Voglio raccontarvi una storia,
una storia di quelle strane, che quando c’è un buon Re, un buon governante,
intelligente e capace, non dovrebbero accadere. Perché un buon, Re, si circonda
di governati che hanno cuore i suoi sudditi.

I cittadini della capitale erano
felici, avevano quasi tutto di quello che loro necessitava, una chiesa provvisoria,
un bel centro commerciale comprensiva di posta, di un banca, il capolinea dell’autobus,
purtroppo mancava una farmacia, si perché la più vicina era a solo meno di un
km, troppo lontana, però c’erano tre bar e tre pizzerie e anche una sala
scommesse. Avevano un problema l’antenna della radiofonia, che presto l’avrebbero
montata, ma non sapevano bene dove metterla ancora se a nord o a sud della
capitale, il problema era ma le onde elettromagnetiche sono più pericolosi se vengono da un lato o dal
altro? Sono più pericolose, se vengono dal tetto del centro commerciale o da costruzione
messa in mezzo al prato? A questo ancora non si riesce a rispondere, ma presto
anche loro avranno la loro antenna per la onde elettromagnetiche.
Ma il fiore all’occhiello della
capitale era il parco. Un bellissimo parco pieno di sole, con un immenso prato
dove i bambini scorrazzavano felici. C’erano pochi alberi, però erano stati
piantati e presto il vialetto con fondo sterrato sarebbe stato un bel viale
alberato. Nel parco c’era un bellissimo gazebo, vi facevano tante cose riunioni
dei cittadini, convegni, sagre, feste pubbliche e private e poi cene e pranzi tante
cose belle. C’era pure una cabina telefonica del tipo inglese, ma non serviva
per telefona, oh no! Serviva per scambiare libri, una cosa fichissima. Poi si
faceva sport, c’era un campo di basket e calcetto, anche se era sempre chiuso,
però c’erano tanti pei giochi per bambini, scivoli, altalene ed anche una fontanella
con acqua fresca.
L’ingresso però era “esclusivo”, perché
non tutti potevano entrare, neanche i cani, i
migliori amici dell’uomo poteva entrare. L’imperatore che governa dal
Campidoglio, aveva scritto in suo editto che potevano entrare condizione che fossero al guinzaglio, con la
museruola se erano di grossa taglia e i padroni fossero educati e civili da
raccogliere le “feci” in caso “fecessero” passeggiando.
E con i cani, tanti altri erano
esclusi dal splendido parco, tante altre cose e persone perché questo era un
parco “ESCLUSIVO”.
Allora i governanti della città,
bravi e intelligenti, pensarono di fare un parco “inclusivo” ossia un parco per
tutti. Ma tutti, tutti, esclusi i cani.. loro no. Già perché anche questo parco
non è aperto agli amici a 4 zampe, chissene frega del legame affettivo che ci
può essere tra un bambino e il suo amico pelosetto, purtroppo questi sono
esclusi anche dall’ “inclusivo”.
Dove hanno realizzato il parco “INCLUSIVO”?
Proprio davanti il parco “ESCLUSIVO”,
cosi questi diventa più “ESCLUSIVO” di prima.
Quindi in questa capitale
lontano, lontano, c’è viale con due parchi uno di fronte all’altro, su un lato
abbiamo uno “esclusivo”, di fronte sull’altro lato abbiamo quello “inclusivo”.
Così l’esclusivo ha un motivo in più per
essere ancor più “ESCLUSIVO” ossia “esclusivissimo”.
Ma in tutto questo non c’è un
velo di discriminazione, una velate ma
violenta discriminazione. Non c’è in questo un qui si e lì no?
None più onesto, più giusto, più
corretto rendere il parco pubblico “esclusivo”.. “inclusivo”?
Adeso abbiamo due parchi uno di
fronte all’altro uno al pregio di essere “inclusivo”
e uno di essere l’altro, abbiamo una sottile barriere mentale, una sottile
discriminazione s’infiltra nel pensiero collettivo: ti abbiamo fatto un parco tutto per te, per
favore non chiedere altro e non venire nel nostro.
Però
è un bel paese felice, a buon intenditore poche parole.
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