Sostituzione
Ieri pomeriggio, mi arriva un messaggio sul telefonino era di Veruska, che mi diceva: sono con la febbre domani non posso essere presente poi sostituirmi nel fare la catechesi
La mia risposta è stata: sì, però mandami il tema da svolgere.
Dopo pochi minuti arriva la risposta: carismi: diversità e unità
Mi sono detto: Caspita un tema che conosco bene,
Infatti per 22 anni ho fatto parte del mondo carismatico,
Catechesi o relazioni su questo argomento ne ho sentite parecchie e più volte mi sono trovato a parlare gruppi carismatici dei carismi.
Come mi ha detto poi Claudio: questo è pane per i tuoi denti
Parlare di carismi è come :un gradito invito a cena
Introduzione
Nei tre passi che mi sono stati dati, come guida di questa catechesi e che leggeremo come spunti di meditazione durante la preghiera ho notato che c'è un legame sottile che li unisce.
Quindi prima di parlare dei concretamente dei carismi, brevemente voglio sottolineare il legame che unisci tre brani e che ci fa da apripista al nostro tema.
Nel brano di San Paolo[1] noi leggiamo nel versetto secondo:
Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti.
nel Salmo [2] al versetto secondo leggiamo
Agli idoli del paese,
agli dèi potenti andava tutto il mio favore
Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero.
Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi
Poi nel Vangelo Di Luca[3] il brano che è stato preso le prime parole sono:
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito
mi viene da domandarmi e lo domando anche a voi, dove era stato Gesù prima di tornare in Galilea?
Gesù era stato nel deserto per 40 giorni dove fu tentato da Satana.
Dopo aver respinto le varie tentazioni Gesù, torna in Galilea dove da inizio alla sua predicazione sotto la guida della Spirito Santo
Questo è il punto, prima di iniziare la sua opera di annuncio, Gesù compie una scelta ben precisa : sceglie Dio, rinunciando all'altro, alle sue tentazioni e alle sue opere.
Anche il salmista nel versetto che abbiamo letto ci dice chiaramente: io ho rinunciato di servire gli dei stranieri, i falsi idoli, perché ho detto al mio Signore: sei tu il mio Signore e solo un te trovo il mio bene
San Paolo chiudi questo cerchio dicendo che se qualcuno non riconosce Gesù come il signore ossia non riconosce Gesù come Dio, non parlerà sotto l'azione dello Spirito Santo
Infatti noi leggiamo:
perciò vi dichiaro che nessuno che parli sotto l'azione dello spirito di Dio può dire Gesù è anatema e nessuno può dire Gesù e il signore se non sotto l'azione dello Spirito Santo[4]
Questo è il primo punto da mettere:
i carismi sono visibili solo
in coloro che hanno fatto una scelta ben precisa di campo
in coloro che hanno scelto Gesù come il loro Signore
in coloro hanno fatto una scelta di campo definitiva
Ossia:
rinunciare a Satana
rinunciare al mondo
per trovare in Dio ogni bene e in lui confidare
solo allora noi avremo una manifestazione dello Spirito Santo
Questo perché purtroppo i carismi sono scimmiottabili sia dall'uomo che dal demonio
La differenza tra i carismi e le azioni dell’uomo o del demonio sta nei frutti che porta,
Il Concilio Vaticano II
Prima di entrare più a fondo nel discorso sui carismi devo fare una premessa.
Prima del Concilio Vaticano II,, fino metà degli anni 70 le parole carisma, carismatico erano quasi del tutto sconosciute nel linguaggio comune della Chiesa.
Per diversi secoli nella Chiesa non si parlò più dei carismi, come se fossero stati messi dentro un cassetto e dimenticati.
Quindi nella Chiesa non si sviluppò una teologia dei carismi.
Questa amnesia fu talmente grave che durante il Concilio Vaticano II ci fu un aspro confronto sul tema dei carismi.
Si erano create due gruppi, due fazioni.
Un gruppo aveva il suo campione, il suo portavoce nella figura del cardinal Ruffini di Palermo, famoso biblista ed è anche un bravo cardinale.
L'altro gruppo aveva il suo campione nella figura del cardinal Suenens, un belga e teologo, che aveva nel suo stemma curiosamente il motto: nello spirito
Nulla di illecito, nulla di illegale creare gruppo di pensiero, le regole del Concilio prevedevano che i cardinali si potessero riunire in gruppi di pensiero, al fine di esplicare meglio le proprie tesi.
Così durante il Concilio si crearono diversi gruppi per sostenere diverse tesi da mettere nei vari documenti conciliari.
Il gruppo del cardinal Ruffini, sosteneva che i carismi non bisognava più parlarne, perché andavano considerati come un dono particolare per la Chiesa primitiva, affinché potesse con forza affermarsi nel mondo romano e quindi non erano più necessari nella chiesa del XX secolo.
