Parco o Giardino pubblico.
Se fosse uno o l’altro non smetterebbe di essere a servizio dei
cittadini, ma in un caso o nell’altro il suo utilizzo andrebbe gestito
diversamente, ma ambedue però non sono corrette come definizioni o destinazione.
Non può essere considerato un parco nel termine stretto o estremista
del senso, ma neanche un comune giardino pubblico con gli spazi calpestabili.
Più di un parco o di giardino pubblico dovremmo parlare di : Paesaggio
protetto.
Ossia un luogo modificato
dalla presenza dell’uomo e dove la natura in cento anni ha preso un aspetto particolare creando un
habitat unico in quanto piante autogene e autoctone vivono insieme dividendo lo
stesso spazio.
Un paesaggio protetto è un aree in cui la natura e la popolazione umana
si devono integrare in maniera armonica. Qui la natura l’uomo vivono insieme ma
l’integrazione armonica stenta a realizzzarsi.
Questa è l’idea innovativa di questo spazio alle porte di Roma, ma
quasi al cuore del Municipio Roma XIV.
Lo sforzo da parte di tutti,
amministrazione comunale, Asl e altri locatori dei padiglioni presenti nel
parco.
Bisogna lavorare per mantenere
un habitat per le varie specie floreali presenti e anche le varie specie
faunistiche. Ormai tra i rami degli alberi sono presenti non solo passeri,
cornacchie, piccioni ma anche i pappagalli parrocchetti e scoiattoli. Se si sta
con il naso all’in su non è difficile
vederli saltellare da un ramo all’altro.
Tutti i lavori di mantenimento e bonifica nel parco andrebbero fatti
ponendo attenzione sia alla flora che alla fauna presente.

Alcune cosa fondamentali andrebbero fatte.
1.
Chiudere al traffico veicolare il parco, ma
prima bisognerebbe fare un bel anello stradale, con diverse aree parcheggio
intorno al comprensorio per permettere ai pedoni di raggiungere facilmente ogni
padiglione dall’esterno. Inoltre mettere una navetta elettrica che si limita di
percorso di poche centinaia di metri all’interno del parco, ma che però gira
intorno al parco. Non sarebbe un grande lavoro in quanto la
strada che dovrebbe circondare il comprensorio è già realizzato per tre quarti,
la parte che manca è già in progetto e fa parte della strada di collegamento
Quartaccio-Torresina con via Trionfale (che dovrebbe alleggerire il traffico di
via Torrevecchia).
2. Realizzare
una zona “amici 4 zampe”, dove possano essere portati per correre in libertà,
perché all’interno del parco non è consentito lasciare i cani liberi, ma devono
essere portati al guinzaglio. Non consentire l’accesso ai signori che portano a
spasso il cane che non sono muniti di sacchetti raccoglie feci.
3. Recintare
la zona parco giochi dei bambini per impedire che i cani, come succede oggi,
gli orinano sopra.
4. Aumentare
la sicurezza installando videocamere lungo i percorsi per individuare eventuali
aggressori o molestatori.
5.
Fondare un comitato o un associazioni di
cittadini che si prendano cura del parco, nel controllare i danni, situazioni
di pericolo, segnalare zone di intervento ma anche per controllare il
comprensorio contro eventuali chi commette atti vandalici, raccoglie fiori,
frutta e funghi ecc, inoltre dare loro la possibilità di fare piccole interventi
manutenzione. Inserire all’interno del comitato del parco studenti di scienze
naturali, che hanno già competenze specifiche e nello stesso tempo maturano
esperienze sul campo.
Preservare il parco ma conservare il suo paesaggio urbano all’interno
recuperare i vari padiglioni dal degrado, ma preoccupandosi che quelli di
maggior impatto inquinante a causa della massiccia presenza umana siano più
esterni e lasciando quelli interni ad attività di basso impatto o bassa
frequenza umana.
Potrebbe essere interessante liberare i padiglioni 29, 30 e 32 del
Municipio Roma XIV e portarli verso l’esterno del parco e al loro posto creare
un paio di musei da affiancare a quello già presente (Quello della Mente) ad
esempio un museo del territorio recuperando immagini, foto, materiali di questa
zona di Roma, di questi quartieri e un museo della Natura che abbia al centro
proprio la caratteristica dell’habitat della agro-romano e della bassa tuscia,
ma che potrebbe essere una casa delle scienze per le scuole della zona.
Mentre il primo potrebbe essere allestito chiedendo ai cittadini di
collaborare per il secondo si potrebbe chiedere ai vari musei universitari
materiali che hanno nei magazzini.
Musei gestiti dal municipio con personale proprio e con l’ausilio di
volontari del territorio amanti del museo. In fondo alcuni siti archeologici di
Roma, oggi sono aperti grazie ai volontari del TCI che offrono la loro assistenza
di sorveglianza.
Ripensare il parco, da semplice luogo ideologico a “Paesaggio urbano
protetto”, e il segno di una nuova visione della vita, della città che verrà
senza rimanere legati a vecchi schemi oggi non più attuali o attuabili.
Nessun commento:
Posta un commento