Un
uomo solo al comando…
È sempre
più chiaro che il progetto politico di Ignazio Marino è fallito.
I toni trionfalisti
della sua campagna elettorale si stanno spegnendo sempre più.
Della
giunta iniziale, quella che doveva cambiare radicalmente la città la maggior
parte non ci sono più.
Della
Giunta iniziale facevano parte 12 assessori, in ordine sparso:
Luca Pancalli
( dimissioni sportive )
Daniela
Morganti
(dimissioni bilanciate)
Rita Cutini
(dimissioni tecniche)
Daniele Ozzimo
(dimissioni magistrate )
Flavia
Barca (dimissioni culturale)
Guido
Improta
(dimissione trasportate)
Ben sei
assessori sono scesi dal carro del Sindaco Marino.
Un sindaco
i cui collaboratori non condividono più la sua linea politica.
Sono dure
le parole che ha rilasciato alla stampa, l’ultimo assessore in ordine
cronologico ad avere lasciato la carica, l’ex assessore Guido Improta: Ignazio Marino va a sbattere, io me ne vado.
Non solo i politici, ma anche i suoi
collaboratori più stretti, come Mattia Stella (consigliere personale) e i capo
della burocrazia del Campidoglio, il segretario generale, sulla cui scrivania
passano tutti gli atti del Comune di Roma, colui che era in carica già con
Alemanno e poi ha continuato il suo ruolo con Marino ha detto: Ciao, io scendo qui…
Tutti segni inequivocabili del fallimento del
progetto politico del Sindaco.
Un sindaco, non amato, per non dire odiato,
dall’80% dei romani. 8 romani su 10 non lo vogliono più come sindaco di Roma,
segno di un fallimento anche umano.
Il paradosso della politica-amministrazione di
Marino, che continua a vendere all’elettorato piccoli successi come grandi
successi, tralasciando le grandi sconfitte della sua amministrazione.
I frutti della sua
amministrazione
Il risanamento della bilancio della città, il
tentativo di chiudere il buco di
bilancio creato da Veltroni al quale Alemanno non ha saputo porre rimedio è
tristemente passato per un aumento di tasse, tributi e contributi.
È aumentato tutto…
Gli asili
nidi, i trasporti scolastici, le mense , l’occupazione di suolo pubblico, le
aree blu, le licenze, tutto quello che era possibile aumentare come tariffa è
stato fatto… compresi i turisti.
Proprio
per rilanciare il turismo è stata
aumentata la tassa di soggiorno.. la spesa minima cheun turista versa nella
casse del comune di Roma SONO 4 EURO AL GIORNO PER 10 GIORNI, contro i 2 euro
della delibera del Sindaco Alemanno.
Dobbiamo
necessariamente ricordare che il Tar del Lazio ha riconosciuto alcuni aumenti
“illegali”, chiedendone la sospensione della riscossione.
Il risanamento della bilancio della città, il
tentativo di chiudere il buco di
bilancio creato da Veltroni al quale Alemanno non ha saputo porre rimedio è
tristemente passato per un taglio indiscriminato della spesa.. tagli alla
cultura, ai servizi sociali, alla scuola, alla spesa del personale…
Tagli dovunque e ovunque…
A pagarne le spese sono i cittadini romani, i
quali sono i più tassati d’Italia ( le aliquote regionali e comunali sono le
più alte della penisola), con i servizi più cari e peggiori in Italia.
I tagli
alla scuola ha portato all’in gestibilità degli asili nido e delle scuole materne,
in un offerta insoddisfacente che spinge il cittadino verso i servizi privati…
Nel mese
di agosto del 2013, il sindaco fece due dichiarazione alla stampa.
La prima
che lui guadagnava troppo poco ed era giusto che si aumentasse lo stipendio
La seconda
che il costo del personale capitolino
era troppo eccessivo.
Due
dichiarazione segno di un ipocrisia di fondo.
Non si può
certo dichiarare un successo la politica del personale.
Ridotti
gli stipendi dai 200 ai 300 euri a dipendenti, un contratto unilaterale che è
unico in Italia, unico nei paesi democratici e lo trovi solo nei paesi dove
latita la democrazia.
Però in
compenso in questi due anni ha assunto oltre 90 dirigenti con stipendi da oltre
100.000 euro annui, nessun taglio per i dirigenti.
La
riqualificazione della città che passa per un rilancio della differenziata che
ha reso Roma un enorme “monnezzaio”.
Non
c’è quartiere, rione, via che non si lamenti del mancato servizio, della
mancata raccolta dei rifiuti.
Quello
che doveva essere un cavallo di battaglia, sta diventando una Waterloo per il
Sindaco.