Il gruppo del cardinal Suenens, affermava invece, che i carismi erano ancora presenti nella chiesa e che Dio continuava ad elargirli con generosità alla Chiesa del XX secolo.
Nel Concilio prevalse la linea del secondo gruppo, del cardinale Suenens, così nei vari documenti conciliari, troviamo vari riferimenti hai carismi, all’uso che se ne deve fare, e se parla specialmente nella LUMEN GENTIUM e nell’ APOSTOLICA ACTUOSITATEM.
I Concilio quindi afferma: i carismi sono dati hai cristiani dallo Spirto Santo per le necessita della Chiesa.
Quando nacque il rinnovamento carismatico, che basa la sua spiritualità sulle manifestazione dei carismi ci fu all'interno della Chiesa un ampio dibattito sul senso dei carismi, il loro utilizzo la loro finalità.
Il tema dei carismi creò negli anni 80 una forte scossone all'interno della Chiesa proprio perché mancava una teologia dei carismi.
Questa mancanza di una teologia dei carismi purtroppo ha permesso delle degenerazioni da parte di molti, che hanno turbato il cuore di molti fedeli .
La riscoperta dei carismi, è stato come scoprire una cosa antica ma sconosciuta, da molti mal gestita e vissuta.
Oggi dopo cinquanta anni dal concilio e dalla nascita del rinnovamento carismatico, dopo l'euforia dei primi anni, si hanno idee è molto più chiare sui carismi e sull'essere carismatico.
Molte cose son state ridimensionate.
C’è una teologia dei carismi che ha messo ordine sulla questione.
La Chiesa ha pubblicato molti documenti sul tema eliminando quella concezione protestante della conflittualità tra carisma e gerarchia.
La Chiesa come è nel suo mistero santa e peccatrice insieme, essa è carismatica e gerarchica contemporaneamente.
Carisma
La parola carisma è una parola presente quasi esclusivamente nel Nuovo Testamento.
Raramente è usata in altri testi greci antichi.
Nel Nuovo Testamento è usata 17 volte e ben 16 nelle lettere di San Paolo, tanto che possiamo dire che è una parola prettamente Paolina .
Carisma deriva da charis che vuol dire grazia.
Quando San Paolo parla dell'azione di Dio la chiama karis… tradotto in grazia
Dio riversa su di noi la sua grazia, la sua benedizione, il suo Spirito ossia: la charis
Quindi da charis a carisma il passo è breve.
Con carisma… San Paolo intende dire: manifestazione della grazia.
I carismi sono la manifestazione dello Spirito Santo e nell'azione dell'uomo.
I carismi sono la manifestazione nel battezzato ossia del cristiano dello Spirito Santo
Si parlava un tempo quali fossero il numero di carismi e se fossero permanenti o temporanei.
Ma, mano a mano, che si sviluppava la teologia dei carismi si è preso atto che i carismi non hanno un numero e possono essere sia permanenti o temporanei perché tutto dipende non dalle capacità dell'uomo o della sua personalità ma dall'azione dello Spirito Santo, nella missione dell'uomo.
Bisogna sottolineare con un bel rigo blu:
il carisma non viene dato per la gloria degli uomini, dell'uomo o per una sua personale finalità,
il carisma viene dato esclusivamente per il bene bella comunità cristiana, per la Chiesa.
i carismi:
non sono medaglie,
non sono doni personali da usare a proprio piacimento
da usare per la propria vanagloria
da usare per gli interessi personali
essi sono doni per l'assemblea
essi sono dati esclusivamente per l assemblea.
Cosa ci fa uno con un dono di profezia se non c'è nessuno ad ascoltarlo?
Cosa ci fa uno con un dono di guarigione se non c'è nessuno da guarire?
I carismi sono sempre legati alla missione dell’uomo o della sua chiamata.
San Paolo è molto chiaro
Vi sono diverse attività ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti a ciascuno è data una manifestazione particolare dello spirito per il bene comune
Non possiamo impadronirci dei carismi,
o vantarci di possederli in quanto essi non ci appartengono e sono solo temporanee manifestazioni dello Spirito Santo
Noi possiamo essere profeti sempre, o una sola volta, secondo l'azione dello Spirito.
I carismi, non sono presenti solo in una persona, essi sono divisi come piace allo Spirito, a sua discrezione all'interno di una comunità.
Dice San Paolo nella lettera ai romani:
così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi.
Ancora nella lettera ai Corinzi: vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7 E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune.
Unità nella diversità
Questo dell’unità nella diversità è un tema dei più spinosi.
Alla fine degli anni 70 del secolo scorso si diceva: che il laicato era un gigante dormiente che bisognava svegliarlo
Oggi possiamo dire che questo gigante si è svegliato.
