Quando
ho letto sul manifesto del PD, “E tu splendi, Invece, Roma” mi sono chiesto,
cosa volesse dire, quale fosse il suo significato recondito.

Sulla
pagina web del PD, Orfini, che sembra essere l’ideatore di questo manifesto,
spiega il senso della frase, del perché è stata usata e da dove è stata
estrapolata, dalle “Pagine Luterane” di Pier Paolo Pasolini. Orfini sul sito
web, ci dice che l’idea i questa frase, gli venne leggendo un articolo su un
giornale straniero che parlava dell’ incuria e della sporcizia che invadeva le
strade romane.
Era
il mese di luglio 2015.. era sindaco Marino.
E tu splendi, invece, Roma…
Un
peccato di certi pseudo-intellettuali è l’arroganza culturale, cioè “il fatto è
che se loro sanno.. tutti devono sapere”. Mi domando quanti sono in Italia che hanno
letto : “Lettere Luterane”.
La
cultura personale, uno dei pilastri della saggezza, non è fatta di soli libri,
ma dalla esperienza di vita giornaliera. Chi può dire che un contadino del
Bangladesh, che oggi troviamo comunemente nelle nostre campagne italiane, abbia
meno cultura di un distinto impiegato di un ministero della capitale ? Nessuno.
Entrambi
hanno una cultura, diversa, che nasce dalle loro esperienze di vita, diversa è
la conoscenza.
E tu splendi, invece, Roma…
Non
potevo restare nell’ignoranza, ossia non conoscere o non capire fino in fondo
il senso di questa frase, così sono andato in libreria ed ho comprato Lettere
Luterane di Pier Paolo Pasolini.
Inizio
a leggere questo saggio pedagogico indirizzato a Gennariello… arrivo a pag. 73…
resto fulminato… ecco la frase originale: “E tu splendi, invece, Gennariello”.
Ecco
la frase nel suo contesto. Per comprenderla pienamente va letta nel suo contesto.
La frase si trova a chiusa di un lungo pensiero. Si trova alla fine di una
riflessione molto originale e particolare di Pasolini. Gennariello è un amico
immaginario frutto della fantasia a cui lo scrittore si rivolge. Lo descrive
bello come il sole, intelligente, furbetto … napoletano.
Nel
brano in oggetto lo scrittore pone la questione dei giovani dei suoi tempi,
parliamo del 1975, ma che si può adattare benissimo ai giovani di oggi… 41 anni
dopo.

Quindi
attraverso il conformismo, l’obbedienza cieca e la mancanza di ideali da vivere
in pienezza, il gusto del brutto e dell’horror … vivono come ”strappati alla
morte”.
In
questo “non vivere” i giovani si rendono brutti, indecenti. La creazione in
realtà li ha fatti belli, eleganti, graziosi, dolci, invece di curare la
bellezza, essi però fanno tutto il contrario curano la bruttezza, la disarmonia.
Così
mentre molti si rabbuiano, si spengono, si imbruttiscono.. “E tu splendi, invece, Gennariello”
.
E tu splendi, invece, Roma…
Ma
questo che c’entra con Roma ?
C’entra,
e come se c’entra.
Roma
è bella, è maestosa, è elegante, è viva, è imperiale.. ma qualcuno fa di tutto
per renderla cupa, buia e zozza.
Come
si fa in una città dove la voglia di vivere è più forte della morte a costruire
interi quartieri decadenti, grigi, privi di piazze, di centri di aggregazioni,
di centri sportivi, di teatri, privi di
vita sociale, di armonia e di amore ?
Quanto
sono lontane le piazze barocche e rinascimentali o d’inizio ‘900 dai quartieri
senza piazza dai grigi palazzoni, la periferia di Corviale, Tor Bella Monaca, il Quartaccio…
Negli
ultimi 20/30 anni, frutto della visione urbanistica di sinistra, sono stati
creati quartieri decadenti, dove vivono gli strappati alla morte. Quartieri
sempre più bui, senza quella luce di chi ha voglia di vivere.
L’urbanistica
di sinistra è grigia, senza colore, senza armonia, essa tratta l’uomo alla pari
delle formiche. Uomini, donne e bambini ammassati in formicai, senza
prospettive. La moderna urbanistica di sinistra ha prodotto anonimi quartieri
dormitori, senza la piazza luogo privilegiato dell’incontro, del confronto,
dello scambio delle idee.
Quanto
sono magnifiche le nostre città italiane medioevali dove al centro c’era la
piazza.
Senza
più piazza l’uomo si imbruttisce nella piazza virtuale del web, perdendo il
contatto umano, dove il dialogo e fatto di slogan.
Negli
ultimi 30 anni, c’è stato un accanimento nello svuotare il centro città, per renderlo
un luogo di passaggio. Togliere l’umanità, togliere la presenza umana alla
città, vuol dire togliere l’anima ad una città, ed è quello che si vuol fare a
Roma: togliergli l’anima.
L’ultima
opera di imbruttimento fatto a Roma, spacciata per abbellimento turistico è
stato la pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Quello che era un piccolo
capolavoro urbanistico, la via che va da Piazza Venezia al Colosseo, una via di
fuga del traffico veicolare che lasciava intatti e protetti i Quartiere Monti,
Viminale, Colle Oppio. Facendo divenire pedonale Via dei Fori Imperiale, il
traffico veicolare è stato indirizzato all’interno dei borghi complicando così
la vita quotidiana, andando ad intaccare le strade del popolo minuto.
Da
decenni, gli urbanisti di sinistra, avevano come idea fissa l’eliminazione
fisica di via dei Fori Imperiali perché essa rappresentava la via dell’impero
mussoliniano o la strada delle parate militari, poco importava il suo ruolo nella
vita quotidiana degli abitanti dei vari borghi coinvolti.
Tu splendi, invece, Roma..
Non
ti hanno rabbuiato i barbari, i lanzichenecchi, gli stranieri delle corti
papali, i piemontesi, i 20 anni del fascio, non ci riusciranno neanche i
comunisti. .. Tu splendi, invece, Roma
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