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domenica 28 luglio 2019

Cosa scrive l'anziano nel suo libro...


In un certo periodo a Roma è stato un fiorire  di street  art in vari quartieri.
Uno di questi quartieri è il Trullo.
Così un giorno decidemmo (io e la moglie) di andare a vedere le opere realizzate nel quartiere.

Quando vedo il lavoro fatto da Gomez de Teran rimango stupito, quasi estasiato.
Non tutte quello che viene dipinto sui muri, sulle facciate dei palazzi, sulle pareti di cavalcavia o altro si può definire opere artistiche piene di poesia. Molte opere sono solo dei bei disegni, originali e fantasiosi.. ma non certo opere d’arte.

Ecco qualcosa che mi ha travolto.
Un uomo avanti negli anni, qualcuno potrebbe dire un vecchio, io amo dire un anziano.
Un anziano fermo nel tempo scrive con una penna d'oca, su un vecchio libro.
Un giorno una collega in occasione del suo 50° anno e qualche  mi disse: abbiamo vissuto più anni di quanti dobbiamo vivere

Quanti anni rimangono da vivere all'anziano scrittore...
La cosa che più rattrista è :
con la morte la vera ricchezza di un uomo svanisce nel nulla..
una ricchezza che perdiamo nel nulla e per sempre

La vera ricchezza di un uomo è la sua stessa vita.. la sua sapienza, la sua esperienza, la sua conoscenza, il suo sapere….
Non parlo solo degli intellettuali, delle grandi menti, dei grandi personaggi … 
ma degli uomini comuni, 
ma della cultura popolare di ogni uomo.

Per esempio la cultura di un contadino, la sua conoscenza della natura
del tempo, degli animali di fattoria ,
delle piante, il tempo della semina e della raccolta
la cultura di un operaio del lavoro delle sue mani
dei trucchi per risolvere i mille inconvenienti di ogni giro
di una casalinga   di un medico o di un curato di campagna,
del matto del villaggio...




con la morte quanta ricchezza umana va persa...
                        quanta conoscenza si dissipa come polvere nell’aria

Allora,
….mi piace credere, che questo anziano scriva nel libro non poemi e storie d'avventura,
ma la sua vita,
        la sua conoscenza,
            la sua esperienza
della sua sapienza
che lasci ai posteri la ricchezza...
…..mi piace credere che scriva la storia dei suoi giorni comune,
dell’amore verso l’unica donna
            o dei mille amori, dei mille baci rubati degli arrivederci ma realizzati
della fede del cuore, della presenza o assenza di un Dio
           
…..mi piace credere che scriva del suo lavoro,
del nome degli attrezzi da lui usati,
di come usarli e conservarli
   del nome dei suoi compagni di lavoro
            delle sue lotte sindacali
                        delle ingiustizie vissute,
 delle lotte vinte in attesa di un mondo migliore.

E mi piace credere che un giorno un giovane sfoglierà le pagine di quel libro scritto con la penna dei ricordi e leggerà .. e sarà più ricco.

  
Un giorno ho riaperto una scatola da tempo abbandonata sopra un armadio.
Avevo dimenticato cosa c’era dentro, e vi ho trovato quaderni della mia gioventù, dei tempi della scuola, ma anche di quando ero più grande. Quaderni di poesie, di riflessioni, pagine di diari…
Ho ripreso i miei vecchi quaderni e li ho trascritti per ordinarli e conservarli…
Un giorno spero che i miei nipoti li leggano, quando io non ci sarò più e possano così conoscere meglio il loro nonno, non solo dai ricordi dei loro genitori, ma dalle mie parole lasciate su vecchi quaderni.

Allora ho ripreso anche scrivere, dei miei ricordi, della mia fede, delle lotte interiori, dei giorni di pianto e di gioia… per lasciare a loro, ai miei nipoti… il mio sapere, la mia conoscenza, la mia sapienza… perché possano diventare più... questa è la mia eredità

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