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lunedì 13 luglio 2015

Il fallimento politico di Marino (parte 2)

Un uomo solo al comando

È sempre più chiaro che il progetto politico di Ignazio Marino è fallito.

I toni trionfalisti della sua campagna elettorale si stanno spegnendo sempre più.
Della giunta iniziale, quella che doveva cambiare radicalmente la città la maggior parte non ci sono più.
Della Giunta iniziale facevano parte 12 assessori, in ordine sparso:
Luca Pancalli ( dimissioni sportive )
Daniela Morganti (dimissioni bilanciate)
Rita Cutini (dimissioni tecniche)
Daniele Ozzimo (dimissioni magistrate )
Flavia Barca (dimissioni culturale)
Guido Improta (dimissione trasportate)

Ben sei assessori sono scesi dal carro del Sindaco Marino.
Un sindaco i cui collaboratori non condividono più la sua linea politica.
Sono dure le parole che ha rilasciato alla stampa, l’ultimo assessore in ordine cronologico ad avere lasciato la carica, l’ex assessore Guido Improta: Ignazio Marino va a sbattere, io me ne vado.

Non solo i politici, ma anche i suoi collaboratori più stretti, come Mattia Stella (consigliere personale) e i capo della burocrazia del Campidoglio, il segretario generale, sulla cui scrivania passano tutti gli atti del Comune di Roma, colui che era in carica già con Alemanno e poi ha continuato il suo ruolo con Marino ha detto: Ciao, io scendo qui

Tutti segni inequivocabili del fallimento del progetto politico del Sindaco.

Un sindaco, non amato, per non dire odiato, dall’80% dei romani. 8 romani su 10 non lo vogliono più come sindaco di Roma, segno di un fallimento anche umano.
Il paradosso della politica-amministrazione di Marino, che continua a vendere all’elettorato piccoli successi come grandi successi, tralasciando le grandi sconfitte della sua amministrazione.


I frutti della sua amministrazione

Il risanamento della bilancio della città, il tentativo di chiudere il buco  di bilancio creato da Veltroni al quale Alemanno non ha saputo porre rimedio è tristemente passato per un aumento di tasse, tributi e contributi.
È aumentato tutto…
Gli asili nidi, i trasporti scolastici, le mense , l’occupazione di suolo pubblico, le aree blu, le licenze, tutto quello che era possibile aumentare come tariffa è stato fatto… compresi i turisti.
Proprio per rilanciare il turismo è  stata aumentata la tassa di soggiorno.. la spesa minima cheun turista versa nella casse del comune di Roma SONO 4 EURO AL GIORNO PER 10 GIORNI, contro i 2 euro della delibera del Sindaco Alemanno.
Dobbiamo necessariamente ricordare che il Tar del Lazio ha riconosciuto alcuni aumenti “illegali”, chiedendone la sospensione della riscossione.


Il risanamento della bilancio della città, il tentativo di chiudere il buco  di bilancio creato da Veltroni al quale Alemanno non ha saputo porre rimedio è tristemente passato per un taglio indiscriminato della spesa.. tagli alla cultura, ai servizi sociali, alla scuola, alla spesa del personale…
Tagli dovunque e ovunque…

A  pagarne le spese sono i cittadini romani, i quali sono i più tassati d’Italia ( le aliquote regionali e comunali sono le più alte della penisola), con i servizi più cari e peggiori in Italia.
I tagli alla scuola ha portato all’in gestibilità degli asili nido e delle scuole materne, in un offerta insoddisfacente che spinge il cittadino verso i servizi privati…

Nel mese di agosto del 2013, il sindaco fece due dichiarazione alla stampa.
La prima che lui guadagnava troppo poco ed era giusto che si aumentasse lo stipendio
La seconda che il costo del  personale capitolino era troppo eccessivo.
Due dichiarazione segno di un ipocrisia di fondo.
Non si può certo dichiarare un successo la politica del personale.
Ridotti gli stipendi dai 200 ai 300 euri a dipendenti, un contratto unilaterale che è unico in Italia, unico nei paesi democratici e lo trovi solo nei paesi dove latita la democrazia.
Però in compenso in questi due anni ha assunto oltre 90 dirigenti con stipendi da oltre 100.000 euro annui, nessun taglio per i dirigenti.

