Spaparanzato in poltrona vedo la
tv.
Al telegiornale viene data
notizia, che il capo del governo, Letta, ha dato lettura al Camera dei Deputati,
la tanta attesa legge finanziaria, la legge di stabilità. È un primo passaggio
per essere approvata dai due rami del parlamento.
Dopo la notizia, nei tg, come è
consuetudine viene data la parola ai vari esponenti dei partiti, dei sindacati,
delle parti sociali, della stampa, dei partecipanti ai vari talkshow politici.
Ognuno ha la sua idea sulla legge in discussione.
Siamo ormai nell’era del “chiacchiericcio
mediatico”, ogni notizia entra nel trituratore mediatico delle televisioni e
delle radio, dove ad un ritmo forsennato si alterano nei loro commenti centinaia di personaggi più o meno credibili.
Ogni notizia di una certa
rilevanza, che sia di politica o sportiva, sindacale o di semplice cronaca,
qualora attiri l’attenzione dei media, diventa l’argomento principale del
momento e tutti ne parlano, tutti ci tengono a dare il loro commento,
triturando l’argomento in un “chiacchiericcio mediatico” che dà l’impressione
dell’approfondimento, ma tutto invece rimane racchiuso nella superficialità
della semplice notizia ri-commentata centinaia di volte da voci diverse.
Tra i vari esponenti politici
apparsi in successione a commentare la legge di stabilità c’è ne sono stati due
che mi hanno colpito particolarmente.
Il primo è stato Epifani e l’altro
è stata la Camusso.
Un piccolo excursus, Epifani
prima di diventare un leader politico è stato a capo della CGIL, della quale
era segretario generale. Dopo tanti anni di appartenenza ad una lobby potente
come quella del sindacato, che si prefigge come obiettivo primario la difesa della
classe operaia, si dimesso, ed è stato eletto successivamente: Segretario del
PD.

Così io semplice popolano e poco
popolare, mi aspetto da questi due esponenti della sinistra, che hanno la
stessa formazione e cultura sindacale e politica, un risposta univoca,
specialmente nei confronti della “legge
di stabilità” in discussione che penalizza ancora una volta i lavoratori, con
tasse e poco sviluppo.
Ascolto Epifani che si congratula
con l’operato del governo, affermando che è una buona legge, anche se nella
discussione nelle camere può essere ancora migliorata, il senso delle sue
parole: “Credo che sia una manovra che vada apprezzata e credo che possa essere
migliorata nel passaggio parlamentare e anche nel corso dell'anno”.

OH cavolo!!!
Due atteggiamenti discordanti. Come è possibile che due esponenti della sinistra che dovrebbero avere lo stesso ruolo di difesa della classe operaia, che dovrebbero avere una sintonia di pensiero, grazie alla formazione politica-sindacale della stessa estrazione, abbiano due pareri cosi discordanti?
Qui non si parla di interpretare
una legge, ma di capire quale impatto può avere questa legge di stabilita nei
confronti dei lavoratori, e allora come si possono avere due pareri così
cotrastanti?
Rimango e sono tuttora allibito!!!
Ma come può un lavoratore avere fiducia
in un sinistra i ci esponenti principali non parlano più la stessa lingua? Che non
riesce più ad esprimersi con un sola voce, intorno ad un idea forte e non
contrattabile?
Quanto sono lontano questi uomini
della sinistra italiana, questi politici di oggi, dai Togliatti, Berlinguer,
Paglietta e altri grandi della sinistra italiana, dei quali l’ultimo esponente
è Napolitano.
Quando ero ragazzo, mai due esponenti
della sinistra, del vecchio PCI e del CGIL avrebbero espresso pareri
contrastanti in tale misura. C’era un uniformità di pensiero e di azione. E
questo non deve essere visto come una mancanza di democrazia, ma un “modus
operandi” che dava indicazioni precise.
Ma quale è la posizione della
sinistra nei confronti lavoratori della classe operaia.
Questa sinistra in cui la mano
destra non sa cosa fa la sinistra ed entrambe sono staccate dal corpo, sa
ancora parlare alla classe operaia? Una classe operaia che nella sua
maggioranza non parla più italiano, ma rumeno, polacco, hindi, swahili e chissà
quale altra lingua straniera. Una classe operaia che vive da anni uno stato di
abbandono e di desolazione da parte dei sindacati.
Ormai oggi i sindacati vivono di
luce propria, lontano dai problemi dei lavoratori e del mondo del lavoro. Non è
un caso che molte volte gli operai prendano iniziative al di fuori delle realtà
sindacali, arrivando a ripudiare i sindacalisti di settore.
La sinistra oggi ha abbandonato
la lotta di classe, la lotta operaia e si avventurata sulla strada delle
battaglie ideologiche e di etica sociale, cose che poco hanno a che fare con le
classi più deboli, il cui problema è ancora oggi sopravvivere.
La sinistra deve tornare al
parlare un linguaggio antico, con parole moderne.. ma fondamentalmente ad una
sola voce.
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