Con questo
concetto l’ebreo considera un giusto della terra, chiunque si prodiga per la
salvezza anche di un solo uomo.
Quanto vale una vita umana, quanto quella di tutta l’umanità?
Per il Talmud ebraico si. Questa è un equazione matematica impossibile, il valore numerico di uno, non può essere uguale al valore numerico del tutto.
Eppure l’umanità è un insieme di vite, di anime ed ogni vita è preziosa, ogni singola anima vale come il tutto.
Quanto vale una vita umana, quanto quella di tutta l’umanità?
Per il Talmud ebraico si. Questa è un equazione matematica impossibile, il valore numerico di uno, non può essere uguale al valore numerico del tutto.
Eppure l’umanità è un insieme di vite, di anime ed ogni vita è preziosa, ogni singola anima vale come il tutto.
Il tutto, l’intera
umanità non può fare a meno di nessuno. L’umanità non è completa se perde anche
uno solo dei suoi membri.
Quanto è
lontano da questo il concetto che il bene di tutti, può passare per il disagio
di uno. Il bene della collettività può
scavalcare, reprimere, non tenere conto del bene del singolo.
Dopo aver visitato i locali municipali, a microfoni spenti perchè non c’era nessun
giornalista, e se c’era non ha preso nota e non ha ternuto interessante da pubblicarlo, il Sindaco
Marino, ha tenuto il suo discorso d'obbligo ad un centinaio di impiegati comunale e qualche curioso di
passaggio.
Il sindaco
davanti ad una platea che si aspettava ben altro discorso, che affrontasse le
problematiche del personale municipale, dello stress di essere personale di
frontiera, della ormai cronica carenza di personale, della mancanza di risorse
economiche, di lavorare in ambienti non idonei per essere degli uffici
comunali, invece, dopo un breve passaggio sull’importanza di rilanciare il Santa
Maria della Pietà, ha parlato ormai del solito discorso, trito e ritrito,
quello della pedonalizzazione dei fori imperiali. Sottolineando come il Herald
Tribune in prima pagina ha parlato di Roma e della chiusura dei Fori Imperiali.
Nel suo passaggio,
comunque ho sentito qualcosa che mi ha dato particolarmente fastidio, cito a
memoria: Della
protesta del calzolaio o della tabacchina, la quale protesta perchè con la nuova viabilità non si
potranno più fermare le macchine dei
clienti che andavano a comprare le sigarette, non ci importa nulla, il bene
della collettività è al di sopra delle proteste della tabacchina. La chiusura
dei Fori è più importante delle proteste, perché è un bene della collettività.
Questo concetto
io lo trovo inquietante. Perché nel nome del bene comune possono fare di tutto,
il bene della collettività è superiore al diritto del singolo.
Lo stesso
concetto sarà applicato anche all’individuazione del luogo dove aprire la nuova
discarica? In fondo se si arreca danno a poche centinaia di persone di fronte
ai 4.000.000 della collettività romana, cosa vuoi che contano?
In quale
altra situazione sarà applicato lo stesso concetto?
Il bene
della collettività non può tenere conto delle proteste della minoranze.
Per chiudere
i Fori Imperiali, poco importa se un calzolaio, una tabacchina rischiano di
chiudere la loro attività commerciale. Ma chiuderanno solo queste due attività o a cascata chiuderanno
tante altre attività?
Invece di
trasformare le strade del centro, dove ci sono le attività commerciali, in giardini,
in zone pedonali sicure, dove si può
passeggiare alla stregua di un centro commerciale, le si trasforma in
autostrade cittadine, uccidendo le attività commerciali.
Cosa importa
se i cittadini dei Rioni Monti ed Esquilino saranno soffocati dal traffico, dal
smog e dal inquinamento acustico… in fondo sono la minoranza in confronto ai
milioni di turisti, al bene della collettività.
Il bene
della collettività regna sovrano.
Cosa può
significare dal punto di vista economico la chiusura di attività commerciale in
questo periodo di crisi mondiale. Quale influenza avrà su tutto ciò che ruoterà
intorno alla tabacchina.
![]() |
Tabacchine a lavoro |
Comunque
come c’è una tabacchina, c’è una famiglia in bilico, i potrebbe essere una
lavorante o forse… quante altre persone saranno coinvolte dalla chiusura del
negozio. Sono sempre un inezia, in relazione alla collettività.
Sappiamo se c’è la possibilità di valutare l’impatto economico sulla zona, la chiusura di attività commerciali? La chiusura non è una cosa immediata, sarà un lento e logorante esaurimento di forze morali ed economiche. Piano, piano gli introiti saranno sempre meno, le spese sempre le stesse, finche non sarà più possibile tenere aperta l’attività commerciale. Allora si chiude, andando ad ingrossare le migliaia di attività che hanno chiuso in tutta Italia per colpa della crisi.
In questo tempo di crisi è più importante difendere con i denti le attività economiche, commerciali, le aziende e quanto altro produce ricchezza che non affossarle con piani faraonici da imperatore di Roma.
Sappiamo se c’è la possibilità di valutare l’impatto economico sulla zona, la chiusura di attività commerciali? La chiusura non è una cosa immediata, sarà un lento e logorante esaurimento di forze morali ed economiche. Piano, piano gli introiti saranno sempre meno, le spese sempre le stesse, finche non sarà più possibile tenere aperta l’attività commerciale. Allora si chiude, andando ad ingrossare le migliaia di attività che hanno chiuso in tutta Italia per colpa della crisi.
In questo tempo di crisi è più importante difendere con i denti le attività economiche, commerciali, le aziende e quanto altro produce ricchezza che non affossarle con piani faraonici da imperatore di Roma.
Le casse
sono vuote, ma sono stati spesi milioni di euro per pedonalizzare i fori e gli
operari del cantiere della metro C, sono mersi che non prendono lo stipendio..
ma questa è un'altra storia.
L’emergenza è sanare il bilancio di Roma, con 8 miliardi di debito, ma il Sindaco pensa a come spendere decine di milioni che andranno ad incrementare il debito.
L’emergenza è sanare il bilancio di Roma, con 8 miliardi di debito, ma il Sindaco pensa a come spendere decine di milioni che andranno ad incrementare il debito.
Chi salva un
vita salve l’umanità, chi salva un attività commerciale salva l’economia
romana.
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