Purtroppo esso dimostra di avere in questo suo ruolo all'interno della Chiesa una grande immaturità.
Tutti noi siamo all'interno del laicato cristiano dove: una presunta conoscenza crea una diffusa ignoranza
Ossia molti all'interno delle parrocchie, dei movimenti e di altre in realtà parlano di cose religiose senza cognizione di causa.
Molti parlano, insegnano, agiscono senza avere solidi fondamenti cristiani alle spalle, diffondendo così perniciose teorie, spiritualità complesse, esagerazioni devozionali creando così confusione e smarrimento nei fedeli.
Diceva il cardinal Suenens,:
che non è elegante parlare delle cose di Dio improvvisando, si può parlare delle cose di Dio sicuramente in modo spontaneo ma dopo una profonda preparazione.
Oggi purtroppo molti cristiani parlano senza una preparazione cristiana teologica alle spalle
e poi noi ne vediamo i danni.
Faccio un esempio:
per fare un buon film, un capolavoro di film serve una troupe di professionisti,
per realizzare una commedia teatrale di successo ci vuole una compagnia di professionisti.
Ci vuole un testo scritto d'autori bravi
ci vogliono attori bravi
ci vuole un bravo regista
ma ci vogliono anche bravi tecnici, costumisti, scenografi, fonici, attrezzisti e quanto altro serve per realizzare un capolavoro
Così le nostre comunità, nostri gruppi, le nostre parrocchie hanno bisogno di professionisti e questi vanno preparati, formati, educati.
Noi abbiamo una marea di persone nelle nostre parrocchie, brave persone, generose, impegnate, ma che non hanno la giusta preparazione a svolgere compiti che gli vengono assegnati.
La maturità sta nella capacità di condividere il nostro sapere, esperienza, la carismaticità.
Condividere e non imporre.
Condividere l’unicità
Una delle prime cose che mi colpì quando iniziai in mio cammino di fede 40 anni fa è quello che disse un catechista: noi siamo unici nell’universo.
Non esiste un altro simile a noi in tutto l'universo né c'è stato né ci sarà mai.
Noi siamo unici
e quindi il carisma che Dio ci dà, è un dono unico perché si innesta sulla nostra unicità.
Anche se Dio ci desse a tutti noi presenti, il dono della profezia non sarebbe lo stesso dono di profezia.
Allora, in questa nostra diversità, questo modo unico in cui lo Spirito si può manifestare in noi va messo in comunione con i fratelli
La maturità cristiana sta nella capacità non di difendere le proprie idee,
le nostre ragioni,
i nostri punti di vista ma di condividere le proprie ragioni per trovare un'unità di intenti per una missione comune.
La missione della Chiesa è : evangelizzare e rendere culto a Dio.
Ognuno di noi in questa missione può trovare il proprio spazio, il suo ruolo nella misura dei doni che abbiamo ricevuto
Siamo tutti profeti?
Siamo tutti apostoli?
Siamo tutti maestri?
Siamo tutti insegnanti?
Siamo tutti catechisti?
No !!
Ognuno di noi può avere il suo posto, il suo ruolo, ma abbiamo bisogno di una preparazione non si può più improvvisare
non è più il tempo delle improvvisazioni.
è il tempo della spontaneità carismatica ma con una formazione cristiana alle spalle.
Tutti noi, pur avendo diversità di carismi, abbiamo un'unità di intenti ossia l'annuncio del Vangelo, il culto comune, la via della santità
Se qualcuno pensa alla propria vanagloria
al proprio successo
al potere
ad essere il più grande è fuoristrada non andrà da nessuna parte
Ma se con tutto il suo essere
la sua intelligenza e la sua azione
ricerca l'unità di intenti per un progetto comune e mette a disposizione le sue capacità umane e carismatiche ecco che chi ne avrà lustro è la chiesa ossia la Sposa di Cristo
Diceva qualcuno, che i carismi sono i doni che lo Spirito dà alla sposa ossia la Chiesa
I carismi non ci appartengono ma appartengono alla Chiesa
Il mio carisma non mi appartiene, appartiene a voi che ascoltate
Io non mi appartengo, io vi appartengo, noi ci apparteniamo
Ed ecco che quello sembra divisione, la diversità dei carismi diventa unità in un progetto comune.
Concludo dicendo
Che, i carismi, sono manifestazione dell’amore di Dio per ognuno di noi che ne veniamo beneficiati.
E come disse Padre Raniero Cantalamessa:
I carismi sono, dunque, per la Chiesa: per la bellezza della Chiesa, per la vitalità e la varietà della Chiesa.
[1] 1 Cor. 12,1ss
[2] Salmo 16 1ss
[3] Luca 4, 14-21
[4] 1 Cor 12,4
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