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martedì 1 settembre 2015

Cosa guarda la donna e il ragazzo



Mi immagino di passare davanti a questa opera, durante una passeggiata nella notte, e un flebile raggio di luce illumina queste due persone…. e subito il mio sguardo segue il loro, per vedere cosa guardano… guardano le stelle.


Chi ricorda il film il Postino?
Il protagonista è un uomo povero, prigioniero nella sua isola, prigioniero nella sua povertà.
Prigioniero di tanti giorni tutti uguali, giorni senza allegria, senza speranza.
A rompere quel mortale tran tran, c’è l’arrivo nell’isola, dell’esiliato il grande poeta Pablo Neruda.
Il protagonista Mario Ruoppolo viene assunto dalle poste provvisoriamente con un contratto legato alla presenza del grande poeta sull’isola.

Suggestivo l’incontro-scontro tra il grande poeta, così sicuro di  se, borioso, distaccato ‘ieno di prosopopea e il povero postino, timido, insicuro, riservato.
Grande è la differenza tra l’uomo di cultura e l’ignorante postino.
Ma l’incontro non può lasciare i due indifferenti, da una parte c’è il grande poeta che modifica il suo comportamento andando incontro al giovane postino e quest’ultimo vuole entrare nel mistero della poesia del grande poeta.
Ma la distanza tra i due è abissale.

Da una parte c’è  la facilità della parola, della capacità di esprimere il suo pensiero, la forza della comunicazione.. dall’altra c’è la grande difficoltà
a mettere insieme solo due parole.
Quando Neruda, chiede al postino di raccontare ai suoi amici la bellezza dell’isola, sarà capace di dire una sola parola: Beatrice.


Neruda parte lontano, e Mario Ruoppolo rimane solo con i suoi tormenti, quella lotta interiore di voler dire e non saper dire. Tra l’uscire da se stesso e rimane prigioniero della sua ignoranza.
Tra il voler riempire le pagine del quaderno donatogli dal poeta, e l’incapacità di scrivere una sola parola.
Alla fine Mario, trova la sua strada della comunicazione, non più fatta di parole ma suoni, sentimenti, emozioni espressi per vie diverse del grande poeta.


Mario decide di raccontare la sua isola, la bellezza della terra attraverso i suoi… e terminerà il suo viaggio sonoro  puntando il microfono verso il cielo… verso un cielo stellato.. ed esclamerà: “Bello però, non me n'ero accorto che era così bello”


 Non si era mai accorto di quanto era bello perché non aveva mai alzato la testa. Aveva sempre camminato con lo sguardo chino in terra, sotto il peso della non dignità, ma adesso dopo un lungo travaglio umano, personale Mario Ruoppolo alza testa e finalmente vede le stelle, perché non cammina più a testa bassa.
Alla fine del suo percorso umano, Mario troverà le parole e le pagine del suo quaderno non sono più vuote, lì c’è la poesia che deve leggere davanti ai suoi compagni ….

Ecco passando sotto questo murales siamo tutti invitati a guardare le stelle, a vedere quanto sono belle, con lo sguardo degli uomini  e delle donne liberi… libertà che non hanno ottenuto da un angelo, o uno spiritello, un principe di un paese lontano, ma che hanno conquistato attraverso il loro percorso personale di liberazione della non dignità….




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