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venerdì 22 gennaio 2016

Elezioni amministrative 2016.... fate il vostro gioco



Quando Enzo Tortora, tornò in televisione per presentare la trasmissione Portobello, dopo le amare vicende giudiziarie, le prime parole, rivolgendosi ai telespettatori, furono: “Dove eravamo rimasti ?”.
 In questa analisi della situazione politica romana,  riparto da dove ero rimasto, perché considero, il periodo Marino, una sospensione della politica, un periodo difficile da analizzare in merito all’operato dei partiti, in questi 20 mesi hanno predominato la scena politica più  i singoli che non i partiti, che sembrano essere spariti dalla vita politica, quindi,  dall’analisi del voto del maggio 2013 alla luce di oggi.

Dall’urne sono uscite quattro realtà politiche ben distinte,  tre possono in fondo dichiararsi soddisfatte del risultano una no…
Abbiamo:
centro sinistra con l’alleanza intorno a Marino e il PD con il 42% di voti
centro destra con l’alleanza intorno ad Alemanno e il PDL con il 31%
il Movimento 5 stelle con 12,82 %
lista Marchini con il  7.81%


Centro Sinistra
 Parto in questa mia analisi dal centro sinistra e il PD, il partito che ha non ha governato Roma, in questi mesi, ma ha subito passivamente la gestione istrionica di Marino.
Il successo di Marino e del suo 42 %dei voti all’interno dell’alleanza è cosi composto:
il PD con il 26.26 %
lista civica Marino con il 7.41
SEL  con il 6.25%
Centro Democratico con il 1.45.
Totale  42%

Il Pd dunque, in questa nuova tornata elettorale, parte con il 26.25% di voti dei romani, voti che ne fa il primo partito di Roma.
Questo è il risultato da qui parte il nuovo candidato del PD alla carica di Sindaco. A questo 26% dovrà unire i voti che riuscire a legare alla sua persona e non al partito, voti che arrivano dalle liste civiche.
La lista Civica di Marino ottenne un buon 7, 41%, se la lista civica legata al nuovo candidato ottenesse lo stesso risultato gli permettere di superare la quota 33% che gli garantirebbe il ballottaggio..
Per avere una garanzia di ballottaggio il Pd l’avrebbe con i voti di Sel (forti di un 6.25%)… ma questi non sembra avere voglia di correre insieme al PD.

Prima di avere la certezza di essere candidati,  bisogna passare per le forche caudine delle primarie.

Ora il PD, l’asso per la carica di sindaco l’ha calato, Roberto Giachetti, il quale partecipa alle primarie, con la benedizione solenne di Renzi, con alle spalle la macchina da guerra del PD.
Però prima bisogna trovargli almeno due candidati per fare le primarie, è fingere che la sua non sia una candidatura imposta dall’alto, due figure importanti,  che devono sacrificarsi alla sceneggiata delle primarie, poi saranno ben ricompensate.
Bisogna trovare anche figure di spicco di partiti eventualmente alleati, come fu in passato, per fare alleanze elettorali.
Allora ecco Giachetti invitare Sel e Marino a scendere in campo per sfidarsi nelle primarie.
Personalmente, non credo che Fassina scelga come luogo di confronto con il Pd di renzi le primarie. Non credo che accetti di farsi massacrare dalla macchina da guerra del PD.
Giachetti potrà contare su elettorato di oltre 300.000  voti, quelli che votano PD, Fassina potrà contare sul pacchetto di voti di SEL, di qualche fuoriuscito dal PD e qualche infiltrato che tenta di squilibrare il voto. La base di voti da cui parte è di 60.000 di SEL più gli altri potrà arrivare ad avere un bacino di voti di 100.00, poca roba.
Credo che Fassina non ha nessun interesse di andare allo scontro con il PD alle primarie, dove in caso di sconfitta il risultato peserebbe su tutto il suo futuro politico, perderebbe prestigio all’interno di Sinistra Italiana a scapito di Vendola.
Meglio sfidare il PD alle urne, perché partendo da un base del 6.25, unendo i  fuoriusciti del PD entrati n Sinistra Italiana, potrebbe ottenere un 7/8% di voti e quindi cantare vittoria e rilanciare la sua immagine personale.

Marino, se lui, accettasse di fare le primarie su quali voti potrebbe contare? Su quelli della sua lista civica? Quanti dei 70.000 voti della lista andrebbero a votare Marino alle primarie?
Saprebbe da solo resistere alla propaganda contraria che metterà in campo il PD?  
Partecipare solo per farsi vedere, perché senza fondi del PD, senza altri partiti alle spalle difficilmente otterrà un risultato soddisfacente e potrebbe concludere la sua carriera politica. Più conveniente sfidare il PD e il suo candidato alle urne dove un risultato dal 5% in su sarebbe un grande risultato, lo rilancerebbe  e lo potrebbe poi vendere al futuro sindaco di sinistra, per poltrone di  prestigio in altri luoghi.

