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giovedì 1 ottobre 2015

Che cosa doveva dire d'urgente MARINO AL PAPA, da volare in America?

Nell’ “affaire Marino” della sua improbabile imbucata al seguito del Papa ci sono due cose che mi lasciano perplesso:
1°) Perché il Sindaco Marino ha sentito la necessita di partecipare.
2°) Perché il Papa si è fatto fare la domanda sulla presenza di Marino e poi ha risposto in modo stizzito.

Allora ho fatto un po’ di ricerche è  ho letto un po’ di cose curiose.
Così ho cercato di mettere insieme tutte le notizie lette e le ho messe in fila come perle di un rosario.

Una cosa un po’ lunghetta che devo dividere in paragrafi.

PHILADELPHIA.

Una città molto particolare. Già il nome è tutto un programma, “amore fraterno”.
Philadelphia è una città culturalmente molto aperta, dove risiede una comunità gay molto forte, infatti quasi unico al mondo c’è un quartiere LGBT, chiamato Gayborhood.
Lo stesso Marino in un intervista ha dichiarato:   A Philadelphia ho visto mia figlia andare alle elementari, dove c’erano coppie omossessuali con bambini.[1]  Segnalando come le coppie LGBT vivano tranquillamente in coabitazione con le coppie eterosessuali. 
Una città del futuro, secondo una certa visione della vita sociale.

LO SCONTRO IDEOLOGICO.

Lo scontro sociale sul matrimonio, non è un problema solo italiano, possiamo dire che è internazionale.
Il paragonare o equivalere il matrimonio LGBT a quello etero sessuale è un problema che coinvolge quasi tutti i paesi occidentali o per lo meno quelli definiti cristiani, non coinvolge certo i paesi mussulmani dove sono forti i sentimenti omofobi, in quei paesi mussulmani per i gay nel manifestare la loro omosessualità rischiano anche la vita.
Il dibattito sulla famiglia, se deve essere solo etero o anche LGBT è forte anche nei Stati Uniti, uno scontro sociale molto forte.
Lo scontro culturale è fondamentalmente tra i cattolici e le associazioni LGBT. Uno scontro alcune volte con tinte molto forte.

IL CONVEGNO DELLA FAMIGLIA

Così il 25 giugno nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede avuto  luogo la Conferenza stampa in preparazione all’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Philadelphia dal 22 al 27 settembre prossimo, sul tema: “L’amore è la nostra missione. La famiglia pienamente viva”.[2]
La Chiesa americana si offre  di organizzare l’ottava conferenza ecclesiale,  e sceglie come luogo della conferenza la città di Philadelphia, la città dell’amore fraterno, la città della libertà sociale, la città del futuro in merito ai valori sociali dell’amore e della famiglia.
Una scelta ben ponderata, che è anche una provocazione al mondo LGBT. Parlare della famiglia etero, dove famiglie LGBT vivono alla luce del sole, avendo gli stessi diritti. Dove addirittura un quartiere è Gay.
Quale luogo migliore.

LA REAZIONE DEI LGBT.

La comunità Gay non sta ferma ma cerca di controbbattere alla provocazione. 
Provocatoriamente un giornalista nella conferenza di presentazione del convegno chiede al  presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia  Mons. Paglia, se i gay  possono di partecipare. È chiaro che la domanda a Mons. Paglia  è provocatoria la risposta è: “Seguiamo alla lettera l’Instrumentun Laboris del Sinodo. Tutti possono venire, nessuno escluso”. 
Ossia chiunque sta dentro certi canoni ecclesiali può partecipare. Chi non sta dentro questi canoni non è desiderato.
Nello stesso giorno in cui viene presentato alla stampa l’VIII convegno sulla famiglia la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiara che in tutti i 50 paesi dell’Unione deve essere possibile il matrimonio tra appartenenti allo stesso sesso. Ossia il matrimonio non è solo fra uomo e donna, ma anche tra uomo e uomo o donna e donna.[3] [4]
 Inoltre le associazioni chiedono all’Arcivescovo di Philadelphia, Mons Chaput, di partecipare al convegno ma la risposta è abbastanza ambigua: potete partecipare ma non avete diritto di parola. Le lobby gay non avranno la possibilità di esprimere posizioni diverse da quelle Chiesa.
Sulla stampa locale americane spesso vengono attaccate le posizioni della chiesa, vengono messi sotto lente dei media gli organizzatori, viene attaccata pesantemente la persona di uno degli organizzatori.
Qualcuno arriva pure a sottolineare come le posizioni dell’Arcivescvo Chaput e il Papa siano contradittorie nei confronti dei Gay.
Il mondo Gay si scontra contro un muro.

LA PRESENZA DEL PAPA 

La Chiesa Americana pensa bene di dare un grande risalto mondiale all’evento invitando il Papa.
Chi meglio di lui per chiudere i lavori del Convegno, il capo della Chiesa Cattolica.
Così il Papa compie l’ennesimo viaggio apostolico, passa per Cuba, per le camere del governo Statunitense, un’apparizione all’Onu e infine approda a Philadelphia per chiudere i lavori del Convegno.

