Ci fu un
periodo.
Un periodo
antico, ormai sepolto dai ricordi del tempo.
Era il
periodo che nascosi il mio cuore
Era il tempo
della discriminazione
Era il tempo
del “tu no”
Era il tempo
del “guarda che occhi belli, poverino”
Quella parola
da sola: “poverino”, cancellava il complimenti degli occhi belli e infilava un
coltello nel cuore
Le ragazze
mi dicevano “non posso”, le mie amiche dicono di non farlo, i miei genitori non
vogliono uno così.
Erano i
tempi in cui si sognava di ballare, di
correre dietro un pallone, di pedalare in bicicletta…
Erano i
tempi del “tu sei diverso”
Erano i
tempi del “Dio ti ha tolto le gambe, ma ti ha dato un cervello”
Era tanto
tempo fa.
Così decisi
di non soffrire più
Così quel giorno
quel mio cuore ferito e sanguinante decisi di nasconderlo.
Così decisi
che nessuno lo avrebbe più visto
Così decisi
che nessuno gli avrebbe più infilato un coltello.
Era il tempo
del non amore
Non mi
riusciva di amare, perché non volevo amare.
Amare vuol
dire: “dare il cuore”.
Ma il cuore
non era più raggiungibile.
Lo avevo
nascosto
Non amavo,
non ero riamato.
Non c’era
più un cuore disponibile.
Poi venne
Lui e mi disse : “”Dov’è il tuo cuore?”.
Dove era il
mio cuore?
Nascosto.
Dietro muri invalicabili e dietro una recinzione di filo spinato.
Nascosto
dietro il non amore, il rancore e il non
perdono.
Già, dove
era il mio cuore?
Protetto,
sigillato, ermeticamente bloccato, ben nascosto.
Niente
entrava e niente usciva.
“Cosa ne
vuoi fare del mio cuore”
Poi venne
Lui e mi disse “ Voglio baciare il tuo cuore, baciare le tue ferite, sanare le
tue piaghe, voglio amarti anche se tu non vuoi.”
Cercai il
mio cuore.
L’avevo
nascosto così bene il mio cuore
che non riuscivo più a tirarlo fuori dalla
gabbia che gli avevo creato.
Poi venne
Lui e vidi le sue mani graffiate.
Piano, piano
aveva liberato il mio cuore senza aspettare che fossi capace di farlo da solo.
Poi venne
Lui.
Ritrovai il
mio cuore quando incontrai Gesù.
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