Alle urne a giugno la sinistra potrebbe avere tre candidati autonomi alla poltrona di sindaco… Giachetti, Fassina e Marino, tutte e tre  del PD.

CENTRO DESTRA
La situazione è molto più complicata.
Il PDL  romano si è frantumato in diverse liste, movimenti, partiti,  e tra loro non scorre molto amicizia.
In questo momento l’unico partito che da una certa garanzia a destra è Fratelli d’Italia, forte di un discreto risultato all’elezioni del 2013, ma che in questi mesi  non ha saputo mettere in piedi un progetto inclusivo per problemi legati nel bene e nel male al suo leader, troppo brava e troppo giovane.
Allargare la base, vuol dire anche allargare i vertici e la sua dirigenza non sembra molto propensa ad aprire le porte, specialmente dopo l’attacco duro Alemanno-Fini, respinto con molta fatica.
Nel centro destra adesso oltre Fratelli DI  abbiamo i resti di Forza I., senza più nerbo, idee e presenza sul territorio, poi il NCD, un ameba nel panorama romano… i Riformisti e conservatori di Fitto, il movimento di Alemanno, la Destra di Storace, quelli di Sveva Belviso…
La destra romana sta diventando sempre più un arcipelago di partitini.
È difficile che un esponente forte di uno dei tanti partiti trovi l’appoggio degli altri, ne sono previste le primarie del centro destra… dove un candidato potrebbe avere l’elezione e benedizione del popolo di centrodestra..
Bisognerà trovare un candidato esterno alle logiche di partito, ma che sia credibile e votabile.

Il centro destra così come è oggi difficilmente potrebbe eleggere un sindaco, rischia anzi di trovarsi fuori dal ballottaggio ed avere una presenza scarna nell’assemblea capitolina.



IL MOVIMENTO 5 Stelle

I consiglieri del M5Stelle sono stati gli autori, non so quanto consapevoli della caduta di Marino. Di fatto, con il loro operato in questi 20 mesi,  non sembrano essere all’altezza di guidare una grande città. Specialmente la capitale.
Non basta avere un sindaco e qualche consigliere per governare, serve una classe dirigente, un forte e bravo gruppo di amministratori per governare e ottenere buoni risultati.
La giunta Alemanno ha avuto il suo punto debole proprio nella mancanza di una classe dirigente di destra all’altezza, il PCI; DS E poi PD che hanno governato per 19 anni Roma, hanno creato una classe dirigente di sinistra  inamovibile.
Quindi mi pongo una domanda: Ma al sig. Beppe Grillo interessa la poltrona del sindaco di Roma, vuole che un suo fedayn diventi sindaco della capitale?
Secondo me no.

Altrimenti come si spiegherebbe la perdita di voti nel 2013 tra le politiche e le amministrative?
Nelle politiche il M5S ottenne il 27%  però alle amministrative ottenne un misero 12,82% perdendo ben 14% di punti,  se avesse ottenuto il punteggio delle politiche sicuramente avrebbe partecipato al ballottaggio.

Quindi il vero problema è:  per cosa concorre il M5Stelle?  Per avere dei consiglieri dento l’assemblea capitolina o veramente per la poltrona di sindaco ? Quanto si impegnerà Grillo nella campagna di Roma?

Intanto deve trovare il modo di scegliere un candidato credibile, capace e votabile.


LISTA MARCHINI.

Quale sarà  l’operazione geniale di Alessandro Onorato questa volta? Uscito dal PD, entrato nell’UDC dal quale ne uscito per unirsi con Marchini.
Il risultato del  7% della lista è stato un grande risultato, considerato che sono solo due i veri esponenti di questa lista: Onorato e Marchini.
 Adesso è geniale l’idea di Marchini di organizzare delle primarie del centro, un tentativo di accorpare i desaparecidos del centro, i veri moderati. Un tentativo di allargare la base del loro consenso.
Per aspirare a diventare una realtà più forte nel consiglio o di poter aspirare alla poltrona di sindaco deve aumentare il proprio consenso.
È difficile per la lista Marchini trovare alleanze con altri partiti, per due motivi:
-          Marchini è interessato solo alla poltrona di sindaco, la sua politica è finalizzata solo a quel successo.
-          Onorato è un cavallo che corre da solo fuori da ogni logica d partito, lui è l’inizio e la fine della sua politica, dà poche sponde agli alleanti e non riesce a stare all’interno di un partito fortemente strutturato, però è un genio della politica ed ha un grande successo personale .

Cosa farà Onorato questa volta?

Inizia il giro delle carte al tavolo…..

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