Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

mercoledì 30 ottobre 2013

Avanti tutta.. verso un nuovo centro destra

Un fine settimana di riflessione politica

Un fine settimana all’insegna delle grandi manovre politiche.
Tanti leader si sono mossi per mettere in moto le loro macchine elettorali, in vista delle prossime elezioni sicure, quelle per Europa 2014.Ma no solo, sappiamo bene che tutto il mondo politico italiano è con il fiato sospeso in attesa del giudizio su Berlusconi… dovrà lasciare la sua poltrona in Senato? Cadrà il governo? Andremo alle elezioni.
C’è da preparare una campagna elettorale in vista delle
consultazioni europee, ma c’è da pensare ad un futuro prossimo, il post Berlusconi.
Mentre i leader della sinistra italiana sono impegnati in quello che sarà il dopo Epifani, nella sfida tra i vari candidati alla poltrona di Segretario dei PD.
Così Renzi a Firenze inizia il suo cammino di avvicinamento alla leadership del partito, con il convegno alla Leopolda, e gli altri candidati rossi, rosa e sbiaditi  mettono a fuoco le loro strategie a destra si muovono i vari leader alla ricerca di una nuove strategie, alleanze e progetti…
A Castelunuvo di Farfa si è tenuto un incontro tra vari leader della destra impegnati in quello che è chiamato “Officina Italia”. Progetto, lanciato dalla Meloni occasione della manifestazioni giovanile dei ragazzi di Atreju.
Un progetto ambizioso, riunire in un unico SOGGETTO POLITICO, le varie realtà della destra italiana, per una politica di rilancio in antitesi alla sinistra, in una politica nazionale bipolare, in cui due realtà politiche forti si contrappongono democraticamente alla guida del paese.
In un ambiente carico di storia, nell’Abbazia di Farfa, si è tenuto un convegno animato da “Idee + Popolari” che è idealmente una delle tappe di transizione il cui fine è la  realizzazione del nuovo “progetto politico”  che dovrebbe prendere vita nei prossimi mesi.
Tre, sono state a mio avviso, le linee forti di questo convegno che mi piace sottolineare e condividere:
·        Un centro destra autonomo da Berlusconi.
·        Un centro destra alla ricerca di una nuova ricetta economica per l’Italia.
·        Un Italia che sappia stare a testa alta nei confronti dell’Europa.
Un centro destra autonomo da Berlusconi.
Pur nominato poco, il fantasma del cavaliere aleggiava sull’assemblea, più volte è stato più volte criticato, nei due giorni di convegno,  non per i suoi problemi giudiziari o di stile di vita personale, ma esclusivamente sul piano politico, sulle scelte fatte in passato che non sono risultate vincenti alla prova dei fatti e del tempo.
Quello che Berlusconi poteva rappresentare agli inizi della sua vita politica, ma anche in tempi più recenti era una speranza di cambiamento, che purtroppo non c’è stata, promessa sfiorita tragicamente in questi ultimi due anni. Oggi più di ieri, c’è bisogno di un cambiamento a destra, nel centro-destra.
È impellente trovare un nuovo leader, un nuovo programma di cambiamento politico e sociale. Ridare fiducia e speranza a tutto il popolo italiano, sia che siano giovani, o anziani, operai o imprenditori, l’Italia ha bisogno di qualcosa di  nuovo che sappia dare nuova speranza.
La destra ha bisogno di ringiovanimento. Riportare l’entusiasmo politico nei giovani dandogli al giusta responsabilità sapendogli indicare una strada precisa e onesta da seguire.


Un centro destra alla ricerca di una nuova ricetta economica per l’Italia.
Come il “Mondo pesa sulle spalle di Atlante”, il titano mitologico sulle cui spalle si poggia il mondo, così il pesante fardello della crisi italiana era presente negli animi di chi era al convegno.
Non si può parlare di futuro se non si affronta il problema della crisi economica, una crisi che si sta facendo ogni giorno più pressante e pesante. Una crisi che toglie speranza e futuro.
Molti hanno ricette per uscire da questa crisi, e se ne è parlato in questa fase: rilanciare il mondo del lavoro trovare il modo di portare soldi nelle tasche dei lavoratori, ma principalmente c’è bisogno di difendere il lavoro italiano, le fabbriche italiane, gli imprenditori italiani. La crisi mondiali spinge gli squali del mondo della finanza e del mondo del lavoro mondiale, ad andare a sbranare chi tentenna, chi è in sofferenza, il motto “morte tua vita mia”, per loro è vangelo. Non c’è più tempo di attese, c’è bisogno di mettere in piedi politiche di difesa del lavoro italiano. Non è tempo di svendere è tempo di rilanciare l’attività del mondo del lavoro con politiche forti e decise.

