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lunedì 26 ottobre 2015

01 L’impegno dei cristiani in politica.


Fin dall’ inizio del suo pontificato Papa Francesco ha sottolineato l’importanza dell’impegno politico dei cristiani.
Il Papa non dice che il cristiano potrebbe impegnarsi, non usa il condizionale, ma è categorico infatti afferma: DEVE.
Quasi  dire che è un obbligo del credente impegnarsi in politica, governare la società, amministrare il territorio e la comunità.
Egli infatti h sottolineato come cercare la santità nella vita politica è la più dura, la più difficile e la più impegnativa.
Il cammino di santità attraverso la politica, è un cammino pieno di ostacoli, di trappole spirituale, un percorso pieno di inside,  dove lo scoraggiamento dell’ insuccesso cammina di pari passo con l’euforia del successo. L’ego e l’orgoglio sono continuamente sollecitati oltre certi limiti, la tentazione del successo a ogni prezzo è ogni giorno alla porta dell’ufficio, la lusinga del guadagno facile è dentro ogni atto amministrativo.
Fare politica oggi è veramente “infilarsi  in un percorso duro e intrigato”, dove bisogna a volte cedere alla mediazione attraverso il dialogo, per la convenienza del bene comune, purtroppo si può cadere nella mediazione della propria coscienza nel continuo scontro bene e male e tocca scegliere tra mali minori, mentre come cristiani dovremmo scegliere tra bene e bene maggiore.
La politica è forse più di tutte le varie forme di vita lavorativa, di impegno sociale e  di presenza pubblica, di vita in genere quella governata dal principe del male.
Sembra anacronistico parlare del “Principe del Male” in questa epoca moderna dove parlare del diavolo ci sente accusati di essere ancorati al medioevo. Ma come cristiano non posso negare la presenza del male come entità pensante che agisce a danno dell’uomo e della società umana.
Mi colpisce molto e mi lascia sempre perplesso il brano della tentazione di Gesù nel deserto, nel vangelo di Luca.  Nell’ ultima tentazione Gesù viene rapito da Satana, e portato sul pinnacolo del tempio e  mostrandogli tutte le nazioni e i popoli della terra, gli dice: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo
 
Se tu ti prostri davanti a me tutto sarà tuo.
Il denaro, il potere, il successo da ottenere facilmente sono le opere ammalianti del diavolo. La proposta del diavolo è quella di ottenere tutto ciò con facilita, senza fatica, senza sacrifico, senza il duro lavoro, senza un impegno giornaliero.
Qualcuno potrebbe obiettare: allora osa dice fare politica è servire il diavolo ?
Assolutamente no.
Si può fare benissimo politica senza servire il principe del male.
Si può fare politica senza prostrarsi al principe del male

Rinunciando al successo facile, al successo personale, al potere fine a se stesso, governando amando il popolo.

Governare per il “bene comune”.
Governare ricercando il “bene comune”.
Governare per gli altri con la certezza di essere di passaggio.

Troppi cristiani sono come Ponzio Pilato, si lavano le mani, prendono le distanze dalla politica, delegando ad altri il compito di governare, di prendere decisi

one per gli altri, convinti di fare la cosa giusta come cristiani.
Con la scusa che la politica è sporca ne hanno preso le distanze, ad indicare che è compito di altri non loro preoccuparsene.
Se la politica è governare, non puoi demandare ad altri il governo del bene comune, il governo della tua casa.
La nostra casa non può essere la nostra semplice proprietà privata, non può essere le camere, cucina e
Bagno chiuse da una bella porta blindata, la nostra casa è anche tutto lo spazio comune con gli altri cittadini.. casa nostra è la via, la piazza, il palazzo del comune, la fontana e tutto quello che è bene comune, la nostra casa è abitata da parenti, amici o semplici conoscenti e dobbiamo avere  cuore il benessere di tutti  loro… governando il “bene comune”.

Il bene comune, la ricerca del benessere è per tutti, non per qualcuno si e di altri no.
Se noi non ci preoccupiamo del bene comune,  della nostra casa, lo faranno altri, con le loro idee, con il loro concetto di società, con le loro ideologie più o meno vicine alle nostre, con concetti del bene e del male, del lecito o non lecito che a volte cozzano con i nostri principi cristiani.

Quando il Papa ci invita a fare politica, ad essere presenti in politica ci invita a prenderci cura del “bene comune” e di non lasciare ad altri questo compito.
In una occasione il Papa ha dichiarato: “il comunismo ha preso la nostra bandiera, quella dei poveri”.
Ebbene dobbiamo riprenderci la nostra bandiera cristiana, recuperare il tempo perduto per ricostruire un società cristiana.

Negli anni 90, alcune realtà della Chiesa, alcuni movimenti avevano un slogan che piaceva molto al Papa Giovanni Paolo II: “ creare la civiltà dell’amore”   che è molto lontano alla concetto della civiltà del diritto o del dovere.

Questa civiltà dell’amore, non la si costruisce stando chiusi nelle Sacrestie, ma uscendo nelle vie, nelle piazze, nei mercati, nelle baraccopoli.. uscendo a parlare con la gente, dare speranza, lottare per una nuova giustizia… 

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