 La riqualificazione della città che passa per un rilancio della differenziata che ha reso Roma un enorme “monnezzaio”.
Non c’è quartiere, rione,  via che  non si lamenti del mancato servizio, della mancata raccolta dei rifiuti.
Quello che doveva essere un cavallo di battaglia, sta diventando una Waterloo per il Sindaco.
La tanto nuova differenziata, si limita alla riposizione nelle strade delle campane per la raccolta del vetro, ma c’erano già dei secchioni dedicati a questo materiale… ma le campane di vetro erano già presente nelle strade ma erano state tolte per la loro poco funzionalità… l’Ama aveva deciso di un decennio fa, di eliminare le campane ma mettere una serie di cassonetti intercambiabile tra loro e un solo camion adattato poteva raccogliere e svuotare a rotazione  i vari secchioni…
Questa nuova differenziata, questo bluff, aveva lo scopo di  arrivare ai fondi europei.. ma alla fine quale beneficio hanno avuto i romani da questa nuova differenziata?

La riqualificazione della città doveva passare per una ristrutturazione del servizio pubblico.
La ristrutturazione c’è stata, ma non in tutta Roma, ma in solo alcune zone, curiosamente tutte ai margini della città, Una ristrutturazione che è stata solo tagli, tagli, tagli.. riduzione della spesa creando moltissimi disagi alle categorie più deboli .. quelle che utilizzano i mezzi pubblici per necessità.


INOLTRE “mafia capitale” è il grande segno del fallimento della politica di Marino.

Per quanto  lui grida ai 4 venti, chela sua giunta è quella della pulizia, quella che sta portando la legalità nel Campidoglio e nella città, rimane il fatto che alcuni degli uomini arrestati era di suoi fiducia.
Dai fatti c’è la chiara dimostrazione che solo dopo l’intervento della magistratura (novembre 2014) c’è stato un cambio di marcia, ma l’amministrazione che ha subito lo choc degli arresti era la sua amministrazione.
Che i dirigenti coinvolti erano in quelle posizioni perché da lui collocati dopo il grande rimpasto del  ottobre-dicembre 2013,  quando tutta la dirigenza dei dipartimenti e municipio è ruotata, dopo la determinazione del sindaco di Roma.


Inoltre gli sconti per problemi etici, non di competenza del Sindaco di Roma, come l’istituzione delle coppie di fatto e dei matrimoni gay, sono segni della politica fallimentare.
Lo scontro con il Prefetto e il Ministro degli Interni, che lo hanno invitato a non istituire qualcosa non previsto dalla legge dello stato.
Non è nella facoltà di un Sindaco mettersi di traverso con le istituzioni per far approvare leggi, il suo compito è di amministrare il territorio in sintonia con le istituzioni.


Fallimentare finora è stata
la politica della cultura
la politica dello sport
la politica del sociale
la politica dell’artigianato
la politica dei piccoli commercianti
la politica del lavoro

 Cosa ci aspetta nei prossimi due anni?




 Chi vuole prendere il posto di Marino ?

In una città allo spando… fare meglio di Marino non è impossibile.. ma rilanciare l’intera città è un impresa titanica.
Il sistema corruttivo è ormai diffuso, le situazioni degenerate sono molte.
Riordinare una classe dirigente così vasta come quella della macchina capitolina è un operazione complicatissima.
Qualunque meccanismo di riordino si scontra contro una marea di poteri più o meno occulti, più o meno potenti. Ogni dirigente ha una rete di amicizie che lo rendono quasi intoccabile.
In  nuovo sindaco dovrebbe avere una sua task force, forte, altamente competente e intoccabile, inattaccabile e dalle mani e facce pulite,  per  iniziare un estenuante guerra contro politici, dirigenti e sindacati e funzionari capitolini.
Il sistema “campidoglio è ormai fortemente saldo e ben collaudato, ogni operazione di rinnovamento è un andare in guerra contro un’ostruzione che è una marea di intrighi di palazzo, di accordi di sottobanco, di amicizie elettorali.
Rovesciare la macchina,  spaccare l’enorme sistema,  eliminare i centri di potere.. una battaglia ardua.

C’è una sola via percorribile per risanare Roma… l’autonomia completa dei Municipi e la realizzazione di Roma Capitale, svuotando di forza politica il Sindaco di Roma e i suoi collaboratori.

La via è una sola,  un commissario governativo,  che non sia legato a nessuna forza politica, che realizzi un progetto vasto e rinnovativo nei confronti di Roma, realizzare Roma Capitale, l’autonomia dei municipi  e il rinnovamento della classe dirigenziale.
Eliminare la grande torta che è Roma.

Non si può governare  una decimo degli italiani con un centro di potere così forte. Roma con i suoi  5.000.000 di cittadini è in realtà un quinto degli italiani totale.  Il sindaco di Roma amministra più cittadini di un presidente di Provincia o di un Governatore di alcune Regioni.

Il futuro è nero… ma non di destra….
  



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