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sabato 11 luglio 2015

Fallimento politico di Ignazio Marino ( 1 parte)

Ho scritto qualche mese fa, che Marino non si sarebbe dimesso e che nessuno aveva interesse alle sue dimissioni,  perché paradossalmente a nessuno convenivano.
A nessuno faceva comodo le sue dimissioni. E oggi, ancora oggi a nessuno fa comodo che lui si dimetta.

Penso che sia rimasto vittima di se stesso, sia prigioniero del suo progetto politico, miseramente fallito.
Se ripensiamo ai toni trionfalistici di inizio mandato, in confronto agli scarni comunicati di questi giorni, l’aggrapparsi disperatamente ad un ipoteca pulizia dell’amministrazione romana, ci rende un quadro veramente triste.
Le sue dimissioni, oggi più che ieri non fanno comodo ai suoi “amici” di partito. Il Partito Democratico.
Un partito al suo interno spaccato, lacerato, diviso, smembrato che si trova nel tunnel di una crisi dove la luce in fondo è molto lontana.
Un partito bocciato a più riprese dal suo super analizzatore,nominato dal commissario Orfini a mappare il partito, il  sig. “Fabrizio Barca”, che l’ hapartito dannoso, cattivo, pericoloso”.  il qual vorrebbe chiudere almeno il 25 % delle sezioni, oggi chiamati circoli.
descritto in passato come un “

L’ultimo partito
Il PD romano, è un partito staccato dal sindaco, in mano al commissario Orfini, il quale è impegnato in un operazione di restauro, che passa per la mannaia delle “dismissioni”.
In realtà Orfini e Barca, stanno affondando il partito, in quanto entrambi sono elementoi estranei alla realtà romana.
Un partito così allo sbando, non può certo sostenere una campagna elettorale per eleggere una delle figure politiche più importanti del paese, il sindaco della Capitale d’Italia.

Il Pd, o ciò che resta del vecchio PCI,  è
l’ultimo partito di quelli che hanno fatto la storia d’Italia, i protagonisti della rinascita italiana nel secondo dopo guerra.

Scomparsa o meglio disintegrata la Democrazia Cristiana i cui nobili animi ed esponenti militano in po’ tutte le formazioni politiche.  
Spenta la fiammella del Movimento Sociale,  del quale non rimane più nulla se un simbolo all’interno di un altro simbolo conteso, ma delle idee ben poco è rimasto e i nipoti di Almirante si sono rivelati un gruppo politici litigiosi, intriganti e poco consoni all’idea marciare insieme, ben lontani da quella famosa marcia compatta degli anni 20 del secolo scorso.
Fantasmizzato il Partito Socialista, i cui grandi uomini da Bissolati a Pertini, da Saragat a Craxi, sembrano non aver lasciato eredi.. le idee socialisti sono fantasmi nel panorama politico italiano.
Per non parlare dei Repubblicani, dei Liberali, dei radicali….
Di tutto quel periodo storico, sopravvive il PD, in particolare il PD romano che da sempre è stato il cuore e l’anima dei comunisti italiani.
Ormai il futuro della politica non sono più i partiti, con le loro strutture territoriali, sono le aggregazione intorno ad un idea, intorno ad un leader o capo carismatico.



Così abbiamo la lega che vive di Salvini, il Movimento 5 Stelle che vive di Beppe Grillo, Fratelli d’Italia  della Meloni ecc. ecc. in questa realtà dove la politica vive del leader unico, in un Italia che vive per certi aspetti ancora all’epoca medioevale dei comuni, dove certi campanilismi sono più forti degli interessi di tutti sarà sempre più difficile fare una politica del bene comune.


Quindi,
abbiamo al governo della città un partito di maggioranza che non si identifica con il suo Sindaco, ma anche che quest’ultimo, non ha mai riconosciuto il merito della sua elezione al  sostegno del partito.
abbiamo un partito in crisi d’identità, che cerca di nascondere la macchia della corruzione di alcuni suoi membri, fingendo che non sia successo nulla.
abbiamo i  consiglieri di questo partito, che vivono giorni d’angoscia creati dall’idea dell’ultimo mandato, della fine politica, vivono come se ogni giorno è l’ultimo della consiliatura.
il Pd romano, questi consiglieri non staccheranno la spina al Sindaco, non toglieranno mai la loro fiducia al Primo cittadino.

L’anonimi consiglieri del M5 stelle, coloro che non ogni tanto fa sentire la loro vocina di protesta, i quali nomi il 90% dei romani non conosce. Fantasmi dell’assemblea comunale. In loro aiuto diverse volte sono giunti in un momento politico Di Maio e Di Battista… tanto rumore per nulla. Anche il grande guru Grillo ogni tanto fa sentire i suoi strali dall’Olimpo, dal suo rifugio dorato.. ma in fondo Roma sta bene così.
Quando hanno chiesto a Di Battista se era disponibile e divenire Sindaco di Roma.. ha glissato l’invito dicendo: sono stato eletto in parlamento e non intendo venire meno al mio mandato

La destra in ordine sparso ogni tanto attacca il sindaco, ma stando bene attenta a non andare oltre certi limiti, a non dare la spallata decisiva.
Una destra litigiosa, spaccata. Incapace di avere un idea comune del governo cittadini e tanto meno riesce a fare un opposizione comune. Una destra che paga un contributo pesante a “ mafia Capitale”. Quella destra che per decenni, quando era MSI e/o AN poteva alzare le mani e dire: le nostre sono pulite; adesso si vede costretta a nasconderle perché imbrattate dall’ untuosa melma della corruzione. Quando la gente di destra non scendeva a compromessi per le poltrone del comando, accettava il suo ruolo di forza di opposizione e pungolava chi governava con la sua forza delle idee.
La voglia delle poltrone, al voglia del potere ha imbrattato la destra, certe macchie sono dure da cancellare.

Marchini e il suo movimento che vive per la sola poltrona di Sindaco, l’ uomo che gira da una stanza all’altra dei potenti in cerca poltrone, che dal PCI e passato per UDC, per trovare infine una collocazione tutta sua. Uno dei fantasmi del consiglio comunale o assemblea capitolina, uno che è presente raramente in consiglio… chiede le dimissioni del Sindaco.. per poi, come ha fatto durante una trasmissione telefonica su Radio Uno dire: non si deve dimettere.

(segue)








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