tutti ed è: il Regno dei cieli.
il protagonismo,
il io vorrei primeggiare,
il montare in cattedra,
essere il primo,
il comandare,
e lo strumento per non l’amplificare anzi mortificare la nostra superbia.
Il servo esegui i comandi di colui che governa ed è sottomesso a colui che a cui presta la sua opera.
Il servo non ha i suoi progetti da portare avanti, né gli è consentito modificarli i progetti di colui a cui lui ha deciso di dare il proprio servizio.
C'è diversità grande tra servo e schiavo
Lo schiavo presta la sua opera contro la propria libertà in cambio di un posto dove dormire, ho un pasto per cui nutrirsi.. ma non ha nessuna ricompensa per la sua prestazione.
E non siamo schiavi di nessuno.
Il servo invece liberamente presta la sua opera, la sua manodopera e lo fai in cambio di una mercede più o meno giusta.
La mia mamma quando era giovane lavorava presso alcune famiglie ed era solita dire: “andavo a servizio presso tale famiglia”
Oggi il termine servo, o servizio è desueto, è caduto in disuso, non si usa più nel mondo del lavoro, oggi quasi nessuno usa più il termine servo anzi usarlo sta quasi ad indicare un disprezzare la persona.
Ma a noi non interessa applicare questo termine nel mondo del lavoro, ma nel campo religioso e spirituale e quindi lo possiamo usare perché il nostro pensiero va Gesù quando dice: infatti chi è più grande chi sta tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure gli sto in mezzo a voi come colui che serve
Gesù è il servo di Jhaweh e noi come lui siamo chiamati a servire, il servire è la via della santità.
Servire con cuore puro, con lo sguardo misericordioso ci porta a percorrere vie che Dio ha tracciato per noi.
Molte volte il servizio si confonde con darsi da fare, quindi diventa un mettere cose su cose, impegni su impegni, senza trovare infine il tempo per noi, il servire non è fare tante cose ma trovare il nostro posto all'interno della Chiesa o/e della comunità.
È vero che molte parrocchie ed io prendo di esempio la mia, gli spazi di servizio sono molto limitati a volte quasi nulli un po’ perché le parrocchie sono distributori di sacramenti senza una visione del suo ruolo nel territorio.
Molte parrocchie vivono assediate in una trincea incapace di guardare al territorio.
Non posso generalizzare a tutte le parrocchie, perché alcune sono attive nel territorio, ma molte sono ormai preoccupate più di mantenere un “status quo” che non di andare ad accogliere o cercare lontani.
Se qualcuno bussa alla porta del parroco si ritrova a fare il catechista per i fanciulli o pulire la chiesa o cantare nel coro.
Diverso è trovare un posto di servizio in una comunità, ma non sono oggi l'elemento, la persona adatta su questo argomento.
Le Beatitudini ci invitano ad essere e l'essere ci spinge al fare, ma non il fare secondo le nostre idee o progetti, non come colui che siede a tavola ma colui che serve.
Cosa intende Gesù quando ci dice io sono colui che serve?
Egli è colui che liberamente realizza la volontà del Padre, il servo ha anche i suoi progetti ma è chiamato a servire e realizzare i progetti di colui che lo ha chiamato al suo servizio e che poi gli dà la mercede, lo stipendio, un premio finale.
Gesù è servo perché realizza i progetti del Padre, fa la volontà del Padre facendosi obbediente fino alla morte.
Quindi il nostro fare è un servire, è un mettersi a disposizione di colui che ci ha chiamati, perché il nostro essere è un rispondere ad una chiamata.
il padrone di casa uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna, si accordò con loro per un denaro al giorno, uscito e poi verso le nove ne vide altri che stavano in piazza e disse: loro andate voi nella vigna, quello che è giusto ve lo darò…. uscì di nuovo verso dodici e poi verso le tre.. e poi ancora verso le cinque e tutti quelli che incontro disse: andate nella mia vigna
Il padrone chiama nella sua vigna i servi, ed essi non hanno bisogno di sapere cosa fare perché sanno che loro lavoro e prendersi cura della vigna, delle sue esigenze ed ognuno con le sue mansioni devono prendersi cura di qualcosa che non è loro, ma del padrone.
Anni fa c'era l'abitudine da parte di chi cercava lavoro come muratore, manovale o altro mestiere legato all'edilizia, di recarsi di mattina presto davanti agli smorzi, quei luoghi di rivendita di materiali edili e qui aspettare, e capitava che chi aveva dei lavori in corso e aveva bisogno di manodopera andava davanti ai smorzi a chiamare operai per portarli a lavorare nel suo cantiere, ricordo che una volta dovevo fare dei lavori di muratura, un amico mi disse: vai davanti allo smorzo che li trovi il muratore… un po’ come la parabola del padrone che va a cercare lavoratori per la sua vigna
Così il padrone della vigna si reca nella piazza e chiama operai per la sua vigna ad ognuno dà la giusta Mercedes, indipendentemente da che il lavoro svolge o il tempo del lavoro
Tutti noi siamo stati chiamati da Gesù e lui che è venuto a cercarci uno per uno; qualcuno è stato chiamato che era ancora un ragazzo, qualcuno era un po' più grande, qualcuno era di mezz'età, altri erano molti anziani ma tutti sono chiamati a lavorare nella vigna, ognuno con il suo compito e tutti avranno la stessa mercede, la stessa moneta, lo stesso premio: il Regno dei cieli.
Non c'è un premio diverso per chi ha iniziato prima o dopo, lui è il padrone e ci paga secondo l'accordo che ha fatto con ognuno di noi singolarmente, il premio è uguale per tutti ed è: il Regno dei cieli.
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