Fin
dall’ inizio del suo pontificato Papa Francesco ha sottolineato l’importanza
dell’impegno politico dei cristiani.
Il
Papa non dice che il cristiano potrebbe impegnarsi, non usa il condizionale, ma
è categorico infatti afferma: DEVE.
Quasi dire che è un obbligo del credente impegnarsi
in politica, governare la società, amministrare il territorio e la comunità.
Egli
infatti h sottolineato come cercare la santità nella vita politica è la più
dura, la più difficile e la più impegnativa.

Fare
politica oggi è veramente “infilarsi in
un percorso duro e intrigato”, dove bisogna a volte cedere alla mediazione
attraverso il dialogo, per la convenienza del bene comune, purtroppo si può
cadere nella mediazione della propria coscienza nel continuo scontro bene e
male e tocca scegliere tra mali minori, mentre come cristiani dovremmo
scegliere tra bene e bene maggiore.
La
politica è forse più di tutte le varie forme di vita lavorativa, di impegno
sociale e di presenza pubblica, di vita
in genere quella governata dal principe del male.
Sembra
anacronistico parlare del “Principe del Male” in questa epoca moderna dove
parlare del diavolo ci sente accusati di essere ancorati al medioevo. Ma come
cristiano non posso negare la presenza del male come entità pensante che agisce
a danno dell’uomo e della società umana.
Mi
colpisce molto e mi lascia sempre perplesso il brano della tentazione di Gesù
nel deserto, nel vangelo di Luca. Nell’ ultima tentazione Gesù viene rapito da
Satana, e portato sul pinnacolo del tempio e
mostrandogli tutte le nazioni e i popoli della terra, gli dice: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria
di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se
ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo
Se tu ti prostri davanti a me
tutto sarà tuo.
Il denaro, il potere, il successo
da ottenere facilmente sono le opere ammalianti del diavolo. La proposta del
diavolo è quella di ottenere tutto ciò con facilita, senza fatica, senza
sacrifico, senza il duro lavoro, senza un impegno giornaliero.
Qualcuno potrebbe obiettare:
allora osa dice fare politica è servire il diavolo ?
Assolutamente
no.
Si
può fare benissimo politica senza servire il principe del male.
Si
può fare politica senza prostrarsi al principe del male
Rinunciando
al successo facile, al successo personale, al potere fine a se stesso,
governando amando il popolo.
Governare
per il “bene comune”.
Governare
ricercando il “bene comune”.
Governare
per gli altri con la certezza di essere di passaggio.
Troppi
cristiani sono come Ponzio Pilato, si lavano le mani, prendono le distanze
dalla politica, delegando ad altri il compito di governare, di prendere
decisi
one per gli altri, convinti di fare la cosa giusta come cristiani.
Con
la scusa che la politica è sporca ne hanno preso le distanze, ad indicare che è
compito di altri non loro preoccuparsene.

La
nostra casa non può essere la nostra semplice proprietà privata, non può essere
le camere, cucina e
Bagno
chiuse da una bella porta blindata, la nostra casa è anche tutto lo spazio
comune con gli altri cittadini.. casa nostra è la via, la piazza, il palazzo
del comune, la fontana e tutto quello che è bene comune, la nostra casa è
abitata da parenti, amici o semplici conoscenti e dobbiamo avere cuore il benessere di tutti loro… governando il “bene comune”.
Il
bene comune, la ricerca del benessere è per tutti, non per qualcuno si e di
altri no.
Se
noi non ci preoccupiamo del bene comune,
della nostra casa, lo faranno altri, con le loro idee, con il loro
concetto di società, con le loro ideologie più o meno vicine alle nostre, con
concetti del bene e del male, del lecito o non lecito che a volte cozzano con i
nostri principi cristiani.
Quando
il Papa ci invita a fare politica, ad essere presenti in politica ci invita a
prenderci cura del “bene comune” e di non lasciare ad altri questo compito.
In
una occasione il Papa ha dichiarato: “il comunismo ha preso la nostra bandiera,
quella dei poveri”.
Ebbene
dobbiamo riprenderci la nostra bandiera cristiana, recuperare il tempo perduto
per ricostruire un società cristiana.
Negli
anni 90, alcune realtà della Chiesa, alcuni movimenti avevano un slogan che piaceva
molto al Papa Giovanni Paolo II: “ creare la civiltà dell’amore” che è
molto lontano alla concetto della civiltà del diritto o del dovere.
Questa
civiltà dell’amore, non la si costruisce stando chiusi nelle Sacrestie, ma
uscendo nelle vie, nelle piazze, nei mercati, nelle baraccopoli.. uscendo a
parlare con la gente, dare speranza, lottare per una nuova giustizia…
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