MARINO

Di certo di lui sappiamo, che è a Roma, nella città del Papa il paladino dei diritti dei LGBT.
Sappiamo bene come lui si sia messo in prima fila per il registro delle coppie di fatto sia che esse siano etero o LGBT.
Sappiamo ben dei suoi scontri con il prefetto e con Alfano per il registro delle coppie di fatto.
Lui è il Paladino del mondo LGBT in Italia o perlomeno di Roma.
Sappiamo bene che queste sue posizioni in favore dei diritti gay, dall’altra parte dl Tevere non l’hanno viste di buon occhio. I prelati e il Papa in persona non deve aver digerito queste sue posizioni, è stato sicuramente un boccone amaro da mandare giù.
Le posizioni del Papa nei confronti del mondo gay sono di difficile comprensione e lasciano spazi a posizioni contradittorie.
Nei confronti dei gay, invita la chiesa ad avere misericordia ma nello stesso non ne condivide la vita dissoluta. La sua apertura verso i gay e un gesto di misericordia verso il peccatore che vuole cambiare vita.
Infatti la famosa frase sui gay: chi sono io per giudicare, viene sempre troncata dalla prima parte  che esplica pienamente il suo pensiero: se cerca Dio…
Il cercare Dio, cercare una via della santità, rigettare il peccato… chi sono io per giudicare.
Ma il matrimonio gay, dove al centro c’è la sessualità al di fuori del matrimonio, quindi in una situazione continua di peccato non è accettabile, alla stregua di tutte le relazioni di fatto al di fuori del matrimonio, dove vige una realtà di peccato continua.
Nella logica di Papa Francesco, tutti sono meritevoli di peccato e di misericordia… a condizioni di cambiare vita e vivere alla ricerca di Dio.
Quindi come Paladino dei diritti gay i campo dei matrimoni non ha diritto di parola.

Marino a Philadelphia.

Al di là di chi abbia pagato il viaggio, il vero problema è: ma perché Marino è andato nella città americana ? Per  incontrare il Papa? Forse la segreteria del Sindaco non è capace di organizzare un incontro privato con il Papa?
Mons Paglia, uno dei big di questo Convegno alla radio, alla trasmissione “La Zanzara” ebbe a dire che Marino più volte ha chiesto d’incontrare il Papa durante il convegno, e che ha fatto di tutto per mettersi in evidenza indossando la fascia tricolore di Sindaco.
Cosa aveva da dire di tanto importante al Papa a Philadelphia che non poteva dire a Roma?

Forse parlare dei diritti delle famiglie gay… visto che era stato proibito alle associazioni gay di parlare di ciò.
Quello che voleva dire Marino al Papa rimane un mistero.


Forse adesso possiamo capire perché il Papa è stato infastidito dalla presenza di Marino al Convegno sulla Famiglia.
Trovarlo in prima fila, con la fascia tricolore per evidenziare la sua presenza non richiesta, che abbia insistito presso la segreteria del convegno per un incontro, trovarsi di fronte mischiato nelle rappresentanze civili della città, quello che è un paladino dei diritti gay, al Papa non è stato cosa gradita.
Ecco perché Il Papa si è fatto porre la domanda sull’aereo, tutti sanno che le domande poste al Papa non sono spontanee, ma vengono prima presentate al portavoce che da l’OK se possono essere formulate.
Quindi il Papa si è fatto fare apposta la domanda per prendere ufficialmente le distanza da Marino.

La condanna verso Marino

Il Papa non solo ha preso le distanze da Marino e al suo operato, ma ha anche esplicitamente e velatamente  condannato il Marino e il suo curioso “cattolicesimo”.
Da buon gesuita Papa Francesco pesa le parole e ne da un senso preciso.
Spiega il suo punto di vista del perché c’era Marino al Convegno: lui si professa cattolico.
Quel “lui si professa cattolico”, lascia aperta un velata condanna sul suo professarsi cattolico.
Certo per uno che si professa cattolico ci si aspetta ben altra posizione nei confronti dei valori cristiani, specialmente in questo momento di grande conflitto sociale, Se la posizione sociale ci impedisce di prendere posizione, ci si aspetta una neutralità forzata, non certo di essere il paladino della fazione opposta.
Ma il Marino ateo,  che si leggeva nelle sue biografie da campagna elettorale che fine ha fatto.
Nei suoi libri lascia intendere che si ritiene un credente particolare se non ateo, adesso lo ritroviamo cattolico… cosa sarà domani?

Conclusioni, poco importa chi ha pagato, quello che importa è perché era lì, il vero motivo della sua presenza tra le autorità presenti sul palco del VIII Convegno sulla famiglia.
Resterà uno dei misteri di questo millennio.   





[1] Il giornale  - Mer, 29/10/2014 art Luisa De Montis
[2] https://press.vatican.va/content/salastampa/es/bollettino/pubblico/2015/06/25/0505/01106.html
[3] http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/26/news/usa_corte_suprema_nozze_gay_sono_diritto_costituzionale-117760539/
[4] http://www.corriere.it/esteri/15_giugno_26/usa-si-corte-suprema-1da5c542-1c0f-11e5-a24d-298f280523ad.shtml

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