La
tanto nuova differenziata, si limita alla riposizione nelle strade delle
campane per la raccolta del vetro, ma c’erano già dei secchioni dedicati a
questo materiale… ma le campane di vetro erano già presente nelle strade ma
erano state tolte per la loro poco funzionalità… l’Ama aveva deciso di un decennio
fa, di eliminare le campane ma mettere una serie di cassonetti intercambiabile
tra loro e un solo camion adattato poteva raccogliere e svuotare a rotazione i vari secchioni…
Questa
nuova differenziata, questo bluff, aveva lo scopo di arrivare ai fondi europei.. ma alla fine
quale beneficio hanno avuto i romani da questa nuova differenziata?
La riqualificazione della città doveva passare
per una ristrutturazione del servizio pubblico.
La ristrutturazione
c’è stata, ma non in tutta Roma, ma in solo alcune zone, curiosamente tutte ai
margini della città, Una ristrutturazione che è stata solo tagli, tagli, tagli..
riduzione della spesa creando moltissimi disagi alle categorie più deboli ..
quelle che utilizzano i mezzi pubblici per necessità.
INOLTRE “mafia capitale” è il grande segno
del fallimento della politica di Marino.
Per
quanto lui grida ai 4 venti, chela sua
giunta è quella della pulizia, quella che sta portando la legalità nel
Campidoglio e nella città, rimane il fatto che alcuni degli uomini arrestati
era di suoi fiducia.
Dai fatti
c’è la chiara dimostrazione che solo dopo l’intervento della magistratura
(novembre 2014) c’è stato un cambio di marcia, ma l’amministrazione che ha
subito lo choc degli arresti era la sua amministrazione.
Che i
dirigenti coinvolti erano in quelle posizioni perché da lui collocati dopo il
grande rimpasto del ottobre-dicembre
2013, quando tutta la dirigenza dei
dipartimenti e municipio è ruotata, dopo la determinazione del sindaco di Roma.
Inoltre
gli sconti per problemi etici, non di competenza del Sindaco di Roma, come l’istituzione
delle coppie di fatto e dei matrimoni gay, sono segni della politica
fallimentare.
Lo scontro
con il Prefetto e il Ministro degli Interni, che lo hanno invitato a non
istituire qualcosa non previsto dalla legge dello stato.
Non è
nella facoltà di un Sindaco mettersi di traverso con le istituzioni per far
approvare leggi, il suo compito è di amministrare il territorio in sintonia con
le istituzioni.
Fallimentare
finora è stata
la politica della cultura
la politica dello sport
la politica del sociale
la politica dell’artigianato
la politica dei piccoli commercianti
la politica del lavoro
In una città allo spando… fare meglio di Marino non è impossibile.. ma
rilanciare l’intera città è un impresa titanica.
Il sistema corruttivo è ormai diffuso, le situazioni degenerate sono
molte.
Riordinare una classe dirigente così vasta come quella della macchina
capitolina è un operazione complicatissima.
Qualunque meccanismo di riordino si scontra contro una marea di poteri
più o meno occulti, più o meno potenti. Ogni dirigente ha una rete di amicizie
che lo rendono quasi intoccabile.
In nuovo sindaco dovrebbe avere
una sua task force, forte, altamente competente e intoccabile, inattaccabile e
dalle mani e facce pulite, per iniziare un estenuante guerra contro politici,
dirigenti e sindacati e funzionari capitolini.
Il sistema “campidoglio è ormai fortemente saldo e ben collaudato,
ogni operazione di rinnovamento è un andare in guerra contro un’ostruzione che
è una marea di intrighi di palazzo, di accordi di sottobanco, di amicizie
elettorali.
Rovesciare la macchina,
spaccare l’enorme sistema,
eliminare i centri di potere.. una battaglia ardua.
C’è una sola via percorribile per risanare Roma… l’autonomia completa
dei Municipi e la realizzazione di Roma Capitale, svuotando di forza politica il Sindaco
di Roma e i suoi collaboratori.
La via è una sola, un commissario governativo, che non sia legato a nessuna forza politica, che
realizzi un progetto vasto e rinnovativo nei confronti di Roma, realizzare Roma
Capitale, l’autonomia dei municipi e il rinnovamento
della classe dirigenziale.
Eliminare la grande
torta che è Roma.
Non si può governare una decimo
degli italiani con un centro di potere così forte. Roma con i suoi 5.000.000 di cittadini è in realtà un quinto
degli italiani totale. Il sindaco di
Roma amministra più cittadini di un presidente di Provincia o di un Governatore
di alcune Regioni.
Il futuro è nero… ma non di destra….
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