In qualunque paese occidentale e democratico chi perde si mette da
parte.
Soltanto in Italia chi perde si ripresenta continuamente, poi il problema
dei grandi numeri qualche volta vince.
In politica in molti paesi, chi perde esce di scena perché ha capito
che non è di gradimento nelle urne e le sue idee non sono vincenti.
Solo da noi si ripresentano
continuamente.
E il caso dell’ex sindaco Alemanno sconfitto una prima volta nello
scontro diretto contro Veltroni, si ripresenta tre anni dopo contro Rutelli e
vince… per poi ripresentarsi contro Marino
e riperde.
Due volte su tre le prende.
Eppure ha cercato di rubare la scena alla Meloni per ripresentarsi
come il costituente della destra italiana.
Ma un minimo di analisi politica, di quelle grezze, senza
fronzoli, senza orpelli che analizzano
chiaramente il senso delle vittorie e delle sconfitte, senza una certa
partigianeria che assolve o condanna a seconda dei fatti, siamo capaci a farle
in Italia?
Al primo scontro politico (2006)
Alemanno contro Veltroni, non c’è
storia, il primo ottiene la meta dei voti dell’avversario. Alemanno raccoglie
solo il 37% dei voti… contro il 61% una
sconfitta schiacciante.. non era forse un segno negativo della figura politica
di Alemanno ?
AL secondo scontro (2008) cambia avversario Alemanno contro Rutelli un 53%
conto un 47%, bisogna dire che ci fu al secondo turno una clamorosa
rimonta in quanto al primo turno Alemanno era sotto di ben 5 punti, ma rimane
tutto oggi un grande mistero come è stato possibile ciò ? come è stato
possibile che il bel Rutelli ha perso nel secondo turno ben 90.000 voti, cosa
ha allontanato l’elettorato da Rutelli scegliendo Alemanno.
Questa purtroppo fu per Alemanno una vittoria di Pirro, conquista la
città… ma non riesce a governare con fermezza, ma naviga a vista inalando una
serie di vicende alquanto negative.
Terzo scontro (2008) altro avversario Alemanno contro Marino, un vero
disastro, il sindaco uscente raccoglie solo il 30% al primo turno per salire al
36 al secondo raccogliendo solo 364.000 voti una miseria.
Politicamente un vero disastro.
Ma il fallimento totale comunque del suo mandato di Sindaco, lo si vede purtroppo con la
disastrosa gestione Marino.
Se pensiamo che Mafia Capitale è iniziata con Veltroni e quasi finita
con Marino, ci fa pensare che lui non sia stato capace di dare una svolta alla
gestione di Roma, dopo 19 anni di sinistra. Mafia Capitale ci ha fatto vedere
una gestione di transizione tra due giunte di sinistra, Alemanno è stato il
traghettatore di due giunte.
Poteva dare un colpo potente alla sinistra romana se avesse avuto il
coraggio di governare, di cambiare le regole, di
chiamare gente capace e di non dare ascolto ad amici antichi, prossimi e mai
amici e di tenere lontano i parenti.
Ha avuto una occasione e non la saputa sfruttare, non ha saputo
governare anzi con la sua presenza in ben tre scontri elettorali, senza una
partito dietro, senza ramificazioni nel territorio non ha permesso alla destra
di creare una classe politica e dirigenziale all’altezza di governare Roma.
Adesso è difficile trovare un candidato serio alla poltrona di Sindaco.
Cosa abbiamo sul campo solo vecchi politici bolliti e già sconfitti
alle urne o il nulla, servirebbero volti nuovi, ma non dei ragazzini per creare
una nuova classe politica.
Non si può deviare la Giorgia Meloni, che l’unica che ha un valenza nazionale,
che ha un immagine pulita, che sa presentarsi davanti agli spettatori nelle
varie arene politiche, a fare il sindaco di Roma e relegarla ad un ruolo marginale
della politica nazionale.
La presenza di Alemanno per 7 anni sulla scena politica romana senza un'altra
figura forte ha impoverito la destra creando una miriade di stelline, senza un
sole capace di illuminare e scaldare i cuori.
Alemanno è il grande sconfitto di questi ultimi anni, sconfitto nelle
urne, sconfitto nell’immagine, sconfitto come amministratore, forse è il tempo
che si mette da parte… non ha più un futuro politico.. almeno finché Mafia
capitale non verrà archiviata del tutto
Questo è quanto è uscito dall’Assemblea della Fondazione per l’Italia”,
c’è voglia di nuovo e voglia di archiviare un tempo di grandi sconfitte, c’è
voglia di sfide sulle grandi idee e valori della destra, lontani da reminiscenze
fasciste e vicine alle destre storiche di altri paesi.
C’è un mondo che cambia e a destra si vuole cambiare.
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