Eravamo rimasti che i due discepoli con lo sconosciuto incontrato lungo la strada, sono arrivati a destinazione, nel villaggio di Emmaus.
Non sappiamo se la loro destinazione fosse la casa di Cleofa o dell'altro discepolo senza nome o forse nella casa di qualche loro parente, anche se qualcuno azzarda la destinazione fosse una locanda.
La scrittura ci dice solamente che sono giunti nei pressi del pese e che era l'ora di cena.
Riassunto
Facciamo un breve riassunto di ciò che ci siamo detti quasi un mese fa.
Siamo nel giorno di Pasqua, il primo giorno dopo il sabato.
I due discepoli scoraggiati,
amareggiati,
delusi,
hanno lasciato Gerusalemme e si stanno recando nel villaggio di Emmaus forse la residenza di uno dei due discepoli.
Nei giorni precedenti a Gerusalemme sono successi dei fatti eclatanti che hanno scosso la popolazione.
Il loro maestro, un certo Gesù di Nazareth è stato arrestato,
processato,
flagellato infine è stato crocifisso
ed è morto sulla croce.
Però quella mattina, alcune donne hanno iniziato a raccontare di aver visto Gesù risorto
è questo fatto li ha mandati in confusione.
Lungo la strada mentre i due discepoli parlavano tra di loro di quanto era successo nei giorni precedenti, sono avvicinati da uno sconosciuto che sembrava non sapere nulla dei fatti eclatanti che erano accaduti a Gerusalemme
Questo sconosciuto li ha incalzati, nel farsi raccontare da loro i fatti ma poi lui ha cominciato a spiegargli i fatti accaduti alla luce della scrittura.
Il buon Samaritano
Sappiamo che scendere da Gerusalemme e andare verso un luogo che sta più in basso è una metafora dell’allontanarsi da Dio. Ossia si lascia la città Santa dove c'è la presenza di Dio per andare in altri luoghi dove Dio non c'è.
Ricordate la parabola di buon samaritano, un uomo scendeva da Gerusalemme e incappò nei briganti, i quali lo derubarono malmenandolo, su quella strada scendeva anche un sacerdote, anche un levita scendeva su quella strada e tutti tre si allontanano da Gerusalemme, dalla città Santa, e il non vedere dei due uomini del tempio e frutto del loro allontanarsi da Dio, ma il samaritano che era in viaggio, anche se non sappiamo dove era in viaggio, compì un gesto d'amore, un gesto che lo portava verso la città Santa.
I discepoli smarriti nei loro pensieri,
nei loro dubbi,
nelle loro incertezze si stanno allontanando dalla città Santa,
ed incontrano questo sconosciuto che gli parlerà della scrittura, dell’azione di Dio nella Storia.
La cena misteriosa
Sono giunti sulla porta di casa, il loro stato d'animo è diverso da quando sono usciti da Gerusalemme, ancora non hanno preso coscienza di questo cambiamento.
Quell'uomo sta proseguendo nel suo viaggio, ma loro lo hanno ormai accolto nella loro vita e compiono un gesto sacro, quello dell’ospitalità : resta con noi
Ospitalità vuol dire fare spazio a qualcuno nella nostra vita.
Loro compiono questo gesto: resta con noi, aggiungeremo un posto alla nostra tavola.
Non solo lo invitano, ma insistono nel loro invito: continua a stare con noi, continua a parlarci non ci lasciare
Quell'uomo accetta di restare con loro.
Questo atteggiamento di essere restio lo vediamo diverse volte nei vangeli, sembra quasi che Gesù non dia ascolto a inviti estemporanei che nascono dall’emozione de momento, ma vuole che sia qualcosa che venga dal profondo della persona, che sia fortemente desiderato.
Il miracolo.
Il racconto di quello che succede nella casa è molto stringato.
Entrò...
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. [1]
Il racconto della prima Eucarestia nella storia dell’umanità è estremamente sintetico.
Durante la cena succede che improvvisamente i loro occhi si aprono e riconoscono che quello sconosciuto e Gesù.
Non stanno ad una cena di Pasqua, ricca di riti e simbolismi.
Non stanno neanche alla cena del sabato, dello Shabbat, anch’essa piena di riti e simboli
Loro stanno partecipando ad una semplice cena quotidiana, forse anche improvvisata.
Ma in un momento preciso avviene l’imprevedibilità di una rivelazione.
Sappiamo che Luca non è un ebreo, ma un cosiddetto gentile e sicuramente non avrà mai partecipato ad una cena della Pasqua ebraica.
Sappiamo che non era nella famosa ultima cena, chiusa ai soli apostoli e neanche i due discepoli erano presenti a quella cena
Ho cercato in vari testi un’esegesi su queste due righe, tutti tirano dritti danno per scontato l’evento, eppure è un evento particolare.
Luca, sembra non aver molto interesse nel raccontarci cosa è accaduto in quella stanza
Luca sembra invece avere a cuore il raccontarci come sono arrivati all'incontro, infatti i discepoli si diranno l’ un l'altro dopo l'evento: non ci ardeva forse il cuore lungo la via.
Punto cruciale del racconto di Luca sembra essere il cammino, la via.
Luca ci presenta Gesù come colui che si fa incontro a chi sta camminando lungo la via.
Incontrare il Risorto è frutto di un cammino.
nella parola
con la parola
La rivelazione del volto di Cristo, avviene attraverso l'annuncio della parola, come è stato per due discepoli di Emmaus
Non è un caso che la Santa chiesa nella riforma liturgica del Concilio Vaticano II abbia ridato importanza alla parola di Dio
Abbia ridato lustro alla Parola di Dio
Ricollocandola nel giusto posto, quello che deve avere nelle celebrazioni del Popolo di Dio
Un ruolo centrale affianco alla celebrazione Eucaristica.
