Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

martedì 29 ottobre 2013

Contraddizioni a sinistra....



Spaparanzato in poltrona vedo la tv.


Al telegiornale viene data notizia, che il capo del governo, Letta, ha dato lettura al Camera dei Deputati, la tanta attesa legge finanziaria, la legge di stabilità. È un primo passaggio per essere approvata dai due rami del parlamento.

Dopo la notizia, nei tg, come è consuetudine viene data la parola ai vari esponenti dei partiti, dei sindacati, delle parti sociali, della stampa, dei partecipanti ai vari talkshow politici. Ognuno ha la sua idea sulla legge in discussione.

Siamo ormai nell’era del “chiacchiericcio mediatico”, ogni notizia entra nel trituratore mediatico delle televisioni e delle radio, dove ad un ritmo forsennato si alterano nei loro commenti  centinaia di personaggi più o meno credibili.
Ogni notizia di una certa rilevanza, che sia di politica o sportiva, sindacale o di semplice cronaca, qualora attiri l’attenzione dei media, diventa l’argomento principale del momento e tutti ne parlano, tutti ci tengono a dare il loro commento, triturando l’argomento in un “chiacchiericcio mediatico” che dà l’impressione dell’approfondimento, ma tutto invece rimane racchiuso nella superficialità della semplice notizia ri-commentata centinaia di volte da voci diverse.
Tra i vari esponenti politici apparsi in successione a commentare la legge di stabilità c’è ne sono stati due che mi hanno colpito particolarmente.
Il primo è stato Epifani e l’altro è stata la Camusso.
Un piccolo excursus, Epifani prima di diventare un leader politico è stato a capo della CGIL, della quale era segretario generale. Dopo tanti anni di appartenenza ad una lobby potente come quella del sindacato, che si prefigge come obiettivo primario la difesa della classe operaia, si dimesso, ed è stato eletto successivamente: Segretario del PD.
Quindi, dopo tanti anni di militanza nel sindacato, dove da semplice iscritto è arrivato fino in cima, alla poltrona più prestigiosa quella del Segretario Generale, dovrebbe avere una “forma mentis”, tale che leggere una finanziaria,  in cui le parti sociali più deboli, tra le quali la classe operaia, non vi sono tutelate, anzi sono subissate di nuove tasse e vessazioni dovrebbe far si che scattano dei meccanismi automatici di protesta, e non accettare la legge in questione.Dopo anni di militanza e di governo come “leader maximo”, Epifani,  lascia il suo posto alla Camusso, donna sindacalista che come il suo predecessore, dalla semplice militanza arriva sulla poltrona del Segretario Generale, dopo aver occupato le varie poltrone delle varie segreterie di governo del sindacato.
Così io semplice popolano e poco popolare, mi aspetto da questi due esponenti della sinistra, che hanno la stessa formazione e cultura sindacale e politica, un risposta univoca, specialmente nei confronti  della “legge di stabilità” in discussione che penalizza ancora una volta i lavoratori, con tasse e poco sviluppo.
Ascolto Epifani che si congratula con l’operato del governo, affermando che è una buona legge, anche se nella discussione nelle camere può essere ancora migliorata, il senso delle sue parole: “Credo che sia una manovra che vada apprezzata e credo che possa essere migliorata nel passaggio parlamentare e anche nel corso dell'anno”.
Dopo di lui appare in tv la Camusso la quale afferma il contrario del suo predecessore, che è una pessima legge, e a va oltre, affermando che il sindacato scenderà il piazza contro la “legge di stabilità”.

OH cavolo!!!

Due atteggiamenti discordanti. Come è possibile che due esponenti della sinistra che dovrebbero avere lo stesso ruolo di difesa della classe operaia, che dovrebbero avere una sintonia di pensiero, grazie alla formazione politica-sindacale della stessa estrazione, abbiano due pareri cosi discordanti?

Qui non si parla di interpretare una legge, ma di capire quale impatto può avere questa legge di stabilita nei confronti dei lavoratori, e allora come si possono avere due pareri così cotrastanti?

Rimango e sono tuttora allibito!!!

Ma come può un lavoratore avere fiducia in un sinistra i ci esponenti principali non parlano più la stessa lingua? Che non riesce più ad esprimersi con un sola voce, intorno ad un idea forte e non contrattabile?


Quanto sono lontano questi uomini della sinistra italiana, questi politici di oggi, dai Togliatti, Berlinguer, Paglietta e altri grandi della sinistra italiana, dei quali l’ultimo esponente è Napolitano.
Quando ero ragazzo, mai due esponenti della sinistra, del vecchio PCI e del CGIL avrebbero espresso pareri contrastanti in tale misura. C’era un uniformità di pensiero e di azione. E questo non deve essere visto come una mancanza di democrazia, ma un “modus operandi” che dava indicazioni precise.
Ma quale è la posizione della sinistra nei confronti lavoratori della classe operaia.
Questa sinistra in cui la mano destra non sa cosa fa la sinistra ed entrambe sono staccate dal corpo, sa ancora parlare alla classe operaia? Una classe operaia che nella sua maggioranza non parla più italiano, ma rumeno, polacco, hindi, swahili e chissà quale altra lingua straniera. Una classe operaia che vive da anni uno stato di abbandono e di desolazione da parte dei sindacati.

Ormai oggi i sindacati vivono di luce propria, lontano dai problemi dei lavoratori e del mondo del lavoro. Non è un caso che molte volte gli operai prendano iniziative al di fuori delle realtà sindacali, arrivando a ripudiare i sindacalisti di settore.
La sinistra oggi ha abbandonato la lotta di classe, la lotta operaia e si avventurata sulla strada delle battaglie ideologiche e di etica sociale, cose che poco hanno a che fare con le classi più deboli, il cui problema è ancora oggi sopravvivere.
La sinistra deve tornare al parlare un linguaggio antico, con parole moderne.. ma fondamentalmente ad una sola voce.

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