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domenica 14 gennaio 2018

Riflessione per Giovanni e Alessandra..sul parroco che se ne va

Il parroco se ne va.
Un buon parroco.
Quasi un santo parroco

C’è un bisbigliare diffuso, che dalla sacrestia, si diffonde  tra i banchi della chiesa, e poi giunge sul sagrato e poi giù lungo le scale per poi  diffondersi nelle vie e nei vicoli della parrocchia.

Si dicono l’un altro i  preoccupati fedeli:
“il nostro amato parroco se ne va..
..cosa sarà di noi?
…come sarà il prossimo ?
…sarà buono o cattivo?
… costruirà con noi o distruggerà ciò che abbiamo costruito fino oggi?

Sembrano tutte domande logiche e corrette.

C ‘è la strada del vescovo che potrebbe dire:  è tempo di  cambiamento o gli interessi della Chiesa sono altri.
C’è la strada dei fedeli, la nostra: perché cambiare ? stavamo così bene, abbiamo fatto tante belle cose insieme.
C’è la strada di Dio: ?

Un giorno Gesù, durante il suo salire a Gerusalemme comincio a dire ai suoi : è tempo che io salga a Gerusalemme, dove il Figlio dell’uomo deve essere arrestato, dovrà  soffrire molto da parte dei sacerdoti, verrà picchiato e morirà, ma state tranquilli che poi  tornerà in vita. (Mt  6, 21-23.

Pietro (quanto amo quest’uomo così sincero passionale, capaci di slanci improvvisi e di grandi paure e avere il coraggio di pentirsi poi… Pietro che è più grande di Gesù lo guarda come un padre premuroso,  come un fratello maggiore che si prende cura del più piccolo, che gli da consiglio da uomo adulto che la sa lunga sulla vita) , dunque si avvicina a Gesù, lo chiama in disparte e gli dice:
“ Ma che discorsi sono questi? Ma perché devi pensare queste cose negative, il popolo ti acclama e ti ama, ti segue ovunque vai. Poi con questi discorsi ci angosci tutti, ci metti in apprensione in fondo stiamo bene così. Noi siamo sempre con te, ti vogliamo bene, ma chi si permette di toccarti, ci siamo che ti proteggiamo. Perché mettere in  agitazione le donne?
Perché vuoi far stare in ansia tua madre ? Gesù fai un bel respiro profondo, butta via quei pensieri negativi, fai un  bel sorriso e andiamo con gli altri che ci aspettano… dobbiamo andare in altre città che ti aspettano.”
Pietro, il mio amico Pietro, prende un ceffone da Gesù… che non ldimenticherà mai, di quelli duri da smaltire. Non prende un ceffone materiale, Gesù non alza le mani su quell’ Apostolo che ha tutta la sua fiducia, al quale aveva affidato il futuro della sua missione, quell' apostolo a cui aveva dato il primato su gli altri.
Gesù gli molla un ceffone spirituale, di quelli che non lasciano segni visibili sul corpo, non come quello che Lui prese dal servo del Sacerdote che gli ruppe il naso,  ma uno di quelli che colpiscono forte il cuore e la mente.
Gesù si rivolge a Pietro e gli dice: “Allontanati da me Satana”

Si riesce ad immagine l’espressione di Pietro in questo momento?

Gesù avrà visto in quel momento lo sguardo sgomento di Pietro, di colui che si sentiva in diritto di correggere Gesù e adesso si sente definire Satana.
Gesù avrà visto il disorientamento negli occhi di Pietro, che chissà cosa avrà pensato in quel momento… sapendo che poco prima  era stato scelto da Gesù come suo “successore”
Forse Pietro avrà pensato:  ma perché mi dice così in fondo, gli dato solo dei consigli che un padre dà al proprio figlio..

Gesù rincuora quel uomo anziano pieno di premura verso di lui: Mi sei di scandalo,  perché  pensi secondo gli uomini e non secondo Dio.
Ossia:  Pietro tu  mi sei di ostacolo, con i tuoi consigli umani cerchi di fermarmi e di impedirmi di realizzare il progetto di Dio.
 Gesù stava andando a Gerusalemme e Pietro cercava di portarlo da un'altra parte.

Torniamo al nostro Parroco che se ne va…

La partenza del parroco, mette in discussione il nostro futuro spirituale, vorremmo mantenere quelle sicurezze  che ci dava la sua presenza, mantenere lo “status quo” della nostro posizione che abbiamo conquistato che sia di pace interiore o posizione di servizio nella parrocchia.

Ma Dio,  non ama le acque chete, egli ama il trambusto interiore dove la lotta  interiore della ricerca è sempre in movimento, egli ama il vortice interiore che scompiglia le sicurezze e ci mette continuamente in ricerca della perfezione:  “'Siate perfetti com'è perfetto il padre vostro che è nei cieli' (Mt 5, 48) 

Dia ama in noi quel moto perpetuo della carità, che ci mette sempre in difficoltà, perché la nostra manifestazione di essa non è mai perfetta, ha sempre delle lacune.
Questo cambiamento non può che diventare una nuova sfida nella ricerca della perfezione interiore, in quella nuova strada che Dio sta tracciando proprio ora davanti a tutti noi.

Nella scrittura leggiamo: Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. (Isaia 43,19)

Però prima di parlarci della nuova strada, il profeta Isaia ci invita a non guardare indietro a cosa si è fatto, ma di guardare avanti alle nuove meraviglie che Dio sta per compiere davanti ai nostri passi.
Meraviglie  per noi, con noi, in noi.


Il buon parroco se ne va… ma Dio resta qua.


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