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martedì 14 luglio 2015

Ero forestiero mi avete accolto


AMARE
Il nostro cuore cristiano non può  rimanere insensibile davanti alla tragedia degli immigranti. Non possiamo chiudere gli occhi davanti alla miseria umana.
Non possiamo chiudere le porte della nostra casa, davanti a chi fugge dalla fame, dalla povertà umana ed economica, da chi fugge dalla guerra.
Il cristianesimo, fa dell’amore la base insostituibile, non negoziabile, non modificabile  del proprio credo.
Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio, (Giov 3,16)  In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio. (1 Giov  4,7)
Siamo in debito con lui, che per primo ci ha amato, e ci invita a ricambiare il suo amore.
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.  (1 Giov  4,11-12).

Come ha detto il Papa Francesco più volte, la fede senza le opera è morta, non abbiamo altra via, non abbiamo altro sentiero, non c’è altro percorso da fare .. per vivere il nostro Cristianesimo che  Amare.


ACCOGLIERE.
Gesù non si limita a dirci che dobbiamo amarci gl uni gli altri; Egli va oltre, Egli ci dice pure come è l’amore, cosa è l’amore, quale sono i gesti dell’amore, i suoi limiti, gli estremi confini.
Ci dice che il Giudizio del Padre, non si basa sulla conoscenza delle Scritture, sulla conoscenza dei precetti, sul numero della preghiere rivolte al Cielo, su quanti giorni abbiamo fatto penitenza o sul numero dei nostri peccati.
Quel giorno quando saremo alla presenza del Padre, Egli ci dirà: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi.
Questa frase, questo pensiero, questo dire di Gesù stravolge il pensiero di quanti pensavano che  bastava conoscere le scritture, pregare e fare digiuni,  stare lontano dal peccato per avere diritto al regno dei cieli.
Gesù stravolge il pensiero e passa dalla religione del “non  fare” alla religione del “fare”.
Non basta non peccare, bisogna amare.
Gesù traccia la via… nel suo viaggi da Cafarnao a Gerusalemme in occasione dei suoi pellegrinaggi come credente, non si è limitato a parlare dei regni dei cieli, ma si è preso cura della folla che accorreva a lui.
Davanti alle parole di Gesù che invita i suoi apostoli, i discepoli o i semplici ascoltatori a cambiare il modo di concepire la religione, qualcuno gli domanda “quando noi abbiamo fatto questo?” Gesù risponde: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me
Accogliere lo straniero non è un optional della fede, è una fondamento dell’amore, un fondamento del nostro credo, del nostro essere cristiani, dell'essere discepoli di Cristo. Accogliere lo straniero è uno dei pilastri delle opere di misericordia, specialmente chi fugge da situazioni disperate.
Non ci è permesso chiudere gli occhi, chiudere le porte, restare insensibili davanti all’ accoglienza.


RIALZARE
 Il primo gesto dell’accoglienza e ridare la dignità al profugo.
Vestirlo, sfamarlo, curarlo.
Prendersi cura di lui.
Trovare un abitazione degna, che non sia una baracca assolata o fredda, una tenda piantata sulla spiaggia,  una branda  in un capannone.
Accogliere è dare loro, ciò che noi vorremmo per noi.
Dare loro dal pane al vino, da un letto comodo e caldo a dei vestiti puliti e anche un assistenza religioso- spirituale o psicologia.


GESTIRE
Il vero problema è la gestione del problema.
È come gestire questo dramma che ci coinvolge nostro malgrado.
Gli egoismo, le paure, le forme di contestazione razziste non aiutano a risolvere il problema.
Deve essere lo stato che si deve fare carico della gestione dei profughi, attraverso un sistema chiaro ed efficiente.
La gestione umana dei migranti non vuol dire accettare passivamente la loro presenza.

Gestire vuol dire mettere in piedi una struttura, che una volta assolto il compito della prima accoglienza, risolva il problema della loro situazione in Italia,  tra chi ha diritto a restare e chi no.

Non bisogna creare campi di concentramento.
Ne creare concentrazioni troppo numerose di profughi e tenere conto delle realtà ambientali locali o territoriali dove collocare i centri d’accoglienza.
Una presenza più forte di operatori sanitari, psicologi o operatori culturali o interpreti, al fine di impedire sul nascere contestazioni che nascono da eventuali situazioni di estremo disagio e di comprendere fino in fondo le situazioni o eventuali problemi

Far capire da subito a questi cittadini che ci sono delle regole da rispettare, che la violenza non risolve il loro problema.

Gestione in proprio dell’amministrazione locale alla quale vanno dati fondi extra bilancio  locale.
 
Concludendo, non dobbiamo chiudere in  nostro cuore davanti all’accoglienza, ma chiedere all’amministrazione per nostro conto sappia accogliere con giustizia e carità.


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