Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. (Marco 15,47)
I soldati, mandati a controllare se la sua morte è reale lo colpiscono al fianco; per vedere se è realmente morto lo punzecchiano sul fianco, ma il soldato mette così tanta forza da forare il fianco ed arrivare a spaccare il cuore, ed ecco dalla ferita del fianco sgorgare, fluire il sangue.
Non ci sono dubbi Gesù è morto.
Bisogna calarlo in fretta dalla croce.
Se il suo corpo rimane sulla croce nel giorno del sabato rimarrebbe in balia delle intemperie ed anche degli animali, ci sono uccelli affamati che potrebbero aggredire il corpo inerte di Gesù.
Bisogna fare in fretta, prima che inizi il sabato.
Bisogna fare presto come la donna che unse Gesù solo sei giorni prima.
Si fanno avanti due uomini che non fanno parte dei dodici ma sicuramente credono in Gesù e sono Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea che sono della cerchia dei sacerdoti del tempio.
Uno mette a disposizione una tomba nuova, un altro portò una mistura di profumo per ungere la salma così come era in uso presso gli ebrei.
Sicuramente altri uomini aiutano Giuseppe e Nicodemo a calare il corpo di Gesù della Croce e poi riporlo nella tomba.
Del gruppo di Gesù solo le donne assistono al tutto: Gesù, viene staccato e calato dalla croce, portato nel giardino dove c'è la tomba nuova, poi un po’ frettolosamente unto e avvolto con dei teli, come si usava fare all'epoca.
Poi Gesù viene deposto nella tomba e gli uomini fanno rotolare la pietra che la chiude, o meglio la sigilla.
E le donne?
Tutte e tre, gli evangelisti sinottici: Marco Matteo e Luca, ci tengono a precisare che le donne sono presente sulla scena della tumulazione, sono testimoni di tutto quello che avviene dalla croce alla chiusura della tomba.
Sono ancora una volta, loro le donne, testimoni degli eventi.
Addirittura Matteo, ci dice che le donne si siedono davanti alla tomba come in una veglia funebre.
E gli uomini?
Non si sa dove sono.
Le donne sono ancora presenti ed accompagnano fino alla fine Gesù.
Ormai ogni speranza si è spenta, quella speranza che quando era sulla croce un po' resistiva, adesso invece si è spenta del tutto.
C'era una flebile speranza, lui aveva detto molte volte io sono la resurrezione, che viveva nel ricordo di Lazzaro, e forse pensavano adesso riaprirà improvvisamente gli occhi, ma quando la pietra rotolò chiudendo la tomba la speranza era svanita.
Ci dice Matteo li sedute fronte la tomba c'erano le donne, non mollano accompagnano Gesù fino alla fine, fino in fondo e poi il primo giorno dopo il sabato andranno a seppellirlo come si deve.
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