Nell’ “affaire
Marino” della sua improbabile imbucata al seguito del Papa ci sono due cose che
mi lasciano perplesso:
1°) Perché il
Sindaco Marino ha sentito la necessita di partecipare.
2°) Perché
il Papa si è fatto fare la domanda sulla presenza di Marino e poi ha risposto
in modo stizzito.
Allora ho
fatto un po’ di ricerche è ho letto un po’
di cose curiose.
Così ho
cercato di mettere insieme tutte le notizie lette e le ho messe in fila come
perle di un rosario.
Una cosa un po’
lunghetta che devo dividere in paragrafi.
PHILADELPHIA.
Una città molto
particolare. Già il nome è tutto un programma, “amore fraterno”.
Philadelphia è una città
culturalmente molto aperta, dove risiede una comunità gay molto forte, infatti
quasi unico al mondo c’è un quartiere LGBT, chiamato Gayborhood.
Lo stesso Marino in un intervista ha dichiarato: A Philadelphia ho visto mia figlia
andare alle elementari, dove c’erano coppie omossessuali con bambini.[1] Segnalando come le coppie LGBT vivano tranquillamente in coabitazione con le coppie
eterosessuali.
Una città del futuro, secondo una certa visione della vita sociale.
LO SCONTRO IDEOLOGICO.
Lo scontro sociale sul
matrimonio, non è un problema solo italiano, possiamo dire che è
internazionale.
Il paragonare o equivalere il matrimonio
LGBT a quello etero sessuale è un problema che coinvolge quasi tutti i paesi
occidentali o per lo meno quelli definiti cristiani, non coinvolge certo i paesi mussulmani
dove sono forti i sentimenti omofobi, in quei paesi mussulmani per i gay nel manifestare la loro
omosessualità rischiano anche la vita.
Il dibattito sulla famiglia, se deve essere solo etero o anche LGBT è forte anche nei Stati Uniti, uno scontro sociale molto forte.
Lo scontro culturale è
fondamentalmente tra i cattolici e le associazioni LGBT. Uno scontro alcune
volte con tinte molto forte.
IL CONVEGNO DELLA FAMIGLIA
Così il 25 giugno nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede avuto luogo la
Conferenza stampa in preparazione all’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie che
si svolgerà a Philadelphia dal 22 al 27 settembre prossimo, sul tema: “L’amore
è la nostra missione. La famiglia pienamente viva”.[2]
La Chiesa americana si
offre di organizzare l’ottava conferenza
ecclesiale, e sceglie come luogo della
conferenza la città di Philadelphia, la città dell’amore fraterno, la città
della libertà sociale, la città del futuro in merito ai valori sociali dell’amore
e della famiglia.
Una scelta ben ponderata,
che è anche una provocazione al mondo LGBT. Parlare della famiglia etero, dove
famiglie LGBT vivono alla luce del sole, avendo gli stessi diritti. Dove
addirittura un quartiere è Gay.
Quale luogo migliore.
LA REAZIONE DEI LGBT.
La comunità Gay non
sta ferma ma cerca di controbbattere alla provocazione.
Provocatoriamente un
giornalista nella conferenza di presentazione del convegno chiede al presidente del
Pontificio Consiglio per la famiglia
Mons. Paglia, se i gay possono di
partecipare. È chiaro che la domanda a Mons. Paglia è provocatoria la risposta è: “Seguiamo alla lettera l’Instrumentun Laboris del
Sinodo. Tutti possono venire, nessuno escluso”.
Ossia chiunque sta dentro certi canoni ecclesiali può
partecipare. Chi non sta dentro questi canoni non è desiderato.
Nello stesso giorno in cui viene presentato alla stampa
l’VIII convegno sulla famiglia la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiara che
in tutti i 50 paesi dell’Unione deve essere possibile il matrimonio tra
appartenenti allo stesso sesso. Ossia il matrimonio non è solo fra uomo e
donna, ma anche tra uomo e uomo o donna e donna.[3] [4]
Inoltre le
associazioni chiedono all’Arcivescovo di Philadelphia, Mons Chaput, di
partecipare al convegno ma la risposta è abbastanza ambigua: potete partecipare
ma non avete diritto di parola. Le lobby gay non avranno la possibilità di
esprimere posizioni diverse da quelle Chiesa.
Sulla stampa locale americane spesso vengono attaccate
le posizioni della chiesa, vengono messi sotto lente dei media gli organizzatori,
viene attaccata pesantemente la persona di uno degli organizzatori.
Qualcuno arriva pure a sottolineare come le posizioni
dell’Arcivescvo Chaput e il Papa siano contradittorie nei confronti dei Gay.
Il mondo Gay si scontra contro un muro.
LA PRESENZA DEL
PAPA
La Chiesa Americana pensa bene di dare un grande risalto
mondiale all’evento invitando il Papa.
Chi meglio di lui per chiudere i lavori del Convegno,
il capo della Chiesa Cattolica.
Così il Papa compie l’ennesimo viaggio apostolico,
passa per Cuba, per le camere del governo Statunitense, un’apparizione all’Onu
e infine approda a Philadelphia per chiudere i lavori del Convegno.
MARINO
Di certo di lui sappiamo, che è a Roma, nella città del
Papa il paladino dei diritti dei LGBT.