Un Italia che sappia stare a testa alta nei confronti dell’Europa
Un tema molto sentito e molto applauditi sono stati i vari passaggi sul rapporto Italia -  Europa.
Chiaramente, l’assemblea ha fatto sentire il suo umore, ai vari relatori che si sono avvicendati sul palco, particolarmente nei confronti dell’Europa.
Per certi aspetti, l’assemblea considera l’Europa co-responsabile, con altri fattori e realtà, della crisi economica italiana, l’assemblea ha manifestato di non gradire un Italia asservita all’Europa e nello specifico alla Germania.
Applauditissimi sono stati, sia Rampelli che Crosetto, nei loro passaggi in cui attaccavano la politica europea nei confronti dell’Italia, ma anche l’atteggiamento da “servo della gleba” di alcuni politici italiani nei confronti dell’istituzioni di Bruxells.
L’ Europa è nata dal sogno di grandi politici: l’italiano De Gasperi, il tedesco Adenauer, e il francese Schuman. Un progetto iniziato all’indomani della guerra mondiale, il cui sogno era più nessuna guerra in EUROPA.
Il loro sogno, era la pace, l’armonia e la fratellanza dei popoli europei, un società di nazioni capaci di mettere in piedi politiche di auto sostegno e collaborazione, l’abbattimento delle frontiere affinché ci sia libertà di circolazioni di popoli e ricchezze.
Non credo che sia questa l’Europa odierna che sognavano i padri fondatori.   Dove gli stati sono prigionieri dei conti dello stato, delle politiche finanziarie e dei poteri forti quali: banche, assicurazioni e borse.
Ma… prima dovremmo ripartire da un punto: ricostruire il senso di appartenenza ad uno stato, poi la ricerca di pace e armonia e fratellanza tra i popoli … e solo come ultimo atto una finanza comune.

Nel convegno, che per sommi capi, ho avuto l’impressione che c’ erano chiari degli imput, delle indicazioni programmatiche molto forti.

 I fantasmi aleggiano nell'Abbazia
Ci sono però dei fantasmi da esorcizzare, il fantasma di Berlusconi, il fantasma di Casini e di Fini.
Del primo dobbiamo aspettare cosa deciderà il parlamento, degli altri due è necessario prendere coscienza che il loro spirito aleggia su un probabile centro-destra.
Bisogna prendere bene le distanze, da personaggio che si pone come l’unico propositore o interlocutore del centro, colui che vuol far  credere che in quella zona del parlamento nulla si muove che lui non voglia, bisognerà scalzarlo da quella posizione preminente o almeno sapersi mettere la suo fianco per una nuova proposta di centro. Portare i centristi a ragionare in considerazione del suo fallimento politico, della sua sconfitta elettorale e della pessima fine della “Lista Civica Monti”.
L’elettorato di centro in questo momento è disorientato, ed è tirato di qua e la per la manica all’interno di schieramenti dei quali non ne condivide appieno l’  idee  i progetti, ma non riesce neanche più a identificarsi con quelli che sono stati i leader storici del centro, i vari Casini, Buttiglione e altri.
Ci vuole coraggio di rimettere in piedi una politica sociale, economica e di amministrazione locale, che abbia al suo centro il valore puro del cristianesimo.
Poi c’è l’altro grande fantasma della destra, Gianfranco Fini, il quale dovrebbe essere recuperato in vista dei nostalgici di An e Msi, ma anche per il suo merito di aver preso una posizione anti Berlusconi, in tempi non sospetti, che ha pagato sulla pelle. Un uomo di una correttezza politica, non priva di errori, ma per certi aspetti corretta e onesta. Inoltre il suo recupero politico di grande saggio metterebbe in mostra un bel programma inclusivo per un grande e forte onesto centro destra.

La strada è ancora lunga.. ma un bel pezzo di strada è già stato fatto.


Nessun commento:

Posta un commento