Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

martedì 5 novembre 2019

Un prete, un disabile e la donna con l'ombrello

Sono circa le sette, di un fine ottobre.
La messa è finita da alcuni minuti.
Piove a dirotto, come se dice a Roma: l'acqua scende come Dio comanna, ossia piove tantissimo.
Aspetto alcuni minuti sulla porta della Chiesa, la mia macchina è distante una decina di metri.
Aspetto che spiova un po'.
Mi raggiunge sulla porta della chiesa il sacerdote che ha celebrato la messa, scambiamo due parole, scherzando gli dico: "poteva allungare la messa fino alla fine della pioggia?"
Ridendo mi  risponde il sacerdote: era una idea.

Della decina di persone che aspettavano con me sulla porta, alcune decidono di avventurarsi, ormai l'acquazzone è diventata una pioggerellina.
Rimaniamo sulla porta in attesa che spiova del tutto, il sottoscritto (tutti sapete che sono disabile) il prete e un altra signora o forse due.
Ci raggiunge sulla porta una signora che è addetta alla cura dell'altare, ha con se un ombrello, come si accosta a noi alza lo sguardo verso il prete, dico alza, perché la signora è alta un metro e mezzo e il sacerdote quasi un metro e novanta e gli dice: Padre vuole che l'accompagno alla macchina?

Il prete, che mi conosce abbastanza, prima declina, ma visto che la signora insiste, accetta. La signora apre l'ombrello e distendendo il braccio cerca di coprire il sacerdote e via verso la macchina.
E io penso.... passo di là un sacerdote, e poi passo un levita... che faccio aspetto un samaritano o mi avvio versò l'auto?

Come si è rattristato il mio cuore, l'assenza dello sguardo verso il povero, perché il povero non è solo chi è senza soldi, ma anche chi ha la vita difficile.
Ma quello che più mi rattrista è che coloro che parlano di misericordia, di attenzione verso il povero... sono poi i primi ad essere ciechi e non vedere.


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