Con la riforma conciliare vieni riformata ampliamente la liturgia della parola che era molto scarna ed anche incomprensibile per la maggior parte del popolo
Vieni introdotto una seconda lettura e tra le due letture viene introdotto il Salmo.
Vengono riorganizzati tutte le letture da fare durante le celebrazioni eucaristiche in un ciclo di tre anni in cui vengono letti quasi completamente i tre Vangeli sinottici e il Vangelo di Giovanni viene inserito in momenti salienti del ciclo liturgico.
Tutta la riforma ha lo scopo di dare maggior conoscenza delle scritture al popolo.
Prima del Concilio le letture venivano fatte in Latino lingua incomprensibile alla maggior parte della popolazione mondiale.
Con l'adozione delle lingue locali è qualcosa che tocca tutte le chiese del mondo e tocca tutti i fedeli del mondo, a tutti è andata così la possibilità di comprendere meglio le scritture,
il Vangelo
la parola di Dio.
La nostra celebrazione Eucaristica si compone due eventi, di due liturgie:
la liturgia della parola
liturgia Eucaristica.
La prima si svolge in quello che è l'altare della parola l’ambone
La seconda si svolge intorno a quello che è l'altare del sacrificio eucaristico
Le due liturgie non sono separabili.
Anche se il centro di tutto è il sacrificio eucaristico esso perde un po’ il suo valore senza la Liturgia della parola.
È la liturgia della parola che ci accende il cuore per vedere il risorto allo spezzare del pane del pane.
La liturgia della parola sembra prendere spunto da questo passo di Luca.
Essa ci mostra un Gesù che propone ai due discepoli un lungo cammino nella parola, raccontando loro la storia della salvezza.
La nostra liturgia della Parola trova le sue radici nella nostra storia biblica più antica.
Ci rimanda alle grandi assemblee bibliche della storia d’Israele:
- all'assemblea di Sichem quando Giosuè radunò tutto il popolo per dire loro che giunto il momento di costruire una nazione, e lo fa ricordando loro tutto ciò che il Signore ha fatto per loro da quando sono usciti dalla terra d'Egitto fino a quel momento.[2]
- Ci rimanda al tempo di Giosia quando questi raduna il popolo per leggere loro il libro dell'alleanza e proporre un'alleanza con Dio:
Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. [3]
- Ci rimanda al tempo del governatore Neemia e dello scriba e sacerdote Esdra che radunarono tutto il popolo e cominciarono a leggere la scrittura.
Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della Legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele.
Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza, Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi.
Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
Essi leggevano il libro della Legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.[4]
Che meraviglia, leggevano il libro a brani per poi spiegarli al popolo.
- Per concludere con il discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste ad un'assemblea improvvisata. Pietro iniziò il suo discorso partendo dal vecchio testamento con le parole del profeta Aggeo, e poi con altri fatti del vecchio testamento per arrivare presentare Gesù come il Salvatore, il messia atteso da tempo, per spiegare loro quello che era accaduto e che quello che stavano vivendo era la grande promessa: riceverete lo Spirito Santo
Azione della Parola di Dio
In Neemia noi leggiamo: Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della Legge.[5]
Negli atti degli apostoli:
All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».[6]
La parola di Dio.
Quanta bellezza e quanta forza c’è nella parola di Dio.
Ci dice San Paolo:
Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.[7]
Ci dice il profeta Isaia:
Così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata. [8]
San Paolo scrive a Timoteo e gli dice:
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. [9]
Il Mistero della Stanza
Concludendo mi piace pensare che quello che è rimasto un mistero segreto, quello che Luca non ci ha raccontato è quello che è successo ognuno di noi e del mistero della nostra conversione.
Il segreto del nostro cuore: allo spezzare del pane ecco il volto del nostro Dio.
In quel momento nel segreto della nostra stanza egli ci appare in tutta la sua bellezza.
Non riusciremo mai a spiegare il momento cui il volto dell'uomo Gesù diventa il volto del nostro Signore Gesù
Gesù ci appare e poi scompare perché ci dice in questo suo scomparire il nostro cammino non è finito, che tutti noi siamo ancora in cammino ma non più verso Emmaus, ma abbiamo fatto una rotazione su noi stessi e abbiamo avuto una metanoia, una conversione totale e adesso siamo in cammino verso la città sa Santa
Siamo in cammino verso Dio.
Riassumendo:
tutti noi siamo molte volte in cammino verso Emmaus
- Siamo chiusi nei nostri pensieri, nelle nostre tristezze, nei nostri scoraggiamenti.
- In questo nostro cammino Gesù si fa prossimo, si fa vicino.
- Gesù si fa a noi vicino e diviene il nostro prossimo attraverso la sua parola, attraverso la scrittura
- Ed era proprio la parola di Dio, che come spada trafigge il nostro cuore arrivando in profondità mettendo a nudo i nostri sentimenti.
- Ed è proprio la parola di Dio, che come pioggia, irriga il nostro cuore rendendolo fertile.
- Ed è proprio la parola di Dio come Balsamo guarisce le nostre ferite.
- Ed è la parola di Dio che nell'interno nel segreto del nostro cuore ci rivela il vero volto di Dio.
[1] Luca 24, 30-31
[2] Giosue 24,1ss
[3] 2 Re 23,2
[4] Neemia 8,1ss
[5] Neemia 8,9
[6] Atti degli apostoli
[7] Ebrei 4,12
[8] Isaia 55,11
[9] 2 Tm 3, 16-17
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