Ho scritto
qualche mese fa, che Marino non si sarebbe dimesso e che nessuno aveva interesse
alle sue dimissioni, perché paradossalmente
a nessuno convenivano.
A nessuno faceva
comodo le sue dimissioni. E oggi, ancora oggi a nessuno fa comodo che lui si
dimetta.
Penso che sia rimasto vittima
di se stesso, sia prigioniero del suo progetto politico, miseramente fallito.
Se
ripensiamo ai toni trionfalistici di inizio mandato, in confronto agli scarni
comunicati di questi giorni, l’aggrapparsi disperatamente ad un ipoteca pulizia
dell’amministrazione romana, ci rende un quadro veramente triste.
Le sue
dimissioni, oggi più che ieri non fanno comodo ai suoi “amici” di partito. Il
Partito Democratico.
Un partito
al suo interno spaccato, lacerato, diviso, smembrato che si trova nel tunnel di
una crisi dove la luce in fondo è molto lontana.
Un partito bocciato
a più riprese dal suo super analizzatore,nominato dal commissario Orfini a
mappare il partito, il sig. “Fabrizio Barca”, che l’ hapartito dannoso,
cattivo, pericoloso”. il qual
vorrebbe chiudere almeno il 25 % delle sezioni, oggi chiamati circoli.
descritto in
passato come un “
L’ultimo
partito
Il PD
romano, è un partito staccato dal sindaco, in mano al commissario Orfini, il
quale è impegnato in un operazione di restauro, che passa per la mannaia delle “dismissioni”.
In realtà
Orfini e Barca, stanno affondando il partito, in quanto entrambi sono elementoi
estranei alla realtà romana.
Un partito
così allo sbando, non può certo sostenere una campagna elettorale per eleggere
una delle figure politiche più importanti del paese, il sindaco della Capitale
d’Italia.
Il Pd, o ciò
che resta del vecchio PCI, è
l’ultimo partito di quelli che hanno fatto la storia
d’Italia, i protagonisti della rinascita italiana nel secondo dopo guerra.
Scomparsa o meglio disintegrata la Democrazia Cristiana
i cui nobili animi ed esponenti militano in po’ tutte le formazioni politiche.
Spenta la fiammella del Movimento Sociale, del quale non rimane più nulla se un simbolo
all’interno di un altro simbolo conteso, ma delle idee ben poco è rimasto e i
nipoti di Almirante si sono rivelati un gruppo politici litigiosi, intriganti e
poco consoni all’idea marciare insieme, ben lontani da quella famosa marcia
compatta degli anni 20 del secolo scorso.
Fantasmizzato
il Partito Socialista, i cui grandi uomini da Bissolati a Pertini, da Saragat a
Craxi, sembrano non aver lasciato eredi.. le idee socialisti sono fantasmi nel
panorama politico italiano.
Per non parlare
dei Repubblicani, dei Liberali, dei radicali….
Di tutto
quel periodo storico, sopravvive il PD, in particolare il PD romano che da
sempre è stato il cuore e l’anima dei comunisti italiani.
Ormai il
futuro della politica non sono più i partiti, con le loro strutture
territoriali, sono le aggregazione intorno ad un idea, intorno ad un leader o
capo carismatico.
Così abbiamo
la lega che vive di Salvini, il Movimento 5 Stelle che vive di Beppe Grillo, Fratelli
d’Italia della Meloni ecc. ecc. in
questa realtà dove la politica vive del leader unico, in un Italia che vive per
certi aspetti ancora all’epoca medioevale dei comuni, dove certi campanilismi
sono più forti degli interessi di tutti sarà sempre più difficile fare una
politica del bene comune.
Quindi,
abbiamo al governo
della città un partito di maggioranza che non si identifica con il suo Sindaco,
ma anche che quest’ultimo, non ha mai riconosciuto il merito della sua elezione
al sostegno del partito.
abbiamo un partito
in crisi d’identità, che cerca di nascondere la macchia della corruzione di
alcuni suoi membri, fingendo che non sia successo nulla.
abbiamo i consiglieri di questo partito, che vivono
giorni d’angoscia creati dall’idea dell’ultimo mandato, della fine politica,
vivono come se ogni giorno è l’ultimo della consiliatura.
il Pd romano,
questi consiglieri non staccheranno la spina al Sindaco, non toglieranno mai la
loro fiducia al Primo cittadino.
L’anonimi consiglieri
del M5 stelle, coloro che non ogni tanto fa sentire la loro vocina di protesta,
i quali nomi il 90% dei romani non conosce. Fantasmi dell’assemblea comunale.
In loro aiuto diverse volte sono giunti in un momento politico Di Maio e Di Battista…
tanto
rumore per nulla. Anche il grande guru Grillo ogni tanto fa sentire i
suoi strali dall’Olimpo, dal suo rifugio dorato.. ma in fondo Roma sta bene
così.
Quando hanno
chiesto a Di Battista se era disponibile e divenire Sindaco di Roma.. ha
glissato l’invito dicendo: sono stato
eletto in parlamento e non intendo venire meno al mio mandato
La destra in
ordine sparso ogni tanto attacca il sindaco, ma stando bene attenta a non
andare oltre certi limiti, a non dare la spallata decisiva.
Una destra
litigiosa, spaccata. Incapace di avere un idea comune del governo cittadini e
tanto meno riesce a fare un opposizione comune. Una destra che paga un
contributo pesante a “ mafia Capitale”. Quella destra che per decenni, quando
era MSI
e/o AN
poteva alzare le mani e dire: le nostre sono pulite; adesso si
vede costretta a nasconderle perché imbrattate dall’ untuosa melma della
corruzione. Quando la gente di destra non scendeva a compromessi per le
poltrone del comando, accettava il suo ruolo di forza di opposizione e
pungolava chi governava con la sua forza delle idee.
La voglia
delle poltrone, al voglia del potere ha imbrattato la destra, certe macchie
sono dure da cancellare.
Marchini e
il suo movimento che vive per la sola poltrona di Sindaco, l’ uomo che gira da
una stanza all’altra dei potenti in cerca poltrone, che dal PCI e passato per
UDC, per trovare infine una collocazione tutta sua. Uno dei fantasmi del
consiglio comunale o assemblea capitolina, uno che è presente raramente in
consiglio… chiede le dimissioni del Sindaco.. per poi, come ha fatto durante
una trasmissione telefonica su Radio Uno dire: non si deve dimettere.
(segue)
Nessun commento:
Posta un commento