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venerdì 14 novembre 2014

A chi conviene che Marino si dimettà?


Partiamo dall'inizio, con le primarie per il candidato premier del centro sinistra.. una corsa a 5, Bersani, Renzi, Vendola, Tabacci e  Puppato, di fatto fu uno scontro a 2... Bersani e Renzi


Vinse Bersani, ma di fatto Renzi non fù sconfitto, sono i paradossi di certi giochi politici. Anzi è stato il grande trampolino di lancio di Matteo Renzi, la grande visibilità che avuto sui  media lo hanno lanciato nell'olimpo delle politica italiana.
Renzi da solo, contro tutto l'apparato del partito. I big del PD erano schierati dalla parte di Bersani, tutti i grandi del PD, hanno attaccato duramente Renzi, eppure lui tiene testa al grande condottiero, e dalle urne ne esce potentemente rafforzato... il PD sta con Bersani, ma il grande popolo degli indecisi, dei non schierati, della voglia di cambiare e con Renzi.
Bersani che pensa di esse rinnovativo, progressista ne esce come il vecchio che avanza e Renzi è invece il nuovo che non indietreggia.
Così Bersani è il candidato premier... e Renzi rimani lì a Palazzo Vecchio di Firenze in attesa... sa che verrà il suo momento, devo solo saper aspettare, senza proclami di indipendenza, senza critiche eccessive al vecchio leader,  senza esasperate denunce all'apparato politico del PD .. verrà il tempo.
Verrà il tempo di nuove primarie... il  vento è cambiato.... Renzi diventa segretario del PD.
Così a Roma, dove si è votato a ridosso dell'elezioni del parlamento, all'interno del PD romano si è fatta  una scelta di schieramento ben precisa, la linea Bersani stravince in quelle che sono le  primarie cittadine per il candidato sindaco. I candidati  erano: Maria Gemma Azuni,  Mattia Di Tommaso, Paolo Gentiloni,  Ignazio Marino, Patrizia Prestipino e David Sassoli.

A Roma fu fatta un operazione chirurgica ben precisa,  fuori l'anima democristiana e dentro l'anima comunista. Così i bersaniani hanno stravinto le primarie, questi erano i candidati scelti dalle sezioni di partito distribuite sul territorio mentre tutti quelli che erano dell'area democristiana, margherita ecc ecc non incardinati nelle sezioni di partito fuori, e a molti di loro, sconfitti nelle primarie municipali, fu addirittura impedito di essere presenti nelle liste dei candidati... cacciati fuori dalla vita politica, in nome del nuovo che avanza.
Quindi dentro ai vari consigli cittadini, gli eletti  vincenti, i fedelissimi Bersaniani.
Sindaco, Assessori, Presidenti Municipali, Consiglieri di Roma capitale e municipi... quasi tutti di area vecchio Pci, pochi dell'area democratica.


Ma il vento è cambiato.
Renzi domina il partito, ci sono ancora alcune resistenze, ma il Ras di Botteghe Oscure e lui. Governa con i suoi uomini i fedelissimi della vecchia  guardia e quanti in tempi non sospetti hanno saltato il fosso.
Una delle cose che dividevano Bersani e Renzi erano le alleanze... il primo aveva scelto l'alleanza a sinistra, preferiva SEL, Renzi voleva un alleanza al centro con lista Civica di Mario Monti.

Ugualmente a Roma, i Piddini romani,  in linea con Bersani, fanno una scelta di campo, alleanza elettorale con SEL, ai quali, nel formazione della squadra di governo Marino concede un ruoli prestigio.


Ma Renzi premier, questa alleanza PD e SEL in Campidoglio e in via della Pisana, non la digerisce proprio.


Aveva chiaramente chiesto, in passato,  un rimpasto della giunta capitolina, non potendo chiedere lo scioglimento dell'Assemblea Capitolina, per dare meno potere a SEL all'interno del governo cittadino.

Ma, Marino, ha  dimostrato di essere poco sensibile a queste sollecitazioni.




Paradosso politico, il governo di Roma Capitale adesso è in mano a uomini del PD, ma dell'area comunista ... che militano dentro un partito di area democristiana... 

Così, ci capita di leggere che un giovane consigliere municipale renziano, esterna la sua sofferenza all'interno di una maggioranza bersaniana, alla giornale online Inoltre la mia vicinanza di idee a quelle di Matteo Renzi hanno creato in questo anno altre divergenze rispetto a chi ha idee più vicine a quelle di SEL".“: cartina tornasole della realtà romana.

Il comportamento di Marino di questi ultimi  mesi è abbastanza ambiguo, chiara la sua posizione rossa, rossa all'interno del PD, fino a qualche mese fa, ma il suo andare a Firenze per essere presente alla Leopolda sta ad indicare ben altre idee un chiaro tentativo di saltare il fosso.

La sua presenza al meeting dei renziani è passata molto inosservata, mentre il sindaco di Roma, il sindaco della capitale d'Italia, meritava per altra attenzione. In fondo il sindaco di quella che dovrebbe la città guida della nazione avrebbe avuto molte cose da dire.. ma non alla Leopolda...


Quindi in questa luce... a chi conviene che il sindaco Marino si dimetta?

Paradossalmente a nessuno.  in fondo Marino Sindaco è il male minore.

Non conviene ai consiglieri del PD, perché il vento renziano spazzerebbe via la maggior parte di loro, perchè i "trombati" dell'ultima elezione stanno aspettando sul fiume la loro rivincita,  e paura del voto del popolo  che li rende complici di questo pessimo governo.

Non conviene a SEL, dovrebbe lasciare le poltrone del comando capitolino ed essere relegato a fare da soli un opposizioni di sinistra, senza la certezza di ottenere nuovamente il grande risultato del 2013.

Non conviene all'opposizione di destra, perché son ben lungi dal trovare una idea comune di governo, tanto più lontana l'idea di un candidato comune... la destra romana continua a divedersi in piccoli partiti che potrebbero paradossalmente  non raggiungere il quorum e superare lo sbarramento...

Non conviene al M5S, il suo leader ha una paura terribile di prendere la poltrona del sindaco di Roma. Non si impegnerà molto in campagna elettorale, perché il rischio di sindaco pentastellato è molto alto.

Già nella passata tornata elettorale per Roma il rischio che il ballottaggio per la poltrona fosse tra Marino e Il pentastellato DE Vito è stato alto,  non c'è stato perché il M5S ha perso consensi.

Non conviene a Renzi, che non vuole rischiare di perdere un elezione, ne di doversi impegnare in prima persona per l'elezione del Sindaco di Roma, e che le amministrativa non  diventino una verifica della sua popolarità,  con la paura che cali quel 42% delle europee.

Quindi HA chi conviene che Marino si dimetta? Che si vada a nuove elezioni?
A nessuno.
Dobbiamo tenerci Ignazio Marino, ancora per qualche tempo.

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