Essere presenti là dove si è scomodi con una testimonianza vera

venerdì 5 giugno 2015

Manca qualcosa....

C’è chi viaggia senza vedere, senza conoscere.
Arrivano in una città e si perdono in un vorticoso giro tra monumenti, chiese e musei.
Il tempo è poco, un  giorno, due, forse tre  e bisogna fare presto, per vedere tutto quello che c’è da vedere nella città.





Il viaggio non è solo vedere
Il viaggio è conoscenza
Il viaggio è esperienza
Il viaggio è apprendimento
Il viaggio è scambio
Il viaggio è interscambio

Nei miei viaggi, non mi accontento di vedere, di guardare.. devo :

Toccare
Gustare
Annusare
Parlare
Sentire.

Al mio viaggio tutti i sensi devono partecipare.
Toccare , i palazzi,  i lampioni, i muri, le balaustre, le statue, i marmi, i legni, i ferri… ogni cosa ti comunica una sensazione diversa.
Gustare , i cibi locali, i vari formaggi e salumi, la frutta,  le bibite, gli alcoolici.... così  in Romagna non si può far a meno di mangiare la piadina, a Firenze l’acquacotta o una fiorentina,  a Siena un panino con la trippa, a Genova le trenette con il pesto, a Perugia una torta al testo, a Mantova i tortelli di zucca... e così via…. ripartire con il ricordo di un particolare sapore…
Annusare , gli odori o i profumi della città. In Sicilia è facile essere storditi dalla zagara, a Roma nelle sere d’estate è il tiglio a profumare la città, a Venezia è l’acqua della laguna che ha un profumo unico, con sbuffi di fumo al kerosene dei vari traghetti.
 Parlare con la gente, ascoltare le loro storie,  i fatti di quei mondo così lontano da noi.

Un viaggio è completo quando tutti i sensi sono coinvolti.

Nei viaggi ultimamente mi son accorto che nelle grandi città manca qualcosa.

Abbiamo sempre più monumenti puliti, restaurati e bene illuminati.
Sempre più accessibili
Sempre più aperti al pubblico
Sempre più pubblicizzati
Sempre più conosciuti
Sempre più frequentati

Intorno ai palazzi, strade chiuse al traffico veicolare, così migliaia di pedoni sciamano come formiche affamate alla ricerca….
Strade affollate di turisti che a seconda dell’ora del giorno li vedi…

Svegli
Desti
Pimpanti
Vispi
Atletici
Carichi
Attenti
Curiosi
Allegri
Assetati
Disidratati
Affamati
Sudati
Stanchi
Sdraiati
Sfiniti
Snervati
Svigoriti
Prostrati


In queste strade, forzatamente e obbligatoriamente  pedonalizzate incontri :
ciclisti spericolati che zigzagano tra i pedoni distratti,
carrozzelle antiche trainate da stanchi cavalli,
bici-carrozzelle dal sapore esotico,
auto elettriche adattate ai turisti,
finti manichini,
pseudo mimi,
centurioni che parlano arabo,
venditori di cose banali che parlano lingue sconosciute,
e tante cose banali che sembrano attrazioni per turisti.






Ma nelle città
nelle grandi città


nelle città darte
nelle città storiche
nelle città  medioevali



dove la piazza aveva un ruolo primario
dove
era
un luogo d’incontro e di vita

  
 Nelle grandi citta manca qualcosa.


La prima volta che ho avuto nettamente questa sensazione, di questa mancanza è stato quando, in un giorno assolato e caldo d’agosto,  camminavo per le strette calle di Venezia, destinazione Piazza San Marco.
Più mi avvicinavo alla piazza e più percepivo forte la mancanza di qualcosa.
Tutto era bello, i negozi pieni di souvenir, di oggetti comuni, di magneti, cartoline, maschere veneziane, vetri di Murano. Ogni tanto qualche negozio originale con proposte uniche.
Negozi d’abbigliamento con abiti commerciali, magliette sportive di squadre di calcio o con scritte  umoristiche.  
Turisti che si fermavano a fotografare i canali i ponti e vari palazzi settecenteschi.

Ma mi mancava qualcosa.

Ad un certo punto, alzo lo sguardo e vedo tutte le persiane dei palazzi della calla chiuse.
Non c’era un vaso di gerani o di panse.
Non c’era un filo per stendere abiti da asciugare al sole, non c’era nulla ad asciugare.
Dove sono le camicie, i pantaloni, le lenzuola, le tovaglie stese ad asciugare al sole.
Non c’era una finestra  aperte per poter sbirciare dentro le case veneziane.

Una citta vuota.

Sono belle le nostre grandi città, ma sono città per turisti.

Non ci sono più i bambini a giocare in strada.
Non senti più le loro grida,  non li senti più gridare: palla.
Non  senti più le bambine contare i salti da fare o recitare le loro filastrocche.
Non vedi più il gioco della campana tracciata sull’asfalto.

Dove sono gli uomini  seduti al bar a parlare di politica e di sport.
Dove sono gli anziani seduti sulle panchine della piazza a leggere il giornale.
Dove sono i vitelloni moderni semi annoiati in attesa di una nuova avventura.
Dov’è il vigile punto fermo della piazza, con il suo sguardo attento alle infrazione alle quale non farà mai una multa.

Dove sono le donne con la sporta della spesa.
Le donne trafelate che si scambiano poche parole, mentre si spostano da un negozio all’altro.

Dov’è il vecchio macellaio e il suo garzone ciclista
Dov’è il fornaio con la sua signora alla cassa.
Dov’è il barbiere con la sua saggezza popolare che trova le sue radice nelle confidenze dei suoi clienti.

Dov’è il mercato settimanale ricco dei mille prodotti della campagne circostanti.

Dove sono i vecchi abitanti con il loro dialetto  particolare, con la loro saggezza popolare, con il sapere che si tramanda da padre a figlio.


Dove sono gli innamorati 
che si baciano nascosti nei portoni
alle luce dei lampioni.

Dov’è la mamma ansiosa,
affacciata alla  finestra
a scrutare le ombre della sera.

Dov’è il papà
che in sella alla sua bicicletta,
fischietta,
annunciando il suo arrivo


Non sono più qui………

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