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lunedì 14 marzo 2022

Dalle beatitudini fioriscono le promesse. Promesse nascoste nelle beatitudini. (perdono permanente)

Perdono permanente

Questa promessa è nascosta dentro la beatitudine: beati gli operatori di pace.

Quando in senso biblico parliamo di pace, non parliamo solo di assenza di guerra ma molto di più.
I portatori di pace non sono coloro che evitano i conflitti ma coloro che abbattono i muri di separazione ossia coloro che costruiscono ponti.

I portatori di pace sono coloro che costruiscono relazioni umane al contrario di coloro che distruggono le relazioni umane.
Ma, costruire relazioni umane diverse da come il mondo propone e il suo modello di relazione umana, la comunità ha bisogno di costruttore di pace che costruiscono relazioni umane in un linguaggio nuovo che ha:

tre colonne
tre valori
tre simboli:
            giustizia, amore e verità.


C'è bisogno di costruire la città di Dio sul monte visibile a tutti, che non ha come fondamenti i valori secondo il mondo, ma secondo il pensiero di Dio dove ognuno propende per la pace
Questa beatitudine, costruttori di pace, è una beatitudine attiva ossia è un movimento del cuore, è un'attività del cuore verso una continua riconciliazione (perdono permanente)
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui

siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.

Il primo portatore di pace è colui che ha riconciliato tutte le cose.
                Ha unito tutte le cose
                Ha riunito in lui tutti noi

Raccontava monsignor Ravasi: che recenti scavi a Gerusalemme hanno portato alla luce una targa su cui era scritto: “pena di morte per chi varca il muro”. Questa targa era la posta sul muro che divideva due cortili nel tempio. Era il muro che divideva lo spazio fin dove era concesso ai gentili di avvicinarsi al tempio oltre non potevano andare. Questo muro separava il cortile concesso ai gentili dal cortile degli ebrei e la targa metteva in guardia i gentili di non oltrepassare il muro altrimenti sarebbero stati uccisi. Inoltre il cortile degli ebrei era anch'esso suddiviso da un muro che divideva gli uomini dalle donne.

Quando andai a Gerusalemme in viaggio di nozze ci recammo io, mia moglie, in visita al muro del pianto. Lo spazio vicino al muro dove i fedeli potevano avvicinarsi, esso era diviso in due: una era l'area destinata agli uomini e l'altra era destinata alle donne e nel mezzo una transenna meglio dire un muro che impediva la promiscuità.

Riconciliare vuol dire abbattere quel muro che separa, che divide, leggiamo nella lettera agli Efesini

Egli infatti è la nostra pace,
                               colui che di due ha fatto una cosa sola,
             abbattendo il muro di separazione che li divideva,
                            cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.

Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. (Ef 2.14-17)

Il portatore di pace è colui che abbatte i muri per creare una cosa nuova.
Il portatore di pace è colui e che crea un unico cortile abbattendo i muri di separazione, e noi sappiamo bene quanti muri ci dividono, quanti muri sono tra noi.

Tutti noi siamo invitati a due tipi di riconciliazione:
capo quella con Dio
quella con i fratelli

Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. (Matteo 5,23-24)

Leggiamo nel Vangelo di Matteo, come sia importante la riconciliazione verso i fratelli e che essa è una condizione sine qua non per andare al cospetto di Dio.
Non è esiste una riconciliazione con Dio che non passi per una riconciliazione con i fratelli esse sono inseparabili.
Da dove nasce l'incapacità di perdonare i fratelli, che ci porta alla divisione a creare quel muro che dovremmo abbattere?

Nascono dalle nostre ragioni, dal nostro punto di vista, dal modo di vedere le cose.
Non sempre le divisioni nascono da empi desideri, o da cattivi pensieri, molte volte nascono da buoni propositi che hanno ottime finalità e queste sono le nostre ragioni.
Molte volte le nostre ragioni sono più importanti della comunione.
Mi domando: difendere le proprie ragioni a volte e più importanti della comunione?
Questo è quello che domanda don Fabio Rosini in una sua catechesi sugli operatori di pace: le nostre ragioni sono più importanti della vita o della comunione?
Sono proprio le nostre ragioni che alzano i muri di separazione … che allungano le distanze.
Riconciliare l'altro con noi, riavvicinarlo a noi, ci fa “portatore di pace”.

Le piccole molestie, i peccati frutto del nostro carattere e del nostro essere peccatori molte volte sono cancellate con semplici scusami, sono gli scontri sulle visioni, sulle cose da fare, da realizzare che alzano i muri.
Le grandi spaccature nascono sempre dalla difesa ad oltranza delle nostre ragioni, delle nostre idee.
Rinunciare alle proprie idee, il non lottare, il non fare guerra unisce e salva l'unità e fa di noi portatori di pace.

Quante volte ci si nasconde dietro il grido “Dio lo vuole” per difendere ad oltranza le nostri ragioni.
Mi viene in mente la testimonianza di Tarciso che ho ascoltato in un video, su come la comunità ha ricevuto il messaggio di Dio le quattro promesse:

racconta Tarcisio:
Inizialmente sentii una voce che diceva: io vorrei da voi quattro promesse.
Inizialmente io ebbi paura di questo “sentire la voce” che mi diceva voglio le quattro promesse.
Continua Tarcisio dicendo: il Signor iniziò a parlare alla comunità a tutta la comunità che voleva quelle quattro promesse. Quando una parte della comunità andò in campeggio il Signore durante i vari momenti di preghiera comune continuava a parlava delle quattro promesse e quando i campeggiatori tornarono a Perugia e raccontarono i fratelli rimasti in città delle parole che avevano avuto anch'essi dissero di avere avuto le stesse parole.

Non c'era dubbio che il Signore parlava e di cosa diceva,

Non c'è stato bisogno di fare una battaglia sulle ragioni, delle proprie, perché il Signore parla a tutti e se una cosa viene da Dio diventa un sentire comune.

Può capitare che Dio chiami qualcuno fuori da una realtà, dalla comunità e questo avviene per invito dello Spirito Santo come quando lo Spirito disse: riservate per me Barnaba e Saulo per il quale li ho chiamati…. Allora non è una separazione ma è un condividere una missione che Dio dà a qualcuno, in particolare questo deve essere fatto nella pace… non può esserci una guerra sulle ragioni e difendere una finta comunione, mentre l’invio benedicente è una azione di pace.

Così Saulo e Barnaba andarono via nella pace, benedetti dalla comunità d'origine.

Le nostre ragioni non possono essere motivo di divisione, l'unità è più importante di ogni nostra ragione anche se, è buona e giusta appare.


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