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martedì 20 ottobre 2015

Conservatori e riformisti


Noi moderati, perché dire democristiani fa scandalo, dobbiamo trovare una nuova collocazione, una dimensione parlamentare ad hoc per il nostro sentire e pensare.
Dopo la morte definitiva del UDC e delle altre aree di ispirazione cattolica è di fondamentale importanza ritrovare un cammino sociale, di ricostruire un progetto politico efficiente ed importante.
Nel mio percorso personale di cristiano e di impegnato nel sociale e sindacale non posso fare a meno di non dare ascolto ai solleciti che pone Papa Francesco.
Due sono gli spunti in campo politico che mi hanno fatto molto riflettere in questo due anni del suo pontificato:
1)      L’importanza del impegno politico, da considerare come una delle forme più alta della carità, è sappiamo bene che una vita cristiana che non è centrata sulla carità cristiana è moneta falsa.
2)      No ad un partito cattolico. Un affermazione che sembra in contradizione con la prima, come si fa politica se ci si identifica con una realtà ben costituita, con dei paletti che pongono i limiti, i confini della dimensione cristiana
Mi soffermo, in particolare su questa seconda affermazione del Papa:  “no al partito politico”.
Se inizialmente mi aveva un po’ destabilizzato nel mio concetto di politica, dove forte è il ricordo della Democrazia Cristiana, e speravo nella rinascita di un partito di estrazione e tradizione cristiana, ma alla luce della politica di oggi, dei fatti di ogni giorno mi rendo conto il pensiero del Papa è quanto meno profetico.
Ormai il percorso della politica italiana è quello di imitare o meglio allinearsi  all’esperienza di certi paesi occidentali e democratici, ossia di avere due sole forze  politiche contrapposte, e all’interno di esse delle realtà più o meno omogenee.
Un politica non più fatta di tanti partiti, ma di tante idee. Gli sbarramenti elettorali portano proprio a questo eliminare i piccoli partiti.
Quindi diventa inutile creare un partito che dovrà necessariamente confrontarsi con eventuali sbarramenti, con alleanze più o meno rispettate.
Diventa profetico il ruolo del politico cristiano, ossia di essere fermento di idee all’interno di contenitore più vasto, più allargato ma che abbia come base la democrazia interna e ci sia dibattito sulle idee e sui programmi e non antagonista militante in un partito.
Comunque analizzando la situazione politica attuale, non c’è spazio per una realtà particolare come la nostra, quelle dei moderati ex democristiani, all’interno di partiti già esistenti e ben collaudati e ben regimentati.
A sinistra abbiamo, o dei partitini di tradizione comunista, con ideologie e valori morali molto lontani dalle nostre, oppure c’è il PD, il cui Signore dei Signori poco spazio lascia al dibattito e al dialogo.
Nel PD, il re Renzi, regna incontrastato, forte del suo successo elettorale (il 42% all’Europee)  comanda con il saltello del finto dialogo, ossia : oggi si parla, ma si parla troppo  e quindi decido io… fine del dialogo.
AL centro c’è di fatto il partito meno democratico del parlamento, dove vi fatto, nascosto dietro il pensiero della rete virtuale del web, c’è il pensiero Grillo-Casaleggio dominante, chi non si adegua è fuori dal movimento.
Ordine del giorno e dei giorni seguenti del Moviemto 5 stelle è : protesta ad oltranza.
Dietro il noi siamo gli onesti, si dà del ladro anche alle tante persone oneste che siedono sui banchi del parlamento.
In un società ormai profondamente segnata dal qualunquismo, dal luogo comune, chi fa più chiasso ha ragione.
Nessuna possibilità di dialogo con il 5stelle, perché non c’è nessun progetto politico, c’è solo l’essere contro i ladri di una classe sociale di cui loro fanno parte.
L’ordine di Grillo è chiaro fin dall’inizio.. nessun dialogo, nessun accordo, nessuna mediazione…

A destra in ordine sparso partiti allergici alla democrazia interna.. sia quelli di derivazione e discendenti di  Alleanza Nazionale, sia quelli di Forza Italia.

Sappiamo bene come all’interno di Forza Italia prima e del PDL poi non ci sia mai stato un dialogo interno; il partito era gestito in proprio dal Padre-padrone: Silvio Berlusconi. Esso era il suo partito, creato da lui, finanziato da lui, con il suo volto e per i suoi progetti. Tutto e tutti vivevano in funzione del padre-padrone del Partito.
Così anche in Alleanza Nazionale, non c’era  democraticità, erano quasi inestinti le correnti interne che erano viste come vere e proprio pestilenze da estirpare. Di fatto il grande problema di Fratelli d’Italia, discendente di AN, è l’incapacità di creare un progetto “includente” che comporterebbe di fatto un dialogo con diverse forze interne a volte poco convergenti. Finora i vari tentativi di apertura fatti da Fratelli d’Italia, sono  naufragati ed hanno avuto come reazione un arretramento e chiusura del partito stesso.

In questa realtà politica.. ci sono milioni di  moderati cristiani che non si riconoscono in queste formazioni parlamentari, è sono quelli che non sono andati a votare nell’ultime tornate elettorali.
C’è un buco al centro dello schieramento politico, un buco da riempire.

C’è una nuova realtà che sta prendendo forma.
Fuoriuscito dal Forza Italia, all’interno della quale ha cercato di portare il dialogo e il confronto interno prima di essere costretto ad uscire, moderato di tradizione democristiana, Raffaele Fitto sta cercando di creare una realtà per occupare quel vuoto parlamentare quindi di richiamare a raccolta quanti non si riconoscono negli schieramenti attuali.
Il suo nuovo movimento politico si chiama: Conservatori e riformisti.
Un paradosso.

Come si fa ad essere conservatori e riformisti ? Questa è la grande sfida.
Ma una sfida che personalmente trovo intrigante… in fondo penso che il nostro stesso Papa Francesco sia un Conservatore e riformista…  riformare essendo conservatori.

Non posso assolutamente buttare via il mio passato, la mia cultura, il mio credo, la mia religione ossia quello che io sono in nome della modernità  e del nuovo, in virtù di una società che cambia.
Nella mia vita ci sono dei valori che non sono negoziabili, ne rigettabili, ma sicuramente aggiornabili.
I miei valori morali rimangono quelli, e la loro attualizzazione che si deve modificare, alla luce di un mondo nuovo che sta nascendo in questi primi decenni del terzo millennio cristiano.
I valori dei moderati cristiano vivono oggi nuove sfide.. dall’accoglienza dei nuovi migranti e rifugiati, ad un mondo del lavoro che sta creando nuova schiavitù con lavoratori sottopagati, dalla lotta alla corruzione morale al valore della famiglia…

Come cristiani siamo chiamati ad essere lievito… e lo possiamo essere all’interno di una realtà che aspiri ad assumere una dimensione nazionale, divenire  non il governo, ma una forza di governo all’interno di una coalizione democratica che si opponga la degrado morale e sociale in cui viene spinta oggi la nostra nazione da certe forse reazionare e pseudo progressisti.

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