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giovedì 19 settembre 2013

Una via ad Allende... ma anche a Nagy e a Svoboda.



Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, non perde occasione di mettersi in mostra e di conquistare le pagine della cronaca cittadina con iniziative che possiamo considerare “BAGATELLE”, mentre siamo in attesa di sapere cosa fare per questa città nei prossimi mesi, oltre che pedonalizzare mezza città…

Ed ecco, che nel giorno del drammatico anniversario dell’undici settembre, un giorno tragico  per la storia dell’umanità, il giorno del crollo delle Torri Gemelle, che casualmente è  anche giorno della memoria dell’assassinio di Salvador Allende, il sindaco trova importante dare risalto al fatto che Roma non ha una strada dedicata alla memoria del presidente cileno. È un fatto di una certa rilevanza, Roma non ha una via dedicata a Salvador Allende. Un fatto strano. Come mai dopo 40 anni dalla morte e 20 anni di governo di sinistra non c’è una via dedicata al presiedente cileno?
Come mai la sinistra si è dimenticata di  uno dei suoi eroi?
Comunque trovo giusto, bello e corretto, dedicare una via della città alla memoria di un uomo che è morto lottando per la libertà, ucciso dall’esercito cileno, guidato da Pinochet, impegnato in un golpe reazionario, del quale sappiamo con certezza che l’ispiratrice fu la CIA, statunitense.
Un uomo eletto democraticamente dal popolo, vittima di un colpo di stato di matrice militare e fascista.
 

Io non mi limiterei ad mettere una semplice tabella ad indicare la via, con il nome della grande presidente socialista, metterei anche una bella targa in stile romano, ossia in marmo o travertino scritta con i caratteristici caratteri romani, in cui scriverei la storia di questo uomo straordinario. La data di nascita, i dati salienti della sua vita e il motivo della sua morte. Perché per ricordare un grande uomo, non basta mettere una tabella con il nome e il cognome e dati di nascita e morte, ma dobbiamo ricordare a chi passa e legge  chi è stato e come la sua luce ha illuminato la nostra umanità.


Ma, dobbiamo però ricordare anche altri uomini che hanno dato un senso alla loro vita, lottando contro le ingiustizie, per la libertà, contro la barbarie e le violenze e le oppressioni di poteri dittatoriali.
Roma, in questi non si è dimenticata solo di Allende, ma anche di Imre Nagy, leader degli ungheresi, Alexander Svoboda, rifomista cecoslovacco tutte e due hanno lottato contro la dittatura dell’imperialismo comunista. La loro lotta, i loro sacrifici sono stati meno importanti ? Hanno avuto meno valore di quello di Allende?
Io non credo. Ogni azione compiuta per la giustizia e per la libertà ha lo stesso peso, lo stesso valore.



Roma, non si deve limitare a dare lustro ad uomini che sono stati da una parte o dall’altra della barricata, Roma, città eterna, città millenaria, città al centro della storia dell’occidente, città cuore del cristianesimo e capitale del cattolicesimo,  si deve innalzare a città di pace.

Roma si deve rialzare al suo ruolo di farò per l’umanità a capitale morale, spirituale e intellettuale dell’Italia. intera. I suoi amministratori devo sentire il peso e la responsabilità che la storia gli dato in eredità.
Quindi deve dare lustro a tutti coloro che hanno  e  lottato contro le ingiustizie, le oppressioni e per la libertà dei popoli, senza guardare a quale colore politico appartenesse.

Nagy, Svoboda, Allende, anche se avevano idee politiche diverse avevano in comune il desiderio di libertà e di giustizia per il loro popolo.
Roma deve divenire in futuro luogo di incontro e di pace.

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