Sappiamo bene come lui si sia messo in prima fila per
il registro delle coppie di fatto sia che esse siano etero o LGBT.
Sappiamo ben dei suoi scontri con il prefetto e con
Alfano per il registro delle coppie di fatto.
Lui è il Paladino del mondo LGBT in Italia o perlomeno
di Roma.
Sappiamo bene che queste sue posizioni in favore dei
diritti gay, dall’altra parte dl Tevere non l’hanno viste di buon occhio. I
prelati e il Papa in persona non deve aver digerito queste sue posizioni, è
stato sicuramente un boccone amaro da mandare giù.
Le posizioni del Papa nei confronti del mondo gay sono
di difficile comprensione e lasciano spazi a posizioni contradittorie.
Nei confronti dei gay, invita la chiesa ad avere
misericordia ma nello stesso non ne condivide la vita dissoluta. La sua apertura
verso i gay e un gesto di misericordia verso il peccatore che vuole cambiare
vita.
Infatti la famosa frase sui gay: chi sono io per giudicare,
viene sempre troncata dalla prima parte che
esplica pienamente il suo pensiero: se cerca Dio…
Il cercare Dio, cercare una via della santità,
rigettare il peccato… chi sono io per giudicare.
Ma il matrimonio gay, dove al centro c’è la sessualità
al di fuori del matrimonio, quindi in una situazione continua di peccato non è
accettabile, alla stregua di tutte le relazioni di fatto al di fuori del
matrimonio, dove vige una realtà di peccato continua.
Nella logica di Papa Francesco, tutti sono meritevoli
di peccato e di misericordia… a condizioni di cambiare vita e vivere alla
ricerca di Dio.
Quindi come Paladino dei diritti gay i campo dei
matrimoni non ha diritto di parola.
Marino a Philadelphia.
Al di là di chi abbia pagato il viaggio, il vero
problema è: ma perché Marino è andato nella città americana ? Per incontrare il Papa? Forse la segreteria del
Sindaco non è capace di organizzare un incontro privato con il Papa?
Mons Paglia, uno dei big di questo Convegno alla radio,
alla trasmissione “La Zanzara” ebbe a dire che Marino più volte ha chiesto d’incontrare
il Papa durante il convegno, e che ha fatto di tutto per mettersi in evidenza
indossando la fascia tricolore di Sindaco.
Cosa aveva da dire di tanto importante al Papa a Philadelphia
che non poteva dire a Roma?
Forse parlare dei diritti delle famiglie gay… visto che
era stato proibito alle associazioni gay di parlare di ciò.
Quello che voleva dire Marino al Papa rimane un mistero.
Forse adesso possiamo
capire perché il Papa è stato infastidito dalla presenza di Marino al Convegno
sulla Famiglia.
Trovarlo in prima fila,
con la fascia tricolore per evidenziare la sua presenza non richiesta, che
abbia insistito presso la segreteria del convegno per un incontro, trovarsi di fronte mischiato nelle rappresentanze civili della città, quello che
è un paladino dei diritti gay, al Papa non è stato cosa gradita.
Ecco perché Il Papa si è fatto
porre la domanda sull’aereo, tutti sanno che le domande poste al Papa non sono
spontanee, ma vengono prima presentate al portavoce che da l’OK se possono essere
formulate.
Quindi il Papa si è
fatto fare apposta la domanda per prendere ufficialmente le distanza da Marino.
La condanna verso Marino
Il Papa non solo ha
preso le distanze da Marino e al suo operato, ma ha anche esplicitamente e velatamente
condannato il Marino e il suo curioso “cattolicesimo”.
Da buon gesuita Papa Francesco
pesa le parole e ne da un senso preciso.
Spiega il suo punto di
vista del perché c’era Marino al Convegno: lui
si professa cattolico.
Quel “lui si professa cattolico”, lascia
aperta un velata condanna sul suo professarsi cattolico.
Certo per uno che si
professa cattolico ci si aspetta ben altra posizione nei confronti dei valori
cristiani, specialmente in questo momento di grande conflitto sociale, Se la posizione
sociale ci impedisce di prendere posizione, ci si aspetta una neutralità
forzata, non certo di essere il paladino della fazione opposta.
Ma il Marino ateo, che si leggeva nelle sue biografie da campagna
elettorale che fine ha fatto.
Nei suoi libri lascia
intendere che si ritiene un credente particolare se non ateo, adesso lo
ritroviamo cattolico… cosa sarà domani?
Conclusioni, poco importa chi ha pagato, quello che importa è perché era lì, il vero motivo della sua presenza tra le autorità presenti sul palco del VIII Convegno sulla famiglia.
Resterà uno dei misteri
di questo millennio.
[1]
Il giornale - Mer, 29/10/2014 art Luisa De Montis
[2] https://press.vatican.va/content/salastampa/es/bollettino/pubblico/2015/06/25/0505/01106.html
[3] http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/26/news/usa_corte_suprema_nozze_gay_sono_diritto_costituzionale-117760539/
[4] http://www.corriere.it/esteri/15_giugno_26/usa-si-corte-suprema-1da5c542-1c0f-11e5-a24d-298f280523ad.shtml
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